martedì 11 marzo 2008

Ode "All’Italia Perduta".

Leggendo i resoconti sulla crisi politica italiana, ma non solo, si comprende come l’Italia sia perduta.

Troppi gli interessi incrociati tra politici, imprenditori e giornalisti per cui ci possa essere un serio cambiamento di direzione, l’auspicata “virata”.

Il “cancro” di cui soffre l’Italia lo si sta cercando di curare con dei palliativi, misure del tutto insufficienti per portare reali benefici duraturi.

Fa specie oltretutto chiamare quelle in corso “campagne elettorali”, quando più o meno è tutto deciso, tanto che sulle tv nazionali non sono neppure più necessarie alcuna tribuna elettorale, il confronto, lo scontro sulle varie tematiche, il tentativo, almeno quello, di cercare di “convincere” gli italiani di essere (ancora) liberi di scegliere!.

In presenza di questa situazione e la pochezza nelle proposte elettorali attuali, il risultato non potrà che essere come quello delle passate elezioni: il sostanziale pareggio tra le due principali coalizioni.

Questo “obbligherà” le parti (forse il vero obbiettivo?) ad un accordo di “unità nazionale” per consentire la governabilità del paese, altrimenti allo sbando.

In questo periodo si “cercheranno” (sottolineo cercheranno) di realizzare le auspicate riforme, la più importante delle quali è quella sulla “incredibile” legge elettorale, che di fatto impedisce qualsiasi “libera elezione”, stile democrazia occidentale – europea, area alla quale “crediamo ingenuamente” ancora di appartenere.

Una domanda a questo punto è d’obbligo: come mai l’Unione Europea che interviene su tutte le questioni, anche le più stupide, fino ad ora non abbia detto NULLA, “bacchettando” la politica italiana, per una legge elettorale così indemocratica (antidemocratica)?

Mi spiace tanto doverlo dire: a prescindere da questo o quel partito, in queste elezioni, il “problema di sistema” non è risolvibile prima che accadano due fatti fondamentali:

- anagraficamente “vengano meno” molti dei legami che cementano tra loro molti degli interessi che ingabbiano l’Italia nel suo “triste” presente.
- la crisi interna diventi così profonda (quella di ora non ci basta?) per cui per forza dovranno emergere nuove proposte realmente alternative, totalmente sconnesse da quelle attuali che è ovvio non hanno al memento l’interesse reale a cambiare le cose, visto che nel cambiamento avrebbero tutto da perdere.

Il problema è ci vorrà tempo, molto tempo. L’Italia non ha però a disposizione tutto questo tempo per “risorgere” come l’araba fenice.
Cosa potrà accadere affinché qualcosa cambi prima?

Il miracolo di una vittoria “schiacciante” di una delle due attuali coalizioni, vittoria che consenta al vincitore di cercare almeno di governare senza alibi.

Ma, la storia italiana insegna: di fronte a tale vittoria saranno in tanti a richiamare i fantasmi del “fascismo” (o comunismo), perché in Italia c’è ancora la fobia del “governo forte”, cosa che spaventa, ma che è la ragione per cui ora ci troviamo nella attuale situazione, con “formuline, formulacce” che hanno sempre un unico scopo: limitare il potere del governo in carica.

Come dire “ ti facciamo governare, ma ricordati che in realtà il “polso della situazione” è in mano ad altri”.

Questa metafora nasce dal nostro dopoguerra, nel quale la democrazia italiana dovette fare i conti con la “libertà vigilata” dei paesi vincitori il secondo conflitto mondiale, perché per quanto si parli di partigiani, l’Italia perse la guerra e ne pagò lo scotto connesso in termini di libertà relativa!.
Ciò è dimostrato dalle prove storiche della esistenza negli anni ’70 di un piano per un colpo di stato, da parte degli alleati, nel caso fosse allora andato al governo il partito comunista.

Bene, ora che la “guerra fredda” è finita e che potremmo gestire la nostra ritrovata libertà, continuiamo invece a comportarci come se tutto fosse come allora.

L’errore delle proposte dei nostri partiti di oggi è che guardano al passato, senza mai vedere il futuro, un fastidioso “incidente di percorso”, di cui farebbero volentieri a meno.

Povera Italia. L’Italia perduta!

mercoledì 5 marzo 2008

Miti, Leggende e Superpoteri

La Cina sta vivendo con grande apprensione le vicende legate alla salute del proprio atleta più rappresentativo: Yao Ming.

Il giocatore di Basket cinese ed NBA, che in una recente ricerca era risultato essere il personaggio che più di chiunque altro, Confucio compreso, rappresentasse il valore stesso della Cina moderna nel mondo, quasi sicuramente alle SUE Olimpiadi non ci sarà.

Molti cinesi sono rimasti schoccati, in quanto“l’immedesimazione” in questo incredibile atleta di 2.26 è un fatto molto diffuso in Cina.

Come fu per i giocatori di colore in America, che con il Basket potevano finalmente “scalare” la scala sociale e uscire dal “ghetto razziale” della società USA, così Yao Ming è il simbolo pulito di come poter arrivare al successo personale, oltretutto in America.

Nel contempo ha ridato alla Cina e ai suoi cittadini, onore e rispetto di livello mondiale, diventando “bandiera” ed icona stessa della Nazione.

L’orgoglio nazionale a qualsiasi livello sociale e generazione, ha infatti trovato in Yao Ming la sua sintesi.

Ma all’iniziale profondo sconforto, ora incredibilmente si sta però facendo strada la speranza.

I cinesi sperano che Yao Ming ce la possa fare e che in “tempi incredibili” possa essere comunque presente alle SUE Olimpiadi.

Questa reazione è molto interessante.

Infatti in Cina non esistono figure di super eroi come da noi stile Superman o simili.

Se lo chiedi ad un cinese, la risposta più gettonata è Bruce Lee. Ma di un Superman nella letteratura o filmografia tradizionale cinese, nemmeno traccia.

Nella tradizione cinese, la forza è prerogativa attribuita solo alla natura. Infatti il più famoso personaggio della letteratura, fin dalla dinastia Ming (1500 – 1582), dotato di incredibili poteri è una scimmia: il “Monkey King”.

I racconti sul Monkey King che combatte contro i fantasmi, per impedire loro di conquistare il mondo, aiutato da Tripitaka and Sandy, un monaco e un maiale, contengono soprattutto una morale: agli ostacoli, ai demoni, solo la grande capacità della mente e l’unità del Gruppo, possono avere possibilità di successo.

Messaggio molto diverso dai Super Eroi occidentali, dove un solo uomo è in grado di sconfiggere i cattivi o le avversità, solo supportato dai propri Super Poteri.

Interessante poi notare l’influsso che ebbero negli anni ottanta i cartoni animati giapponesi, dove ad avere dei super poteri erano le macchine e i robot, quali i famosi Goldrake e Mazinga.

In Cina si affermò invece Astroboy, che nelle sembianze di un Bambino-robot era perennemente impegnato a salvare il mondo.

Tutto ciò è importante per capire come sostanzialmente in Cina, il culto della persona sia una sorta di Tabù storico. Infatti anche oggi conta solo il ruolo, non la persona che lo ricopre.

Ma il miracolo economico ha però creato in Cina qualcosa che preoccupa molto: l’egoismo.

Per il cinese medio, la vera novità di questi decenni non è infatti il poter comprare qualcosa, ma il poter pensare a se stesso.

Il problema è che tante volte tutto ciò può degenerare in egoismo, anche a causa dei “presunti superpoteri” che i soldi sembrano offrire. Questo “effetto collaterale” è temuto più di ogni altra cosa, anche perché è alla base di uno dei grandi problemi della società cinese: la corruzione.

Ecco perché Yao Ming è importante: data la mole, l’altezza e nell’immaginario collettivo (sportivo), abbia sconfitto gli americani, lo trasforma in una sorta di Super-Eroe moderno, per la prima volta in carne ed ossa, al quale ora il cinese medio chiede il “miracolo”: guarire.

Se questo fosse un film, ora si assisterebbe al suo incredibile ritorno da “guerriero” per trascinare la propria squadra alla vittoria alle Olimpiadi.

Peccato che nella realtà questo spesso non sia possibile. Ecco perché subito i canali ufficiali cinesi hanno lanciato il messaggio “ce la possiamo fare anche senza Yao Ming”, per “disincantare” i molti (troppi) cinesi che sempre più credono che la vita sia un film o un video gioco.

E’ un richiamo alla tradizione: “l’importante è saper distinguere la realtà dalla finzione. Altrimenti si rischia di perdere “l’equilibrio mentale”, l’unico vero (super) potere umano”.

Lo dice il saggio!

mercoledì 27 febbraio 2008

Caro Veltroni, non mi convinci!

Ho letto con attenzione il tuo programma diffuso ieri.

Molte cose possono essere condivise ma pur apprezzando lo sforzo di sintesi e l’uso di un nuovo coinciso linguaggio, non mi convinci.

Le ragioni sono da ricercarsi a “monte” del programma stesso.

La FALSA novità: in questi giorni si sta cercando di far passare la tua candidatura come un reale rinnovamento dello scenario della Politica Italiana. Così non è, in quanto tu rappresenti e fai parte da decenni del “sistema di relazioni” che hanno contribuito non poco a portare l’Italia all’attuale situazione.

Sei stato al Governo sia in forma diretta (come ministro) che indirettamente attraverso il partito di cui sei uno dei maggiori leaders.

Fa “specie” che chi fino ad oggi è stato al governo, ora indichi i “mali del paese” e pensi di averne individuato i rimedi .

Ma negli anni precedenti, mentre l’Italia affondava, cosa facevi?

