lunedì 30 giugno 2008

Berlusconi è un Supereroe!

Gli ultimi fatti, intercettazioni, interviste e articoli di giornale, dimostrano senza ombra di dubbio una cosa inequivocabile dello scenario politico Italiano: Berlusconi è un supereroe!

Infatti, come nelle migliori tradizioni dei comics americani, stile Uomo Ragno, Supermen, Batman o Fantastici 4, il nostro eroe “sente” di avere dei “poteri speciali” con i quali può fare cose “incredibili”.

Dopo un iniziale attimo di disorientamento, tipico di tutti i supereroi nelle loro fasi iniziali, è riuscito ad organizzare queste sue incredibili capacità e trasformarle nei “super poteri” con i quali sente di poter salvare l’Italia e il mondo dai terribili nemici che li minacciano.

In tutti questi anni, il popolo italiano sembra quindi stia leggendo appassionatamente ed avidamente le strisce settimanali e quotidiane del proprio eroe preferito, eroe che lo appassiona, delude, esalta e con il quale spesso si è anche immedesimato ma al quale non farà mai venire meno il proprio supporto.

Il bello di tutto questo è che anche chi dice di non sopportarlo, fino ad arrivare ad “odiarlo”, sotto sotto non riesce a non essere “affascinato” da questo vero “campione nazionale”.

Tutto ciò spiega quello che molti commentatori internazionali considerano essere “l’anomalo caso italiano”, dove ad ogni nuova azione del nostro eroe, giusta o sbagliata che sia, il consenso cresce, annichilendo chiunque altro, tanto che ora, l’opposizione in Italia può essere considerata soggetto da WWF, quale animale in via d’estinzione.

Ma come accade a tutti i supereroi, anche il nostro sente ora di non essere compreso, come dimostrato dalle ultime uscite pubbliche, oltre essere convinto che le sue parole e le sue azioni vengano travisate da coloro che lui pensa di salvare, dai rischi che ne mettono a repentaglio il futuro.

Non solo, tutti i supereroi hanno sempre rifiutato di essere giudicati dagli altri per le proprie azioni, non accettando alcuna intromissione di terzi nel proprio agire, oltre a “pretendere” una sorta di impunità che sentono gli sia dovuta, vista la “missione” nella quale sono immersi totalmente e di cui tutti dovrebbero essergli solo grati.

Un'altra cosa che lo accomuna agli altri supereroi, è il senso di frustrazione e di crisi interiore di questi giorni, riassumibile dal popolare “ma chi me l’ha fatto fare!”.

Batman, Superman, l’Uomo Ragno e anche i Fantastici 4 hanno infatti sempre dovuto fare i conti con la normalità degli altri, l’ingratitudine ricevuta e soprattutto l’isolamento che circonda qualsiasi supereroe, da tutti osannato e cercato, ma sempre terribilmente solo!.

Berlusconi sembra essere entrato in una fase di “introversione”, quasi di “depressione”, proprio ora che tutti i suoi avversari sono stati annichiliti, distrutti, questo perché, come quando le guerre finiscono, i problemi non sono mai durante i momenti di azione, istanti nei quali il supereroe riesce a dare il proprio meglio, ma derivano dalla sua incapacità di gestire la normalità, la quotidianità che i supereroi, solo nei sogni possono immaginare ma verso la quale sono terribilmente fragili ed insicuri
.
Ma nonostante tutto, quasi parafrasando le parole centrali dell’inno “e l’Italia Chiamò” è anche profonda la convinzione che nessun’altro possa sostituirlo in questa missione, alla quale come gli altri supereroi, non può più sottrarsi: si sentirebbe un codardo!

Detto questo, non sorprende che, al presentarsi di una crisi del paese come quella attuale, gli italiani abbiano scelto il proprio supereroe, in forma plebiscitaria, chiedendone l’intervento, come la donna che “appesa all’orologio della torre”, aspetta il suo intervento, sicura del suo arrivo.

