Mamma Del Turco!
“Arrestato il Governatore della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco.”
Dopo una rapida “stropicciata” d’occhi, la conferma: era proprio vero.
Ironia della sorte, subito dopo il voto favorevole sul contestassimo “Lodo Alfano”, che garantisce l’immunità alle 4 principali cariche dello stato, ad essere arrestato è la prima carica di una Regione del centro Italia e vari responsabili facenti parte, a vario titolo, nella gestione della Regione Abruzzo.
La cosa non può che colpire, anche per l’entità del reato contestato: mazzette per circa 6 Milioni di euro.
Se fosse accaduto in Cina, ora si potrebbe scommettere per una bella condanna all’ergastolo, vista l’entità rilevante dell’atto estorsivo, per giunta in settore così delicato come quello sanitario.
Che senso ha fare questo parallelo?
Tutto il mondo è paese, ma dalle nostre parti si tende subito a dimenticare i reati, preferendo pensare che tutto sia frutto di una fantomatica “resa dei conti politica”, finendo per minare ancora di più, la già fragile fiducia nelle istituzioni, nella mente del cittadino medio italiano.
E’ evidente, che in una situazione ambientale del genere, la situazione politica italiana rischia di incattivirsi ancora di più di quello che è già ora.
Analizzando quanto accaduto in Abruzzo e il recente precedente Milanese, si nota come sulla Sanità, la voce di bilancio principale per tutte le Regioni Italiane, si rischi di scatenare una “Cliniche Pulite” di livello nazionale.
Quello che però sorprende sono i primi commenti politici, che addirittura prima di sapere quali sono i fatti, continuano la litania dei “giudici politicizzati” che colpiscono in maniera indiscriminata il potere politico.
Alt, un momento: ma Del Turco non è del Partito del Presidente, Berlusconi, anzi appartiene a quella che dovrebbe essere la sua opposizione.
A questo punto una domanda è d’obbligo: a quale scenario si rifarebbero questi “giudici”, per colpire questo o quel politico? Quale potere starebbero rappresentando? Ma soprattutto, quale giustificazione avrebbe il Governatore della Regione Abruzzo, se fossero provate le accuse?
Quella di essere stato solo sfortunato?
Ecco quale è la questione che fa davvero arrabbiare tanto gli italiani.
Di fronte anche all’evidenza, in questo caso ancora da dimostrare, ma già accaduto in altre situazioni, la politica italiana cerca subito di trovare un modo per “giustificarsi” e non affrontare le ragioni per cui i fatti sono potuti accadere, cercando di ammorbidirne le conseguenze.
In America, così come la Cina, su reati del genere ormai si rischiano pene così pesanti, che chi viene accusato di reati del genere, in alcuni casi preferisce il suicidio, piuttosto che affrontare quella che, potrebbe essere definita, una Dantesca pena del contrappasso eterno, senza l’opportunità di alcuna compassione futura da parte della società.
Questo perché?
Non c’è niente di più aberrante di colui, al quale è affidata la qualità e la vita stessa dei propri cittadini, che usa questo autentico “dono”, per perseguire fini personali.
Diventare Amministratore Pubblico è una scelta di vita, non obbligata dai fatti, né dalle difficoltà della vita, è una missione che non ammette deroghe.
Solo che sembra che molti dei nostri Pubblici Amministratori. abbiano scelto questa strada, per accelerare le probabilità di un successo personale, che dovrebbe essere sempre secondo solo al servizio dei propri concittadini.
Nonostante tutto, tanti sconosciuti Pubblici Amministratori, fanno il proprio lavoro con passione ed abnegazione. Finito l’incarico, tornano alla propria vita di prima, senza troppi “grilli” per la testa, felici di aver fatto il proprio dovere.
Per questa ragione, occorre che le pene, soprattutto se Pubblici Amministratori al vertice, siano dure ed esemplari, non per vendicare qualcuno, ma dare un senso al “disinteressato sacrificio” dei tanti altri che, finirebbero per credere, di essere stati solo degli stupidi illusi.
Occorre preservare ad ogni costo, l’unico valore con il quale una società può essere migliore e che deve accomunarci tutti senza se, senza ma: il senso civico.
Chi dimostra di non possederlo, va isolato per sempre, senza giustificazioni, ne pesando o misurando con il bilancino sulla gravità di un reato che esiste o non esiste, per quanto piccolo possa essere stato.
Dobbiamo ricordarci che la corruzione dei Pubblici Amministratori è un cancro profondo a livello mondiale, inserito dall’ONU nella lista dei peggiori reati dell’umanità, perché impedisce ad un paese di crescere e svilupparsi.
Un cancro da estirpare dalla nostra società senza esitazioni, prima che porti alla morte tutto il paese, mentre si continua ad invocare il santo di turno.