Esperienze di governo: Non sei un novizio. Potrebbe essere un punto a tuo favore, vista la precedente esperienza nel governo nazionale ma soprattutto per la lunga esperienza quale sindaco di Roma.

Ma proprio riguardo a quest’ultima tua diretta gestione della “cosa pubblica”, non posso scordarmi del recente “richiamo” del Papa sul livello di degrado che proprio Roma ha raggiunto, denunciando "l'aumento della povertà" nelle grandi periferie urbanee e la "drammatica situazione" delle strutture sanitarie” a Roma, la città che hai governato e gestito.

Visione del Mondo: a parte la piacevole recente tua scoperta delle nuove tecnologie e dei linguaggi moderni, rimango invece un “pelo sconcertato” nella “visione del mondo” che la prima pagina del tuo programma evidenzia. Qui il linguaggio, permettimi, appare non sintetico, ma criptico e rimanda ad una visione da Guerra Fredda e al confronto tra Blocchi.

Da un leader che dovrebbe guidare le scelte del paese verso il futuro, mi sarei aspettato una più “realistica crescita” delle relazioni ed influenza italiana ad est, visto che il mondo è qua che sta andando, tanto che il leader europeo a cui chiaramente ti ispiri, Sarkozy, nelle sue prime visite di stato è andato proprio in Cina ed India. (altro che USA!)

Citi tra l’altro l’esperienza di concertazione del ’93, ma sembri non considerare che i tempi (e gli scenari) nel frattempo sono cambiati e che per reagire alla crisi che ci attanaglia, bisogna soprattutto facilitare gli investimenti esteri in Italia.

Di questo fatto nel tuo programma nessun accenno.

Senza questo fondamentale aspetto, tutte le tue “promesse elettorali” rischiano di essere “irrealizzabili” per “assenza di risorse”, visto che quelle interne sono over da tempo

Il NON partito: questo aspetto sembra essere una caratteristica della “nuova” politica italiana, dove i maggiori “partiti”, possono essere di fatto definiti dei NON Partiti. Il PD non sfugge a questa definizione, in quanto non nasce da una idea e una serie di valori condivisi che accomunano i suoi simpatizzanti.

Sono invece i NUMERI a legare queste persone, così diverse tra loro e disposte a stare sotto lo “stesso tetto” per una ragione ben diversa: “il potere” connesso a questi numeri.

E’ stata infatti una “caduta di tono”, alla faccia di tutti i tuoi sani proclami quali “il PD correrà da solo”, l’accordo con i radicali e lo “scambio” di poltrone connesso per ottenere il loro futuro supporto.

Una domanda è quindi d’obbligo: cosa è stato promesso a Di Pietro al momento dell’accordo elettorale?

Un Programma “pubblicitario” (altrui): nei manifesti elettorali e il programma, oltre alla tua faccia, campeggia anche lo slogan “Si può fare!”. Bel motto. Peccato che non sia tuo ma di un (vero) giovane candidato alle Primarie di ottobre.

Questo fatto lascia perplessi e conferma che tutto sia “costruito” a tavolino, così come le “visioni” che si attribuiscono a te, in quanto leader riconosciuto.

Se lo slogan non è tuo, si può pensare che TUTTO il programma non sia “farina” del tuo sacco.

Infatti non ti devi dimenticare che sugli stessi manifesti, a caratteri cubitali è scritto: “Veltroni Presidente”. Quindi sei TU che chiedi di essere eletto, offrendoti agli elettori con le tue idee e i tuoi contenuti.

Farlo con lo slogan di un altro, permettimi è quanto meno “indelicato”.

Insomma caro Veltroni, altro potrei aggiungere, ma penso sia sufficiente per affermare che nonostante l’apprezzabile sforzo, la sostanza non appare altrettanto convincente.

L’impressione è che la tua leadership sia di “facciata”. Fa infatti effetto il “silenzio” di questi giorni di altri leaders, quali ad esempio D’Alema e Fassino che pur facendo parte del tuo partito, sembrano aver perso la parola.

Come mai? Quale sarà il potere che avranno di condizionare le tue decisioni una volta eletto?
Quale sarà la reale capacità di cambiamento dei “giovani” che stai cercando di fare eleggere, nell’impegno di un ricambio generazionale della classe politica?

Detto questo, anche questo tuo impegno non mi convince.

Sembra più un “lifting” e la strumentalizzazione di una generazione che poi non potrà avere alcuna reale capacità di cambiare lo stato delle cose, visto che il potere reale, sembra rimanere stabilmente nelle mani dei molti “muti” di questi giorni.

Un cordiale saluto e in “bocca al lupo” per le elezioni.

giovedì 21 febbraio 2008

Oggi è il giorno delle Lanterne “Rosse”


In Cina oggi è una giornata di festa: il giorno delle Lanterne “Rosse” (“Lantern Festival” o Yuanxiao day).

Festeggiato il 15° giorno del nuovo anno lunare, è il momento nel quale terminano i festeggiamenti iniziati con il Capodanno cinese.

Ma la caratteristica di questa festa è questa esplosione di “Luce” simboleggiata dalle lanterne.

Le origini di questa festa, come spesso accade, si perdono nella millenaria storia cinese.

La più gettonata è che sia stata introdotta come festeggiamento per l’ascesa al trono, nel 180 a.C,.dell’imperatore Han Wendi ed inserita in via permanente a partire dal 104 a.C., diventando così una delle festività cinesi più importanti.

Legata a questo festival, esiste nella storia cinese anche uno stravagante riferimento alla dinastia Tang, la cui capitale del regno era l’attuale Xian e che nel 713 a.C., in occasione di questa festività, fece realizzare “il monte delle lanterne”, alto 7 metri e con più di 50.000 lanterne!. Da Guinness dei primati.

L’origine per quanto controversa, non lascia però dubbi sul fatto che sia in ogni caso un modo molto “elegante” di festeggiare, stare assieme e visto l’utilizzo delle lanterne, anche molto romantico.

Nel passato, quando le giovani donne non potevano uscire liberamente come oggi, era infatti in questo giorno che le ragazze potevano cercare di scegliere il proprio fidanzato, proprio con la complicità delle luci suffuse delle lanterne.

Ma l’uso delle lanterne in Cina non è stato sempre così romantico.

Infatti con la loro struttura leggera e di carta, come delle piccole mongolfiere, possono anche volare.

Questa caratteristica fu utilizzata a lungo come “strumento di comunicazione” tra le truppe cinesi, potendo oltretutto essere utilizzato anche di notte.

Ma tornando ad oggi oltre alle lanterne, come spesso accade nei festival cinesi, esiste anche un cibo collegato, chiamato appunto Yuanxiao.

Sono delle “palline” di riso glutinoso, con varie tipologie di interni (pasta di giuggiole, pasta zuccherata di soia rossa, sesamo, cioccolato.etc) e con diversi nomi, a seconda delle zone della Cina.

Sempre legate alla festività odierna, sono i famosi percorsi sui trampoli o le danze Yangge così come la famosa “Danza del Leone”, da non confondersi con l’altrettanto nota “Danza del Dragone”.

La danza del Leone ha una tradizione millenaria che la leggenda narra parta da Canton, dove l’ultimo giorno dell’anno compariva un mostro che attaccava uomini ed animali.

Credendo fosse una divinità, gli abitanti costruirono allora una maschera simile alla testa del mostro e danzarono per tributargli gli onori.

La danza ebbe però l’effetto, imprevisto, di spaventare il mostro e non vederlo più tornare.

Ecco il perché di questa danza oggi: un auspicio affinché il nuovo anno appena iniziato sia buono, sereno e ricco di soddisfazioni e i “mostri” (le paure) stiano lontane.

Ricordatevi di questo, quando arrivando in Cina, vedrete in ogni dove le lanterne messe in occasione della festività odierna, lanterne di colore rosso, perchè nella tradizione cinese questo è il colore segno di buon auspicio e fortuna.

Non sono quindi semplici addobbi, ma un “segnale di pace”, quella che tutti i cinesi oggi si auspicano per loro e per il mondo intero, un po’ parafrasando il nostro motto: “tenere accesa” la speranza.

Viste alcune delle “crisi politiche” in corso nel mondo, sembra proprio ce ne sia bisogno!

lunedì 18 febbraio 2008

Indipendenza Kosovo: Cina “Molto preoccupata”


La dichiarazione di Indipendenza del Kosovo annunciata ieri, in Cina è stata accolta con grande preoccupazione, “per le possibile conseguenze negative che potrebbe avere nella stabilità dei Balcani”.

Così si è espresso Liu Jianchao, il portavoce del Ministero per gli Affari Esteri cinese, in quella che viene definita senza esitazione, “una dichiarazione unilaterale che non rispetta le norme Internazionali e il ruolo stesso del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.

Liu ha affermato come questa, secondo il governo cinese, non sia la via migliore per costruire una società multietnica nell’area.

La Cina pertanto si augura che Serbia e Kosovo, possano raggiungere nel futuro, attraverso ulteriori negoziati, un piano accettabile per entrambe le parti e si auspica che la Comunità Internazionale crei le condizioni favorevoli affinché ciò succeda.

Tradotto: i riconoscimenti “troppo” rapidi di queste ore di molti paesi occidentali, a partire dagli USA e Italia compresa, non sono il modo migliore per risolvere la questione del Kosovo e soprattutto rischiano di mettere a rischio l’equilibrio stesso dell’area.

La posizione della Cina non appare isolata in seno alla UN, decisamente moderata se confrontata con quella molto negativa della Russia, che in queste ore ha addirittura annunciato il proprio supporto a Belgrado.

