Visualizzazione post con etichetta Bolt. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Bolt. Mostra tutti i post

mercoledì 27 agosto 2008

Bolt for President!

Durante le ultime Olimpiadi le parole più inutili sentite in questi 16 giorni, sono state quelle del presidente del CIO Rogge, quelle che definirono Bolt, un ragazzo immaturo.

Lasciando da parte le ipocrisie di un comitato, che da una parte ha accolto solo nel 1956 l’idea di non far sfilare alla cerimonia di chiusura gli atleti dietro una bandiera, accogliendo la “sollecitazione” di una lettera di un sedicenne australiana, mentre dall’altra bacchetta la naturale, coinvolgente felicità di un 21enne, diventato il più veloce nella storia dell’uomo, il suo presidente è apparso del tutto inadeguato.

La notizia per il “vecchio” Rogge è che Bolt, dimostratosi invece una persona con la testa sulle spalle, ha subito fatto capire di che pasta è fatto e invece di tornare a casa a godersi la meritata gloria che lo attende, quale nuovo eroe nazionale Giamaicano, ha pensato a ben altro.

Infatti ha donato 50.000 dollari ai bambini colpiti dal recente terremoto nello Sichuan e ne ha invitati 6 di loro a visitare la Giamaica.

Ma non solo, ha dedicato la sua vittoria a loro, sperando che i suoi record possano aiutarli ad alleviare un poco le sofferenze che li hanno colpito sia nello spirito che nel corpo.

Un gran gesto, di una sensibilità sincera, non calcolata, come quella che esprime nei suoi balletti post gara, qualcosa di raro che va preservato e semmai pubblicizzato, alla faccia dei Rogge di turno, loro si, pessimi esempi di cosa lo sport dovrebbe realmente essere.

Quello che infatti stride tra i balli di Bolt e la “mummificata” faccia di Sammarach e Rogge, è che Bolt rappresenta l’inno alla vita, cosa che Rogge e Sammaranch non riescono minimamente a rappresentare.

Gesti quali quelli di Bolt, da parte del “freddo calcolatore” Rogge non se ne sono visti. Sempre intento ad incontrare i “potenti” del mondo, fatto che probabilmente lo porta a pensare di essere esso stesso uno dei potenti della terra.

Questo personaggio, invece di ringraziare pubblicamente personaggi quali Bolt e gli altri atleti che hanno onorato lo sport a Beijing ed agire per colpire le giurie corrotte, che paragonabili al Doping, annientano il senso stesso di fare sport, ha preferito ergersi a paladino del “bon ton” formale.

A Beijing è sembrato più volte che la realtà e il CIO fossero su due coordinate spazio-temporali agli antipodi. Addirittura le regole del Comitato Olimpico sono apparse più rigide di quelle, già molto formali, tipiche dei paesi dell’Asia e in Cina.

Rifiutare agli spagnoli di onorare i propri morti, è apparso infatti un’assenza di tatto ed umanità di chi evidentemente vive distante da quanto accade nel mondo reale, pensando che la realtà sia sintetizzata solo dal CIO, apparato di regime, questo si, del tutto fuori luogo per la missione che dovrebbe avere, a favore di tutta l’umanità.

Quindi speriamo che Beijing lasci il segno, contribuendo a considerare seriamente un cambiamento nei vertici e nelle regole stesse del CIO, ormai totalmente inadeguate e “scialbe”, per tutelare un patrimonio dell’umanità che deve essere esempio positivo per il futuro e non invece continuare a preservare “muffe” del passato o peggio agire verso una politicizzazione dello sport e strumentalizzazione dei sacrifici di miliardi di atleti.

Bolt piace perché ha rappresentato perfettamente lo “Spirito Olimpico”, quello solo citato da Rogge, annichilendo con i propri mezzi chiunque avrebbe preferito fermarlo, con questo o quel cavillo, arrivando al punto di cercare di screditarne la persona, confidando su un’autorità ed autorevolezza che, visti i risultati e i commenti, è totalmente inesistente.

domenica 24 agosto 2008

PIL Olimpico


In questi 17 giorni, tutto il mondo legge ansiosamente il medagliere, una sorta di “PIL” Olimpico.

