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martedì 13 aprile 2010

Hu presenta il conto ad Obama

Ieri a Washington, a margine del Nuclear Security Summit, si è tenuto l'atteso incontro tra il presidente cinese Hu Jintao e quello Statunitense Barack Obama.

Come previsto, il Presidente Hu ha presentato il "conto" a Barak Obama, sotto forma di una proposta in cinque punti per il miglioramento dei rapporti bilaterali Cina-USA, quale premessa per tutte le questioni aperte, quali la questione nucleare iraniana, il tasso di cambio del Renminbi (RMB) e le altre di comune interesse.

Ma vediamo nel dettaglio questi cinque punti sottoposti da Hu ad Obama.

In primo luogo, Hu ha sottolineato come le due parti "dovranno attenersi costantemente ad una rispetto dei rispettivi rapporti bilaterali e prendere iniziative concrete per affrontare congiuntamente le diverse sfide comuni".

In secondo luogo, ha sottolineato Hu, "la Cina e gli Stati Uniti devono rispettare i rispettivi interessi fondamentali. Questa è la chiave per uno sviluppo sano e stabile dei futuri rapporti bilaterali".

In terzo luogo, "le due parti dovranno incrementare gli scambi diplomatici ai vari livelli", ha detto Hu che si reso disponibile al fine di mantenere uno stretto contatto con Obama, così da evitare in futuro, ulteriori “scivolate” come quelle di questi ultimi mesi.

In quarto luogo, "i due paesi dovranno approfondire una sempre maggiore e pratica cooperazione. La Cina desidera rafforzare gli scambi e la cooperazione con gli Stati Uniti in economia e commercio, lotta al terrorismo, energia, ambiente, così come in materia di applicazione del diritto".

Ultimo punto, "la Cina e gli Stati Uniti devono rafforzare la comunicazione e il coordinamento sulle grandi questioni internazionali e regionali".

Dopo questa "premessa" chiarificatrice, Hu è entrato anche nel merito di alcune delle questioni di questi giorni.

Per quanto riguarda la questione del cambio RMB - USD, Hu ha detto che "la Cina intende seguire un chiaro percorso di riforma del meccanismo che ne determina il tasso di cambio, sulla base delle proprie esigenze di sviluppo economico e sociale".

Il Presidente cinese ha anche aggiunto come “le misure dettagliate di questa riforma dovranno considerare sia il contesto della situazione economica mondiale, il suo sviluppo ed i cambiamenti in corso, così come le condizioni economiche della Cina”.

Connesso a questo, Hu ha anche detto che "la Cina e gli Stati Uniti dovranno risolvere le reciproche divisioni economiche e commerciali attraverso sempre maggiori consultazioni, su un piano di parità a tutela del comune interesse di una sempre e migliore cooperazione economica e commerciale Cina-USA."

Lo sviluppo sano e stabile dei legami economici e commerciali Cina-USA è un bene per la Cina, per gli Stati Uniti e per lo sviluppo economico mondiale".

Entrando poi nel merito sulla questione nucleare iraniana, Hu ha dichiarato che "la Cina spera che le varie parti continueranno ad intensificare gli sforzi diplomatici per risolvere la situazione attraverso il dialogo e i negoziati".

"Cina e Stati Uniti hanno lo stesso obiettivo globale sulla questione nucleare iraniana", ha dichiarato Hu che ha continuato dicendo come “la Cina è quindi pronta nell'ambito delle Nazioni Unite a mantenere la consultazione e il coordinamento con gli Stati Uniti e le altre parti all'interno del 5-più-1 ed attraverso qualunque altro canale negoziale disponibile".

Va ricordato che quando si parla di 5-più-1, questo prevede il coinvolgimento del Consiglio Permanente di Sicurezza delle Nazioni Unite, composto da Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti - più la Germania.

Hu ha poi dichiarato la posizione di principio della Cina sulla questione del nucleare iraniano: "la Cina è da sempre impegnata a sostenere il regime internazionale di non proliferazione nucleare, così come la pace e la stabilità in Medio Oriente".

