martedì 10 giugno 2008

Dragon Boat Festival: Il Passato al presente.



La Cina oscilla tra nuovo e antico di continuo, come un pendolo in perenne oscillazione.

Si passa quindi da nuovi eventi proiettati al futuro, a festività che affondano le proprie radici nei millenni della storia umana.

Il Dragon Boat Festival, che si festeggia questa domenica, sta un pò a metà.

E’ infatti si una antichissima festività tradizionale cinese, ma solo da quest’anno e per la prima volta, è diventata anche una festa nazionale.

Questo fatto esprime, più di tante dietrologie, la mutazione profonda in atto in Cina, dove il passato è stato per lunghi decenni come cancellato.

Ora però anche la Cina che cresce alla “velocità della luce”, sta guardandosi indietro per scoprire, recuperare le proprie radici e i propri riti antichi. L’elevare a rango di festività nazionali anche alcune delle principali festività tradizionali, rappresenta il senso di un nuovo equilibrio che si sta creando nel paese.

Perché tutto ciò?

La ragione è semplice, tutte le festività tradizionali cinesi sono legate a credenze, a superstizioni o metafore popolari che il nuovo corso cinese, dal 1949 non ha mai riconosciuto ufficialmente.

Spesso poi sono legate a periodi di regno di questo o quell’imperatore, poteri contro cui la Repubblica Popolare aveva aspramente combattuto.

Ora che i tempi sono cambiati, anche le festività tradizionali ritornano ad avere un proprio spazio, come nel passato e possono così essere “sdoganate”, rispettate anche a livello governativo.

Il risultato è che il sistema delle festività cinesi, dal 2008 è radicalmente cambiato e si è passati da 3 festività nazionali, ognuna della durata di 7 giorni ( 1° Maggio Festa dei lavoratori, 1° Ottobre Festa della Repubblica, Nuovo anno Cinese), ad un sistema di festività di 2 o 3 giorni al massimo, a parte il capodanno cinese, spalmate durante l’anno.

La ragione di questo cambiamento sta anche nel fatto che la “migrazione di massa”, tipica di queste festività lunghe, rischiava di mettere sempre più in crisi il sistema dei trasporti cinese, sotto la pressione delle centinaia di milioni di cinesi, tutti in movimento negli stessi giorni.

Si è così optato per una diversa collocazione delle diverse festività e ciò ha consentito il “recupero” di alcune di quelle tradizionalmente mai dimenticate a livello popolare, nazionalizzandole.

Come tutte le festività tradizionali cinesi, anche quella del Dragon Boat è legata ad una fase lunare ( il quinto giorno della quinto mese lunare), ad una leggenda popolare, ad un eroe, ed ad un cibo caratteristico.

La leggenda narra di Qu Yuan, grande poeta / scrittore, comparabile al nostro occidentale Omero, ministro e grande combattente della corruzione che serpeggiava alla corte dell’Imperatore Zhou,.durante il periodo degli stati in guerra (475 – 221 AC), quando la Cina era un paese diviso.

Questo suo agire, retto ed onesto, gli provocò la grande avversione degli ufficiali di corte che quando suggerirono all’Imperatore Zhou di dare iniziò alla guerra con l’impero Qin, riuscirono anche a convincerlo ad esiliare Qu Yuan, perché ritenuto pericoloso, data la sua avversione alla guerra appena iniziata.

Quando poi i fatti precipitarono e Qu Yuan venne a sapere che l’imperatore Zhou era stato sconfitto dai Qin, vedendo in ciò un segno di declino del paese, dalla disperazione, si buttò nel fiume Milou e si suicidò.

Ma accadde un fatto sorprendente, Qu Yuan era tanto amato dalla gente comune, che i pescatori presero immediatamente lunghe barche con le quali, al ritmo dei tamburi e gettando palle di riso glutinoso, cercarono di spaventare e cacciare i pesci dal corpo del letterato ed impedire che lo divorassero

Bene, nel Dragon Boat Festival moderno si ritrovano tutti questi elementi leggendari, infatti è il momento tradizionale per le sfide su lunghe barche, scandendo le vogate a ritmo dei tamburi.

Inoltre in questi giorni si mangiani gli Zongzi, guarda caso palle di riso glutinato con ripieno di grano, maiale o altri ingredienti, quali funghi, fagioli, uova, preparati al vapore dentro foglie di mais, esattamente come nella leggenda tramandata da padre in figlio.

Nella Cina del terzo millennio, sembra risvegliarsi il proprio passato, quale segno della sua ritrovata unità, quel “dragone” che da queste parti vive da millenni e che accomuna profondamente tutti i diversi popoli che compongono questo incredibile multi-etnico paese.