Dopo una rapida “stropicciata” d’occhi, la conferma: era proprio vero.
Ironia della sorte, subito dopo il voto favorevole sul contestassimo “Lodo Alfano”, che garantisce l’immunità alle 4 principali cariche dello stato, ad essere arrestato è la prima carica di una Regione del centro Italia e vari responsabili facenti parte, a vario titolo, nella gestione della Regione Abruzzo.
La cosa non può che colpire, anche per l’entità del reato contestato: mazzette per circa 6 Milioni di euro.
Se fosse accaduto in Cina, ora si potrebbe scommettere per una bella condanna all’ergastolo, vista l’entità rilevante dell’atto estorsivo, per giunta in settore così delicato come quello sanitario.
Che senso ha fare questo parallelo?
Tutto il mondo è paese, ma dalle nostre parti si tende subito a dimenticare i reati, preferendo pensare che tutto sia frutto di una fantomatica “resa dei conti politica”, finendo per minare ancora di più, la già fragile fiducia nelle istituzioni, nella mente del cittadino medio italiano.
E’ evidente, che in una situazione ambientale del genere, la situazione politica italiana rischia di incattivirsi ancora di più di quello che è già ora.
Analizzando quanto accaduto in Abruzzo e il recente precedente Milanese, si nota come sulla Sanità, la voce di bilancio principale per tutte le Regioni Italiane, si rischi di scatenare una “Cliniche Pulite” di livello nazionale.
Quello che però sorprende sono i primi commenti politici, che addirittura prima di sapere quali sono i fatti, continuano la litania dei “giudici politicizzati” che colpiscono in maniera indiscriminata il potere politico.
Alt, un momento: ma Del Turco non è del Partito del Presidente, Berlusconi, anzi appartiene a quella che dovrebbe essere la sua opposizione.
A questo punto una domanda è d’obbligo: a quale scenario si rifarebbero questi “giudici”, per colpire questo o quel politico? Quale potere starebbero rappresentando? Ma soprattutto, quale giustificazione avrebbe il Governatore della Regione Abruzzo, se fossero provate le accuse?
Quella di essere stato solo sfortunato?
Ecco quale è la questione che fa davvero arrabbiare tanto gli italiani.
Di fronte anche all’evidenza, in questo caso ancora da dimostrare, ma già accaduto in altre situazioni, la politica italiana cerca subito di trovare un modo per “giustificarsi” e non affrontare le ragioni per cui i fatti sono potuti accadere, cercando di ammorbidirne le conseguenze.
In America, così come la Cina, su reati del genere ormai si rischiano pene così pesanti, che chi viene accusato di reati del genere, in alcuni casi preferisce il suicidio, piuttosto che affrontare quella che, potrebbe essere definita, una Dantesca pena del contrappasso eterno, senza l’opportunità di alcuna compassione futura da parte della società.
Questo perché?
Non c’è niente di più aberrante di colui, al quale è affidata la qualità e la vita stessa dei propri cittadini, che usa questo autentico “dono”, per perseguire fini personali.
Diventare Amministratore Pubblico è una scelta di vita, non obbligata dai fatti, né dalle difficoltà della vita, è una missione che non ammette deroghe.
Solo che sembra che molti dei nostri Pubblici Amministratori. abbiano scelto questa strada, per accelerare le probabilità di un successo personale, che dovrebbe essere sempre secondo solo al servizio dei propri concittadini.
Nonostante tutto, tanti sconosciuti Pubblici Amministratori, fanno il proprio lavoro con passione ed abnegazione. Finito l’incarico, tornano alla propria vita di prima, senza troppi “grilli” per la testa, felici di aver fatto il proprio dovere.
Per questa ragione, occorre che le pene, soprattutto se Pubblici Amministratori al vertice, siano dure ed esemplari, non per vendicare qualcuno, ma dare un senso al “disinteressato sacrificio” dei tanti altri che, finirebbero per credere, di essere stati solo degli stupidi illusi.
Occorre preservare ad ogni costo, l’unico valore con il quale una società può essere migliore e che deve accomunarci tutti senza se, senza ma: il senso civico.
Chi dimostra di non possederlo, va isolato per sempre, senza giustificazioni, ne pesando o misurando con il bilancino sulla gravità di un reato che esiste o non esiste, per quanto piccolo possa essere stato.
Dobbiamo ricordarci che la corruzione dei Pubblici Amministratori è un cancro profondo a livello mondiale, inserito dall’ONU nella lista dei peggiori reati dell’umanità, perché impedisce ad un paese di crescere e svilupparsi.
Un cancro da estirpare dalla nostra società senza esitazioni, prima che porti alla morte tutto il paese, mentre si continua ad invocare il santo di turno.