Da parte sua, il presidente Obama nell'incontro con Hu ha dichiarato come "il suo paese rispetti la sovranità della Cina, in particolare per quanto riguarda il tasso di cambio del RMB" e si è auspicato che "Cina e Usa potranno trovare una soluzione attraverso il dialogo e la cooperazione".

A questo ha aggiunto come Washington sia pronta a lavorare con la Cina per costruire legami ancora più forti, grazie a dialoghi bilaterali e multilaterali e l’attiva cooperazione nei diversi consessi quale lo Strategic and Economic Forum e nel Gruppo dei 20 (G20).

Obama ha anche ribadito in forma ufficiale, la posizione di Washington rispetto all'esistenza di una sola Cina, sottolineando come il suo paese rispetterà la sovranità della Cina e la sua integrità territoriale, così come i suoi interessi principali, sottolineando come sarà sua intenzione affrontare le future questioni con la dovuta attenzione.

Come si vede, tra Hu ed Obama vi è stato prima di tutto "un chiarimento" a 360°, nel quale il presidente Cinese ha voluto, prima di prendere qualsiasi posizione rispetto la questione Iraniana, vedere affermato in forma ufficiale dal presidente di Obama, una sorta di decalogo guida che dovrà fare da sistema di riferimento delle relazioni prossime e future tra Cina ed Usa, senza più le ambiguità degli ultimi tempi sul lato americano che ne avevano minato la necessaria reciproca serenità.

La “prova del nove” da parte Cinese, per valutare la serietà delle intenzioni dell'amministrazione Obama e cercare di evitare in futuro ulteriori pericolosi attriti.

lunedì 1 marzo 2010

Iran/ Israele ha fornito a Cina informazioni su dossier nucleare Per convincere Pechino ad appoggiare le sanzioni

Ecco la nota AP sul viaggio degli Israeliani in Cina. (vedi post precedente)

"La delegazione israeliana recatasi a Pechino la scorsa settimana ha fornito ai responsabili cinesi informazioni dettagliate di intelligence sul programma nucleare iraniano, per convincere la Cina che Teheran sta cercando di fabbricare la bomba atomica. Lo ha detto una fonte diplomatica al quotidiano israeliano Haaretz.

La delegazione, guidata dal ministro per gli Affari Strategici Moshe Yaalon e dal governatore della Banca Centrale israeliana Stanley Fischer, ha cercato di persuadere il governo cinese ad appoggiare un inasprimento delle sanzioni contro l'Iran, fornendo "tutte le informazioni di intelligence a disposizione di Israele", ha detto il diplomatico. Gli israeliani hanno hanno fatto presente ai cinesi che se l'Iran aumenterà il prezzo del petrolio se si doterà della bomba atomica, e la Cina importa dall'Iran una significativa quota di greggio.
"

mercoledì 24 febbraio 2010

Pericolosi scenari di guerra nel medio oriente. Una mediazione Cinese?

Il problema sembra essere non se, ma solo quando.

Gli Israeliani con una missione diplomatica ad altissimo livello, arrivano per la fine del mese in Cina. 

Una missione molto delicata, un'azione diretta che potrebbe essere il preludio di un "cambiamento di strategia" nei confronti delle continue provocazioni iraniane e lo spettro della possibilità che a breve anche l'Iran possa entrare nel ristretto giro dei paesi con la propria bomba atomica.

La missione in terra cinese è fondamentale, visto che ufficialmente cercherà di ottenere un supporto concreto cinese  per nuove sanzioni contro l'Iran. Ma c'è un ma.

Non è un mistero che gli Israeliani non credano alla soluzione diplomatica e al contrario, siano favorevoli ad un attacco preventivo contro le installazioni Iraniane, come del resto fecero nell'81 con Iraq dove distrussero il reattore nucleare di Saddam Hussein o molto più recentemente, contro alcune installazioni in Syria, azione che rischiò di portare i due paesi ad un conflitto armato.

