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mercoledì 4 marzo 2009

La risposte cinese alla crisi 900 Miliardi di dollari e “Responsabilità Sociale”

Marzo è il mese dell’anno più importante per la politica cinese.

Tradizionalmente in questo periodo si tiene infatti il congresso del NPC, l’Assemblea del Popolo cinese.

Con la presenza plenaria di tutti gli eletti provenienti da tutte le province del paese e dove sono rappresentate tutte le minoranze etniche che compongono la Cina, è il momento della riflessione comune e della definizione delle linee guida da seguire.

In pratica si gettano le basi per il futuro del paese, sia per quanto riguarda le scelte economiche e soprattutto per quanto riguarda quelle legislative.

E’ infatti il momento dove le proposte vengono inoltrate dai diversi delegati, provenienti da tutto il paese ed è il momento di ratifica delle misure legislative discusse durante tutto l’anno.

Ma è anche l’occasione per sondare dove la Cina intende andare e quali saranno realmente le intenzioni e le “parole chiave” per il prossimo futuro.

Quest’anno queste sembrano essere: “Responsabilità Sociale”.

Infatti, di fronte all’avanzare della crisi finanziaria mondiale, sembra che la risposta concreta del paese, oltre ad un’iniezione ingente di capitali a supporto dell’economia (oltre 900 Miliardi di dollari), sia anche il richiamo ad una concreta mutualità tra pubblico e privato.

L’obbiettivo è il mantenimento di una stabilità sociale, in grado di far fronte alle onde della crisi.

Va pertanto in questa direzione, il richiamo ad un senso profondo di responsabilità individuale e professionale, sintetizzato nel “è arrivato per ciascuno, il momento di fare la propria parte”.

Un ruolo determinante per vincere questa crisi, sembrano avercelo gli imprenditori cinesi, ai quali è stato chiesto dal Governo Cinese di non licenziare e come detto da Jia Qinglin, Presidente del CPPCC nel suo intervento di apertura, “devono prendersi sulle proprie spalle la propria parte di responsabilità sociale”.

Quindi le fondamenta per il rilancio del paese, passano dai singoli posti di lavoro, dove è l’imprenditore che deve dare l’esempio e cercare di salvaguardare il proprio rapporto con i lavoratori ed evitare di penalizzarli in qualsiasi modo ( per esempio tagliando stipendi o licenziando).

L’equilibrio sul posto di lavoro, rappresenta quindi la ricetta per rispondere alla crisi e cercare di tamponare un flusso che ha portato ad avere oltre 20 milioni di disoccupati in pochi mesi.

E’ una sorta di “richiamo alle armi” della classe imprenditoriale cinese, quella che più di altri ha beneficiato dei successi economici del paese e che ora deve prendersi la responsabilità di non abbandonare gli altri al proprio destino, ma al contrario avere la capacità di guidare i propri lavoratori e le proprie imprese, verso un nuovo futuro armonico, come enfatizzato da queste parti.

Ma un altro settore della società sembra preoccupare non poco il governo cinese: i milioni di neo laureati.

Quest’autentica marea umana, ora rischia di rimanere senza alcuno sbocco occupazionale, dopo gli ingenti sacrifici sia economici che di studio.

La ricetta cinese in questo caso è sintetizzabile in tre opzioni pratiche: per chi può, l’invito a prolungare i propri studi, magari con un master o altre specializzazioni, altrimenti mettersi in proprio potendo ricevere così le sovvenzioni statali per creare microimprese o mettere a disposizione la propria preparazione nelle zone occidentali del paese, dove le loro competenze risultano fondamentali per aiutare lo sviluppo delle aree più povere del paese.

Da ciò, il richiamo lanciato dai vertici cinesi ad aiutarsi reciprocamente per condividere, testuale, “i beni e i guai”.

Parole sconosciute in occidente che fanno comprendere come la Cina si stia preparando ad affrontare la crisi partendo dalle fondamenta stesse della propria società, pronta a riscrivere se necessario, la propria storia futura.

Questo periodo dell’anno è anche il momento per le decisioni più importanti, come per esempio per quanto riguarda le spese militari: è stato comunicato che aumenteranno nel 2009 del 14.9% arrivando a 70 Miliardi di dollari, rappresentando così l’1,8% del PIL del paese.

