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sabato 26 ottobre 2024

Lionsgate e Runway: Una Partnership Rivoluzionaria per la Produzione Cinematografica con l'IA

 

In un importante passo avanti per l'industria cinematografica, Lionsgate ha stretto una partnership con la startup di intelligenza artificiale Runway per creare un modello personalizzato di generazione video. Questa iniziativa mira a sfruttare l'ampia libreria di film e programmi TV di Lionsgate, comprese le iconiche franchise come Hunger Games e John Wick, per rivoluzionare la creazione di contenuti.

Panoramica della Partnership

Questa collaborazione si concentra sullo sviluppo di un modello di IA specificamente progettato per il portfolio unico di Lionsgate. Il modello supporterà i cineasti e i team creativi fornendo strumenti per la creazione di storyboard, sfondi e effetti speciali. Secondo il vicepresidente di Lionsgate, Michael Burns, questi miglioramenti guidati dall'IA dovrebbero semplificare sia la pre-produzione che la post-produzione, con un potenziale risparmio di "milioni" in costi.

Miglioramento dei Flussi di Lavoro Creativi

Il modello di IA permetterà a registi e produttori di visualizzare le scene con nuove capacità cinematografiche, riducendo la necessità di lavoro manuale. I cineasti potranno generare immagini a partire da suggerimenti testuali, sintetizzare sfondi e sperimentare effetti creativi, portando a un processo di produzione più efficiente e flessibile. I cineasti di Lionsgate hanno mostrato entusiasmo per l'integrazione di questa tecnologia, riconoscendo il suo potenziale per migliorare i flussi di lavoro creativi e tecnici.

Stabilire un Precedente nell'IA e nel Cinema

Questa partnership stabilisce un significativo precedente per l'utilizzo dell'IA addestrata su contenuti proprietari, affrontando le preoccupazioni relative ai diritti d'autore associati all'IA generativa. Lionsgate prevede di concedere in licenza questo modello di IA specificamente per scopi creativi. Cristóbal Valenzuela, CEO di Runway, ha sottolineato il potenziale trasformativo dell'IA, mirando a potenziare artisti e studi con strumenti avanzati per la narrazione.

Implicazioni Finanziarie e Tecnologiche

Oltre a migliorare la creatività, Lionsgate prevede notevoli vantaggi finanziari grazie alla riduzione dei costi di produzione. Si prevede che il modello di IA aiuti a gestire i vincoli di budget, specialmente di fronte alle sfide attuali del botteghino. La tecnologia generativa di Runway sarà adattata ai contenuti di Lionsgate, garantendo che qualsiasi immagine generata si allinei con l'estetica consolidata dello studio.

Contesto Industriale e Implicazioni Future

Questa partnership riflette una tendenza più ampia in cui gli studi integrano la tecnologia IA per rimanere competitivi in un paesaggio mediatico in rapida evoluzione. Man mano che l'industria abbraccia l'IA, sono in corso anche sforzi legislativi per affrontare le questioni relative ai diritti d'autore, con la California che propone leggi che conferiscono agli artisti maggiore controllo sulle proprie sembianze digitali.

La collaborazione Lionsgate-Runway rappresenta un cambiamento fondamentale nell'integrazione dell'IA a Hollywood, destinata a ridefinire i flussi di lavoro di produzione e fornire ai cineasti strumenti innovativi per raggiungere obiettivi creativi e finanziari. Con il potenziale dell'IA di migliorare la creatività e guidare l'efficienza dei costi, Lionsgate sta fissando un nuovo standard nella produzione cinematografica, aprendo la strada a narrazioni innovative.

Con l'aumento dell'adozione di strumenti di produzione guidati dall'IA, l'industria affronta complesse sfide etiche e legislative, in particolare per quanto riguarda la protezione dei diritti creativi. Trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione della proprietà intellettuale sarà fondamentale mentre l'industria naviga in questo periodo di trasformazione, plasmando il futuro della creatività nel cinema.

venerdì 13 luglio 2007

Shanghai International Film Festival: “Nero” Italiano

(Pubblicato su Affari Italiani il 27 Giugno 2007)

Domenica scorsa si è concluso il “10° Shanghai International Film Festival”. I Cinesi intendono trasformare questo appuntamento sempre più in una delle più importanti vetrine mondiali del cinema, alla pari di Cannes e Venezia, quale porta di ingresso al crescente mercato cinese ed Asiatico.

I cinesi in questo sono eccezionali, perché quando pensano e fanno una cosa, prendono come riferimento il meglio in circolazione. In questo caso però, viste anche le difficoltà fino ad ora incontrate dalla ben nota Bollywood indiana, costretta a fare la propria ultima cerimonia di premiazione in Inghilterra, risulta difficile immaginare che nel breve, questo obbiettivo possa realizzarsi.

