giovedì 17 luglio 2008

Orgoglio e paura Olimpica

A poco meno di un mese dall’apertura dei Giochi Olimpici di Beijing, la Cina è entrata nell’ultima fase della lunga preparazione.

Tre sono ora gli aspetti fondamentali al centro delle ultime frenetiche giornate che precedono l’oramai mitico 8 – 8 - 2008:

- attivazione degli impianti che ospiteranno le diverse competizioni;
- organizzazione delle procedure, dei volontari e dei supporti a disposizioni dei diversi media internazionali che saranno presenti all’evento.
- Attivazione delle procedure e dispiegamento dell’apparato di sicurezza, dopo tutte le simulazioni e training dei mesi scorsi.

Quest’ultimo aspetto in particolare, ormai una consuetudine per qualsiasi grande evento, per i Giochi Olimpici di Beijing rappresenta un’autentica sfida.

Non bisogna dimenticarsi che le spese della sicurezza fanno parte da tempo del Budget Olimpico.

Alle Olimpiadi di Atene hanno già toccato un record storico di 1.2 miliardi di dollari. In tale occasione furono anche impegnati 100.000 militari, tra cui anche i Marines, attivate qualcosa come 2000 telecamere e sensori, i mitici missili Patriot. per possibili attacchi aerei, 500 veicoli militari, 50 navi e una squadra della Nato, contro gli attacchi biochimici.

Tutto questo a protezione dello Spirito Olimpico!

Ma mentre ad Atene, il grosso delle azioni dell’apparato di sicurezza erano rivolte alla salvaguardia degli impianti e degli eventi, con controlli soprattutto limitati in questa direzione, a Beijing, l’opera di prevenzione è per la prima volta su scala nazionale.

Tutta la Cina è infatti coinvolta nelle attività di sicurezza, ed attorno alle principali Città sono stati attivati sistemi di controllo molto capillari.

Tutto ciò che entrerà in Beijing, verrà controllato minuziosamente, come tutte le persone.

I Cinesi non intendono lasciare nulla al caso, anche perché quello che li preoccupa sono fondamentalmente tre scenari:

- un gesto plateale in mondovisione di qualche gruppo internazionale od interno, relativamente alle questioni già aperte nei mesi scorsi, quali diritti civili e Tibet. Queste azioni, per quanto spiacevoli per il danno d’immagine che potrebbero provocare, non preoccupano quanto gli altri due possibili scenari.
- Attentato o atto terroristico in uno degli impianti olimpici, da parte di gruppi terroristici internazionali od interni.
- Attentato o atto terroristico in una qualsiasi delle megalopoli cinesi, utilizzando armi non convenzionali, che possono interessare luoghi ad alta densità, quali metrò, stazioni o piazze, con l’unico scopo di provocare un alto numero di vittime.

Quest’ultimo è il vero incubo che la Cina, sotto sotto, teme di più, perché fino ad ora è riuscita a rimanere fuori dai “circuiti del terrore” che invece vedono gli USA nel centro del mirino.

Lo spettro di un attentato stile Atlanta, allora fortunosamente con effetti limitati, soprattutto a causa del luogo prescelto, potrebbe prendere una piega ben diversa, se fosse pensato e realizzato in uno dei punti di passaggio quotidiani per milioni di cinesi.

A causa di ciò, sono quindi stati attivati i controlli a tappeto nei metrò, stazioni ferroviarie e dei bus, oltre all’intensificarsi di quelli negli aeroporti.

Ma è di questi giorni che sono partiti anche i controlli direttamente sugli autobus ai caselli autostradali e in ingresso a Beijing, con il controllo delle identità di tutti i passeggeri, una novità, che spiega come la Cina, durante i giochi sarà blindata.

E il governo fa bene a fare così, per un “curioso” precedente accaduto a Shanghai, che ha visto coinvolto proprio un autobus delle linee urbane, che qualche tempo fa, in un orario di punta, prese fuoco o sarebbe meglio dire, esplose.

Il dubbio che qualcosa di “strano” su quell’autobus sia potuto accadere, è testimoniato dalle informazioni che in seguito le autorità fornirono sull’accaduto, spiegando che”l’autobus aveva preso fuoco per qualcosa che uno dei passeggeri aveva portato con sè, in violazione alle norme, vigenti.”

Per quanto strano, posso comunque confermare di aver visto personalmente portare sugli autobus materiali infiammabili e rischiosi in gran quantità, al seguito di piccoli artigiani o commercianti, che usano i mezzi pubblici per il proprio lavoro.

Sarà stata una fatalità ma ora nei metrò e nelle stazioni dei bus, tutto viene passato al metal detector, controllando all’origine le tipologie dei beni trasportati, prima di salire a bordo.

Gli stessi aeroporti hanno alzato il livello di attenzione e dal 20 luglio le regole si faranno ancora più stringenti, anche questo dopo un fatto di ben altra gravità, accaduto su un volo interno, dove sono stati fermati dei terroristi che avevano intenzione, durante i giochi olimpici, di emulare le gesta di Al Qeada a New York.

Ma quello che spaventa tutto il mondo e anche la Cina Olimpica, è l’eventuale salto di qualità del terrorismo, in concomitanza di questo evento in Mondovisione e l’uso di una qualsiasi “bomba sporca”, qualcosa di terribile e nello stesso tempo imprevedibile, date le dimensioni e i materiali con le quali possono essere prodotte.

Da tempo, gli apparati di sicurezza cinesi collaborano con la “creme” degli apparati di sicurezza Americani, giunti oltretutto a Beijing per supportare sul campo i colleghi cinesi, in una guerra che vede tutte le nazioni, collegialmente impegnate, affinché lo “Spirito Olimpico” e di pace tra i popoli, venga salvaguardato e non venga in nessun modo infangato.