Dalla reazione della Russia e dalle “preoccupazioni” della Cina, appare chiaro che la questione Kosovo è tutt’altro che risolta con la dichiarazione di indipendenza di ieri, anzi rischia di alimentare uno scontro tra “blocchi” di antica memoria, di un passato che speravamo fosse solo un lontano ricordo.

domenica 17 febbraio 2008

Comprare / vendere casa con il pin

Il mercato immobiliare cinese è in incredibile espansione, il vero volano della “nuova” ricchezza di cui i molti cinesi godono, giorno dopo giorno.

Per capire cosa sia successo, bisogna ricordarsi che in Cina, la proprietà privata è cosa recente.

Infatti nel 1949, la Rivoluzione Maoista aveva azzerato il concetto stesso di proprietà, portando tutto a proprietà collettiva.

Ma con le aperture economiche introdotte da Deng Xiaoping nel 1979, l’architetto dell’attuale boom cinese, fondamentale fu il riconoscimento della proprietà privata a livello costituzionale, una vera “nuova rivoluzione” che ne sanciva il diritto “legittimo e protetto dallo stato”.

Va sottolineata l’importanza di questo passaggio che non è semplicisticamente una questione economica ma una faccenda prima di tutto politica.

Sulla carta infatti, la Cina è un paese “social-comunista” ma con l’introduzione della proprietà privata se ne abbattono le fondamenta teoriche.

Garantire appieno il diritto di proprietà significa infatti garantire ad una classe di cittadini, tendenzialmente indipendenti dal potere politico, di poter aprire la società al dibattito pubblico oltre ad essere un primo passo fondamentale per la introduzione delle riforme politiche di quella che Hu Jintao ha definita“Società Armonica”.

Superati i tempi dello stato collettivista e delle comuni, nonostante quindi i leaders cinesi continuino a sottolineare il fatto che si sta sviluppando un mercato di “stampo socialista”, nella realtà, come risultato della mediazione tra passato e futuro, con la ratifica del diritto alla proprietà privata, si sono iniettati i “geni” del sistema capitalistico.

Tale diritto, che dopo 4 anni di discussioni è stata ratificato anche sotto forma di leggi applicative lo scorso marzo proprio per coprire un “buco legislativo” fino ad allora esistente, sancisce inoltre altri diritti fondamentali, per noi normali, ma non per i cinesi: l’ereditarietà del diritto di proprietà, il diritto della proprietà sui redditi sulle case, sulla terra, sulle cose d’uso e di lavoro e anche sulle materie prime.

Inoltre si stabilisce che in Cina siano vigenti tre tipologie di proprietà: la proprietà statale, la proprietà collettiva collegata ai villaggi e alle contee e gestite localmente da appositi comitati, la proprietà privata individuale.

Il diritto alla proprietà privata introdotto in Cina a partire dal 1979, è stato probabilmente il passo fondamentale alla base dell’attuale crescita del paese, che nelle città ha creato benessere diffuso.

Ora però nella forma attuale, sta scontando qualche problema e malcontento nelle campagne, fatto che sicuramente richiederà qualche ulteriore intervento da parte del governo centrale, per continuare nella direzione della crescita “armonica” nel paese.

Comunque sia, è grazie a tutto ciò che fu così possibile al governo, unico proprietario fino ad allora, di iniziare a “vendere”, per pochi Yuan, le case a molti cinesi delle grandi città, che così ricevettero il proprio diritto di proprietà (Real Estate Ownership).

Il valore di queste proprietà, negli anni hanno subito rivalutazioni incredibili. In questo modo si è andata creando una “nuova ricchezza” per molti cinesi.

Ma nella pratica come si “manifesta” il diritto di proprietà della casa in Cina?

I proprietari di casa ricevono una sorta di quadernetto (la Ownership) sul quale, oltre al loro nominativo, è presente anche la planimetria della casa oggetto del diritto di proprietà.

Ma interessante è osservare come a Shanghai, nelle nuove procedure, vi sia la curiosa peculiarità di assegnare al proprietario, oltre del nuovo certificato di proprietà, anche un codice PIN segreto, stile carta di credito.

Questo codice, esattamente come nel caso delle carte di credito, servirà quando si intendesse vendere il diritto di proprietà a qualcun altro, certificando così l’identità della persona venditrice con il codice da inserire nelle procedure necessarie alla vendita.

Insomma, per i nuovi proprietari di immobili in Cina, d’ora in poi, occhio al PIN!

venerdì 15 febbraio 2008

Spielberg, “una scelta” del tutto fuori luogo


Ieri Spielberg ha annunciato la sua rinuncia a collaborare con l’ente organizzatore cinese per gli eventi di apertura e chiusura delle prossime Olimpiadi.

Onestamente questo gesto, fatto così a ridosso dell’evento stesso, appare alquanto fuori luogo, in particolare perché collegato alla questione del Darfur, questione che non vede SOLO la Cina impegnata, ma soprattutto dopo l’invio del contingente militare e degli aiuti umanitari cinesi, vista l’incapacità a livello di ONU di trovare una formula in grado di bloccare quanto sta accadendo in questa area Africana.

Sicuramente la presenza di interessi cinesi economici nell’area è alta, come in altri paesi africani, ma da qua ad associare la Cina al genocidio in corso, ce ne passa.

Strumentalizzare poi le Olimpiadi nel modo fatto da Spielberg, rendendosi prima disponibile e ora avere presunte “crisi di coscienza”, appare più una parte “recita” che una credibile umana e comprensibile decisione.

Non convincono nè i modi nè i tempi e forse i cinesi con il regista americano, in buona fede, sono cascati in questa specie di “trappola”, pensata fin dall’inizio, da persone “avvezze” ai media e alla forza della comunicazione associata.

Quanto accaduto, tipico dell’attivismo politico degli attori americani, “portatori” delle cause del mondo e testimonial spesso più per il ritorno di immagine che può offrire che per la causa stessa, sicuramente non è un buon inizio per i giochi Olimpici.

Rischia di scatenare una sorta di “reazione a catena” e di emulatori, che avrà come bersaglio la Cina nel suo complesso.

Infatti non bisogna scordare che è in corso da tempo una guerra mediatica, dove tutti i principali media soprattutto americani ed europei, quando si parla di Cina, ne parlano se possono, male o in termini troppo spessi dispregiativi.

L’esempio di tale “disparità” di giudizio lo si nota quando di parla di India e di Cina. Della prima i media occidentali ne parlano quasi sempre bene, nonostante disuguaglianze interne e un livello di povertà e di problematiche alcune volte superiori a quella della Cina.

Il problema è che sui media occidentali si fanno passare SOLO notizie sensazionalistiche con lo scopo di caricare l’opinione pubblica contro la Cina, affinché cambi l’assetto politico interno.

Il sospetto è quindi che la questione “sacrosanta” dei diritti umani, tema sicuramente sul quale la stessa Cina è conscia debba fare ancora molti passi, sia più una “scusa” per cercare di contrastare la crescente espansione commerciale che sta dando molto fastidio a molte “potenze” occidentali.

E Spielberg, attore e regista consumato, queste dinamiche le conosce molto bene e/o forse a sua volta è stato strumentalizzato da altre menti più fini della sua.

Peccato, si è persa l’ennesima occasione di non apparire, noi occidentali, solo degli ipocriti idealisti e alzare invece un'altra barriera che allontana.

La Cina è una polveriera socialmente pericolosa se si cerca di risolvere i problemi di cui è storicamente affetta, scatenando la pubblica opinione.

Appare quindi molto irresponsabile l’atteggiamento in tal senso da parte di chi crede che le cose a Beijing possano essere risolte come possano esserlo in America o in Europa.

I cinesi, gli asiatici NON sono e NON ragionano come gli occidentali. Hanno decenni, centinaia di anni di storia e modi di risolvere le problematiche totalmente diversi dai nostri.

Quindi per favore lasciamo stare i Giochi, strumentalizzandoli come si fece in piena guerra fredda con i diversi boicottaggi e cerchiamo di essere realisti.

La Cina è un paese in via di sviluppo e come tale è alla ricerca del proprio futuro.

Solo che troppo spesso deve fare ancora i conti con il proprio passato di decenni di contrasti e guerre intestine, fatti che hanno lasciato segni profondi, che necessitano di decenni per essere rimarginati, basti pensare solo alla questione di Taiwan.

La corruzione nel paese è una di queste piaghe e noi Italiani dovremmo sapere quanto difficile sia fare i conti con la propria storia su queste tematiche, nonostante la diffusa volontà affinché le cose cambino.

Quindi cerchiamo di non trasformarle in un “teatrino” per poi scordarsi di tutto a luci della ribalta spente, come fatto in altri casi.

I cinesi non potranno poi essere abbandonati a se stessi!

martedì 5 febbraio 2008

lunedì 4 febbraio 2008

Microsoft – Yahoo: il “grande rifiuto”?

A dimostrazione di quanto detto nel precedente post, sembra che nella saga Microsoft - Yahoo ci possa essere, nelle prossime ore, un autentico colpo di scena: il grande rifiuto di Yahoo, attraverso una alleanza / fusione con Google!

Le ragioni di questa possibile presa di posizione di Yahoo sono da collegarsi, in prima battuta, al fatto che si è ritenuta troppo sottostimata l’offerta di Microsoft (31$) e quindi potrebbe essere anche solo un espediente per cercare di alzarla.

Ma forse non solo.

Google in queste ore non sembrerebbe stare alla finestra: starebbero infatti continuando i contatti con Yahoo iniziati da tempo.
Questa potrebbe essere quindi la vera ragione dell’aggressività e della “fretta” di Microsoft evidenziatasi in queste ore, quasi una “risentita reazione” al fallimento dei propri colloqui con Yahoo, che durati circa un anno, hanno portato al nulla di fatto.

Ma non solo. E’ anche iniziata una pesante battaglia mediatica Google-Microsoft, nella quale entrambi, attribuiscono al concorrente l’onta del “monopolista”.