Ciò sta però creando un incredibile paradosso: la presenza di un supereroe di tale portata, sta “anestetizzando” lo spirito di azione di una intera nazione che, come stesse assistendo ad un film hollywoodiano, freme dalla voglia di sapere come finisce la storia, senza rendersi conto che stanno tutti partecipando ad un Reality.

Cosa si può fare per il futuro?

Continuare a seguire le avventure o disavventure del proprio supereroe preferito oppure, smettere di partecipare al Reality, per diventare finalmente protagonisti del nostro futuro, rimboccandoci le maniche per cooperare a risolvere tutti i problemi, senza invocare alcun supereroe, visto che tutti lo sappiamo: i supereroi NON esistono, sono solo frutto della fantasia dei bambini nei momenti difficili!

venerdì 27 giugno 2008

Sacchetto di Plastica? No grazie!

La Cina, avendo fino ad ora seguito un modello industriale simile a quello adottato dall’occidente agli inizi del ‘900, ma in maniera incredibilmente più rapida, sta ora condividendo con gli USA il primato delle emissioni inquinanti.

Da tempo il Governo Cinese sta dicendo a chiare lettere che farà tutto il possibile per ridurle ma lo scetticismo nei paesi occidentali rimane alto, spesso preconcetto, quasi i cinesi siano perversamente interessati ad inquinare tutto quello che possono, terreni, acqua ed aria.

Andare quindi a fare la spesa è un buon indice del livello della qualità della vita di un paese, non solo sul piano economico, ma anche su quello ambientale e la sua salvaguardia.

Come confronto in real time, basta fare semplicemente la spesa in un Carrefour di Shanghai e in una Esselunga di Milano.

Diciamo che i prodotti sono più o meno gli stessi, tranne ovviamente qualche eccezione per quanto riguarda i prodotti locali. La vera sorpresa l’avrete al momento di pagare alla cassa.

A Milano, la cassiera vi chiederà quanti sacchetti vorrete prima di iniziare a contabilizzare la vostra spesa, lasciando però a voi l’onere di inserirla nei sacchetti testè acquistati, al quale potrebbe seguire un grugnito e uno sguardo in cagnesco se vi azzardate a chiedere in qualche modo un suo aiuto nel farlo.

A Shanghai non vi chiederanno nulla, inizieranno semplicemente a contabilizzare quanto da voi acquistato ma con una sorpresa: dal 1° giugno la cassiera non inserirà il tutto direttamente nei sacchetti, come fatto fino ad ora, ma al contrario lascerà il tutto a vostra discrezione per il trasporto.

Come mai questa differenza? Cosa è accaduto?

Semplice. Dal 1 di giugno in Cina sono banditi i sacchetti di plastica e quando diciamo banditi l’esempio dimostra non si sta scherzando: devono sparire!

Quindi in Cina ora o vai in giro con una borsa per la spesa o rischi di non poter portare via più nulla.

Quello che sorprende, è che nessuno pensi di lamentarsi di quello che potremmo definire un inconveniente, soprattutto la prima volta che ti capita ( a me è capitato!).

Il Governo Cinese ha lanciato la crociata contro i sacchetti di plastica e adesso tutti, anche i piccoli negozietti, non ti danno più alcun “surrogato” al trasporto della tua spesa.

A Milano invece, i sacchetti di plastica non sono banditi, anche se vengono incentivati quelli fatti con materiali biodegradabili. Comunque sulla materia, la posizione EU è ancora ben lungi dall’essere chiara, non avendo ancora definito tappe certe (il 2010?) affinché anche l’Europa la smetta di produrre i miliardi di pericolosi sacchetti banditi, non solo in Cina, ma anche in Australia.

Che la guerra all’inquinamento sia veramente iniziata in Cina, lo si nota anche in un altro settore strategico come quello dell’acciaio, che fino ad oggi aveva beneficiato della contingenza economica per crescere moltissimo.

Bene, visto che molti di questi impianti risultano troppo inquinanti, a causa dell’uso del carbone come combustibile, il Governo non ci ha pensato due volte e di punto in bianco ha ordinato la chiusura di quelli che non fossero riusciti a mettersi a norma sulle emissioni inquinanti.

