Visualizzazione post con etichetta Alibaba. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Alibaba. Mostra tutti i post

sabato 15 marzo 2025

Limitazioni e criticita' di manus ai

 Manus AI, sviluppato dalla startup cinese Butterfly Effect Technology Ltd Co e lanciato il 6 marzo 2025, è un agente di intelligenza artificiale autonomo che promette di eseguire compiti complessi senza supervisione umana costante. 

 


Tuttavia, nonostante l’entusiasmo iniziale e il clamore generato, presenta diverse limitazioni e criticità emerse dai primi test e dalle analisi degli utenti. Ecco una panoramica basata sulle informazioni disponibili:

Limitazioni di Manus AI
  1. Autonomia limitata in contesti complessi: Sebbene Manus sia progettato per operare in modo indipendente, alcuni esperti, come Alexander Doria di Pleias, lo descrivono più come un "workflow" che come un vero agente autonomo. Per attività intricate che richiedono decisioni sfumate o adattamenti in tempo reale, tende a richiedere interventi umani, riducendo la sua effettiva indipendenza.
  2. Problemi di stabilità e crash frequenti: Gli utenti hanno segnalato instabilità del sistema, con crash ricorrenti e interruzioni durante l’esecuzione di compiti. Ad esempio, MIT Technology Review ha notato che Manus si blocca su alcune pagine o attività per lunghi periodi, mostrando un tasso di fallimento superiore rispetto a strumenti come ChatGPT DeepResearch.
  3. Finestra di contesto limitata: Manus fatica a gestire quantità elevate di dati contemporaneamente a causa di una finestra di contesto ristretta. Questo lo rende meno efficace per compiti che richiedono l’elaborazione di informazioni estese o il mantenimento di un contesto prolungato.
  4. Dipendenza da modelli esistenti: Non si tratta di un’IA completamente nuova, ma di un sistema che integra modelli preesistenti come Claude (Anthropic) e Qwen (Alibaba). Ciò solleva dubbi sulla sua originalità e sul fatto che sia più un’"orchestrazione intelligente" di tecnologie già disponibili piuttosto che un’innovazione rivoluzionaria.
  5. Accesso ristretto e scalabilità: Attualmente in fase beta privata, Manus è accessibile solo tramite invito, e la domanda elevata ha sovraccaricato i server, causando ritardi e difficoltà nell’espansione dell’infrastruttura. Il team ha ammesso di aver sottostimato l’interesse, evidenziando problemi di scalabilità.
  6. Limitazioni operative specifiche: Non può creare account utente, superare misure di sicurezza senza autorizzazioni esplicite o eseguire alcune azioni che teoricamente dovrebbe supportare, come postare sui social media. Inoltre, la quantità di utilizzo giornaliero è limitata, restringendo ulteriormente le sue potenzialità.
Criticità di Manus AI
  1. Efficienza e prestazioni incoerenti: I test iniziali hanno rivelato errori frequenti, come risposte errate, soluzioni incomplete o processi che si bloccano senza concludersi. Ad esempio, attività semplici come ordinare cibo o prenotare voli hanno mostrato problemi di affidabilità, con link errati o elaborazioni interrotte.
  2. Hype sovradimensionato: Il clamore mediatico, amplificato dalla stampa cinese e dalla strategia di distribuzione limitata (con codici d’invito venduti a migliaia di euro), sembra superare le reali capacità attuali del sistema. Video virali che mostravano funzionalità avanzate sono stati smentiti dagli stessi sviluppatori, alimentando scetticismo.
  3. Sicurezza e responsabilità: La capacità di Manus di eseguire comandi autonomamente solleva preoccupazioni sui rischi per la sicurezza, come l’interazione non autorizzata con sistemi esterni. Inoltre, non è chiaro chi sia responsabile in caso di errori con conseguenze significative, un problema aggravato dall’assenza di regolamentazioni adeguate per IA autonome.
  4. Confronto con alternative: Rispetto a DeepSeek, un altro modello cinese noto per il suo approccio open-source e risultati concreti, Manus appare meno maturo. DeepSeek ha sviluppato soluzioni originali, mentre Manus si basa su tecnologie esistenti, e i suoi problemi di esecuzione lo rendono meno competitivo al momento.
  5. Costo-beneficio e applicabilità: Sebbene il costo per compito sia basso (circa 2 dollari secondo MIT Technology Review), le prestazioni instabili e i limiti funzionali potrebbero non giustificare l’investimento per utenti o aziende che cercano affidabilità.
Butterfly Effect Technology Ltd Co ha creato con Manus un progetto ambizioso, che punta a rivoluzionare l’interazione uomo-macchina attraverso un agente AI autonomo. 
 
Tuttavia, le limitazioni tecniche e operative, unite a un lancio più orientato al marketing che alla sostanza, suggeriscono che il sistema sia ancora in una fase sperimentale. 
 
La partnership con Alibaba (Qwen) e l’impegno a rilasciare componenti open-source potrebbero migliorarne le prospettive, ma al momento Manus non sembra all’altezza delle aspettative generate. Per un giudizio definitivo, serviranno aggiornamenti e test più approfonditi.
 

mercoledì 12 dicembre 2012

Google chiude Shopping Search in Cina!