Google, attraverso David Drummond, uno dei Senior Vice President di Google, in un suo post sul Blog ufficiale (http://googleblog.blogspot.com/ ), senza mezzi termini, accusa Microsoft di cercare di estendere il proprio predominio anche nella rete.

Secondo Drummond infatti, la combinazione di Microsoft e Yahoo, rischia di minare la concorrenza sul Web, tanto che nel suo post, richiama la “politica” ad impedire che ciò avvenga.

Ovviamente a stretto giro, attraverso Brad Smith, Vice Presidente di Microsoft, è arrivata la secca risposta di Microsoft, che continua a sottolineare come al contrario, la fusione con Yahoo servirebbe a “stoppare” lo strapotere di Google nel settore dell’advertising on line.

Ma Drummond non ci stà e sottolinea come Microsoft goda GIA’, da decenni, di un potere “monopolistico” attraverso il proprio software e in particolare punta il dito su “Internet Explorer”, il Web Browser di Microsoft che ha “annichilito” la concorrenza, portandola alla chiusura, come nel caso di Nescape.

Oggettivamente le argomentazioni di Drummond non fanno una piega e non sono così “campate” per aria: sono le stesse che recentemente portarono la Commissione Europea a multare pesantemente la Microsoft.

Sempre secondo Drummond, fondendosi, le due società unirebbero il 1° e il 2° fornitori di E-mail Web based, il punto di partenza per chiunque debba cercare informazioni in Internet.

Inoltre Google attraverso il proprio VP, mette “nero su bianco” sul proprio blog, che è convinta che Microsoft non lascerà libertà di scelta ai propri iscritti e che anzi, potrebbe porre dei “vincoli” nell’utilizzo di strumenti alternativi ai propri.

Drummond sembra così rispondere alle considerazioni fatte da Microsoft nella conferenza stampa che presentava il “Take – Over” su Yahoo, nella quale si sottolineava l’approccio monopolista di Google, che già ora “intercetta” il 75% dei ricavi dal Web Searching, mentre assieme, Microsoft e Yahoo arriverebbero a malapena al 20%.

Ma la storia della New Economy, i fondatori di Google la conoscono molto bene: furono infatti le stesse parole usate alla fine degli anni ‘90, quando Microsoft si buttò sul mercato dei Browser introducendo sul mercato il suo Internet Explorer.

Da allora, tutti i competitori e leaders dell’epoca, hanno chiuso le “trasmissioni”.

Appare quindi plausibile che Google farà tutto il possibile, anche rischiando gli antitrust del caso, affinché l’operazione di Microsoft fallisca.

In gioco c’è la sopravvivenza futura della stessa Google ( e di Microsoft)

domenica 3 febbraio 2008

Microsoft – Yahoo: segni dello “slowdown” della economia Americana

L’economia americana, prossima alla peggiore recessione delle propria storia e comunque in una fase di deciso Slow-Down, come ammesso dallo stesso Bush nel proprio discorso all’Unione, sta offrendo molti interessanti spunti.

Microsoft, leader incontrastato della Digital Economy mondiale, “fiutato” il cambio di aria in corso, ha deciso di buttare “il cuore” oltre la staccionata, lanciandosi alla conquista di Yahoo.

Molti commentatori si sono subito affrettati a vedere questa come una mossa contro Google. In realtà è una mossa che sta cercando di salvare la stessa Microsoft, oltre che Yahoo, “prima” dell’inizio della recessione, la ricerca di un riposizionamento del colosso di Redmond nella competizione mondiale.

I veri “avversari”di Microsoft infatti si chiamano Open – Source e Web 2.0: proprio il contrario di come è nata e si è sviluppata la storia vincente della società di Bill Gates.

L’uscita di scena del suo fondatore, dedicatosi alla propria “Fondazione no Profit”, obbligava inevitabilmente i vertici di Microsoft nel doversi riposizionare il prima possibile e prepararsi allo Tsunami che l’economia mondiale si appresta a ricevere.

Per cui la “virata” fatta in questi giorni da parte di Microsoft, oltretutto realizzata con sospetta e curiosa frenesia, sta cercando di sfruttare (aiutare) la profonda debolezza di Yahoo, tale da obbligarla ad annunciare tagli considerevoli di personale a livello mondiale.

In Cina ad esempio, in poco meno di un anno, si è assistito al “triste” riassorbimento da parte di Alibaba, socio di Yahoo in tale mercato, di buona parte delle eccedenze di personale che Yahoo dichiarava su tale mercato: una Caporetto in piena regola.

Questa notizia e la crisi di Yahoo, vanno quindi lette con maggiore attenzione. Segnano infatti la fine del predominio e della fase di espansione dei colossi Americani della Società dell’Informazione.

Google stesso, nonostante la incredibile crescita attuale, fatica infatti a conquistare realmente nuovi mercati al di fuori del “perimetro occidentale”.
Diciamo che sta cannibalizzando le aziende occidentali del settore, ma ha parecchie difficoltà con le altre “nuove nate” dell’area asiatica.

Non convincono nemmeno le prospettive relative alla Pubblicità Digitale, visto che in termini assoluti, gli investimenti delle imprese stanno precipitando.

Quello che sta succedendo è solo la crescente cannibalizzazione della parte digitale a svantaggio della pubblicità tradizionale, ma in termini assoluti non si è creato un nuovo mercato che si è SOLO spostato a livelli assoluti inferiori a quelli precedenti.

Quindi i dati sulla pubblicità digitale, letti recentemente con grande enfasi da IAB come la prova della crescita futura, sono invece da leggere come i dati che dimostrano la crisi di sistema in corso che sta colpendo anche il mercato della pubblicità, strettamente legato alla implosione delle imprese.

La nuova economia digitale occidentale NON sta creando valore aggiunto, ma semplicemente facendo da “paracadute” per quella tradizionale allo sbando.

Le ragioni di tutto ciò sono le diverse “basi economiche” che i due blocchi, quello occidentale ed asiatico, esprimono in senso assoluto.

Gli operatori occidentali, bisognosi di nuovi mercati per non crollare, sommersi spesso da montagne di debiti, nell’espandersi sui mercati asiatici, a parità d’investimento in valuta occidentale, finiscono per ottenere rendimenti bassissimi, perché realizzati in valuta locale.

Questo aspetto economico ha quindi rappresentato un falso vantaggio a favore delle “ricche” (in valuta) imprese occidentali, che hanno così iniziato ad investire massicciamente nelle economie Asiatiche, credendo di poter investire proporzionalmente alle economie in cui stavano entrando.

Invece si stanno accorgendo che tutto ciò sta paradossalmente facendo la fortuna dei “soggetti locali”, che nascendo in tali economie e partendo dal basso, possono permettersi il lusso di scalzare i “giganti di argilla” stranieri, anche con tutta una serie di “colpi bassi”, molto ben assestati, spesso mortali, vedi il caso di Yahoo in Cina.

L’insuccesso in Cina del nuovo Vista di Microsoft, venduto in poche “centinaia” di esemplari, ha quindi sicuramente fatto da spia di allarme per i vertici di Redmond, che hanno capito come fosse “finita la propria epoca” e che dovevano trovare un business nuovo su cui investire il proprio futuro.

Se a questo aggiungiamo la richiesta dei “codici sorgente” da parte dei Governi Europei e la multa inflitta, sempre a livello Europeo, per la posizione dominante sul mercato assunta da Microsoft negli anni, appare chiaro che l’attuale azione non sia altro che una razionale azione di uscita dal mercato del software di sistema e l’ingresso in quello futuro dell’Open Source Informations o meglio conosciuta Web 2.0.

Molte le incognite che ciò riesca. Sicuramente una azione di grande respiro per gli anni a venire.

Comunque vada, questa operazione è la prova che il prossimo futuro possa essere un momento particolarmente interessante, nonostante la crisi.

Si aprono infatti gli spazi per poter sviluppare nuove idee, trasversali e globali, cercando però nella loro definizione, di non continuare a investire nella ormai “antica” supremazia occidentale nella Società dell’Informazione futura.

sabato 2 febbraio 2008

In Cina sarà l’anno di “Topolino”


Le contraddizioni della Cina contemporanea e la continua contaminazione tra passato e futuro, appaiono evidenti anche nel semplice fatto che il loro capodanno i cinesi non lo chiamano così.

Infatti dal 1912, anno della caduta dell’impero, ufficialmente la Cina decise di abbandonare il tradizionale calendario lunare per adottare quello gregoriano (solare), con una particolarità: nel conteggiare gli anni ripartirono da capo, chiamandoli così il 1°, 2° etc. anno della Repubblica.

Solo dal 1949, venne adottato nel conteggio degli anni il sistema internazionale, cosa che invece non fece Taiwan.

Per questa ragione, il Capodanno tradizionale cinese viene ufficialmente chiamato “Festa della Primavera” (Spring Festival).

Ma nonostante le decisioni ufficiali, nelle vita di tutti i giorni il calendario tradizionale, in particolare quello usato ai tempi della dinastia Xia, è rimasto d’uso comune fino ad oggi.

Nelle campagne rimane infatti il sistema preferito, visto che contiene le “informazioni” utili alla regolazione della vita contadina e i suoi cicli vitali, come le indicazioni di quando è giusto seminare o raccogliere.

Il calendario Xia definisce inoltre che: “il capodanno è il giorno della “prima luna nuova” dopo l’entrata del sole nell’11° segno dello zodiaco solare”, che tradotto, connettendo tra loro calendario solare e lunare, definisce che il capodanno cinese non può iniziare prima del 21 gennaio e dopo il 20 febbraio del calendario gregoriano.

Ma il calendario tradizionale cinese ha un'altra particolarità: lo scorrere degli anni viene identificato con i nomi di animali, ma solo i 12 che tradizionalmente sarebbero apparsi alla chiamata di Buddha quando, nel presentimento della propria morte, chiamò a se gli animali della terra.

