venerdì 25 gennaio 2008

Visto dalla Cina: “Umiliante” uscita di scena di Prodi

La Cina ci guarda. Con occhi straniti, ma ci guarda.

Anche perché, tra tutti i paese europei, siamo quello con il quale ha più uno stretto legame affettivo che economico.

Siamo simpatici: Fashion ,Calcio e Made in Italy, ci fanno percepire dal cinese medio come un paese abituato ad essere vincente e per certi versi, qualcosa da imitare e da invidiare.

Non stupisce quindi, che nell’analisi delle caduta del governo Prodi, alcuni media cinesi usino quasi una metafora sportiva: Umiliante sconfitta.

Leggendo tra le righe, interessante è annotare il loro punto di vista sui nostri leaders e le nostre coalizioni politiche:

- Prodi è capo di una coalizione composta dai centristi pro-vaticano, ex comunisti e verdi.
- Berlusconi è a capo della opposizione conservatrice,
- Veltroni, è capo del maggiore partito di governo, anch’esso esplicitamente indicato essere formato da ex comunisti e da centristi pro-vaticano. (una interessante definizione sul “nuovo” PD)

Coerentemente a questa visione, quando poi i media cinesi vanno oltre le notizie di circostanza, fanno intendere come questa sia stata anche la sconfitta del supporto pro-Vaticano, dato in extremis al governo in carica, per cercare di salvarlo.

Esplicativa quindi la foto utilizzata, che “parla” più di tante parole nell’evidenziare così il ruolo di Prodi nel contesto del sistema Italiano.

E ora?

Anche i cinesi si interrogano sul come e se potrà tornare a stabilizzarsi la situazione italiana.

Nel frattempo sorridono increduli, sul nuovo incredibile “record mondiale” che abbiamo stabilito: dalla fine della seconda guerra mondiale, 61 governi!.

La sensazione che hanno è che però il paese sia troppo diviso e concentrato sugli “equilibrismi di palazzo”, mancando di alcuna concretezza e realismo, una caratteristica tutta italiana nel gestire la cosa pubblica che nei fatti di Napoli ha trovato la propria incredibile sintesi e il monito per quello che potrebbe accadere nel futuro.

Appare quindi evidente che per prima cosa si arrivi ad una duratura e concreta stabilità politica, oltre a quelle fino ad ora, di semplice facciata.

Questa è ritenuta essere la condizione fondamentale affinché si possano realizzare le riforme necessarie e rispondere con “prontezza” alla crisi mondiale, che deve ancora arrivare.

Crisi che come una “nuova peste”, rischia altrimenti di essere il “colpo mortale” alle future ambizioni italiane, lo “scivolo” verso una sempre “più umiliante decadenza” del paese, allo stato attuale, totalmente incapace di relazionarsi con i mutati scenari mondiali presenti e futuri.

Una battuta crudamente può riassumere la posizione che riguarda l’Italia:”è il momento storico peggiore per non andare d’accordo, “il precipizio” annunciato da tanto tempo è arrivato ma nessuna soluzione per non cascarci dentro è stata trovata!”.

In bocca al lupo di cuore.