In particolare, la chiusura forzosa ha visto interessate molte piccole acciaierie, decisione che ha provocato anche una riduzione della capacità produttiva globale del paese ed una conseguente impennata del prezzo dell’acciaio che nel solo primo trimestre 2008 è stata del +23%.

Altro esempio interessante è nel mercato dell’auto, dove i cinesi sono invitati, favoriti a comprare piccole utilitarie perché meno inquinanti e anche perchè non “inquinano lo spazio” dovendole posteggiare per strada, finendo per creare il fenomeno già noto a Milano del posteggio selvaggio, sconosciuto invece fino ad ora in Cina.

A questo va aggiunto come il bombardamento mediatico sul tema dell’inquinamento e del risparmio energetico in Cina sia costante, filmati ed annunci pubblicitari su tutto, dalla riduzione del consumo elettrico, con il consiglio di andare in ufficio senza cravatta, all’uso con moderazione dell’acqua nel lavarsi i denti, pulire i piatti o fare la doccia.

La strada per una Cina ad “emissioni zero” è ancora lunga, ma sicuramente i cinesi non stanno prendendo sottogamba il problema, qualcosa che li preoccupa tantissimo visto che, come dimostrato dagli studi scientifici, di inquinamento si muore.

Cosa mangi, cosa bevi e cosa respiri, gli elementi cardine della crociata ambientale, sono le basi stesse della medicina tradizionale cinese, medicina che da sempre ha allenato i cinesi a selezionare tutto con attenzione per preservare la salute del proprio corpo, salute che può fare a meno di qualche sacchetto di plastica e che li aiuterà a ridurre le proprie emissioni nel futuro.

E noi, siamo pronti ad un futuro ad impatto ambientale zero?

lunedì 23 giugno 2008

FIAT-CINA: Siete su Candid Camera!

Nei giorni scorsi in maniera sconcertante, la Fiat ha chiesto scusa ai cinesi che, secondo informazioni ricevute dai vertici di Torino, si sarebbero risentiti sul contenuto dell’ultimo spot dell’ultima nata Lancia.

Molti si sono chiesti il come mai di questo gesto e soprattutto hanno imputato al contenuto dello Spot, la causa di questa “prevedibile” protesta da parte cinese.

Nella vicenda, è apparentemente sconcertante l’atteggiamento avuto dalla Fiat che, nonostante le schiere di consulenti ed esperti nelle proprie divisioni di comunicazione, non sia riuscita per tempo a comprendere come il vero problema non fosse il contenuto, bensì l’attore che finisce per politicizzare lo spot, per quanto Merchionne si affanni ad affermare il contrario.

Infatti, se le stesse scene le avesse girate chiunque altro, i cinesi non avrebbero più di tanto avuto da lamentarsi, visto che il contenuto è in linea con l’idea stessa di fratellanza tra i popoli e spesso soggetto di molti advertising già visti in Cina.

Il fatto che a girarlo sia stato invece Richard Gere, il principale sostenitore della causa per un Tibet libero, se da una parte strizza l’occhio alla parte che la pensa come lui sul tema, soprattutto Americana, dall’altra ovviamente è una vera e propria provocazione, finendo oltretutto per creare quasi più uno spot all’attore stesso e alla sua causa che essere un supporto alla marca pubblicizzata.

Forse a fare paura a qualche “genio” di Torino, è stata l’idea di un veto per una trasmissione sui canali cinesi o peggio l’idea che la Fiat potesse venire sfavorita nella gara di conquista dell’eldorado automobilistico cinese, non dimenticandoci ad esempio come l’ IVECO, marchio FIAT, oggi continui a perdere quote di mercato, pur essendo stato il primo marchio occidentale ad arrivare in Cina, una ventina di anni fa.

Ma allora perché è potuto accadere tutto ciò?

Nessuna paura, siete su Candid Camera!

