venerdì 8 gennaio 2010

Dedicare a Craxi una via di Milano??


In questi giorni dall'Italia arrivano le violente polemiche a seguito della proposta del Sindaco di Milano Moratti, che intende intitolare una via di Milano a Bettino Craxi.

In concomitanza con il decennale della morte avvenuta nel 2000 ad Hammamet si è riscatenata la rissa tra favorevoli e contrari non solo a questa proposta, ma nel suo assieme, di rilegittimare la figura di Craxi, riconoscendogli il ruolo e la posizione che indubbiamente ebbe nella storia Repubblicana Italiana.

A questo punto sorge spontanea una domanda: ma perchè è ora così importante tutto ciò? Con tutti i problemi che abbiamo,è proprio necessario ancora una volta sfidarsi "orazi e curiazi" sulla proposta della Moratti?

Tra parentesi in Italia sono già state dedicate a Craxi due Piazze a Sant'Angelo Romano e Grosseto e alcune vie a Valmontone, Foggia, Lecce, Botrugno, Marano Marchesato e Scalea e non ci sono state "alzate degli scudi" da parte di nessuno.

Quindi dove sta il problema?? 

Personalmente ed umanamente non ho nulla in contrario, ma quale cittadino mi fa una certa specie vedere che ora ciò sia promosso da chi oggi è al governo della più importante città del paese ( ed appoggiato sostanzialmente da chi è al Governo del paese).

Perchè questa richiesta della Moratti inevitabilmente finisce per assumere un tono politico, una pericolasa attualizzazione dei conflitti di allora, che travalica il senso stesso della dedica, assurgendo a simbolo un personaggio che per sua stessa ammissione, si dichiarò coraggiosamente colpevole di fronte a tutto il Parlamento e al paese.

Il 3 luglio 1992 Craxi mise a nudo l'Italia, chiamando in correo tutta la classe politica del tempo, in un discorso storico nel quale spiega anche le ragioni del perchè chiese una soluzione politica al possibile dramma che prima o poi avrebbe colpito tutti i partiti.

Lo chiamò "vuoto di potere" che ne sarebbe scaturito e che avrebbe rischiato di portare il paese chissà dove e verso quali scenari.

Di seguito il passaggio relativo a questo punto:

"Nella vita democratica di una Nazione non c’è nulla di peggio del vuoto politico. Da un mio vecchio compagno ed amico che aveva visto nella sua vita i drammi delle democrazie, io ho imparato ad avere orrore del vuoto politico.
 

Nel vuoto tutto si logora, si disgrega e si decompone.
 

In questo senso ho sempre pensato e penso che un minuto prima che una situazione degeneri, bisogna saper prendere una decisione, assumere una responsabilità, correre un rischio. Non credo, Onorevole Amato, d'essere stato il solo ad aver tirato un sospiro di sollievo il giorno in cui Lei ed i suoi ministri avete giurato nelle mani del Capo dello Stato. 

Sono proprio convinto che il medesimo sentimento ha provato la grande maggioranza del Paese. Lo hanno di certo provato tutti coloro che avvertivano il rischio di una crisi troppo aspra e confusa, troppo prolungata, e valutavano il peso delle conseguenze ch’essa aveva già provocato e le più gravi che ancora avrebbe finito con il determinare."

Ma ecco il punto fondamentale che "svela la maschera" al paese:

".. E così, all’ombra di un finanziamento irregolare ai partiti, e ripeto, al sistema politico, fioriscono e si intrecciano casi di corruzione e di concussione, che come tali vanno definiti, trattati, provati e giudicati. E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale.

I partiti, specie quelli che contano su appartati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale.

Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale.

Non credo che ci sia nessuno in quest’Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro.

E del resto, andando alla ricerca dei fatti, si è dimostrato e si dimostrerà che tante sorprese non sono in realtà mai state tali. Per esempio, nella materia tanto scottante dei finanziamenti dall’estero, sarebbe solo il caso di ripetere l’arcinoto “tutti sapevano e nessuno parlava”.