Questo confronto tra nazioni, dove chi vince può salire in questa specialissima classifica, riesce ad alimentare, almeno una volta ogni 4 anni, anche sogni inconfessabili.

Per cui, ogni oro Cinese rappresenta un ulteriore punto per continuare a primeggiare sull’“avversario” Americano, sportivamente parlando, fatto che inorgoglisce ogni cinese nel profondo.

Capita così che i cinesi in questi giorni, aprendo il giornale, siano andati a vedere prima il numero degli ori conquistati e solo dopo, come fosse andata la borsa di Shanghai.

Per contro gli Americani, di fronte all’autentica debacle di questi giochi olimpici, hanno risposto con l’astuzia, stilando una classifica diversa che tiene invece conto del numero totale di medaglie vinte, contribuendo così a sostenere il “morale” dei propri connazionali!

Seguendo infatti questo metodo, lo scenario cambia radicalmente e consente agli Americani di mantenere, anche se di poco, la testa alla classifica di questo specialissimo “PIL”, dove i sogni di molti altri paesi possano diventare realtà.

Per cui è possibile che la Corea del Sud e l’Australia siano membri del G8 sportivo, che vede invece escluse la Francia, il Canada e l’Italia, mentre la Giamaica, posizionandosi al 13 posto, finisce a ridosso di tutte le principali potenze del mondo, potendo così per una volta sognare, trascinata dal proprio nuovo eroe nazionale.

Ma in questo solo apparente gioco, il “PIL” Olimpico fa emergere in maniera evidente alcune dinamiche ancora non evidenziatesi in quello finanziario.

Parlando infatti di Bolt, i commentatori hanno giustamente affermato che questo successo, per quanto predisposto su base genetica e favorito attraverso una selezione razziale, effettuata a suo tempo dai padroni bianchi, è stato possibile perché il livello di vita in Giamaica è ora nettamente migliorato, consentendo una praticabilità dello sport di livello occidentale.

Coerentemente, anche gli insuccessi di molti paesi Africani in alcune specialità, dove geneticamente appaiono superiori, sono da collegare al fatto che non riescono ad esprimersi come potrebbero, per i problemi interni, la povertà e l’instabilità sociale che rendono difficile allenarsi a dovere e quindi poter eccellere a livello mondiale.

Ma eccellere nel PIL Olimpico aiuta a ricevere anche i migliori premi?

Sembra di si, visto che la Cina, prima classificata nel “PIL” Olimpico, dove gli atleti fino a poco tempo fa ricevevano solo una “pacca” sulla spalla, ora riceveranno 180.000 Euro, un compenso superiore a quello destinato agli atleti italiani al 9° posto (140.000 Euro) .

Interessante è osservare però come verranno elargiti i rispettivi primi.

Nel caso degli Italiani, totalmente pagati dal CONI (il governo), mentre per quanto riguarda i cinesi riceveranno 100.000 Euro da uno degli sponsor (una birra cinese), 54.000 dalla fondazione Kok Ying Tung, mentre il governo cinese contribuirà “solo” con 25.000 Euro.

La Russia, terzo nel “PIL” Olimpico, segue l’Italia nei compensi, con solo 100.000 Euro per ogni medaglia d’oro.

Un interessante segno dei tempi è però rappresentato dall’Iran, che ha tentato di dare la “giusta motivazione” ai propri atleti, offrendo 80.000 Euro per ogni oro, molto di più dei Francesi ( 50.000 Euro), Giapponesi ( 18.000 Euro), Australia ( 11.765 Euro) e soprattutto gli “odiati” Americani (16.778 Euro).

Quindi alla faccia di De Cubertain, molte nazione hanno investito ingenti somme di denaro per cercare di veder crescere la posizione dei rispettivi paesi nel “PIL” Olimpico, considerato un’importante momento promozionale a livello mondiale.

Ne sa qualcosa proprio la Giamaica, fino ad ora conosciuta solo per il mitico Bob Marley, isole che siamo sicuri, saranno la prossima ambita meta per tantissimi turisti, alla ricerca anche della “fonte magica”, che ha reso possibile questa incredibile “impennata” nel “PIL” Olimpico.

sabato 23 agosto 2008

“Sproloquio” Olimpico

Si parla tanto di “spirito Olimpico”, valore simbolico che travalica tutto e tutti, il “sogno” di una società in serenità e di pace tra le nazioni.