Qualcuno a Torino ha infatti pensato che, creando ad arte l’imbarazzo diplomatico strumentalizzando così la questione tibetana, il marchio avrebbe goduto di maggiore visibilità sui media occidentali, potendo ottenere un grande vantaggio in termini di ritorno dell’investimento con lo spot incriminato.

Diciamo che è un “ambiguo” esempio di Viral Marketing, nel quale tutto è stato “creato ad arte” affinché ci fosse un “passa parola” mondiale.

Le scuse di Marchionne e della FIAT? La continuazione dello spot: prevedibili, teatrali, come da copione.

La Cina quindi è solo una scusa, anche perché onestamente in Cina di questa “performance” della Fiat non hanno dato proprio alcun peso, comprendendo ben prima, di qualsiasi comunicato ufficiale, del resto MAI inviato da Beijing, della “bufala” e dello scarso peso specifico della cosa.

Una riflessione: e questo sarebbe il Made in Italy che compete sui mercati internazionali? Siamo arrivati a questo punto per cercare di vendere un auto in giro per il mondo?

Cosa non si fa per apparire. Che tristezza!

venerdì 20 giugno 2008

Presidente Hu Jintao “chatta” con il popolo della rete cinese.


Stamattina, in occasione della sua visita al giornale nel 60° anniversario della sua nascita, il presidente cinese Hu Jintao è entrato in contatto con il “popolo della rete” cinese, attraverso una BBS del People’s Daily,

Una esperienza nuova ed inaspettata che ha rivelato un aspetto poco conosciuto del Presidente cinese che ha confessato di essere anche lui un navigatore in rete, raccontando di preferire la lettura delle news on line sia interne che internazionali.

Il Presidente cinese ha inoltre sottolineato come il suo governo sia molto attento al mondo virtuale quale spazio chiave dove le idee delle persone possono essere raccolte e confrontarsi.

Riguardo alla funzione della rete, interessante è notare abbia enfatizzato come essa sia lo spazio dove è possibile entrare in contatto con le “necessità” del popolo della rete, informazioni molto importanti anche per il suo governo per poter prendere le migliori decisioni.

Detto questo il Presidente cinese ha anche rivelato che la Chat da lui utilizzata oggi, specializzata sulle tematiche politiche, sia tra quelle da lui abitualmente frequentate nella sue navigazioni sulla rete.

lunedì 16 giugno 2008

Accordo Cina-Giappone Campi: Gas nel Mar Cinese

L'attuale situazione di crisi energetica a livello mondiale, sta creando scenari macro politici nuovi ed alleanze fino ad ora inaspettate.

Quella che verrà annunciata nei prossimi giorni tra Giappone e Cina, relativa all'utilizzo dei campi di Gas nel Mar Cinese, in una contrapposizione e rivendicazione territoriale che si trascina da anni, spiega come i problemi attuali di approvvigionamento energetico siano arrivati a livelli di guardia e "portino consiglio".

La forma dell'accordo è "figlio dei tempi": infatti prevede che i Cinesi consentono ai Giapponesi di investire nell'area, consentendo loro, nel contempo di partecipare ai profitti.

L'area interessata all'accordo è quella dei settori di "confine" del Mar della Cina, tema delicato e che non ha trovato ancora una soluzione su base diplomatica.

Le aree interessate dall'accordo sono chiamatate dai Cinesi Chunxiao, Duanqiao e Longjing mentre i giapponesi le chiamano invece Shirakaba, Kusunoki e Asunaro.

Ma dove la diplomazia aveva ancora fallito. la crisi energetica mondiale ha favorito un accordo commerciale e di business, uno dei tanti che verranno stipulati in futuro tra le diverse nazioni, nel disperato tentativo di trovare nuovi giacimenti ancora non utilizzati sul pianeta.

martedì 10 giugno 2008

Dragon Boat Festival: Il Passato al presente.



La Cina oscilla tra nuovo e antico di continuo, come un pendolo in perenne oscillazione.

Si passa quindi da nuovi eventi proiettati al futuro, a festività che affondano le proprie radici nei millenni della storia umana.

