lunedì 21 gennaio 2008

Il “mito” del posto a sedere

In Cina esiste un mito che travalica qualunque ceto sociale: il posto a sedere.

Te ne rendi conto quando, davanti ad una porta di un metro, autobus o treno, come stessero per partire i 100 metri piani, alla sua apertura inizia quella che assomiglia più ad una “guerra” senza esclusione di colpi.

L’oggetto del contendere? SOLO i posti a sedere.

E se credete siano semplice spintoni, provate a farvi trovare negli orari di punta in una stazione del metrò qualsiasi.

Gli spintoni sono solo l’inizio, di quello che poi assomiglia di più ad una lotta “greco romana”, dove ogni scorrettezza, compresa la “presa dei vestiti”, è ammessa, visto il “valore” del contendere.

La cosa incredibile è che prima e dopo questa bolgia infernale, tutto è quasi immobile, fermo e in una maniera quasi irreale i contendenti, siano vincitori o vinti, mostreranno tutti un bel sorriso “pacificatore”, senza quindi alcun rancore.

E’ un po’ come nei film di Fantozzi che al suonare della sirena, tutti scattano come impazziti e ogni mezzo è lecito, pur di arrivare per primi alla macchina ed uscire dal posteggio ( anche il volare dalla finestra!)

Ma in Cina il mito del “posto a sedere”, crea ritualità sociali incredibili dalle nostre parti.

Ad esempio è capitato di vedere una fila lunghissima alla fermata di un autobus.

Immediatamente si pensa: ohibò, l’autobus in quel momento alla fermata è già pieno. Occorrerà aspettare il prossimo.

Nulla di tutto questo!

Le persone in coda stanno sì aspettando il prossimo autobus, ma non perché quello giunto sia pieno, ma solo perché i posti a sedere sono già esauriti!

Incredibile ma vero, arrivati all’autobus, causa di tutta quella lunga fila, lo abbiamo infatti trovato semivuoto.

Questa, che possiamo definire quindi una vera “paranoia” dei cinesi, si evidenzia anche quando acquisti i biglietti del treno.

In questo caso, visto che in Cina, grazie alla rivoluzione degli anni passati, non esistono più la divisione per classi, non ti chiederanno se vuoi viaggiare in prima o seconda classe.

No. Ti sentirai chiedere se vuoi un posto duro o morbido! Lo stesso anche nel caso stai acquistando una cuccetta sul treno. Dura o morbida?.

Questo fatto dimostra che il posto a sedere non è semplicemente un posto dove stare seduti, ma il luogo dove evidenziare la propria importanza, una sorta di status, che è umano che esista, a prescindere dalla esistenza delle classi sociali o meno.


Ma si può andare oltre!.

Visto che tutto, in materia di luoghi a sedere qua in Cina appare relativo e che molti cinesi sanno cosa vuole dire NON avere un posto a sedere, per strada si vedono persone “sedute sui propri talloni”, posizione per noi occidentali sostanzialmente impossibile da imitare.

Il bello che in questo modo i cinesi hanno una valida soluzione per un sacco di situazioni, potendo infatti sedersi in ogni dove senza avere la necessità di alcun posto a sedere!!

Vuoi sederti nel metrò e le panchine sono esaurite? Bene, fai da te e puoi aspettare in santa pazienza il prossimo treno.

Ovviamente questa posizione si presta anche a vari usi accessori, consentendo infatti l’agevole utilizzo dei bagni pubblici oppure salutari letture nelle biblioteche e nei book-stores, ovviamente senza poi dover comprare il libro.

Sugli aerei?

In questo caso, nonostante i posti siano tutti assegnati, quando stanno per imbarcare inizia lo stesso rituale e corsa al posto visto sui metro e treni, senza per fortuna toccare gli “estremi” visti in quei casi.

Ma qua questo uso molto personale dello spazio che caratterizza i cinesi può arrivare a livelli incredibili come quello visto su un volo di linea tra Cina ed Italia, dove un anziano cinese, trovandosi decisamente scomodo sulle “Morbide” poltrone della classe turistica, dopo qualche ora di terribili “sofferenze”, ha trovato la soluzione, a suo modo originale: stendersi nel corridoio dell’aereo.

Le hostess cinesi hanno avuto il loro d’affare a spiegare che quella “comoda posizione” non fosse confacente alle “regole di sicurezza” della aviazione mondiale, oltre a spiegare come quella comoda poltrona fosse suo pieno diritto utilizzarla, senza dover competere con nessun altro presente su quel volo.

Buon posto a tutti.