Con l'Iran, Israele sembra ora voler giocare d'anticipo, visto che Mahmoud Ahmadinejad ha dichiarato più volte che intende "distruggere Israele", una minaccia che a Gerusalemme prendono molto seriamente.
A complicare tutto la posizione Americana, impantanata sui due fronti  militari in Iraq e in Afghanistan, situazione che impedisce agli Usa di poter giocare il "peso deterrente" della minaccia di un proprio intervento diretto, perchè non sarebbe sostenibile sul piano miliatare, visto che l'esercito americano può essere presente solo su due fronti contemporaneamente.
Da qui le crescenti "libertà" e minaccie Iraniane, che sanno di non correre rischi su quel fronte e la contemporanea consapevolezza di Israele di "dover fare da soli".

Ed ecco il "succo" della della missione Israeliana in Cina, cercare di creare un canale d'intesa con il quale poter poi mettere in pratica ciò che ormai appare inevitatabile: l'attacco di Israele all'Iran.
Israele è pronta a ciò, così come sono pronti anche sul piano delle inevitabili ritorsioni, visto che anche gli ultimi rifugi anti-atomici sono stati approntati. 

L'appoggio e il dialogo con la Cina, serve più che "disinnescare il problema Iraniano"; ad evitare che questa azione possa aggravare la già tesa situazione tra Usa e Cina possa e si possa così precipitare in guerra aperta, visto lo stretto rapporto che lega Usa ed Israele e che potrebbe far pensare ad un  qualche "suggerimento" americano nell'azione programmata.

Da qui le pubbliche dichiarazioni Americane che sottolineano come non intendono attaccare l'Iran, dichiarazioni che invece di "tranquillizzare", sembrano essere il segnale che l'azioni da tempo pensata in Israele, stia entrando nella sua fase operativa.
E che qualcosa, dopo la visita degli emissari Israeliani in Cina, possa accadere, sembra ahimè ormai inevitabile.
Come le recenti tensioni interne all'Iran e l'instabilità che lo stanno caratterizzando, qualcosa che sembra essere tutt'altro che "solo" interno, visto che una eventuale "contro rivoluzione", potrebbe essere l'ultima speranza per evitare che gli Israeliani si sentano in dovere di agire direttamente.

Ora si tratta di vedere se e cosa la Cina potrà dire agli Israeliani, affinchè possa dissuaderli ad usare la forza, lasciando da parte antichi timori e cercando invece, di continuare a collaborare con le organizzazioni internazionali per una soluzione pacifica.

La speranza è l'ultima a morire, ma il filo Israeliano è da tempo troppo teso, al limite della rottura.

martedì 12 gennaio 2010

Sito Baidu attaccato da sedicenti Hacker Iraniani..

Alle 9,40 di questa mattina Baidu, il più importante motore di ricerca cinese, è risultato inaccessibile per un'ora per un attacco di sedicenti Hacker Iraliani del Gruppo "Iranian Cyber Army".. http://ping.fm/VGYxJ

mercoledì 18 novembre 2009

Obama in Cina: Firmato Accordo Quadro tra Cina e USA per il 21° secolo

Obama nella sua visita in Cina ha raggiunto parecchi obbiettivi pratici.

Il primo, quello di tranquillizzare il proprio maggiore creditore, la Cina appunto, che con i suoi oltre 800 miliardi di dollari in buoni del tesoro americano, è di fatto il finanziatore della coraggiosa politica economica che Obama intende attuare in madre patria.

Il secondo, quello di aver “recuperato” una intesa che possa cercare di salvare il prossimo vertice di Copenhagen sull’ambiente, vertice che era stato considerato virtualmente fallito fino a ieri sera.

Il terzo, di uscire dalla “nebulosità precedente” della posizione americana, esprimendo in maniera strutturata e soprattutto scritta, i punti programmatici di una alleanza alla pari con la Cina.

Gli sherpa del Presidente Americano devono avergli suggerito che la Cina,dopo le tante promesse degli ultimi mesi, con la visita di questi giorni, intendessero vedere messe “nero su bianco” le intenzioni e le aperture che negli ultimi mesi avevano caratterizzato, non solo i discorsi di Obama, ma anche quelli del Segretario di Stato Hillary Clinton.

Da qui l'accordo quadro sottoscritto oggi tra i due Presidenti che di fatto li raccoglie tutti.