Il Dragon Boat Festival, che si festeggia questa domenica, sta un pò a metà.

E’ infatti si una antichissima festività tradizionale cinese, ma solo da quest’anno e per la prima volta, è diventata anche una festa nazionale.

Questo fatto esprime, più di tante dietrologie, la mutazione profonda in atto in Cina, dove il passato è stato per lunghi decenni come cancellato.

Ora però anche la Cina che cresce alla “velocità della luce”, sta guardandosi indietro per scoprire, recuperare le proprie radici e i propri riti antichi. L’elevare a rango di festività nazionali anche alcune delle principali festività tradizionali, rappresenta il senso di un nuovo equilibrio che si sta creando nel paese.

Perché tutto ciò?

La ragione è semplice, tutte le festività tradizionali cinesi sono legate a credenze, a superstizioni o metafore popolari che il nuovo corso cinese, dal 1949 non ha mai riconosciuto ufficialmente.

Spesso poi sono legate a periodi di regno di questo o quell’imperatore, poteri contro cui la Repubblica Popolare aveva aspramente combattuto.

Ora che i tempi sono cambiati, anche le festività tradizionali ritornano ad avere un proprio spazio, come nel passato e possono così essere “sdoganate”, rispettate anche a livello governativo.

Il risultato è che il sistema delle festività cinesi, dal 2008 è radicalmente cambiato e si è passati da 3 festività nazionali, ognuna della durata di 7 giorni ( 1° Maggio Festa dei lavoratori, 1° Ottobre Festa della Repubblica, Nuovo anno Cinese), ad un sistema di festività di 2 o 3 giorni al massimo, a parte il capodanno cinese, spalmate durante l’anno.

La ragione di questo cambiamento sta anche nel fatto che la “migrazione di massa”, tipica di queste festività lunghe, rischiava di mettere sempre più in crisi il sistema dei trasporti cinese, sotto la pressione delle centinaia di milioni di cinesi, tutti in movimento negli stessi giorni.

Si è così optato per una diversa collocazione delle diverse festività e ciò ha consentito il “recupero” di alcune di quelle tradizionalmente mai dimenticate a livello popolare, nazionalizzandole.

Come tutte le festività tradizionali cinesi, anche quella del Dragon Boat è legata ad una fase lunare ( il quinto giorno della quinto mese lunare), ad una leggenda popolare, ad un eroe, ed ad un cibo caratteristico.

La leggenda narra di Qu Yuan, grande poeta / scrittore, comparabile al nostro occidentale Omero, ministro e grande combattente della corruzione che serpeggiava alla corte dell’Imperatore Zhou,.durante il periodo degli stati in guerra (475 – 221 AC), quando la Cina era un paese diviso.

Questo suo agire, retto ed onesto, gli provocò la grande avversione degli ufficiali di corte che quando suggerirono all’Imperatore Zhou di dare iniziò alla guerra con l’impero Qin, riuscirono anche a convincerlo ad esiliare Qu Yuan, perché ritenuto pericoloso, data la sua avversione alla guerra appena iniziata.

Quando poi i fatti precipitarono e Qu Yuan venne a sapere che l’imperatore Zhou era stato sconfitto dai Qin, vedendo in ciò un segno di declino del paese, dalla disperazione, si buttò nel fiume Milou e si suicidò.

Ma accadde un fatto sorprendente, Qu Yuan era tanto amato dalla gente comune, che i pescatori presero immediatamente lunghe barche con le quali, al ritmo dei tamburi e gettando palle di riso glutinoso, cercarono di spaventare e cacciare i pesci dal corpo del letterato ed impedire che lo divorassero

Bene, nel Dragon Boat Festival moderno si ritrovano tutti questi elementi leggendari, infatti è il momento tradizionale per le sfide su lunghe barche, scandendo le vogate a ritmo dei tamburi.