Un finanziamento irregolare ed illegale al sistema politico, per quanto reazioni e giudizi negativi possa comportare e per quante degenerazioni possa aver generato, non è e non può essere considerato ed utilizzato da nessuno come un esplosivo per far saltare un sistema, per delegittimare una classe politica, per creare un clima nel quale di certo non possono nascere né le correzioni che si impongono né un’opera di risanamento efficace, ma solo la disgregazione e l’avventura.

Del resto, nel campo delle illegalità, non ci sono solo quelle che possono riguardare i finanziamenti politici. Il campo è vasto, e vi si sono avventurati in molti, come i fatti spero si incaricheranno di dimostrare aiutando tanto la verità che la giustizia.

A questa situazione va ora posto un rimedio, anzi più di un rimedio.

E’ innanzitutto necessaria una nuova legge che regoli il finanziamento dei partiti e che faccia tesoro dell’esperienza estremamente negativa di quella che l’ha preceduta..."

Ecco, è dopo aver riletto queste parole che una completa riabilitazione della figura di Craxi, comunque la si pensi, appare oggettivamente impossibile, perchè se è vero che pagò per tutti coloro che non ebbero lo stesso coraggio di dichiararsi, questo non vuole dire che la figura di Craxi possa ora diventare simbolo, il martire di qualcosa, altrimenti si rischiano pericolosi parallelismi.
 
Come mai se un politico "estorce" per finanziare la propria organizzazione politica, (anche se nel caso di Craxi ci sono le prove dell'uso privato di alcuni di questi fondi) meriti una nuova legge che la regoli, mentre nel caso di altri soggetti che finanziano altri tipi di organizzazioni, si parla apertamente di atteggiamento "mafioso?".

E' la stessa cultura da cui attinge le proprie energie la Mafia che quale "antigoverno" si finanzia illegalmente per consentirle di finanziare le proprie attività e la propria struttura di potere.

Craxi non era un mafioso, forse aveva solo perso il senso del giusto e dello sbagliato, tutto preso come era nel voler vincere a tutti i costi la guerra di potere e tra i blocchi contrapposti(PCI, DC, PSI, USA, RUSSIA...) che imperversava in quegli anni nel paese e che necessitava di capitali, tanti capitali.

Se però la politica di un paese moderno e democratico finisce per trasformarsi in quello che ha riassunto lo stesso Craxi, in un Cancro per il paese, forse il sistema non merita una nuova legge che alla fine alza solo l'asticella della morale comune, ma forse merita proprio di essere azzerato perchè parafrasando Craxi "tutto si logora, si disgrega e si decompone."

Una discussione attuale ancora oggi, visto che tangentopoli, come fecero le armate Americane nella prima guerra del Golfo, "si è fermata prima di arrivare a Bagdad", proprio per evitare che si arrivasse al Vuoto di Potere citato da Craxi.

Fu un grave errore di qui stiamo pagando ancora oggi le conseguenze, visto che difronte alla corruzione nella cosa pubblica non ci possono essere ne se ne ma

Ciò finisce poi per avvalorare l'ipotesi di chi crede che la giustizia sia stata (e lo sia ancora oggi) sola un arma politica e non un "panno che pulisce dallo sporco e dal marcio il paese".

Craxi, per quanto importante nella storia italiana, per sua stessa ammissione, ha contribuito affinche venisse fatto qualcosa che non violava solo la legge italiana, ma le basi stesse di qualsiasi paese civile.

Per cui provate a leggere ancora una volta su Wikipedia la scheda che riguarda Craxi e leggetevi anche la traduzione in altre lingue: è questo l'esempio che vogliamo trasmettere al mondo sul "modo di fare politica" in Italia, il nostro futuro?

Per cui si dedichi pure la via all'uomo Craxi, ma per favore non diamo a "Cesare ciò che è di Cesare", rappresenterebbe solo una eterna caduta agli inferi.