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venerdì 29 ottobre 2010

Micropost a Formigoni a Shanghai ( sull'Expo Milano 2015 che sarà .....)

"Noi saremo più originali!!" "Shanghai è stato un expo quatitativo. Milano sarà un expo qualitativo!" - "Ve lo auguriamo ma ancora non abbiamo capito dove sia l'orginalità. Mah si vede che non ci abbiamo capito nulla o l'orginalità l'avete tenuta nascosta per non farvela copiare". (La reazione cinese alla dichiarazione di Formigoni fatta a Shanghai, quale "programma obbiettivo" del prossimo expo 2015)

giovedì 21 ottobre 2010

Micropost per Milano EXPO 2015 (sui visitatori attesi)

Quanti presenti veramente ci si attende veramente? Ma veramente!! (Dopo che all'EXPO 2010 i cinesi che si aspettavano 70 Milioni di presenti, a 5 giorni dalla chiusura, sono a 68 Milioni ed agilmente supereranno detto limite)

giovedì 16 settembre 2010

Milano 2015: sarà un modesto expo (stampa Cinese)


E' ufficiale: l'Expo di Milano sarà un’edizione modesta.

A dichiararlo è la stampa cinese, dopo gli incontri avuti con Giuseppe Sala, Amministratore per l'EXPO 2015, in visita con il Presidente Diana Bracco all'Expo di Shanghai.

Se comparata con quella Cinese, Milano sarà quindi un'edizione "modesta" prima di tutto nello spazio utilizzato: solo 1,7 chilometri quadrati (Shanghai 5,28 chilometri quadrati).

Nelle presenze attese: solo 20.000 milioni, di cui il 30% dall'estero (6 milioni), mentre Shanghai ora ha toccato oggi i 52 Milioni di visitatori, sui 70 attesi e che difficilmente saranno raggiunti nel prossimo mese e mezzo.

I dati italiani sull’Expo 2015 hanno molto colpito i cinesi (e anche noi italiani), visto che tra l'altro smentiscono completamente le premesse e le promesse della vigilia, dove si parlava di ben 29 Milioni di turisti durante i 6 mesi dell'EXPO ed una media giornaliera attesa di soli 111.000 visitatori (contro i 160.000 fino ad ora dichiarati).

La presenza dei responsabili di Milano 2015 a Shanghai è connessa alla loro volontà di comprendere come gestire un evento su grande scale, analizzando le problematiche dei diversi partecipanti e cercare di trovare suggerimenti e spunti per il master plan che si sta approntando.

Il tema scelto "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita", connesso alle questioni alimentari e sicurezza alimentare, sulla carta era intrigante, ed infatti ha trovato l'appoggio della BIE, ma ora che si sta cercando di metterlo in pratica, dalle analisi di parecchi addetti ai lavori, sembrano emergere molte debolezze e rischiosità.

Per esempio, l’essere più un happening, privato di luoghi fisici chiari e riconoscibili, come sono i tradizionali padiglioni, rischia di mettere in dubbio le stesse ragioni di una presenza di massa, soprattutto per la presenza italiana che dai dati esposti oggi, dovrà fare la parte del leone per salvare i risulatati.

Visto l’ingresso a pagamento, ritenete possibile che ben 14 milioni di italiani si sobbarchino l'onere di visitare quello che, scherzosamente, in tanti chiamano già “l’orto di Letizia”(Moratti)?

Proviamo allora a fare qualche parallelo con un evento simile sempre italiano; Genova del 1992.
Svoltosi in momenti ben diversi da quelli attuali e su un tema “decisamente mondiale”, come era la ricorrenza dei 500 anni della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo, durò 3 mesi, dal 15 maggio al 15 agosto.

54 nazioni presenti con il risultato di solo 800.000 visitatori sui 3 milioni previsti (e del 1.7 milioni dichiarati inizialmente), con un incasso di 13 miliardi di lire (contro i previsti 45 miliardi).

Per la cronaca, Shanghai Expo 2010 fa i visitatori di tutto l'Expo di Genova in sole 2 giornate medie, qualcosa che dovrebbe fare riflettere a fondo i responsabili italiani, sul fatto che non esista, al momento, alcuna possibilità di comparare quanto è stato allestito in Cina con quello che si pensa di allestire in Italia.

Non solo, un altro paragone sembra gettare ombre sul futuro di Milano 2015 ed è il precedente di Expo di Saragozza nel 2008: 106 nazioni presenti e solo 5,6 milioni di visitatori (dei 10 previsti), tra l'altro con un programma di eventi che in qualche maniera sembra essere simile a quello che appare negli obbiettivi di Milano.