La propensione internazionale non basta metterla nel titolo, occorre un “taglio” internazionale di quella vista l’altra sera, dove, in uno stile hollywoodiano, tutti gli ospiti erano però locali e l’inglese era solo di facciata.

Preme sottolineare che andare al cinema in Cina costa troppo caro, in particolare per i film stranieri, dove il prezzo del biglietto è pari a quello pagabile in Europa, cosa che solo in pochi realmente possono permettersi. Non stupisce quindi il proliferare del mercato delle copie.

Ma tornando al Festival di Shanghai, noi Italiani possiamo essere orgogliosi. Nei cinema cinesi, in queste settimane, sono stati proiettati i nostri “cavalli di battaglia”, uno su tutti: “I soliti ignoti”.

Quindi possiamo dire che questo evento sia stato un ulteriore momento, per proseguire nel percorso di avvicinamento tra le due culture, sul piano cinematografico, se non fossimo incappati nella “solita” Cucinotta.

Presente nella giuria del concorso, preferita a maestri “veri” del cinema, quali lo stesso Monicelli, pur di passaggio da Shanghai, la Cucinotta, che scopriamo essere anche produttrice, ha rappresentato l’emblema alla scarsa propensione del cinema italiano alla internazionalizzazione.

Se volete farvi una risata, andate a leggervi la sua presentazione sul sito della Festival di Shanghai.

Comunque, nella cerimonia dell’altra sera, gli oscar Cinesi per intenderci, al momento del suo ingresso, assieme a due attori cinesi, ha esordito con un “Buona sera, sono Maria Grazia Cucinotta ..” da fare tremare le vene ai polsi.

Sembrava fosse di passaggio sul palco e quindi presa alla sprovvista, un fatto inspiegabile per una attrice che dichiarava recentemente le sue ambizioni verso Hollywood e in cerca di registi cinesi per il suo futuro asiatico.

Incredibilmente non ha usato nemmeno un semplice Ni Hao (Ciao) fatto che avrebbe dato un grande significato al suo saluto, magari non come Kennedy ai Berlinesi, ma almeno la faceva sembrare meno una “turista per caso” in Cina, come l’altra sera.

In una parodia da “commedia all’italiana” in presa diretta, i due attori cinesi hanno poi continuato a seguire un canovaccio, tanto che periodicamente la cercavano con lo sguardo, nel tentativo di “girare la palla” ad una impietrita Cucinotta che oltre al sorriso non andava.

Ma il meglio doveva ancora venire. L’attrice cinese che forse aveva capito il “dramma umano” che stava vivendo la Cucinotta sul palco, al momento della lettura del vincitore di categoria, presa da un momento di umanità tutta cinese, ha “letteralmente lanciato” la scheda alla sempre più impietrita Cucinotta, affinché ne desse lettura in inglese.

Doppiamente sorpresa, l’attrice Made in Italy, ha iniziato una lettura stile “Lista della spesa a Hollywood”, perdendo di schianto il “leggiadro” sorriso, fino ad allora stampato in viso e riuscendo finalmente ad annunciare il vincitore.

Fossi il vincitore, la “denuncerei” per aver fatto “impallidire” la ben più celebre Sophia Loren agli Oscar di Benigni.

Per il futuro, su un mercato emergente ed enorme come quello cinese, forse sarà meglio introdurre attori o attrici italiane ben più “attrezzati” a rappresentare il cinema italiano nel mondo, altrimenti noi rischiamo una spirale qualitativa al ribasso che ahimè la Cucinotta rappresenta.

Qui non basta un candido sorriso e un fisico che tante Cinesi invidiano. Servono “numeri” e contenuti, almeno in inglese, in grado di essere di qualche interesse per gli spettatori cinesi.

Dopo questa bella “rappresentazione”, in diretta televisiva Cinese della nostra “memorabile 007”, più simile a quella che in gergo televisivo, si definisce “nero”, mi è venuta in mente la ben diversa recente performance a Londra di Luca Barbareschi nel Musical “Chicago”, che ha recitato, ballato totalmente in perfetto Inglese. Altra categoria.

Il cinema (e il teatro) Italiano non è per fortuna solo la Cucinotta! E in futuro i Cinesi potranno scoprirlo da soli, speriamo presto.

Invito quindi registi e produttori italiani a seguire rapidamente l’esempio di Tarantino che ha annunciato che i prossimi sequel di “Kid Bill” saranno girati proprio in Cina o la stessa Disney che ha realizzato il prossimo Film in Cina in coo-partnership con i cineasti Cinesi.

E’ il momento di esportare la nostra cultura “contaminando” quella cinese con coproduzioni sino – italiane che possono avere mercati enormi su cui contare.

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