lunedì 11 gennaio 2010

Cina: Campione d'Esportazione!!!

Più che una lunga marcia, quella che la Cina sta correndo in questi anni sembrano più delle ripetute da centometrista.

In anticipo su qualsiasi previsione e dopo essere diventato l’anno scorso il primo mercato automobilistico mondiale, superando gli USA, ora la Cina ha conquistato il primato del più grande esportatore al mondo superando questa volta la Germania.

Il balzo alla testa della classifica è stato fatto in dicembre, dove le spedizioni all’estero hanno raggiunto i 130,7 Miliardi di dollari, aumentando oltre qualsiasi stima attesa dagli economisti del 17,7% rispetto al già pregevole risultato dell’anno precedente.

Così ora la Cina, con i suoi 1,2 trilioni di dollari realizzati nel 2009, ha superato i 1,18 trilioni di dollari della Germania e sembra anche lanciare un segnale evidente: la crisi sembra essere superata.

Una risposta positiva, dopo che nello scorso anno a causa della crisi economica, il surplus di cassa generato dalle esportazioni era diminuito a 196 Miliardi di Dollari, così come le esportazioni erano diminuite del 16% .

Tra l’altro le due economie, quella cinese e tedesca, sono strettamente collegate, perché se in senso assoluto la Cina ha superato la Germania, la Germania ha ancora il predominio sulle esportazione ad alto valore aggiunto e alto livello tecnologico, mentre i risultati Cinesi sono stati realizzati esportando giocattoli, scarpe, mobili e prodotti a basso contenuto tecnologico.

Ciò dimostra l’ampio margine di crescita e di miglioramento che la Cina potrà avere nel prossimo futuro.

Per contro, i macchinari delle maggiori esportatrici cinesi hanno proprio nei tedeschi i loro maggiori fornitori, per cui la Germania può vedere positivamente il nuovo record cinese.

Infatti anche l’import cinese ha raggiunto un suo nuovo record in dicembre, raggiungendo i 112,3 Miliardi di dollari, con un balzo di ben il 55,9%.

L’impressione che se ne trae è quindi che il risultato cinese sia realmente un segnale complessivo di salute del commercio cinese e che sia strettamente connesso ai recenti piani di incentivi che sembrano abbiano favorito questo recupero.

Non solo, stesso discorso vale anche per i diversi provvedimenti a supporto degli esportatori, così come le riduzioni delle tariffe sulle esportazione che per ben 7 volte dall’agosto del 2008 hanno riguardato prodotti per un valore di 676 Miliardi di dollari e le cui imposte sono state ridotte del 16,4%.

Anche l’apertura di nuove aree di libero scambio, per ridurre le barriere commerciali e le tariffe, sembrano aver dato i loro risultati. Uteriori stimoli quindi potrebbero arrivare all'export cinese dai recenti accordi ASEAN che proprio dal 2010 interesseranno l’area asiatica con oltre 2 miliardi di abitanti e potranno fare da volano per futuri record cinesi.

Tornando ai dati dell'export cinese, si vede come l’area EU rimanga saldamente in testa, con un volume bilaterale di 364 Miliardi di dollari, seguita dagli USA e dal Giappone anche l'occidente ha subito una riduzione a doppia cifra a causa della crisi mondiale.

Ora è da vedere se tale performance cinese possa favorire l’inversione di tendenza anche per le altre economie mondiali, in una graduale e continua uscita dalle “secche” della crisi.

Anche il PIL cinese sembra comunque confermare questo recupero, visto che dopo un iniziale 6,1% su base annua del primo quarto si è avuto una prima crescita al 7,9%, per arrivare al 8,9% del terzo quarto.

Nel 2010 si attende un PIL attorno all’9%, risultato in grado di dare alla Cina nuovo slancio trainante anche alle economie mondiali.

Un risultato, quello cinese, che quindi sembra non essere indice di salute solo cinese ma anche il segno che la ripresa mondiale è qualcosa di tangibile ed è iniziata.

Una cosa l'export cinese però teme: le crescenti azioni protezionistiche di questi tempi che possono in qualche maniera minare i possibile risultati futuri.

Proprio per questo i cinesi invitano i paese sviluppati ad evitarle, per non aggravare la situazione complessiva e ridurre la speranza di ripresa, soprattutto dei paesi in via di sviluppo, Cina compresa.

Adesso la palla passa all'occidente.