Ma è guardando “dentro” i dati spagnoli che si vede che qualcosa potrebbe non tornare anche a Milano. Infatti dei 5.6 milioni visitatori di Saragozza, ben il 56% erano di Saragozza, il 38% dal resto della Spagna e solo il 4,45% dall'estero.

Come dire, sicuramente l'Italia potrebbe esercitare un "fascino maggiore" per i turisti, ma se il programma riscuote scarso interesse, non ci sono “fanfare” che tengano, l'evento viene snobbato anche se un EXPO.

E ora, tutta questa modestia, di fronte ai "campioni cinesi", sicuramente preoccupa, anche alla luce del fatto che ad oggi, a differenza di come fecero i cinesi a suo tempo, Milano non ha nemmeno iniziato nessuna delle attività necessarie, visto che ancora sui terreni esistono vertenze e litigi a cui non sembra si sia ancora trovato una soluzione.

Speriamo solo che Milano (e l'Italia),come spesso capita a noi Italiani nei momenti di crisi, sia in grado di tirare furori il "Jolly", magari mettendo le mani sul piano operativo attuale che non sembra essere adeguato e che si possano smentire i trend passati non favorevoli per Milano e in futuro poter ricambiare la visita della "delegazione" dell'Expo 2010 a Milano, potendo mostrare il "gioiello italiano".

Un sogno? Ma la speranza è sempre l'ultima a morire....

venerdì 8 gennaio 2010

Dedicare a Craxi una via di Milano??


In questi giorni dall'Italia arrivano le violente polemiche a seguito della proposta del Sindaco di Milano Moratti, che intende intitolare una via di Milano a Bettino Craxi.

In concomitanza con il decennale della morte avvenuta nel 2000 ad Hammamet si è riscatenata la rissa tra favorevoli e contrari non solo a questa proposta, ma nel suo assieme, di rilegittimare la figura di Craxi, riconoscendogli il ruolo e la posizione che indubbiamente ebbe nella storia Repubblicana Italiana.

A questo punto sorge spontanea una domanda: ma perchè è ora così importante tutto ciò? Con tutti i problemi che abbiamo,è proprio necessario ancora una volta sfidarsi "orazi e curiazi" sulla proposta della Moratti?

Tra parentesi in Italia sono già state dedicate a Craxi due Piazze a Sant'Angelo Romano e Grosseto e alcune vie a Valmontone, Foggia, Lecce, Botrugno, Marano Marchesato e Scalea e non ci sono state "alzate degli scudi" da parte di nessuno.

Quindi dove sta il problema?? 

Personalmente ed umanamente non ho nulla in contrario, ma quale cittadino mi fa una certa specie vedere che ora ciò sia promosso da chi oggi è al governo della più importante città del paese ( ed appoggiato sostanzialmente da chi è al Governo del paese).

Perchè questa richiesta della Moratti inevitabilmente finisce per assumere un tono politico, una pericolasa attualizzazione dei conflitti di allora, che travalica il senso stesso della dedica, assurgendo a simbolo un personaggio che per sua stessa ammissione, si dichiarò coraggiosamente colpevole di fronte a tutto il Parlamento e al paese.

Il 3 luglio 1992 Craxi mise a nudo l'Italia, chiamando in correo tutta la classe politica del tempo, in un discorso storico nel quale spiega anche le ragioni del perchè chiese una soluzione politica al possibile dramma che prima o poi avrebbe colpito tutti i partiti.

Lo chiamò "vuoto di potere" che ne sarebbe scaturito e che avrebbe rischiato di portare il paese chissà dove e verso quali scenari.

Di seguito il passaggio relativo a questo punto:

"Nella vita democratica di una Nazione non c’è nulla di peggio del vuoto politico. Da un mio vecchio compagno ed amico che aveva visto nella sua vita i drammi delle democrazie, io ho imparato ad avere orrore del vuoto politico.
 

Nel vuoto tutto si logora, si disgrega e si decompone.
 

In questo senso ho sempre pensato e penso che un minuto prima che una situazione degeneri, bisogna saper prendere una decisione, assumere una responsabilità, correre un rischio. Non credo, Onorevole Amato, d'essere stato il solo ad aver tirato un sospiro di sollievo il giorno in cui Lei ed i suoi ministri avete giurato nelle mani del Capo dello Stato. 