Questione di Taiwan

Nell’accordo sottoscritto oggi, “gli Usa riconoscono il diritto della Cina di arrivare ad una riunificazione pacifica con Taiwan”, così come “la questione faccia parte della sovranità e territorialita' cinese”. Nel contempo “la Cina ha espresso la speranza che la parte americana onorerà i suoi impegni ad apprezzare e sostenere la posizione della parte cinese su questo tema”.

In particolare Cina e Usa sono d’accordo che “in linea di principio, non supporteranno alcun tentativo per risolvere la questione con la forza.”

Dualismo Cina - Usa

L’accordo di oggi, per quanto riguarda le questioni strategiche, sancisce di fatto il dualismo tra Usa e Cina in tema di equilibri e cooperazione per la tutela della pace, della stabilità e prosperità mondiale.

Non solo, Cina ed Usa mettono “nero su bianco” anche le affermazioni fatte da Obama nel recente vertice APEC secondo cui “gli Stati Uniti accolgono con favore un prospero e forte successo della Cina, così che possa giocare un ruolo sempre maggiore negli affari mondiali”.

Un accordo di programma Sino-Americano

Che sia un accordo di programma, lo si deduce dal fatto che nell’accordo si legge come “Cina ed Usa, per il 21 secolo, intendono prendere misure concrete per costruire una costante partnership per affrontare le sfide comuni”.

Nel contempo,“la Cina accoglie con favore gli Stati Uniti come una nazione dell’area Asia-Pacifico che contribuisce alla pace, stabilità e prosperità della regione”, un atto formale che sancisce il punto chiave che stava molto a cuore ad Obama e che ora gli consente di cercare di ridare una maggiore
centralita' agli affari americani nell’area Asia-Pacifico, una posizione “scossa” dal crescente nervosismo Giapponese, il principale alleato americano nell'area.

Questione Nord Coreana

In questo contesto sono quindi anche le affermazioni fatte nella dichiarazione congiunta rispetto al problema Nord Coreano, “con l’auspicio che il meccanismo multilaterale dei Six Party Talks possa ripartire per proseguire nel percorso di denuclearizzazione della penisola coreana”.

Uso pacifico dello Spazio

Lo spazio come “prossima frontiera” trova d’accordo Cina e Usa affinché se ne faccia un uso pacifico, con l’impegno congiunto di rafforzare la sicurezza dello spazio esterno. Tra l’altro Cina e Usa hanno confermato l’impegno sottoscritto il 27 giugno del 1998, quello che stabilisce di non tenere sotto tiro i reciprochi siti nucleari, favorendo ed anteponendo le cooperazioni attraverso i canali di consultazione già esistenti.

Collaborazione Scientifica e salute pubblica globale

Grande enfasi l’accordo lo pone anche sulla collaborazione tra Cina e Usa in materia di ricerca scientifica e trasferimento tecnologico, a cui si aggiunge l'ulteriore collaborazione congiunta sulla ricerca nel settore sanitario e nel controllo delle malattie, in particolare le pandemie.

Nell’accordo si sottolinea anche come “la ricerca comune comprenderà anche le ricerche sulle cellule staminali”.

Entrambe le parti “approfondiranno anche la cooperazione su questioni di salute pubblica globale, compresa la prevenzione, la sorveglianza, la notifica e il controllo della influenza A/H1N1, l'influenza aviaria, HIV / AIDS, la tubercolosi e la malaria”.

Diritti Umani

Per quanto riguarda i diritti umani, nell’accordo, Cina e Stati Uniti sottolineano come “ogni paese e il suo popolo abbiano il diritto di scegliere la propria via e che entrambe le parti abbiano riconosciuto come tra Cina e Stati Uniti esistano divergenze sulla questione dei diritti umani.

Proprio per affrontare queste differenze, nello spirito d’uguaglianza e rispetto reciproco, nonché la promozione e la tutela dei diritti umani in linea con le organizzazioni internazionali dei diritti umani gli strumenti, le due parti hanno convenuto di tenere a Washington DC, entro la fine di febbraio 2010, il prossimo ciclo funzionale al dialogo sui diritti umani".