Va però sottolineato che oltre far parte della sostanziale modernizzazione in corso dell’intero apparato militare cinese, in Cina, non esiste Protezione Civile. Per cui, visto che questa attività è totalmente a carico dell’esercito, come dimostrato dal recente terremoto nello Sichuan, molte di queste spese sono destinate anche a quest’area.

Comunque, a margine di questa prima giornata, dove si sono viste le sempre folckloristiche tenute dei diversi delegati delle diverse minoranze etniche del paese, una prima “sorpresa” la sia è avuta nella fotografia “ufficiale” che raffigura tutti i leaders del governo cinese.

Ad essere originale è la posa, decisamente “dinamica”, ben diversa dalle fotografie statiche che normalmente raffigurano i leader, anche occidentali, nelle foto ufficiali.

Il “passo” che più o meno tutti i leaders sembrano fare nella fotografia, sembra essere anche una sorta di messaggio, come dire che solo con l’azione si può uscire dalla attuale difficile situazione.

Ma questa immagine svela anche un ulteriore “segnale politico” importante, indicando in maniera sempre più netta chi potrebbe rappresentare la futura leadership del paese.

Infatti, proprio dietro al presidente Hu Jintao, appaiono i due possibili successori: Xi Jinping e Li Keqiang.

Un’immagine che oltre al citato dinamismo, sembra quindi esprimere anche il senso di una continuità, un messaggio che intende rasserenare il paese, in momenti difficili come quelli odierni.

Per cui il richiamo ad un’unità del paese e crescente solidarietà interna, intende fornire lo spunto per una mutua comparazione che sposti ricchezza dalle grandi città alle campagna, bisognose più di prima, di poter beneficiare della portentosa crescita economica di cui hanno tratto beneficio soprattutto le grandi metropoli del paese.

Quindi anche la Cina dimostra che la via per cercare di uscire dalla crisi finanziaria di questi giorni, passa attraverso l’aiuto e il supporto concreto delle classi più deboli del paese, ridistribuendo in maniera più equa le ricchezze disponibili.

martedì 23 ottobre 2007

Hu entra nella storia della Cina e la religione entra nello statuto del Partito Comunista Cinese.

Ieri al termine dei lavori del 17th Congresso del Partito Comunista Cinese, come usanza locale, ci sono stati i “botti”, questa volta rappresentati da alcuni fatti che rimarranno nella storia futura del paese e non solo.

Il primo, è il voto che ha consentito di aggiungere nella Costituzione del Partito Comunista Cinese, la teoria dello “Sviluppo Scientifico” teorizzata da Hu Jintao, che consente così a quest’ultimo, di affiancare Mao Zedong, Deng Xiaoping e Jiang Zemin, nel gruppo ristretto della “All of Fame” della Cina.

E’ indubbio che questo emendamento rappresenti una svolta fondamentale per la Cina, oltre ad indicare i prossimi passi e le sfide che il paese deve affrontare nella “lunga marcia” verso la “Società Armonica”, descritta dalla stesso Hu Jintao nell’Ottobre 2006, in occasione della commemorazione della storica lunga marcia di Mao Zedong del ’34-36.

Da statuto, la Cina intende quindi passare dall’essere la “fabbrica del mondo”, ad una competizione con i paesi occidentali, sul piano della ricerca scientifica, terreno fondamentale sia per cercare di far fare al paese un salto culturale che consolidi i risultati economici ottenuti fino a ora, ma soprattutto consenta anche di offrire risultati concreti in alcune delle emergenze nazionali.

Non è infatti un mistero che la Cina stia lavorando per creare un reattore a fusione termonucleare, in grado di produrre energia in grande quantità, vista la crescente voracità del paese in crescita, così come è stato annunciato in questi giorni il primo cinese sulla luna entro i prossimi 15 anni, in una sfida aperta con gli USA, sul campo delle tecnologie spaziali.

Ma non solo, sempre la ricerca scientifica consentirà il totale restyling del futuro esercito Cinese, che fortemente ridimensionato nel numero di effettivi, intenderà essere all’avanguardia per quanto riguarda le armi tecnologiche, comprese quelle Internet, dove le recenti “schermaglie” sul tema degli attacchi informatici, dimostrano una insospettabile attività già in corso.