Alcuni “puristi” contestano che invece le Olimpiadi siano solo una “guerra simulata” che valorizzi i diversi nazionalismi in maniera inaccettabile, oltre che essere sottoposta agli interessi degli sponsor.
Curioso che entrambi i punti di vista possono convivere nella “formula” che De Coubertain inventò per le Olimpiadi moderne, proprio per consentire che lo sport potesse aiutare la nascita e lo sviluppo di un comune spirito mondiale condiviso di pace, tra le diverse nazioni del pianeta.

Quindi comunque la pensiamo, ben venga che tutti gli atleti si sentano accomunati da questo spirito e che lasciando da parte le proprie differenze, possano essere tutti uguali di fronte ai risultati olimpici.

In particolare, commoventi saranno le prossime Paraolimpiadi che in Cina hanno un seguito analogo a quelle normali e che invece saranno sicuramente “snobbate” in occidente, perché poco telegeniche, pur essendo il momento dove l’uomo supera veramente i propri limiti fisici, le sventure e la sfortuna, potendosi sentire ancora una volta veramente vivo, per se e per la sua nazione.

Un messaggio di speranza che andrebbe al contrario sottolineato, evidenziato, pubblicizzato.

“Stonano” quindi alcune delle lettere pubblicate su alcuni giornali nazionali italiani di lettori che si lamentano per essere state trasmesse troppe cronache di Badminton, Beach Volley o Nuoto Sincronizzato, sports minori considerati più da spiaggia che Sport Olimpici.

Inaccettabile è anche il “cavernicolo” commento sul Blog di Grillo, che non volendo vedere oltre il proprio naso, perde di vista quello che accade nel mondo, finendo per “offendere” uno sport incredibilmente diffuso in tutta l’Asia, come il Badminton, con un seguito superiore a molti sport occidentali (miliardi di persone!).

Questi “benpensanti”, invece di lamentarsi, ci spieghino quali siano le caratteristiche per considerare uno sport superiore o minore e quando possono essere o meno mostrati al mondo, senza vergognarsene.

Comunque le Olimpiadi, lo sport e gli atleti non possono sostituirsi alla politica e ai politici nella gestione delle problematiche tra le nazioni e caricarsi di responsabilità che non possono avere.

Ma visto che le Olimpiadi furono sospese durante il secondo conflitto mondiale e boicottate durante la guerra fredda, come le Api che spariscono da un luogo inquinato, i Giochi Olimpici sono una preziosissima “cartina di tornasole” del livello di “pace” a livello mondiale.

Quindi che le Olimpiadi si stiano svolgendo senza particolari incidenti in Cina e che ancora ci si commuova nell’alza bandiera di ciascuna nazione, sono ottimi segni che continuano ad alimentare la speranza, il sogno e l’auspicio, che si possa lasciare la porta aperta al rispetto reciproco.

A questo punto ben vengano i Bolt che dopo i dolori e lo schiavismo del passato (tutto occidentale), ora paradossalmente possa correre come mai a memoria d’uomo, verso una rivalsa personale e perché no, nazionale.


Il resto sono solo “sproloqui” stonati, così come il grottesco richiamo del numero uno del CIO alle esuberanti manifestazioni di gioia di Bolt dopo aver “doppiato” i propri avversari.

Un gesto di felicità, di freschezza, di serenità e perché no, di rivalsa sul proprio passato, vestito orgogliosamente nella propria bandiera nazionale, uomo simbolo di queste Olimpiadi, qualcosa che vorremmo vedere tutti i giorni.

E se ora i cinesi compreranno le sue “scarpe del vento”, non quelle dello sponsor Olimpico, poco importa. Anche gli sponsor competono con i loro soldi e “rischiano” di mancare il podio, potendosi comunque sentire orgogliosamente parte attiva della crescita economica, oggi della Cina e domani della Gran Bretagna, prossima tappa del Circus Olimpico.

Viva le Olimpiadi e le Para-Olimpiadi!