Lotta al terrorismo e collaborazione investigativa

Per quanto riguarda la lotta al terrorismo, l’accordo prevede “che siano approfondite la lotta al terrorismo, la consultazione e la cooperazione tra i due paesi su un piano di parità e di reciproco beneficio, con l’impegno comune per combattere la criminalità transnazionale e le organizzazioni criminali, nonché il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo, la contraffazione e il recupero di fondi illeciti.

L’intesa tra i due paesi si allarga anche per quanto riguarda “la cooperazione sulle indagini penali ed una crescente collaborazione nella lotta contro l'appropriazione indebita, così come una maggiore attenzione anche alla lotta al narcotraffico, il controllo delle sostanze chimiche, la lotta contro l'immigrazione illegale, contrabbando e il traffico di esseri umani”.

Su questo aspetto appare molto innovativa l’intesa sottoscritta oggi, secondo cui “i due Paesi hanno concordato di scambiarsi dati e informazioni di carattere legale, in maniera tempestiva e reciproca, così come possano essere intraprese indagini congiunte, nonché venga fornita assistenza alle indagini sui casi di reciproco interesse”.

Ambiente ed Energia

Sulla questione ambientale “Cina e Usa sono d’accordo sulla transazione verso un’economia verde a basse emissioni di carbonio, come fatto essenziale per il futuro del pianeta.

Attraverso un nuovo piano Cina-Usa per l'efficienza energetica, entrambi i paesi "lavoreranno assieme per realizzare miglioramenti dell'efficienza e del costo-efficacia energetica nell'industria, edifici e prodotti di consumo, tutto ciò mediante la cooperazione tecnica, casi concreti e dimostrativi e gli scambi politici".

Rilevando i significativi investimenti di entrambi i paesi in materia di efficienza energetica, l’accordo sottolinea “l’enorme opportunità per creare posti di lavoro e rafforzare la crescita economica attraverso una seria politica di risparmio energetico”.

L’accordo prevede inoltre di creare un centro di ricerca comune (Clean Energy Research Center) con il quale “facilitare la ricerca congiunta e lo sviluppo delle competenze in materia di energia pulita, attraverso la cooperazione di scienziati ed ingegneri provenienti da entrambi i paesi. Tale centro avrà una sede unica in ogni paese, con finanziamenti pubblici e privati per un importo di almeno 150 milioni di dollari nell'arco dei prossimi cinque anni, finanziamenti equamente divisi tra i due paesi.

Le priorità sulle quali queste ricerche si concentreranno saranno l'efficienza energetica negli edifici, il carbone pulito (inclusa la cattura e il sequestro del carbonio), e i veicoli "puliti".

L’accordo continua citando l’intesa raggiunta tra Cina e Usa al fine di potenziare le iniziative per la diffusione dei veicoli elettrici, con le quali mettere milioni di veicoli elettrici sulle strade dei due paesi nei prossimi anni.

Tra le prime iniziative verrà attivato un programma che prevede una serie di progetti congiunti e dimostrativi in più di una dozzina di città, azioni che saranno svolte parallelamente ad un’attività per sviluppare le comuni norme tecniche che possano contribuire a facilitare la rapida crescita del settore.

Cambiamenti Climatici

Per quanto riguarda gli sforzi comuni per affrontare i cambiamenti climatici, le due parti hanno accolto con favore il lancio di una Cina-USA Renewable Energy Partnership, attraverso la quale i due paesi possano tracciare un percorso di diffusione su ampia scala di energia eolica, solare, bio-combustibili avanzati e una moderna rete di energia elettrica in entrambi i paesi e collaborare nella progettazione e all'attuazione della politica e gli strumenti tecnici necessari a supporto

Energia nucleare e suo uso pacifico

Per quanto riguarda poi la promozione dell'uso pacifico dell'energia nucleare, l’accordo prevede “una reciproca consultazione al fine di esplorare approcci a garanzia degli approvvigionamento di combustibile e di gestione del combustibile nucleare, in modo che i paesi possano accedere pacificamente all'energia nucleare riducendo al minimo i rischi di proliferazione”.

Crisi e finanza mondiale

Per quanto riguarda l’economia e la finanza, Cina e Usa si sono accordati per “un riequilibrio economico e una pianificazione lungimirante che, attraverso un’azione combinata e in tandem tra i due paesi, possa riequilibrare le rispettive economie e attraverso adeguate politiche monetarie si possa promuovere una forte e duratura ripresa economica mondiale.

