E ora torni la “politica delle idee”
L’attentato a Berlusconi è il punto più basso di una degenerazione che, giorno dopo giorno, sembra essere diventata la vera Pandemia nazionale.
Non credo che il gesto possa essere considerato “isolato” in senso letterale, visto che la storia insegna come gli esecutori materiali di atti anche peggiori, spesso agiscono sospinti dal convincimento di essere il braccio di una giusta causa, spesso delineata, suggerita da altri dietro le quinte.
Speriamo almeno che il gesto di questo “presunto” psicolabile, sia servito a tutti, politici e semplici cittadini, per riprendere il “senno perduto” e smetterla una volta per tutte, con i “giochi e i giochini”, così come voler inseguire presunte “trame occulte” che nei decenni hanno portato solo tante disgrazie per il paese.
Speriamo quindi che da una ritrovata ragionevolezza di tutti, sia anche la rinascita della “politica delle idee”, un agire “alto” e non becero come quello di questi mesi, fatto nel pieno e solo interesse del paese e dei suoi valori fondanti, che in una competizione e società democratica, vinti e vincitori sono tenuti a rispettare senza “se e senza ma”.
L’alternativa a tutto ciò non esiste, o meglio è un “terno all’otto” che può solo farci tornare indietro nei decenni, in una contrapposizione che vedrebbe solo nella eliminazione fisica del proprio avversario il proprio obbiettivo.
Una guerra, che trasformerebbe i pensieri, le parole, i pregiudizi in atti e fatti, che privati di alcuna riflessione, finirebbero solo per essere simili alle “clave” usate dai nostri antenati, ben lungi dallo “spessore” di un popolo come il nostro che ha insegnato a tutto il mondo le regole base per costruire una società civile.
I problemi del paese sono tanti, così come le incomprensioni, i dubbi, le incertezze e le contrapposizioni democratiche, in termini di obbiettivi sul come gestire il bene comune del paese.
Non vanno però ascoltate le “sirene” e nemmeno le cassandre, che suggeriscono possibili “scorciatoie”, così che nel pieno rispetto delle leggi e del vivere civile, si possa proseguire a navigare nella modernità che avanza, senza fare affondare la barca, perché i marinai e i passeggeri se le stanno dando di “santa ragione”.
Bisogna sempre ricordarsi come, una volta fatto il “buco nello scafo”, esiste solo il “si salvi chi può”, che stile Titanic finirebbe per essere uno scenario “senza ritorno” che va assolutamente evitato.
Bisogna anche cercare di vincere la storica indole italiana, quella che nel passato ci ha contraddistinto per i famosi “gesti isolati” ed anarchici, del tutto insufficienti di fronte alla necessità di dover essere una squadra, l’unico modo affinché il paese possa navigare sicuro nei marosi della storia.
Per cui i distinguo di qualcuno di queste ore, oltre ad esser alquanto pericolosi per i futuri “emuli”, appaiono anche del tutto inutili quali contributi per rimettere in moto la macchina della “contrapposizione sulle idee”, non più basata sui “pregiudizi”, un approccio che invece sembra di questi tempi, animare le discussioni sia tra i politici, ma ormai anche tra i semplici cittadini.
Replicare nelle questioni di Governo, il modello degli Ultras e del continuo confronto tra “tifosi”, caro al calcio quale guerra ritualizzata, non può essere il metodo con il quale sperare di trovare soluzioni valide alle problematiche che il paese necessita di risolvere.
Altrimenti, meglio sarebbe tornare al vecchio metodo degli “Orazi e Curiazi” usato dai nostri progenitori, qualcosa che però sarebbe la sconfitta dei quasi 2.000 anni di quella che ancora noi vorremmo chiamare “Società Civile”.
Detto questo, Auguri Presidente Berlusconi, spero di vederla presto di nuovo in perfetta forma con la tempra di sempre, sperando che questo “increscioso incidente”, possa presto essere solo un brutto ricordo, condiviso da tutto il paese, l’inizio del rifiorire di un nuovo contagioso “metodo italiano”, esportabile in tutto il pianeta.