In particolare, il topo (shu), furbo e veloce, arrivò per primo anticipando il bue (niu), con il “trucco” di saltargli sulla groppa, evitando così di percorrere il percorso, per poi saltargli davanti alla vista del maestro.

A seguire arrivarono la tigre (hu), il coniglio (tu), il drago (long) che anticipò il suo fratello minore, il serpente (she), il cavallo (ma), la pecora (yang), l’astuta scimmia (hou), il colorato gallo (ji) e il fedele cane (quan).

L’ultimo, da allora ritenuto animale fortunato, perché fortunatamente arrivò in tempo utile, fu il maiale (zhu).

Ma esiste un'altra leggenda sull’uso dei nomi di animali nel calendario cinese, che oltre tutto spiegherebbe la “inimicizia” tra cane e gatto.

L’imperatore di Giada, già sovrano del cielo, nel visitare la terra, rimase talmente colpito dagli animali incontrati che decise di portarsene con sè 12, da mostrare agli altri esseri divini.

Gli animali da lui selezionati furono un topo, un gatto, un toro, una tigre, un coniglio, un drago, un serpente, un cavallo, una capra, una scimmia, una gallina, e un cane.

Ma il gatto, considerato il più bello di tutti gli animali, chiese ingenuamente al topo di essere avvisato quando l’imperatore sarebbe passato a prenderli.

Solo che il topo, geloso della bellezza del gatto, non lo informò. All’assenza del gatto si rimediò sostituendolo con il Maiale (sempre fortunato!).

L’Imperatore di Giada, decise in seguito di assegnare a ciascuno di loro un anno del calendario. Fu così che il gatto, venutolo a sapere, si arrabbiò furiosamente con il topo; l’inizio della leggendaria competizione “gatto – topo”.

Quest’anno il capodanno cinese sarà il 7 febbraio 2008 e sembra essere l’emblema della globalizzazione della Cina, presente e futura: sarà infatti l’anno di “Topolino” (del topo).

Girando per le strade della città si comprende infatti come la Walt Disney beneficerà di questo eccezionale evento in maniera incredibile, avendo dato la “faccia” al prossimo anno cinese che potrà avere le sembianze di Topolino.

Essendo l’anno del topo(lino), che molti cinesi in inglese traducono nel meno rasserenante Rat (ratto), Topolino quale inaspettato testimonial, contribuirà al “maquillage” di questo simbolo annuale cinese.

L’anno precedente, l’anno del maiale, non ha avuto la stessa “fortuna”, anche per una ulteriore coincidenza che lo rendeva “quasi sacro”, essendo l’anno del maiale d’oro, quello che ogni 60 anni è tradizionalmente portatore di denaro e fortune.

Per cui l’iconografia si è limitata ad esaltarne la colorazione dorata, evitando ulteriori associazioni ad altri personaggi dei cartoons.

Ma da quest’anno sembra proprio che l’intuizione di Walt Disney, di dare vita ad un mondo popolato da animali, in Cina potrà trovare una “seconda giovinezza” e Topolino potrà diventare una icona cinese, collegandola così alla tradizione cinese.

Scorrendo poi la lista dei 12 animali, appare presumibile che la cosa possa ripetersi anche negli anni a venire.

Questo contribuirà nel proseguire nell’incontro e nella continua reciproca contaminazione delle diverse tradizioni occidentali e cinesi, specchio della attuale trasformazione della Cina.
Buon Capodanno a TUTTI e fortunato Mickey Mouse Year!!!

giovedì 31 gennaio 2008

Incredibili “pizzini” democratici

Incredibilmente ieri Marini ha ricevuto l’incarico esplorativo per un governo finalizzato a “trovare un consenso per una riforma della legge elettorale”.

Incredibile che in Italia si continui a parlare di formule “segrete”, per quanto riguarda gli equilibri politici, nell’evidente tentativo di salvare questo o quell’interesse.

In totale sfregio a qualsiasi buon senso, si ha l’impressione che la si stia facendo troppo complicata, quando tutti (a parole) sono d’accordo sul punto base: “consentire ai cittadini di votare i propri candidati, direttamente!”.
Ma a creare qualche “sospetto” è il fatto che le stesse persone che hanno deciso tempo addietro di adottare una legge elettorale incredibilmente fuori da qualsiasi raziocinio democratico, ora, solo perché si sono accorti che rischiano non più solo “i pomodori in piazza”, hanno deciso che devono cercare un accordo per modificarla.

Incredibile è quindi anche il tentativo di dare alla discussione un contenuto “filosofico, aureo”.
Quello che non si capisce è perché per questi “apprendisti stregoni”, sembra che la “democrazia” italiana, per sopravvivere, debba importare il proprio futuro modello da qualche “cugino” estero.

Nella situazione in cui ci troviamo non occorre copiare proprio nessuno, rischiando oltretuttodi passare dalla “Padella alla brace”, visti i modelli di riferimento presi in esame.

In particolare, per quanto riguarda il modello tedesco, viste le ultime elezioni in Germania, si rischia di non risolvere affatto il problema “della parità” che ha messo in stallo la politica italiana attuale. Solo che la Germania ha trovato nella Merkel il jolly salva situazione. E da noi cosa faranno “cani e gatti?”.

Quelle di questi giorni sono quindi discussioni da “falsi statisti” ed “intellettuali di bassa lega”.
In realtà appaiono più essere “parole d’ordine”, messaggi trasversali, “pizzini democratici”, per cercare di trovare una quadratura agli equilibri futuri di potere di una nazione allo sbando, proprio perché sono sbandati (invecchiati) i luoghi di potere da “guerra fredda!”.

Il buon senso e l’opinione pubblica hanno già espresso una chiara direzione che si continua a non rispettare: ridare agli italiani il “potere” di decidere del proprio futuro, non “truccando” le elezioni in alcun modo.

Poi, dopo aver votato SENZA “trucchi o prestigiatori”, lasciare che i nuovi equilibri, faticosamente, possano cercare di trovare i propri spazi di aggregazione, senza pregiudiziali.

Incredibile quindi il gioco dei ruoli di questi giorni, “nell’opera buffa” del teatrino della politica italiana.

Ma la domanda è d’obbligo: perché i cambiamenti fondamentali devono essere proposti dai soliti anziani (pensionabili) della politica italiana?

Possibile, vista l’impronta TECNICA del governo che il presidente Napoletano intende realizzare per cercare di risolvere la crisi, non esista un 50 enne in grado si svolgere tale azione e funzione transitoria?

Speriamo poi che questo “interim” non si trasformi in altro, anche perché ci sono alcuni aspetti che risultano quantomeno sospetti, viste le stesse parole del presidente Napoletano che afferma: “sono passati meno di due anni dalle ultime elezioni!”.

Non è che il non sciogliere le camere, quantomeno non prima della metà della legislatura, non sia un mezzo per consentire anche ai nuovi parlamentari di acquisire il diritto alla pensione parlamentare?

Visto che a pensare male spesso, sui fatti italiani, si finisce per azzeccarla (spesso anche per difetto!), perché tenere in vita un parlamento ormai trapassato dell’opera buffa, continuando così ad alimentare i sospetti del cittadino comune, esausto dei giochetti di palazzo e degli “inciucci” di questa classe del “regime democratico” in carica?

Marini si era chiaramente ed ufficialmente dichiarato “fuori” per qualsiasi eventuale incarico di governo.

Incredibile, ma non inaspettabilmente, Marini ieri non ha confermato il suo chiamarsi “fuori” e alla fine ha accettato l’incarico.

Le parole per certa gente quindi non hanno alcun valore.

Come possiamo continuare a fidarci di persone così superficiali che non hanno il coraggio neppure delle proprie parole??

Governo cinese: al servizio dei cittadini!


In questi giorni la Cina è colpita dalla peggiore ondata di gelo mai registrata a memoria d’uomo.

Impressionante è vedere nei bollettini meteorologici, la mappa della Cina ricoperta dal bianco delle precipitazioni, che ancora non accennano a terminare e che in alcune regioni ha già provocato blackouts e conseguentemente anche interruzioni nella fornitura d'acqua potabile.

Ma forse l’atto che ha maggiormente impressionato i cinesi si è svolto ieri a Changsha, città dello Hunan, una delle più colpite dal gelo di questi giorni.

Infatti durante il sopralluogo effettuato dal Premier Cinese Wen Jabao, una volta arrivato alla stazione ferroviaria della città, dove decine di migliaia di viaggiatori aspettavano all’addiaccio il ripristino della viabilità per poter tornare a casa, è accaduto l’imprevedibile.

Il premier Wen Jiabao ha preso il megafono e si è rivolto alla folla sia per sincerarli che sarebbe stato fatto tutto il possibile per permettere a tutti loro di passare un felice capodanno a casa, ma in particolare ha esordito con un incredibile: “ Scusate per quanto sta accadendo!”.

Questo approccio “stride” maledettamente con quanto accaduto in situazioni analoghe in Italia, dove in situazioni di emergenza come queste, subito inizia lo scarica barile delle responsabilità.

Bene, in una lezione pratica di “governo al servizio del cittadino”, il premier cinese non ci ha pensato due volte e questo chiedere scusa equivale a “prendersi tutta la responsabilità” della situazione, compresa quella affinché tutto venga risolto, senza discutere su chi doveva fare cosa o altro.


In una situazione drammatica come questa, veramente al limite della emergenza sociale, la Cina di questi giorni non è impegnata in nessuna critica o rimpallo di responsabilità, ma tutti sono solo concentrati a cercare di risolvere i problemi, i danni e i disagi che le condizioni meteorologiche stanno causando.