In particolare "la Cina continuerà ad applicare le politiche tese a modificare la propria struttura economica, attraverso un aumento dei redditi delle famiglie, l’espansione della domanda interna e l’aumento del contributo dei consumi alla crescita del PIL, alle quali si aggiungerà la riforma del suo sistema di sicurezza sociale".

In cambio, gli Stati Uniti dovranno adottare misure per aumentare il risparmio nazionale e promuovere la crescita sostenibile e non inflazionistica.

"Per raggiungere questo obiettivo, gli Stati Uniti si sono impegnati a ridurre il disavanzo del bilancio federale attraverso un percorso sostenibile e attraverso misure specifiche che possano favorire il risparmio privato".

A questo si aggiunge il fatto che “Cina e Usa hanno inoltre convenuto di accelerare i negoziati su un trattato bilaterale per gli investimenti e di lavorare attivamente per risolvere le controversie commerciali bilaterali e gli investimenti in modo costruttivo, cooperativo e reciprocamente vantaggiosa”.

No al Protezionismo commerciale

Entrambi i paesi ritengono fondamentale per i prossimi sviluppi, il proprio no al protezionismo nel commercio internazionale dove “riconoscendo l'importanza del libero commercio e degli investimenti al loro interno e le economie a livello mondiale, Cina e Usa si sono impegnati a combattere congiuntamente il protezionismo in tutte le sue manifestazioni.

G20 quale consesso decisionale per le politiche macro-economiche

L’accordo sottoscritto oggi tra Cina e Usa riscrive e sancisce l’ordine mondiale per quanto riguarda anche i luoghi decisionali in materia delle politiche macro-economiche in quanto “Cina e Usa si impegnano ad onorare tutti gli impegni assunti al primo turno del Dialogo strategico ed economico Sino-USA nel luglio scorso, lo scorso G20 e il recente APEC di Singapore”.

Ma Cina e Usa hanno deciso che sia il G20 l’assise fondamentale dove prendere le decisioni fondamentali, in quanto “entrambe le parti hanno elogiato il ruolo importante dei tre vertici per affrontare la crisi finanziaria globale e si impegneranno a lavorare con gli altri membri del G20 per migliorare l'efficacia del G20, come il più importante forum per la cooperazione economica internazionale.

Ristrutturazione dell’IFI

Tra l’altro “entrambe le parti hanno accolto con favore i recenti accordi durante il G20 per garantire che le istituzioni finanziarie internazionali (IFI) dispongano di risorse sufficienti e per riformare le loro strutture di governo”.

Ora occorre che vengano sostenuti fino in fondo gli obiettivi e si attui una riforma delle quote e dei diritti di voto nell’interno dell’IFI nel più breve tempo possibile, aumentando così la voce e la rappresentanza dei mercati emergenti e dei paesi in via di sviluppo in queste istituzioni, coerentemente con gli accordi di Pittsburgh ".

Cooperazione Militare

Per quanto riguarda le cooperazioni Militari, l’accordo prevede che i due paesi "adottino misure concrete" per promuovere " lo scambio di vari programmi di cooperazione e di accordi tra le due forze armate, anche aumentando il livello e la frequenza degli scambi".

L'obiettivo di questi sforzi, è quello di migliorare le capacità militari dei Cinesi e degli Stati Uniti per una sempre maggiore concreta cooperazione e favorire una maggiore comprensione delle reciproche intenzioni nel contesto della sicurezza internazionale.

Incentivare la Cooperazione e lo scambio culturale

Cina e Usa hanno anche sottoscritto un accordo per un sempre maggiore interscambio e promozione culturale tra le due nazioni, che prevederà tra l’altro l’invio di un maggiore numero di studenti a studiare nei rispettivi paesi.

Attualmente ci sono circa 100.000 studenti cinesi che studiano negli Stati Uniti. Comunque saranno ulteriormente favorite le procedure per l’emissioni dei visti per poterne incrementare il numero.