Sono proprio convinto che il medesimo sentimento ha provato la grande maggioranza del Paese. Lo hanno di certo provato tutti coloro che avvertivano il rischio di una crisi troppo aspra e confusa, troppo prolungata, e valutavano il peso delle conseguenze ch’essa aveva già provocato e le più gravi che ancora avrebbe finito con il determinare."

Ma ecco il punto fondamentale che "svela la maschera" al paese:

".. E così, all’ombra di un finanziamento irregolare ai partiti, e ripeto, al sistema politico, fioriscono e si intrecciano casi di corruzione e di concussione, che come tali vanno definiti, trattati, provati e giudicati. E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale.

I partiti, specie quelli che contano su appartati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale.

Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale.

Non credo che ci sia nessuno in quest’Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro.

E del resto, andando alla ricerca dei fatti, si è dimostrato e si dimostrerà che tante sorprese non sono in realtà mai state tali. Per esempio, nella materia tanto scottante dei finanziamenti dall’estero, sarebbe solo il caso di ripetere l’arcinoto “tutti sapevano e nessuno parlava”.

Un finanziamento irregolare ed illegale al sistema politico, per quanto reazioni e giudizi negativi possa comportare e per quante degenerazioni possa aver generato, non è e non può essere considerato ed utilizzato da nessuno come un esplosivo per far saltare un sistema, per delegittimare una classe politica, per creare un clima nel quale di certo non possono nascere né le correzioni che si impongono né un’opera di risanamento efficace, ma solo la disgregazione e l’avventura.

Del resto, nel campo delle illegalità, non ci sono solo quelle che possono riguardare i finanziamenti politici. Il campo è vasto, e vi si sono avventurati in molti, come i fatti spero si incaricheranno di dimostrare aiutando tanto la verità che la giustizia.

A questa situazione va ora posto un rimedio, anzi più di un rimedio.

E’ innanzitutto necessaria una nuova legge che regoli il finanziamento dei partiti e che faccia tesoro dell’esperienza estremamente negativa di quella che l’ha preceduta..."

Ecco, è dopo aver riletto queste parole che una completa riabilitazione della figura di Craxi, comunque la si pensi, appare oggettivamente impossibile, perchè se è vero che pagò per tutti coloro che non ebbero lo stesso coraggio di dichiararsi, questo non vuole dire che la figura di Craxi possa ora diventare simbolo, il martire di qualcosa, altrimenti si rischiano pericolosi parallelismi.
 
Come mai se un politico "estorce" per finanziare la propria organizzazione politica, (anche se nel caso di Craxi ci sono le prove dell'uso privato di alcuni di questi fondi) meriti una nuova legge che la regoli, mentre nel caso di altri soggetti che finanziano altri tipi di organizzazioni, si parla apertamente di atteggiamento "mafioso?".

E' la stessa cultura da cui attinge le proprie energie la Mafia che quale "antigoverno" si finanzia illegalmente per consentirle di finanziare le proprie attività e la propria struttura di potere.

Craxi non era un mafioso, forse aveva solo perso il senso del giusto e dello sbagliato, tutto preso come era nel voler vincere a tutti i costi la guerra di potere e tra i blocchi contrapposti(PCI, DC, PSI, USA, RUSSIA...) che imperversava in quegli anni nel paese e che necessitava di capitali, tanti capitali.

Se però la politica di un paese moderno e democratico finisce per trasformarsi in quello che ha riassunto lo stesso Craxi, in un Cancro per il paese, forse il sistema non merita una nuova legge che alla fine alza solo l'asticella della morale comune, ma forse merita proprio di essere azzerato perchè parafrasando Craxi "tutto si logora, si disgrega e si decompone."

Una discussione attuale ancora oggi, visto che tangentopoli, come fecero le armate Americane nella prima guerra del Golfo, "si è fermata prima di arrivare a Bagdad", proprio per evitare che si arrivasse al Vuoto di Potere citato da Craxi.

Fu un grave errore di qui stiamo pagando ancora oggi le conseguenze, visto che difronte alla corruzione nella cosa pubblica non ci possono essere ne se ne ma

Ciò finisce poi per avvalorare l'ipotesi di chi crede che la giustizia sia stata (e lo sia ancora oggi) sola un arma politica e non un "panno che pulisce dallo sporco e dal marcio il paese".

Craxi, per quanto importante nella storia italiana, per sua stessa ammissione, ha contribuito affinche venisse fatto qualcosa che non violava solo la legge italiana, ma le basi stesse di qualsiasi paese civile.