I propri leaders politici sono in prima linea, con tanto di “direttiva ufficiale dal governo centrale” che cita testuale: “in momenti come questi i leader devono essere d’esempio per i propri concittadini”.

Per cui il gesto del Premier Wen Jiabao non è rimasto isolato. Nelle diverse province e città i leaders locali sono scesi in piazza, chi a spalare la neve, chi a fare le fila, chi semplicemente a verificare sul campo che si facesse tutto il possibile per aiutare le migliaia di cinesi bloccati.

Per un momento, lascerei da parte i facili commenti che in Italia si fanno quando si parla di Cina e di politica cinese. Vi invito a indicarmi quando è accaduto in Italia un simile atto di “solidarietà” nazionale, così profonda ed intensa e soprattutto PRATICA.

I nostri leader sono molto bravi a “parlare”. Ma di fronte alle questioni pratiche, sembrano sempre pesci fuori dall’acqua e nel tentativo di dare una risposta, finiscono sempre per scaricare su altri responsabilità che invece dovrebbero capire dalla lezione cinese, per il ruolo da loro assunto, sono da attribuirsi SOLO al governo in carica.

In particolare vi invito a riflettere sul gesto di responsabilità fatto da Wen Jiabao, di stampo asiatico, molto diffuso anche tra i giapponesi. Dalle nostre parti, in situazioni del tutto simili, alle scuse e al rimboccarsi le mani si sostituisce il patetico balletto intitolato: “ma tutto ciò è accaduto per colpa del governo precedente!”.

I cinesi non sono così stupidi nell’attribuire al Governo la responsabilità delle incredibili nevicate di questi giorni. Ma si aspetta che i propri rappresentanti facciano il proprio dovere, anche a costo della propria vita, se necessario: è così che 3 addetti della compagnia elettrica nello Hunan hanno trovato la morte, nel cercare di non privare i propri concittadini della corrente elettrica, senza la quale tutti sarebbero stati al freddo!.

Insomma, in Italia è urgente smettere nel continuare a cercare la “soluzione nelle formule politiche”, per cercare di tenere appiccicata le “mosche al potere” che come neve al sole, si sta “sciogliendo”.

Occorre selezionare le persone che abbiano il vero “Senso dello Stato” e delle funzioni di Stato ad esse collegate, la cosa che manca a tutti i potenziali leaders attualmente in corsa, nello stupido gioco italiano dello “scambio delle poltrone” che da noi abbiamo ancora il coraggio di chiamare “politica”.

Nei decenni scorsi, in periodo di guerra fredda, questo “gioco” ci fu permesso, anzi consigliato, dal “cappello” protettivo degli USA che ci aiutò a crescere anche economicamente.

Ma ora che dobbiamo correre con le nostre gambe e competere con il resto del mondo quotidianamente non comprendere che le regole del gioco e soprattutto i giocatori devono cambiare l’approccio, equivale a suicidare il paese per gli anni futuri.

lunedì 28 gennaio 2008

La Cina dichiara guerra al “Generale Inverno”


In queste ore tutta la Cina si è mobilitata.

È iniziata una “guerra” contro il “Generale Inverno”.

Infatti l’intera nazione sta concentrando i propri sforzi e risorse per rispondere alla peggiore gelata degli ultimi 15 anni.

“Generale Inverno” sta colpendo duro: linee elettriche e trasporti sono i target su cui si sta accanendo.

In particolare è stato lanciato allarme rosso per le prossime tormente di neve nel centro e l’est: Guizhou, Hunan, Jiangxi, Guangxi, Anhui e Zhejiang.

Quello che in particolare sta maggiormente preoccupando il governo cinese sono le linee di distribuzione elettrica.

In un paese dove il riscaldamento delle case arriva solo attraverso i condizionatori, il ghiaccio e la neve di questi giorni, sotto il loro peso stanno facendo crollare chilometri di linee elettriche ad alto voltaggio, rischiando così di lasciare al freddo molti cinesi.

Da qui l’emergenza di queste ore e la necessità di ripristinare quanto prima, in condizioni climatiche impossibili, le linee interrotte e nel contempo “arrampicandosi” sui tralicci ancora integri e sui cavi a rischio, andare a togliere con il bastone il pericoloso ghiaccio che si è formato.


Alle televisioni cinesi si vedono già le immagini di questi “interventi” che spesso appaiono più prove di coraggio e di equilibrio che interventi tecnici sulla rete. E infatti si cominciano già a registrare anche alcune morti a causa di queste pericolosissime operazioni.

In queste ore l’incredibile freddo, ha provocato una impennata dei consumi di energia a livello nazionale, per fronteggiare i quali il paese sta cercando di rispondere, aumentando la capacità produttiva di energia ed impedire i black-out e soprattutto preservare i servizi fondamentali: scuole, ospedali e uffici governativi.

Ma sul fronte dei trasporti la situazione non è migliore.
Questa emergenza meteorologica capita proprio nel periodo peggiore dell’anno: in prossimità con il capodanno cinese.

In questo periodo infatti, milioni di cinesi tornano a casa con ogni mezzo, mettendo già a dura prova il sistema dei trasporti cinese.

Il problema è che in queste ore molti treni, autobus e aerei sono impossibilitati a muoversi, obbligando i passeggeri ad incredibili “attese campali”, all’agghiaccio, nelle stazioni o dentro gli autobus conquistati a fatica.

Per capire cosa sta succedendo, basti sapere che a Guangzhou (Canton) 100.000 persone hanno pernottato nel piazzale antistante la stazione e altre 50.000 nei suoi pressi, nell’attesa che qualcosa partisse. E oggi quelli coinvolti potrebbero diventare 600.000!!


Il problema è che trovare un biglietto per tornare a casa per queste persone, di cui molti immigrati nelle grandi città, è in questo periodo, quasi una questione di “vita o di morte”.

Perdere il diritto acquisito nella fila fatta di migliaia di persone, renderebbe loro impossibile poi sperare di trovare un qualsiasi biglietto per casa. Tutto ciò, normale ogni anno in questo periodo, è ora reso, dalle condizioni climatiche estreme, una rischiosa emergenza sociale.

Ecco perché il governo cinese si è mosso con grande enfasi e grande dispiego di mezzi ,a partire dal suo Premier Wen Jiabao, che ha lanciato il messaggio di emergenza alla nazione.

Infatti se il maltempo, come nelle previsioni dovesse continuare, la Cina rischia la paralisi in un momento importante come questo del capodanno, mettendo in serio rischio anche un altro aspetto, quello degli approvvigionamenti di cibo delle grandi metropoli cinesi, che effettuati via treno e camion, rischiano di essere un problema per il futuro.

Le strade infatti si stanno trasformando in incredibili trappole per migliaia di cinesi, tanto che 40.000 persone nell’area dello Guizhou, sono rimaste intrappolate in 5.000 veicoli in panne sulla autostrada.

Quanto sta accadendo è oltre ogni precedente storico, visto che in molte aree erano 50 anni che non si vedeva la neve.

Sembra quindi un altro evidente segnale del cambiamento climatico in corso e che ha portato una città di mare come Shanghai, dove un centimetro di neve era considerata una “nevicata”, a dichiarare allarme arancio ( secondo solo all’allarme rosso) e cancellare tutti i treni a lunga distanza previsti per oggi, essendo in queste ore,nel bel mezzo di una tormenta di neve, di montana memoria.

venerdì 25 gennaio 2008

Visto dalla Cina: “Umiliante” uscita di scena di Prodi

La Cina ci guarda. Con occhi straniti, ma ci guarda.

Anche perché, tra tutti i paese europei, siamo quello con il quale ha più uno stretto legame affettivo che economico.

Siamo simpatici: Fashion ,Calcio e Made in Italy, ci fanno percepire dal cinese medio come un paese abituato ad essere vincente e per certi versi, qualcosa da imitare e da invidiare.

Non stupisce quindi, che nell’analisi delle caduta del governo Prodi, alcuni media cinesi usino quasi una metafora sportiva: Umiliante sconfitta.

Leggendo tra le righe, interessante è annotare il loro punto di vista sui nostri leaders e le nostre coalizioni politiche:

- Prodi è capo di una coalizione composta dai centristi pro-vaticano, ex comunisti e verdi.
- Berlusconi è a capo della opposizione conservatrice,
- Veltroni, è capo del maggiore partito di governo, anch’esso esplicitamente indicato essere formato da ex comunisti e da centristi pro-vaticano. (una interessante definizione sul “nuovo” PD)

Coerentemente a questa visione, quando poi i media cinesi vanno oltre le notizie di circostanza, fanno intendere come questa sia stata anche la sconfitta del supporto pro-Vaticano, dato in extremis al governo in carica, per cercare di salvarlo.

Esplicativa quindi la foto utilizzata, che “parla” più di tante parole nell’evidenziare così il ruolo di Prodi nel contesto del sistema Italiano.

E ora?

Anche i cinesi si interrogano sul come e se potrà tornare a stabilizzarsi la situazione italiana.

Nel frattempo sorridono increduli, sul nuovo incredibile “record mondiale” che abbiamo stabilito: dalla fine della seconda guerra mondiale, 61 governi!.

La sensazione che hanno è che però il paese sia troppo diviso e concentrato sugli “equilibrismi di palazzo”, mancando di alcuna concretezza e realismo, una caratteristica tutta italiana nel gestire la cosa pubblica che nei fatti di Napoli ha trovato la propria incredibile sintesi e il monito per quello che potrebbe accadere nel futuro.

Appare quindi evidente che per prima cosa si arrivi ad una duratura e concreta stabilità politica, oltre a quelle fino ad ora, di semplice facciata.

Questa è ritenuta essere la condizione fondamentale affinché si possano realizzare le riforme necessarie e rispondere con “prontezza” alla crisi mondiale, che deve ancora arrivare.