Per contro, in Cina ci sono circa solo 20.000 studenti americani. “Gli Usa lanceranno una nuova iniziativa per favorire l’arrivo di un numero maggiore di studenti americani, così che nei prossimi quattro anni si possa arrivare a 100.000 studenti americani in Cina

Questione Iraniana

Per quanto riguarda l'Iran, Cina e Usa sono d’accordo di richiedergli di "impegnarsi in modo costruttivo" con il P5 +1 e di "cooperare pienamente" con l'AIEA per facilitare un esito soddisfacente”.

In particolare, "le due parti hanno convenuto che l'Iran ha il diritto all’uso pacifico dell'energia nucleare nel quadro del Trattato di non proliferazione (TNP) e dovrebbe adempiere ai suoi obblighi internazionali dovuti in forza di tale Trattato".

Le due parti hanno accolto con favore i colloqui a Ginevra lo scorso 1 ottobre tra la P5 +1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu più la Germania) e l'Iran, quale "inizio promettente" ad affrontare le preoccupazioni della comunità internazionale sul programma nucleare dell'Iran.Ma occorre siano fatti tutti gli sforzi affinché l'Iran risponda positivamente alla proposta del direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA)”.

Denuclearizzazione mondiale

Collegato a questo argomento c’è anche l’accordo tra Cina e USA sul loro impegno per “la realizzazione finale di un mondo libero dalle armi nucleari”.

Ribadendo la propria opposizione alla proliferazione delle armi di distruzione di massa “le due parti congiuntamente intendono sostenere le organizzazioni internazionali per la non-proliferazione nucleare”.

Cina e Usa si sono anche impegnati “a lavorare congiuntamente per il successo della conferenza di revisione del trattato di non-proliferazione delle armi nucleari nel 2010 (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty (CTBT))e
perseguirne la ratifica al più presto possibile
”.

Sicurezza e Terrorismo Nucleare

I due paesi sono pronti a rafforzare la comunicazione e la cooperazione in materia di sicurezza nucleare e nella lotta al terrorismo nucleare”.

A tal fine “la Cina attribuisce grande importanza all'iniziativa degli Stati Uniti di organizzare un vertice per la sicurezza nucleare fissato per l’aprile 2010 e al quale parteciperà attivamente ai preparativi”.

Pace e stabilità nell’Asia Meridionale

La Cina e Usa hanno anche espresso il comune convincimento al sostegno per la pace e la stabilità nell’Asia meridionale.

In tale contesto “entrambi sostengono l'impegno di Afghanistan e Pakistan per combattere il terrorismo, mantenere la stabilità interna e raggiungere uno sviluppo economico e sociale, così come sarà fatto un ulteriore sforzo per garantire il supporto per il miglioramento e la crescita delle relazioni tra India e Pakistan”.

Vertice di Copenhagen

Cina e gli Stati Uniti “si sono impegnati a lavorare insieme e con altri paesi per un esito positivo in occasione del vertice di Copenaghen del mese prossimo”.

Entrambe le parti riconoscono che la transizione ad una economia a basso consumo di carbonio è un'opportunità per promuovere una crescita economica e lo sviluppo sostenibile in tutti i paesi”.

"Le due parti, conformemente alle loro situazioni nazionali, esprimono la volontà di intraprendere azioni di mitigazione significative, riconoscendo l’importante ruolo svolto dai loro paesi nel promuovere un risultato sostenibile e che rafforzi la capacità del mondo per combattere i cambiamenti climatici".

Nell’accordo “Cina e Usa hanno inoltre convenuto che tra gli obbiettivi di Copenhagen si dovrebbero includere gli obiettivi di riduzione delle emissioni dei paesi sviluppati a livello nazionale e azioni di mitigazione del caso dei paesi in via di sviluppo, tenendo conto anche di prevedere un’assistenza finanziaria ai paesi in via di sviluppo, promuovendo lo sviluppo tecnologico, la diffusione e il trasferimento, con particolare attenzione alle esigenze dei paesi più poveri e più vulnerabili al necessario adattamento ai cambiamenti climatici”.