Per cui provate a leggere ancora una volta su Wikipedia la scheda che riguarda Craxi e leggetevi anche la traduzione in altre lingue: è questo l'esempio che vogliamo trasmettere al mondo sul "modo di fare politica" in Italia, il nostro futuro?

Per cui si dedichi pure la via all'uomo Craxi, ma per favore non diamo a "Cesare ciò che è di Cesare", rappresenterebbe solo una eterna caduta agli inferi.

martedì 15 dicembre 2009

E ora torni la “politica delle idee”

L’attentato a Berlusconi è il punto più basso di una degenerazione che, giorno dopo giorno, sembra essere diventata la vera Pandemia nazionale.

Non credo che il gesto possa essere considerato “isolato” in senso letterale, visto che la storia insegna come gli esecutori materiali di atti anche peggiori, spesso agiscono sospinti dal convincimento di essere il braccio di una giusta causa, spesso delineata, suggerita da altri dietro le quinte.

Speriamo almeno che il gesto di questo “presunto” psicolabile, sia servito a tutti, politici e semplici cittadini, per riprendere il “senno perduto” e smetterla una volta per tutte, con i “giochi e i giochini”, così come voler inseguire presunte “trame occulte” che nei decenni hanno portato solo tante disgrazie per il paese.

Speriamo quindi che da una ritrovata ragionevolezza di tutti, sia anche la rinascita della “politica delle idee”, un agire “alto” e non becero come quello di questi mesi, fatto nel pieno e solo interesse del paese e dei suoi valori fondanti, che in una competizione e società democratica, vinti e vincitori sono tenuti a rispettare senza “se e senza ma”.

L’alternativa a tutto ciò non esiste, o meglio è un “terno all’otto” che può solo farci tornare indietro nei decenni, in una contrapposizione che vedrebbe solo nella eliminazione fisica del proprio avversario il proprio obbiettivo.

Una guerra, che trasformerebbe i pensieri, le parole, i pregiudizi in atti e fatti, che privati di alcuna riflessione, finirebbero solo per essere simili alle “clave” usate dai nostri antenati, ben lungi dallo “spessore” di un popolo come il nostro che ha insegnato a tutto il mondo le regole base per costruire una società civile.

I problemi del paese sono tanti, così come le incomprensioni, i dubbi, le incertezze e le contrapposizioni democratiche, in termini di obbiettivi sul come gestire il bene comune del paese.

Non vanno però ascoltate le “sirene” e nemmeno le cassandre, che suggeriscono possibili “scorciatoie”, così che nel pieno rispetto delle leggi e del vivere civile, si possa proseguire a navigare nella modernità che avanza, senza fare affondare la barca, perché i marinai e i passeggeri se le stanno dando di “santa ragione”.

Bisogna sempre ricordarsi come, una volta fatto il “buco nello scafo”, esiste solo il “si salvi chi può”, che stile Titanic finirebbe per essere uno scenario “senza ritorno” che va assolutamente evitato.

Bisogna anche cercare di vincere la storica indole italiana, quella che nel passato ci ha contraddistinto per i famosi “gesti isolati” ed anarchici, del tutto insufficienti di fronte alla necessità di dover essere una squadra, l’unico modo affinché il paese possa navigare sicuro nei marosi della storia.

Per cui i distinguo di qualcuno di queste ore, oltre ad esser alquanto pericolosi per i futuri “emuli”, appaiono anche del tutto inutili quali contributi per rimettere in moto la macchina della “contrapposizione sulle idee”, non più basata sui “pregiudizi”, un approccio che invece sembra di questi tempi, animare le discussioni sia tra i politici, ma ormai anche tra i semplici cittadini.

Replicare nelle questioni di Governo, il modello degli Ultras e del continuo confronto tra “tifosi”, caro al calcio quale guerra ritualizzata, non può essere il metodo con il quale sperare di trovare soluzioni valide alle problematiche che il paese necessita di risolvere.

Altrimenti, meglio sarebbe tornare al vecchio metodo degli “Orazi e Curiazi” usato dai nostri progenitori, qualcosa che però sarebbe la sconfitta dei quasi 2.000 anni di quella che ancora noi vorremmo chiamare “Società Civile”.

Detto questo, Auguri Presidente Berlusconi, spero di vederla presto di nuovo in perfetta forma con la tempra di sempre, sperando che questo “increscioso incidente”, possa presto essere solo un brutto ricordo, condiviso da tutto il paese, l’inizio del rifiorire di un nuovo contagioso “metodo italiano”, esportabile in tutto il pianeta.

venerdì 20 marzo 2009

Fiera Milano coordinatrice attività Italiana all’EXPO Shanghai 2010

Per l’Italia, le tappe di avvicinamento all’EXPO 2010 proseguono secondo programma.

