venerdì 15 febbraio 2008

Spielberg, “una scelta” del tutto fuori luogo


Ieri Spielberg ha annunciato la sua rinuncia a collaborare con l’ente organizzatore cinese per gli eventi di apertura e chiusura delle prossime Olimpiadi.

Onestamente questo gesto, fatto così a ridosso dell’evento stesso, appare alquanto fuori luogo, in particolare perché collegato alla questione del Darfur, questione che non vede SOLO la Cina impegnata, ma soprattutto dopo l’invio del contingente militare e degli aiuti umanitari cinesi, vista l’incapacità a livello di ONU di trovare una formula in grado di bloccare quanto sta accadendo in questa area Africana.

Sicuramente la presenza di interessi cinesi economici nell’area è alta, come in altri paesi africani, ma da qua ad associare la Cina al genocidio in corso, ce ne passa.

Strumentalizzare poi le Olimpiadi nel modo fatto da Spielberg, rendendosi prima disponibile e ora avere presunte “crisi di coscienza”, appare più una parte “recita” che una credibile umana e comprensibile decisione.

Non convincono nè i modi nè i tempi e forse i cinesi con il regista americano, in buona fede, sono cascati in questa specie di “trappola”, pensata fin dall’inizio, da persone “avvezze” ai media e alla forza della comunicazione associata.

Quanto accaduto, tipico dell’attivismo politico degli attori americani, “portatori” delle cause del mondo e testimonial spesso più per il ritorno di immagine che può offrire che per la causa stessa, sicuramente non è un buon inizio per i giochi Olimpici.

Rischia di scatenare una sorta di “reazione a catena” e di emulatori, che avrà come bersaglio la Cina nel suo complesso.

Infatti non bisogna scordare che è in corso da tempo una guerra mediatica, dove tutti i principali media soprattutto americani ed europei, quando si parla di Cina, ne parlano se possono, male o in termini troppo spessi dispregiativi.

L’esempio di tale “disparità” di giudizio lo si nota quando di parla di India e di Cina. Della prima i media occidentali ne parlano quasi sempre bene, nonostante disuguaglianze interne e un livello di povertà e di problematiche alcune volte superiori a quella della Cina.

Il problema è che sui media occidentali si fanno passare SOLO notizie sensazionalistiche con lo scopo di caricare l’opinione pubblica contro la Cina, affinché cambi l’assetto politico interno.

Il sospetto è quindi che la questione “sacrosanta” dei diritti umani, tema sicuramente sul quale la stessa Cina è conscia debba fare ancora molti passi, sia più una “scusa” per cercare di contrastare la crescente espansione commerciale che sta dando molto fastidio a molte “potenze” occidentali.

E Spielberg, attore e regista consumato, queste dinamiche le conosce molto bene e/o forse a sua volta è stato strumentalizzato da altre menti più fini della sua.

Peccato, si è persa l’ennesima occasione di non apparire, noi occidentali, solo degli ipocriti idealisti e alzare invece un'altra barriera che allontana.

La Cina è una polveriera socialmente pericolosa se si cerca di risolvere i problemi di cui è storicamente affetta, scatenando la pubblica opinione.

Appare quindi molto irresponsabile l’atteggiamento in tal senso da parte di chi crede che le cose a Beijing possano essere risolte come possano esserlo in America o in Europa.

I cinesi, gli asiatici NON sono e NON ragionano come gli occidentali. Hanno decenni, centinaia di anni di storia e modi di risolvere le problematiche totalmente diversi dai nostri.

Quindi per favore lasciamo stare i Giochi, strumentalizzandoli come si fece in piena guerra fredda con i diversi boicottaggi e cerchiamo di essere realisti.

La Cina è un paese in via di sviluppo e come tale è alla ricerca del proprio futuro.

Solo che troppo spesso deve fare ancora i conti con il proprio passato di decenni di contrasti e guerre intestine, fatti che hanno lasciato segni profondi, che necessitano di decenni per essere rimarginati, basti pensare solo alla questione di Taiwan.

La corruzione nel paese è una di queste piaghe e noi Italiani dovremmo sapere quanto difficile sia fare i conti con la propria storia su queste tematiche, nonostante la diffusa volontà affinché le cose cambino.

Quindi cerchiamo di non trasformarle in un “teatrino” per poi scordarsi di tutto a luci della ribalta spente, come fatto in altri casi.

I cinesi non potranno poi essere abbandonati a se stessi!