Insomma come si vede una “piattaforma” programmatica completa, un vero e proprio accordo quadro tra Cina ed Usa che d’ora in avanti sembrano avere le idee decisamente più chiare su quello che intendono fare,ma
soprattutto l’oramai consolidata consapevolezza di doverlo pensare e fare assieme.

lunedì 22 giugno 2009

Crisi in Iran "vista" dalla Cina

I giornali e le televisioni cinesi, in questi giorni, hanno dato parecchio spazio a quanto sta accadendo in Iran, senza alcun trasporto, non evitando di segnalare gli elementi oggettivi a dimostrazione di possibili brogli che sembrano aver inficiato i risultati delle ultime consultazioni elettorali.

Ma non solo, quanto sta accadendo per le strade di Teheran, è sotto l’attenta osservazione della lente delle autorità cinesi, per tutta una serie di motivi strategici.

A prescindere dal “regolamento dei conti interni” in corso, di cui i cinesi alla fine, sembrano fondamentalmente poco interessati, forte è la preoccupazione che l’Iran possa essere la miccia di una esplosiva situazione per tutta l’area.

Non va infatti dimenticato come anche il Pakistan, di questi tempi stia attraversando una profonda crisi interna, con un governo ancora condizionato dalla morte della vera leader del paese, Benazir Bhutto, fantasma che continua ad aleggiare sul marito, salito al governo dopo la sua morte, ma che non sembra avere i numeri e il carisma per gestire una situazione così complessa.

Per poi non parlare della Corea del Nord, dove le notizie si ricorrono di continuo, segnalando una instabilità profonda e di difficile lettura, una situazione che potrebbe anche trasformarsi in guerra aperta, stando alle minacce degli stessi Nord Coreani, nel caso di interferenze o blocchi navali.

Stesso discorso vale per l’Afghanistan, dove la situazione militare sul terreno non evidenzia un reale controllo da parte del governo Afgano che al contrario, sembra ancora in balia delle volontà talebane e necessiti della presenza della coalizione internazionale per non venire sopraffatta.

Bene, tutti questi focolaio di fatto sono ai confini della Cina, che quindi, più di tutti, è preoccupata che un’escalation, anche in solo uno di questi paesi, possa destabilizzare l’intera area e finire per obbligare qualche tipo di intervento diretto dagli imprevedibili risultati.

E’ quindi per questo che i cinesi, nei giorni scorsi, hanno lanciato agli Americani un messaggio chiaro: non “destabilizzare” l’Iran.

Ciò non significa che intendono salvare l’attuale amministrazione Ahmadinejad, ma vogliono evitare che continuando a soffiare sul “fuoco” della rivoluzione di piazza, questa possa non fermarsi solo a Teheran.

I cinesi sono infatti consci che le elezioni sono state falsificate, tanto che da avere ragionevoli informazioni per pensare che Ahmadinejad non sia arrivato nemmeno secondo ma addirittura terzo nella recente tornata elettorale.

A preoccupare i cinesi, è l’essenza stessa della struttura del “Potere” in Iran e la sua forte componente religiosa, base del supporto all’attuale amministrazione.

Questo fatto, porta gli analisti cinesi a non pensare che la situazione si normalizzerebbe anche dopo il ripetersi di una “normale” tornata elettorale, perché non è escludibile che Khameini finanche sconfitto democraticamente, possa poi accettare la situazione, dando così inizio ad una guerra civile che trasformerebbe l’Iran in qualcosa di simile all’attuale situazione Afgana.

Tra l’altro, dopo queste elezioni, i cinesi non ritengono più lo stesso Ahmadinejad un problema come prima, vista la debolezza con cui dovrà fare i conti in futuro, elemento che potrebbe, più di qualsiasi ulteriore pressione esterna, aiutare a ridurre le velleità nucleari Iraniane e le sue posizioni radicali sostenute in passato, aiutando così a trovare una soluzione da tempo auspicata.

Questo sembra quindi essere il punto fondamentale che distingue la posizione Cinese da quella Usa, che al contrario dei cinesi, vorrebbero estromettere Ahmadinejad, senza però avere garanzia che il subentrante, possa rappresentare una vera svolta stabilizzatrice per il paese.

Ma visto l’evolversi delle precedenti crisi in Iraq ed Afghanistan come non dargli torto?