Google ammaina un'altra bandiera sul territorio cinese: Shopping Search. La notizia è stata data sul blog di Google dallo stesso VP prodotto Sameer Samat (qui la traduzione)

Dopo lo shutdown del progetto Music Search, "affondato" dalla concorrenza dell'analogo servizio di Baidu (e gli accordi con le majors internazionali firmati con il concorrente cinese), ora è Alibaba la "causa" di quest'ultimo ritiro strategico.

Con il suo eTao ha messo nell'angolo il servizio di Google, che invece di rilanciare ha preferito ritirarsi in buon ordine.

Un destino strano quello di Google in Cina, che da un lato su Internet sta venendo letteralmente "buttato a mare" dalla concorrenza cinese ( Baidu, Alibaba) ma nel contempo vede l'inarrestabile crescita del suo predominio sugli smartphones, dove Android rappresenta oltre il 90% della quota di mercato cinese.

Attenzione ad attribuire questo ennesimo insuccesso a questioni legate o meno ai problemi con il governo cinese dei mesi scorsi. Come del resto sta accadendo anche a Yahoo che in Cina ha un rapporto tanto stretto da essere socio di Alibaba, nonostante la posizione di indubbio vantaggio di cui disponeva, anch'essa in Cina sta passando da un insuccesso all'altro.

Le ragioni sono quindi tutte da ricercare nella capacità cinese di creare in patria giganti di prima grandezza, con poi sono in grado di competere con i colossi americani, ad armi pari se non superiori.

Qualcosa di simile a quanto che per esempio accade in Russia e Brasile alla stessa Facebook che lì non riesce a replicare i successi, cosa che conferma come l'ecosistema di Internet sia in continuo movimento e non è detto che i campioni di oggi lo saranno anche nel prossimo futuro.

lunedì 2 marzo 2009

E’ il momento d’Innovare! Il sogno Cinese in action...

Innovare non è una parola, ma un metodo.

Oggi parlando con amici cinesi, mi facevano notare che la resistenza all’innovazione è direttamente proporzionale al tempo che uno ha speso in un ruolo di prestigio (tradotto: sulla poltrona).

Quindi la loro ricetta per innovare è riassumibile in: rinnovare i ruoli!

Banale ma allo stesso tempo pratica. La resistenza a voler cambiare e fare diversamente le cose sta proprio nel fatto che se uno è arrivato ad un certo livello, teme di abbandonare la strada vecchia per imboccare una nuova.

Il cambiamento è visto con timore quanto più il successo è stato raggiunto.

Il ragionamento dei miei amici cinesi quindi non fa una grinza.

Vediamo di farne un’applicazione pratica in Italia, dove appare evidente a chiunque che prima del fare c’è il posto occupato.

Quindi l’età ha sicuramente un peso, ma a sorpresa non quella anagrafica, bensì dell’incarico occupato.

Analizzando con questa chiave di lettura le aziende italiane si nota come siano vecchie, vecchissime, perché le proprietà sono tra le più stabili al mondo, mentre negli altri paesi il cambiamento fa molta meno paura e senza tanti grilli, tanto che mediamente le aziende hanno turnover molto superiori a quelli italiani.

Un esempio per capirci? Beh Shao Xiaofeng, il vice presidente di Alibaba è stato per 20 anni un poliziotto in prima linea, alla Serpico per capirci, un duro, uno che ha inseguito i criminali su per le montagne.

Bene, ora è alla testa di uno dei maggiori gruppi al mondo che d’innovazione ne sanno qualcosa.

Non è un personaggio accademico, ne tanto meno esperto di settore. Eppure il suo posto se lo è guadagnato sia per la fiducia in lui riposta dal suo amico, il fondatore di Alibaba, ma anche perché ha saputo occuparsi con successo di Alipay, il braccio economico di Alibaba.

Una storia che ha dell’incredibile da noi. Meno da queste parti, dove spesso casi di successo incredibili nascono attorno personaggi che hanno solo creduto nella propria idea.

Ora molti di loro sono proprietari di autentici colossi come Feng Jun, il presidente della AIGO, ora sponsor della McLaren, multinazionale cinese dell’elettronica presente in tutti i continenti, ma partito nel ‘93 con la sola idea e 250 Yuan (poco meno di 25 Euro).

La lista potrebbe essere lunghissima, ma come dicevo è il metodo non la parola che conta.

E da questa parti quando dicono innovazione la praticano davvero.

Ora tocca noi, “vecchio continente”, dare segni di risveglio o meglio “ritorno al futuro”.

A meno che siamo troppo “vecchi” o troppo arroganti per pensare di competere con il nuovo che avanza.

Update: Per chi crede che ancora una idea possa cambiare il mondo, una lieta novella: l’Italian Center di Shanghai, la più grande struttura italiana in Cina, apre le sue porte all’innovazione ( e agli innovatori!). mailto:innovationdesk@chinamedialab.biz