domenica 31 gennaio 2010

17:30 Ora è chiara la stategia USA.: la Cina come l'URSS

Dopo qualche esitazione finalmente le carte del gioco americano si sono scoperte. 

Nelle dichiarazioni di oggi del Dipartimento di Stato americano è stato testualmente detto: "la nuova vendita di armi a Taiwan, contribuirà a "mantenere la sicurezza e la stabilità" tra l'isola e la Cina."

Bene, fin qua nessuna novità rispetto alle posizioni di qualche anno fa. Ma esiste un ma grosso come una casa.

Quando Obama è arrivato in Cina lo scorso novemnbre ha firmato un accordo che stabilisce esattamente il contrario e che dice testualmente "gli Usa riconoscono il diritto della Cina di arrivare ad una riunificazione pacifica con Taiwan”, così come “la questione faccia parte della sovranità e territorialita' cinese”. Nel contempo “la Cina ha espresso la speranza che la parte americana onorerà i suoi impegni ad apprezzare e sostenere la posizione della parte cinese su questo tema”.

In particolare Cina e Usa sono d’accordo che “in linea di principio, non supporteranno alcun tentativo per risolvere la questione con la forza.”

Un impegno sottoscritto dal Presidente Obama ed ora di fatto non rispettato dal suo Dipartimento di Stato e dal suo Segretario di Stato Clinton.

Da qua la dura reazione della Cina che ora "vede" un pericoloso doppio gioco del suo più grande debitore, che da una parte rassicura e dall'altra lede gli interessi della Cina.
Ma a preoccupare sono proprio le ultime dichiarazioni da "guerra fredda", di uno schema che vuole congelare la questione di Taiwan, cosa che invece nelle menti cinesi deve trovare, nei giusti tempi, una soluzione nella riunificazione.

Per cui l'atto della vendita delle armi a Taiwan è considerato un atto che minaccia il territorio cinese e quindi ha fatto automaticamente attivare una reazione difensiva da parte cinese.

Gli USA sembra evidentge che con Internet da una parte e Taiwan dall'altra, vogliano ripercorrere la strada che portà alla implosione della Russia. 

I cinesi la storia l'hanno studiata a fondo e quindi ora prenderanno le dovute contromosse, ma soprattutto gli Usa sembra stiano peccando di una incredibile miopia. 

Gli URSS di allora e la Cina di oggi non sono minimamente paragonabili e tentare di "sfasciarla" sarà un pericoloso Boomerang che potrebbe al contrario stavolta portare sulle "tavole degli americani" i costi di una scelta senza ritorno.

Perchè se il creditore chiude i rubinetti,gli americani si trovano all'istante poveri come mai nella propria storia, ed un sacco di nemici in giro per il mondo!.

In Cina invece ci sono ampi margini per accettare anche l'eventuale perdita delle esportazioni verso quello che sarà considerato solo "un ingrato ex amico".

Così come il mondo in via di sviluppo già ora non è schierato con gli USA che giorno dopo giorno stanno smettendo i panni del "padre della libertà" per quelli di un triste, invecchiato, risentito ed inascoltato Imperatore.

O forse queste sono anche le prime crepe del potere di Obama, che siorno dopo giorno sembra stia sfaldandosi come neve al sole (vedi anche le scuse pubbliche nel discorso sull'Unione), davanti alle "reali" priorità del paese??

La domanda anche dopo le ultime dichiarazioni sorge quindi spontanea: chi comanda realmente a Washington?? Obama o la Clinton??