Crisi che come una “nuova peste”, rischia altrimenti di essere il “colpo mortale” alle future ambizioni italiane, lo “scivolo” verso una sempre “più umiliante decadenza” del paese, allo stato attuale, totalmente incapace di relazionarsi con i mutati scenari mondiali presenti e futuri.

Una battuta crudamente può riassumere la posizione che riguarda l’Italia:”è il momento storico peggiore per non andare d’accordo, “il precipizio” annunciato da tanto tempo è arrivato ma nessuna soluzione per non cascarci dentro è stata trovata!”.

In bocca al lupo di cuore.

lunedì 21 gennaio 2008

Il “mito” del posto a sedere

In Cina esiste un mito che travalica qualunque ceto sociale: il posto a sedere.

Te ne rendi conto quando, davanti ad una porta di un metro, autobus o treno, come stessero per partire i 100 metri piani, alla sua apertura inizia quella che assomiglia più ad una “guerra” senza esclusione di colpi.

L’oggetto del contendere? SOLO i posti a sedere.

E se credete siano semplice spintoni, provate a farvi trovare negli orari di punta in una stazione del metrò qualsiasi.

Gli spintoni sono solo l’inizio, di quello che poi assomiglia di più ad una lotta “greco romana”, dove ogni scorrettezza, compresa la “presa dei vestiti”, è ammessa, visto il “valore” del contendere.

La cosa incredibile è che prima e dopo questa bolgia infernale, tutto è quasi immobile, fermo e in una maniera quasi irreale i contendenti, siano vincitori o vinti, mostreranno tutti un bel sorriso “pacificatore”, senza quindi alcun rancore.

E’ un po’ come nei film di Fantozzi che al suonare della sirena, tutti scattano come impazziti e ogni mezzo è lecito, pur di arrivare per primi alla macchina ed uscire dal posteggio ( anche il volare dalla finestra!)

Ma in Cina il mito del “posto a sedere”, crea ritualità sociali incredibili dalle nostre parti.

Ad esempio è capitato di vedere una fila lunghissima alla fermata di un autobus.

Immediatamente si pensa: ohibò, l’autobus in quel momento alla fermata è già pieno. Occorrerà aspettare il prossimo.

Nulla di tutto questo!

Le persone in coda stanno sì aspettando il prossimo autobus, ma non perché quello giunto sia pieno, ma solo perché i posti a sedere sono già esauriti!

Incredibile ma vero, arrivati all’autobus, causa di tutta quella lunga fila, lo abbiamo infatti trovato semivuoto.

Questa, che possiamo definire quindi una vera “paranoia” dei cinesi, si evidenzia anche quando acquisti i biglietti del treno.

In questo caso, visto che in Cina, grazie alla rivoluzione degli anni passati, non esistono più la divisione per classi, non ti chiederanno se vuoi viaggiare in prima o seconda classe.

No. Ti sentirai chiedere se vuoi un posto duro o morbido! Lo stesso anche nel caso stai acquistando una cuccetta sul treno. Dura o morbida?.

Questo fatto dimostra che il posto a sedere non è semplicemente un posto dove stare seduti, ma il luogo dove evidenziare la propria importanza, una sorta di status, che è umano che esista, a prescindere dalla esistenza delle classi sociali o meno.


Ma si può andare oltre!.

Visto che tutto, in materia di luoghi a sedere qua in Cina appare relativo e che molti cinesi sanno cosa vuole dire NON avere un posto a sedere, per strada si vedono persone “sedute sui propri talloni”, posizione per noi occidentali sostanzialmente impossibile da imitare.

Il bello che in questo modo i cinesi hanno una valida soluzione per un sacco di situazioni, potendo infatti sedersi in ogni dove senza avere la necessità di alcun posto a sedere!!

Vuoi sederti nel metrò e le panchine sono esaurite? Bene, fai da te e puoi aspettare in santa pazienza il prossimo treno.

Ovviamente questa posizione si presta anche a vari usi accessori, consentendo infatti l’agevole utilizzo dei bagni pubblici oppure salutari letture nelle biblioteche e nei book-stores, ovviamente senza poi dover comprare il libro.

Sugli aerei?

In questo caso, nonostante i posti siano tutti assegnati, quando stanno per imbarcare inizia lo stesso rituale e corsa al posto visto sui metro e treni, senza per fortuna toccare gli “estremi” visti in quei casi.

Ma qua questo uso molto personale dello spazio che caratterizza i cinesi può arrivare a livelli incredibili come quello visto su un volo di linea tra Cina ed Italia, dove un anziano cinese, trovandosi decisamente scomodo sulle “Morbide” poltrone della classe turistica, dopo qualche ora di terribili “sofferenze”, ha trovato la soluzione, a suo modo originale: stendersi nel corridoio dell’aereo.

Le hostess cinesi hanno avuto il loro d’affare a spiegare che quella “comoda posizione” non fosse confacente alle “regole di sicurezza” della aviazione mondiale, oltre a spiegare come quella comoda poltrona fosse suo pieno diritto utilizzarla, senza dover competere con nessun altro presente su quel volo.

Buon posto a tutti.

lunedì 24 dicembre 2007

Lettera a “Babbo Natale & Co.” dalla Cina.

Caro Babbo Natale, è antica tradizione occidentale inviarti una lettera contenente la lista dei regali che si spera di ricevere, così che tu, ricevuta “la dritta”, possa consegnare il tutto entro il 25 dicembre mattina, meglio di qualsiasi DHL o TNT, visti i decenni senza mai un giorno di ritardo!.

Ma ahimè, sei anche la causa di uno dei più pericolosi “traumi” infantili che l’occidente ricordi: la scoperta che tanta puntualità non è dovuta al tuo “efficente servizio”, ma alla colpevole complicità dei genitori, quando scoperti nell’atto “della consegna” in tuo nome o dopo la mitica “rivelazione” fatta all’oramai cresciuto figlio.

Bene, in Cina questo “rischio” non esiste. Qua la tradizione è esattamente opposta: nessun regalo.

Anzi “nessun vecchio con il cappello rosso che porta doni”, nessun regalo arrivato dal cielo.

Qua la tradizionale concretezza dell’agire cinese, insegna che qualcosa arriva perchè qualcuno te la porge. Quindi i bambini cinesi rimangono un “pelo” perplessi nell’apprendere che i “tanto civilizzati” occidentali credono ancora alle “favole” e al servizio di logistica e delivery della “Babbo Natale & Co.”

Anche il giorno del compleanno, che viene da noi pesato per quanti regali si sono ricevuti, il cinese non si aspetta di ricevere nulla.

A noi questo approccio appare inconcepibile, ma attenzione a sottovalutarlo.

Infatti se invitati da un cinese a casa sua, meglio presentarsi con un omaggio, meglio se di tipo culinario. Il presentarsi a mani vuote è considerato “irrispettoso” e vale l’inserimento nel “libro nero” del suo Guanxi.

Lo stesso accade se, una volta consegnato il regalo si chiedesse, secondo un’altra abitudine occidentale, di aprirlo in presenza di chi lo ha consegnato.

I regali in Cina infatti non vengono aperti immediatamente, ma a discrezione di chi li riceve.e non è quindi detto che lo aprirà in vostra presenza, comporatamento incompatibile con quello che in occidente è il clou della cerimonia di Natale: l’apertura dei doni.

Immaginatevi un Natale dove ciascuno, ricevuto il proprio dono, lo aprisse nella propria stanza: da noi sarebbe considerato un Natale “tristissimo”.

In realtà i cinesi fanno così per “evitare” anche di mettervi in imbarazzo davanti agli altri.

Vi sarà infatti capitato che qualcuno di famiglia “esageri” e offra una mole incredibile di regali che hanno il solo scopo di far “apparire” chi li consegna, fregandosene altamente di chi li ricevere. Bene in Cina gli “sboroni” non sono graditi!.

“Paese che vai, tradizione che trovi”.

Per esempio ricordatevi di non regalare mai ad un cinese un orologio a muro perchè è associato allo scorrere del tempo ( e alla morte!)

Dalla tradizione contadina inoltre si tende a mettere al primo posto ciò che si può mangiare, ben prima di ciò che si può usare. I doni più sentiti solitamente sono quindi quelli di tipo culinario.

Volete vedere spalancarsi il sorriso di un vostro amico / parente cinese? Lasciate perdere gioielli o pietre preziose, sicuramente graditi. Donate un raffinatissimo tè o uno dei cibi della sua infanzia. Lasceranno un segno ben più tangibile e vi legheranno in maniera più autentica al vostro interlocutore.

Ma allora che ci fa Babbo Natale in Cina?

Per prima cosa è qua per compiacere gli ospiti stranieri, nell’essenza dello spirito di accoglienza, tutta orientale. Secondo, è diventato la scusa per i cinesi delle middle-class per praticare quello che è il loro sport preferito: lo shopping!

Diciamo che forse le tradizioni non attecchiranno mai, ma le nuove abitudini consumistiche, quelle hanno subito conquistato milioni di cinesi, che attraverso questo “nuovo rituale”, intendono anche scacciare i fantasmi del passato, di quando si faceva fatica a sbarcare il lunario e le patate e il riso erano gli unici compagni di vita di intere generazioni.

Quindi, caro Babbo Natale, da queste parti sei diventato una sorta di “spevanta passeri” e una semplice scusa, alla pari della scritta “discount” che quasi tutto l’anno campeggia nei negozi cinesi, scritta che scatena, è il termine giusto, la stessa reazione nei cinesi.

Tutto ciò anche per un altra ragione: il cinese non si affiderebbe mai al tuo “servizio di consegna a domicilio”, visto che al cinese piace scegliere da sè le cose che deve comprare, vista la certosina capacità di valutare un oggetto sotto tutti i punti di vista, il più importante dei quali è il prezzo.