Secondo “botto” di ieri e segno dei tempi che cambiano, ha per certi versti dell’incredibile: è stata inserita la parola “Religione” nella costituzione del Partito Comunista Cinese.

Questa aggiunta alla costituzione, assume un valore enorme, in quanto sancisce che da ora, i soggetti religiosi praticanti, alla stregua delle minoranze etniche, hanno diritto di convivenza nel sistema cinese che da ieri riconsce la religione, come una componente sociale compatibile con il modello di sviluppo del paese.

Fino ad ora, l’ateismo del partito non dava reali spazi di integrazione concreta con le minoranze religiose praticanti, spesso tollerate, ma non considerate formalmente un intorlocutore accettato.

Questa modifica, apre ora molte porte e speranze per cercare di ricomporre nel tempo, alcune delle tensioni di carattere religioso presenti nel paese, quale quelle del Tibet e Vaticano ma soprattutto, in occasione delle prossime Olimpiadi, dà la possibilità di offrire servizi religiosi per i fedeli in arrivo da tutto il mondo.

Insomma da queste modifiche, si intuisce che la Cina ha capito che il mondo sta cambiando e lei con esso.

Ma soprattutto, ha anche capito che il mondo cambia, proprio perchè la Cina è spesso la causa di questi cambiamenti.

Quindi Hu Jintao, ha pensato bene di inserire nella costituzione del partito comunista, gli elementi di quella che a tutti gli effetti, è una “formale apertura”, in grado di poter contribuire agli equilibri futuri e che per quanto riguarda la questione religiosa, ora messa all’ordine del giorno delle basi stesse del Partito, possa finalmente andare oltre le “vuote” e spesso disattese intenzioni precedenti.

Il terzo “botto” infine, lo si è avuto questa mattina, con l’elezione dei 4 nuovi membri del Politburo Standing Committee, il vero centro decisionale cinese, che ha visto l’ingresso dei due “papabili” a sostituire Hu nel 2012, Xi Jinping (52 anni), Li Keqiang (51 anni), rispettivamente i segretari di partito a Shanghai e Lioaning oltre a He Guoqiang e al Ministro della Sicurezza Pubblica Zhou Yongkang.
Questi sono quindi gli uomini che hanno il compito di pilotare la Cina nel terzo millennio verso la “Società Armonica” e dello “Sviluppo Scientifico” che ci si augura possa essere una “contagiosa” prerogativa, non solo cinese.

venerdì 25 maggio 2007

Shanghai "Locomotiva della Cina del Cambiamento"


Stampatevi bene in mente questa faccia e questo nome Xi Jinping.

In futuro sentirete ancora parlare di lui. E' l'uomo del post scandalo dei fondi pensione che ha portato di recente alla defenestrazione del precendete presidente del partito della Città, Chen Liangyu e di uomini a lui vicini, come il promotore del circuito di Shanghai.

Xi Jinping ha avuto modo di presentare il suo programma alla cerimonia di apertura dell'annuale congresso del Partito Comunista di Shanghai.

La prima ragione è che già in passato la Shanghai del boom finì per trascinare il proprio sindaco dell'epoca ai vertici nazionali, prima di doversi dimettere per una altra vicenda di gestione dei fondi.

La seconda è che indubbiamente Shanghai, per quanti sforzi Beijing tenti di fare, resta e rimarrà a lungo il centro nevralgico delle economia e della finanza e quindi del potere reale, della Cina del Futuro.

E le parole chiave del discorso di Xi sono state chiare: Expò 2010 su cui scommettere ("che sia indimenticabile") , Società Armonica, Ambiente e sistema legale più efficente.

In particolare ha puntato l'accento su una sempre maggiore modernizzazione della città e nel contempo un sempre maggiore livello dei servizi offerti (come ad esempio i 500 Km di metro entro il 2012), in modo da consentire a Shanghai di competere sempre più a livello internazionale.

Il tutto farcito da ferre regole e controlli sui funzionari di partito e delle diverse cariche pubbliche, affinchè non si ripeta l'ultima esperienza di Chen e Shanghai possa essere la vera locomotiva della Cina del Futuro, quella che ancora deve arrivare.

Quindi ricordatevi questo nome. E' l'uomo della svolta di Shanghai e l'uomo nuovo della Cina di domani.

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