Vino, il “sentiment” delle cantine eccellenti per il 2010
Come lo vedono il 2010 le eccellenze Italiane vinicole?
Mediamente meglio del 2009, ma da un sondaggio che ha coinvolto le più importanti.
Ecco i dati del sondaggio di Winenews: "SONDAGGIO WINENEWS - PER LE 25 AZIENDE VITI-VINICOLE PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA (PER STORIA, VOLUME D’AFFARI, IMMAGINE) FATTURATO 2009 IN CALO, DAL 5% AL 10%. “SPACCATO” IN DUE IL “SENTIMENT” SUL 2010 (NEGATIVO/ABBASTANZA POSITIVO)
Il 2009 è all’insegna del calo nei fatturati tra il 5% e il 10%, ma con qualche azienda che ha registrato diminuzioni anche più rilevanti. Il “sentiment” generale sul 2010 del mondo del vino che spacca il campione in due tra chi lo percepisce come abbastanza positivo e chi, invece, come negativo. E’ il risultato del sondaggio che ha chiesto a 25 aziende viti-vinicole più importanti d’Italia per storia, volume d’affari, immagine di tracciare un possibile scenario previsionale.
Guardando “in casa” propria, le aziende scommettono decisamente sulle proprie potenzialità, evidenziando un “ottimismo della volontà” in grado di sconfiggere il “pessimismo della ragione”: il 63% si aspetta un 2010 abbastanza positivo e il 37% positivo. A sostenere questo ottimismo le previsioni sul fatturato 2010, che indicano, nel 75% delle risposte, un fatturato in crescita e nel 25% almeno una stabilità delle entrate. L’export continuerà a rappresentare un punto di riferimento anche per il 2010, con una medesima percentuale (75%) che lo stima in crescita, e un 25% che, invece, lo prevede stabile.
Il 2010 si presenta, dunque, come un anno che potrebbe sancire una ripresa, se non ai ritmi di crescita del 2007, almeno capace di compensare l’erosione dei margini avvenuta nel 2009. Le 25 cantine ritengono, però, che il 2010 sarà un anno da monitorare con particolare attenzione per comprendere fino in fondo l’entità della ripresa, anche se, da più parti, i primi sei mesi vengono valutati come durissimi, proprio perché rappresentano il momento più delicato del possibile assestamento.
Quello che preoccupa di più gli imprenditori del vino italiano è la perdurante sovrapproduzione che continua a non essere completamente assorbita (46%), la debolezza dei consumi, soprattutto interni (32%), l’incertezza sul futuro (15%), le incognite economiche e la perdita di competitività internazionale (4%), seguite dalla concorrenza degli altri Paesi produttori e dai problemi valutari (3%).
Ma le 25 aziende viti-vinicole più importanti d’Italia per storia, volume d’affari, immagine sondate hanno indicato anche una sorta di “ricetta”, “per affrontare con maggiore sicurezza il 2010, che, senz’altro, ha come parola d’ordine la sinergia. Ricercare coesione fra tutti gli operatori della filiera e unire le forze dei vari protagonisti del mondo del vino, dalle istituzioni ai produttori, dai comunicatori a chi il vino lo vende, perché finalmente il cosiddetto “sistema Italia” sviluppi azioni effettivamente concrete, sembra ormai un’esigenza non più procrastinabile”.
Di più, il campione analizzato da WineNews, quasi all’unanimità, indica necessaria addirittura “la costruzione di una strategia condivisa fra le stesse imprese, volta a determinare un peso specifico del comparto vitivinicolo del Bel Paese decisamente più importante e capace di rendere soprattutto la promozione sui mercati di tutto il mondo più incisiva e costante”.
Mediamente meglio del 2009, ma da un sondaggio che ha coinvolto le più importanti.
Ecco i dati del sondaggio di Winenews: "SONDAGGIO WINENEWS - PER LE 25 AZIENDE VITI-VINICOLE PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA (PER STORIA, VOLUME D’AFFARI, IMMAGINE) FATTURATO 2009 IN CALO, DAL 5% AL 10%. “SPACCATO” IN DUE IL “SENTIMENT” SUL 2010 (NEGATIVO/ABBASTANZA POSITIVO)
Il 2009 è all’insegna del calo nei fatturati tra il 5% e il 10%, ma con qualche azienda che ha registrato diminuzioni anche più rilevanti. Il “sentiment” generale sul 2010 del mondo del vino che spacca il campione in due tra chi lo percepisce come abbastanza positivo e chi, invece, come negativo. E’ il risultato del sondaggio che ha chiesto a 25 aziende viti-vinicole più importanti d’Italia per storia, volume d’affari, immagine di tracciare un possibile scenario previsionale.
Guardando “in casa” propria, le aziende scommettono decisamente sulle proprie potenzialità, evidenziando un “ottimismo della volontà” in grado di sconfiggere il “pessimismo della ragione”: il 63% si aspetta un 2010 abbastanza positivo e il 37% positivo. A sostenere questo ottimismo le previsioni sul fatturato 2010, che indicano, nel 75% delle risposte, un fatturato in crescita e nel 25% almeno una stabilità delle entrate. L’export continuerà a rappresentare un punto di riferimento anche per il 2010, con una medesima percentuale (75%) che lo stima in crescita, e un 25% che, invece, lo prevede stabile.
Il 2010 si presenta, dunque, come un anno che potrebbe sancire una ripresa, se non ai ritmi di crescita del 2007, almeno capace di compensare l’erosione dei margini avvenuta nel 2009. Le 25 cantine ritengono, però, che il 2010 sarà un anno da monitorare con particolare attenzione per comprendere fino in fondo l’entità della ripresa, anche se, da più parti, i primi sei mesi vengono valutati come durissimi, proprio perché rappresentano il momento più delicato del possibile assestamento.
Quello che preoccupa di più gli imprenditori del vino italiano è la perdurante sovrapproduzione che continua a non essere completamente assorbita (46%), la debolezza dei consumi, soprattutto interni (32%), l’incertezza sul futuro (15%), le incognite economiche e la perdita di competitività internazionale (4%), seguite dalla concorrenza degli altri Paesi produttori e dai problemi valutari (3%).
Ma le 25 aziende viti-vinicole più importanti d’Italia per storia, volume d’affari, immagine sondate hanno indicato anche una sorta di “ricetta”, “per affrontare con maggiore sicurezza il 2010, che, senz’altro, ha come parola d’ordine la sinergia. Ricercare coesione fra tutti gli operatori della filiera e unire le forze dei vari protagonisti del mondo del vino, dalle istituzioni ai produttori, dai comunicatori a chi il vino lo vende, perché finalmente il cosiddetto “sistema Italia” sviluppi azioni effettivamente concrete, sembra ormai un’esigenza non più procrastinabile”.
Di più, il campione analizzato da WineNews, quasi all’unanimità, indica necessaria addirittura “la costruzione di una strategia condivisa fra le stesse imprese, volta a determinare un peso specifico del comparto vitivinicolo del Bel Paese decisamente più importante e capace di rendere soprattutto la promozione sui mercati di tutto il mondo più incisiva e costante”.