Questo è il futuro che avanza caro Babbo Natale, una metafora di quanto sta accadendo nel nuovo mondo globalizzato, dove Babbo Natale diventa semplicemente un Logo e la “Babbo Natale & Co.” dovrà inventarsi qualcosa di nuovo per sopravvivere!

Buon Natale a tutti

sabato 15 dicembre 2007

Making Pirelli Calendar 2008 (Press Conference)

Video Part1:


Video Part 2:

mercoledì 12 dicembre 2007

Fabio Zhou, il 1° cinese a studiare televisione digitale interattiva in Italia al Master IDTV della Università di Milano.

Ingegnere laureatosi alla Shanghai Jiao Tong University, una delle più prestigiose università Cinesi di Shanghai, ha fatto il proprio periodo di Stage presso una azienda Italiana: la COMAU.

Guida una Fiat e ha scelto di adottare nei documenti cinese, a differenza di molti suoi amici cinesi, non un nome inglese ma un nome Italiano: Fabio.

Nato Liaoning, nel nord della Cina, trasferitosi con la famiglia a Shanghai, ama la piazza, pasta e l’opera lirica ( è appassionato di Pavarotti e ha quasi tutti i suoi cd).

E’ fidanzato con una studentessa di Shanghai che sta finendo i propri studi a Hangzhou e suo padre lavora a Suzhou.

Bene, questo ragazzo cinese di 24 anni aveva un sogno: andare in Italia.

Ora questo sogno si è realizzato.

Fabio Zhou, attraverso il China Media Lab di Palazzo Lombardia, è arrivato settimana scorsa a Milano ed è uno dei partecipanti al 3° Master IDTV organizzato dalla Università di Milano.

E’ come un astronauta ed un esploratore, visto che è il primo cinese che studia di televisione digitale interattiva in Italia.

Un fatto dal grande significato pratico ma anche simbolico. Una sorta di “apripista” per un sempre crescente scambio culturali tra i due paesi, su tematiche diverse da quelle economiche o di design quali quelle attuali.

Il sogno di Fabio si è realizzato anche grazie all’intervento di un secondo protagonista di questa storia: la multinazionale cinese Huawei, che ha pagato la quota di iscrizione e il volo aereo.

Ma non solo: attraverso questo Master, Fabio e Huawei, collaboreranno strettamente nella definizione di un progetto di laboratorio nel quale approfondire la conoscenza reciproca e come già successo per i partecipanti le precedenti edizioni del Master, Huawei potrebbe anche assumerlo.

L’importante è che ora Fabio sia il primo di molti altri arrivi di studenti Cinesi di sempre crescente livello negli scambi culturali e scientifici tra Italia e Cina per andare ben oltre i 900 studenti stimati per il 2008, nulla rispetto i 54.000 studenti cinesi arrivati negli UK nel 2005 o i 60.000 degli Usa.

Oltre ad una “semplificazione” delle procedure dei visti per questo tipo di ingressi, auspicato di recente dallo stesso console cinese a Milano, occorre che le Università Italiane forniscano informazioni migliori sulle proprie offerte formative, che a parte rare eccezioni, appiono oggetti “oscuri” ed impenetrabili.

A dimostrazione sui problemi per quanto riguarda gli scambi scientifici tra Italia e Cina, è di questi giorni che un professore Cinese avrebbe inventato una macchina che il Prof. Veronesi dell’Istituto dei Tumori di Milano, ha definito dagli effetti miracolosi nella cura del cancro.

Bene, queste ricerche sono arrivate in Italia solo attraverso un canale di imprenditori italiani che ha comprato il brevetto in cina per la sua distribuzione sul mercato europeo.

Quanto accaduto non fa bene alla ricerca italiana, ed è la prova della debolezza strutturale del sistema formativo italiano e degli scambi scientifici, totalmente incapace di competere.

La Cina sta diventando leader mondiale per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche. Questo dimostra che la Cina dalla “copia facile”, a breve sarà solo nei libri di storia, esattamente come quando noi Italiani “eravamo i primi in fatto di creatività ed innovazione”.

Come la Ricerca americana e l’America è diventa grande grazie proprio ai contributi dei sui immigrati, Indiani, Cinesi ed anche Italiani, ora è giunto il momento anche per noi di aprire le nostre porte ad una sempre maggiore “conoscenza condivisa”, l’unica che può aiutarci a cercare di “reagire” alla profonda crisi culturale in cui l’Italia è sprofondata.

I Fabio Zhou possono contribuire molto anche a costruire il nostro futuro, una immigrazione ben diversa da quella al centro dei recenti fatti di via Sarpi o quelli denuniciati da Report sul Made in Italy.

L’alternativa è la “chiusura” per: Collasso Culturale!

mercoledì 5 dicembre 2007

Il Guanxi “dentro” l’amicizia

In Cina “Amicizia” si dice Guanxi.

Entrare nel Guanxi di un cinese, è cosa difficile e si ottiene solo dopo essere stati sottoposti ad una serie infinita di test e verifiche, sotto tutti i punti di vista.

E’ come entrare a far parte di una “famiglia allargata”, dentro la quale l’abnegazione alla “causa comune” è totale, così come la condivisione dei beni immateriali e materiali. Ecco perchè tanta reticenza da parte dei cinesi a considerare qualcuno “un Amico”.

Va sottolineato che essere amici di un cinese, è impegnativo. Un solo sbaglio e si rischia di uscire dal Guanxi. Poi rientraci è quasi impossibile, perchè l’errore è il buon consiglio, la prova, della tua “inadeguatezza” a ricevere questo autentico “onore”.

Il Guanxi vale sia nelle relazioni personali che in quelle di affari e significa il non correre il rischio di essere trattati come quelli che NON sono nel Guanxi: essere fregati!.

Un cinese nel Guanxi è probabilmente la persona più onesta e fedele sulla faccia della terra. Da queste parti la parola “onore”, ha un significato profondo, reale, tangibile. E’ un valore o una vergogna che si porta dentro per sempre.

Anche nelle nuove generazioni “pulsa” questo principio. I giovani cercano il Guanxi, per sopperire sul piano affettivo, al problema di aver vissuto da figli unici. Per cui chi è dentro il Guanxi è come e più di un fratello, di una sorella, o addirittura può essere un secondo padre, una seconda madre, se persi nel frattempo.

Riconoscere il Guanxi è cosa molto difficile. Oggettivamente i cinesi, apparentemente sono molto aperti e disponibili a rapide “amicizie”, fatte di bevute, strette di mano, sorrisi ed inviti a ulteriori incontri.

Soprattutto quando si parla di affari, il cinese è abilissimo a mettere al centro delle proprie attenzioni quella che lui considera però, solo una “preda”, che affascinata dai modi, dalle regalie e dalle continue lusinghe, crederà di aver trovato un nuovo “amico” su cui contare.

Niente di più sbagliato. Il cinese che vuole qualcosa da voi, ha una capacità e una perseveranza incredibili, in quella che in tutto e per tutto, è un corteggiamento da “innamorato”. Sarete al centro delle sue attenzioni, non vi mancherà nulla, vi faranno sentire importanti, ma tutto questo fa parte solo del “rituale”.

Quando poi la “trappola” scatta, per molti occidentali è sempre troppo tardi, perchè, sicuri che stavano trattando in “amicizia”, avranno già fatto molte concessioni che poi rendono gli accordi con i cinesi, spesso totalmente sbilanciati, sempre a favore di questi ultimi.

Ci sono poi i casi estremi, nei quali la “trappola” viene creata anche attraverso la complicità di terzi, facenti parte del Guanxi del vostro interlocutore, dove per “piegare” il volere del “malcapitato” occidentale, improvvisamente e dal nulla, si materializzano vari “problemi” che possono mettere a rischio anche la stessa incolumità della “vittima” occidentale.

Tipicamente questi “problemi” provocano l’isolamento, per ragioni “formali” o “logistiche”, momenti dove, senza alcun supporto, diventa oggettivamente difficile non sperare nell’intervento del proprio “cavaliere” e nuovo amico.

In una sorta di “scherzi a parte” ecco infatti che arriverà il “nuovo amico”, il salvatore, che vi spiegherà come uscire dalla incredibile situazione: fare qualche “piccola” concessione a questi “comuni nemici”, ed è fatta.

Un esempio pratico? Molti occidentali quando arrivano in Cina possono ricevere vari regali. Uno in particolare: l’invio di una “massaggiatrice” in camera, ovviamente pagata dal vostro amico cinese, come di tutta la cena del resto!.

Quando l’“amico” Cinese capisce che il regalo offerto verrà accettato, se la trattativa non sta dando i risultati auspicati, ecco che può scattare la trappola: l’arrivo della polizia.

Il controllo, metterà in evidenza la “reale” professione della massaggiatrice, attività vietatissima in Cina, pena l’espulsione del malcapitato Occidentale, con tanto di timbro rosso sul passaporto con la dicitura “prostituzione!!!” e l’addio di qualsiasi futuro affare in Cina.

Ma allora, come si riconsce il Guanxi?

Non è semplice. Ma un segnale preciso può essere quello di venire coinvolti nella sua “normalità”, la sua tavola di casa, magari meno virtusa di un ristorante e la condivisione del “poco”, spesso per nulla eccezionale quotidiano.

Ma non solo, dentro un Guanzi state pur certi che il cinese non vi chiederà mai nulla, nemmeno se vive ad un livello per noi considerabile di Povertà.

Anzi vi tratterà da Re perchè ciò lo farà sentire Re a sua volta, senza chiedervi altro che il solo accettare e nulla in cambio!

Buon Guanxi a tutti voi.