Oggi il Commissario generale del Governo per l’EXPO 2010, Beniamino Quintieri, ha firmato l’accordo con l’Ente Fiera di Milano, quale coordinatore della partecipazione delle 20 regioni italiane all’EXPO Shanghai 2010.

Fiera Milano assume quindi il ruolo di “armonizzatore dei diversi progetti delle regioni italiane con il tema generale dell’EXPO e con gli eventi in programma nel padiglione Italiano”, come spiega il Presidente della Fiera Milano Michele Perini.

Il Commissario Quintieri ha ritenuto Fiera Milano partner ideale per questo ruolo, viste le competenze Logistiche maturate dal 1995 ad oggi sul mercato Cinese e con il quale cercherà di dare la massima visibilità agli eventi italiani in questa importante manifestazione cinese che ne conta ben 20.000.

Turismo, buona alimentazione ed ecocompatibilità saranno i cavalli di battaglia della presenza Italiana all’EXPO 2010, con l’obbiettivo di “riposizionare” i valori distintivi dell’eccellenza Italiana, dando ai cinesi la possibilità da toccarli con mano nei 5 mesi di EXPO.

Fiera Milano è l’ultimo dei partner che collaborano con il Commissario Quintieri e si aggiunge alla Triennale di Milano che si è occupata della gara e il concept per il padiglione italiano, la cui costruzione inizierà proprio in questi giorni e Permasteelisa quale partner nella costruzione del Padiglione Italiano.

Quello che appare sempre più evidente, anche dall’ultima partnership stipulata dal Commissario Quintieri, è il sempre più forte coinvolgimento di Milano nell’organizzazione dell’evento del 2010 che non si limita però solo alla partecipazione Italiana all’EXPO cinese. 

Da tempo infatti il MIP del Politecnico di Milano e l’Ente Fiera Villa d’Erba della stessa Fiera di Milano, sono coinvolte nel progetto di formazione del personale cinese che gestirà l’evento, mettendo così a disposizione degli organizzatori cinesi la competenza manageriale e lo stile italiano che ci si augura anche attraverso loro,  possa trovare ampi spazi nell’evento di Shanghai.

Tutto ciò in attesa che veramente parta la macchina organizzativa di Milano 2015, manifestazione alla quale i Cinesi hanno già aderito ufficialmente e che sancirà ancora una volta il sempre più stretto gemellaggio decennale che unisce queste due città e i due paesi. 

sabato 28 luglio 2007

Questioni di .... Metrò e di Civiltà...

(Pubblicato su Affari Italiani il 25 Luglio 2007)
Uno dei parametri sui quali si può “pesare” il livello di efficenza di una città e compararla con un altra, può sicuramente essere il livello raggiunto dal proprio sistema metropolitano.

Bene Milano e Shanghai, “gemellate negli affari e negli scambi culturali, sono agli antipodi, non solo geografici, per quanto riguarda il sistema di metrò.

Shanghai, in questi giorni di calura tropicale, con livelli di umidità spesso superiore a quelli riscontrabili a Milano, con la differenza che ciò è normale per tutta l’estate, le vetture del metrò sono luoghi temperati, quasi freddi, nei quali si viaggia in totale benessere, a tutte le ore del giorno.

A questo va aggiunto che si possono usare i cellulari e ciò rende ancora più piacevole prendere questi mezzi che arrivano con una precisione scandita al minuto secondo, sui grandi schermi presenti in tutte le stazioni.

Tutto questo, alla modica cifra di 40 cents di Euro medi!!

Ora i cinesi stanno costruendo a Shanghai qualcosa come oltre 100 nuove stazioni, sui nuovi 500 Km di metro che saranno finiti entro l’inizio dell’Expo 2010, ma nel frattempo stanno già rimodernando le “vecchie” stazioni e sostituendo “vecchi” convogli con quelli nuovi. La qualità, se già non ce ne fosse bisogno, sta crescendo notevolmente di giorno in giorno.

Quindi sarà sempre più piacevole e semplice muoversi per una città che conta circa 20 milioni di abitanti, nonostante le inevitabili resse negli orari di punta, ma che mai raggiunge microclimi simili raggiungibili a Milano, città di poco più 3 Milioni di abitanti e considerata da tutti la capitale mondiale del vivere bene e della qualità della vita.