Inoltre in questi giorni si mangiani gli Zongzi, guarda caso palle di riso glutinato con ripieno di grano, maiale o altri ingredienti, quali funghi, fagioli, uova, preparati al vapore dentro foglie di mais, esattamente come nella leggenda tramandata da padre in figlio.

Nella Cina del terzo millennio, sembra risvegliarsi il proprio passato, quale segno della sua ritrovata unità, quel “dragone” che da queste parti vive da millenni e che accomuna profondamente tutti i diversi popoli che compongono questo incredibile multi-etnico paese.

martedì 3 giugno 2008

La Cina che ci festeggia.!!

Aria nuova ieri a Shanghai!

Come consuetudine, anche la comunità italiana di Shanghai, alla presenza delle massime autorità italiane e cinesi, ha potuto festeggiare la propria festa della Repubblica, il nostro compleanno Nazionale.

Ma ieri è accaduto qualcosa di diverso, originale ed inaspettato.

Quest’anno il Console Generale Roscigno, gran cerimoniere della serata, ha stupito tutti i presenti con un evento fuori dal consueto e dall’alto valore simbolico: la Festa della Repubblica Italiana, questa volta, sono stati i cinesi a festeggiarla con e per noi!.

Lasciando infatti da parte la “solita” autocelebrativa e ormai datata tipica manifestazione all’Italiana, fatta di “gondole e mandolini” direttamente dall’Italia, questa volta in maniera fresca ed originale sono stati i cinesi, che con il loro “occhi”, con la propria sensibilità, con i propri contributi, per una sera, si sono potuti “sentire” italiani.

L’evento centrale della manifestazione celebrativa la 62° Festa della Repubblica Italiana, è stato quindi aperto dal coro della scuola di canto cinese che ha interpretato un programma classico di musiche italiane, esordendo con la mitica “Torna a Surriento”, seguita dalla altrettanto famosa “Santa Lucia”, per finire con un inaspettato “Figaro” cinese, dal “Barbiere di Siviglia” di Rossini.

Nel paese dove ci sono 30 milioni di pianisti e 10 milioni di violinisti, non poteva quindi passare in secondo piano il nostro “calore” trasmesso dalla nostra musica, linguaggio universale in grado di “travalicare” i nostri confini nazionali.

Alla musica ha poi fatto seguito la recitazione, con i simpaticissimi Arlecchini, interpretati dalla Scuola di recitazione di Shanghai.

Entrambe le performances hanno contribuito a dare alla serata un “colore” ben diverso, in un autentico gemellaggio tra le due culture e uno scambio dei ruoli molto interessante, che ha tenuto “letteralmente” inchiodati i cinesi presenti, anche loro sorpresi per quanto stessero assistendo.

Così come, quando cantando i due inni nazionali, il coro cinese, si è mangiato qualche parola del nostro, per loro non facile, “Fratelli d’Italia”, ciò ha contribuito non poco nel dare un “caloroso benvenuto” a tutta la comunità italiana presente.

Quasi un sentito ringraziamento per la spontanea catena di solidarietà italiana e gli aiuti inviati nelle zone terremotate dello Sichuan, un ulteriore segno della concreta vicinanza ed affinità che lega profondamente i due popoli, come sottolineato nel discorso ufficiale dal Console Generale Roscigno.

La serata è poi proseguita a “tavola”, attraverso i banchetti di cibo italiano offerto dalle diverse aziende e ristoranti italiani, molto apprezzati dai presenti cinesi ed ospiti internazionali, come dimostrato dalle lunghe file per poter raggiungere gli “agognati” nostri prodotti tipici.

In questo ambiente rilassato e sereno, ben lontano dalla fredda ufficialità di eventi simili, ampio spazio lo hanno avuto anche i bambini italiani e cinesi presenti, che non hanno resistito a salire anche loro sul palco per giocare, tutti assieme, con gli Arlecchini cinesi.

Il modo migliore per finire una serata così speciale ed accogliere tutti assieme con entusiasmo il vero protagonista condiviso dell’evento: il colore, il calore italiano. Da ieri sera anche un po’ cinese!

Tanti auguri Italia!