Fabio Zhou, il 1° cinese a studiare televisione digitale interattiva in Italia al Master IDTV della Università di Milano.
Ingegnere laureatosi alla Shanghai Jiao Tong University, una delle più prestigiose università Cinesi di Shanghai, ha fatto il proprio periodo di Stage presso una azienda Italiana: la COMAU.
Guida una Fiat e ha scelto di adottare nei documenti cinese, a differenza di molti suoi amici cinesi, non un nome inglese ma un nome Italiano: Fabio.
Nato Liaoning, nel nord della Cina, trasferitosi con la famiglia a Shanghai, ama la piazza, pasta e l’opera lirica ( è appassionato di Pavarotti e ha quasi tutti i suoi cd).
E’ fidanzato con una studentessa di Shanghai che sta finendo i propri studi a Hangzhou e suo padre lavora a Suzhou.
Bene, questo ragazzo cinese di 24 anni aveva un sogno: andare in Italia.
Ora questo sogno si è realizzato.
Fabio Zhou, attraverso il China Media Lab di Palazzo Lombardia, è arrivato settimana scorsa a Milano ed è uno dei partecipanti al 3° Master IDTV organizzato dalla Università di Milano.
E’ come un astronauta ed un esploratore, visto che è il primo cinese che studia di televisione digitale interattiva in Italia.
Un fatto dal grande significato pratico ma anche simbolico. Una sorta di “apripista” per un sempre crescente scambio culturali tra i due paesi, su tematiche diverse da quelle economiche o di design quali quelle attuali.
Il sogno di Fabio si è realizzato anche grazie all’intervento di un secondo protagonista di questa storia: la multinazionale cinese Huawei, che ha pagato la quota di iscrizione e il volo aereo.
Ma non solo: attraverso questo Master, Fabio e Huawei, collaboreranno strettamente nella definizione di un progetto di laboratorio nel quale approfondire la conoscenza reciproca e come già successo per i partecipanti le precedenti edizioni del Master, Huawei potrebbe anche assumerlo.
L’importante è che ora Fabio sia il primo di molti altri arrivi di studenti Cinesi di sempre crescente livello negli scambi culturali e scientifici tra Italia e Cina per andare ben oltre i 900 studenti stimati per il 2008, nulla rispetto i 54.000 studenti cinesi arrivati negli UK nel 2005 o i 60.000 degli Usa.
Oltre ad una “semplificazione” delle procedure dei visti per questo tipo di ingressi, auspicato di recente dallo stesso console cinese a Milano, occorre che le Università Italiane forniscano informazioni migliori sulle proprie offerte formative, che a parte rare eccezioni, appiono oggetti “oscuri” ed impenetrabili.
A dimostrazione sui problemi per quanto riguarda gli scambi scientifici tra Italia e Cina, è di questi giorni che un professore Cinese avrebbe inventato una macchina che il Prof. Veronesi dell’Istituto dei Tumori di Milano, ha definito dagli effetti miracolosi nella cura del cancro.
Bene, queste ricerche sono arrivate in Italia solo attraverso un canale di imprenditori italiani che ha comprato il brevetto in cina per la sua distribuzione sul mercato europeo.
Quanto accaduto non fa bene alla ricerca italiana, ed è la prova della debolezza strutturale del sistema formativo italiano e degli scambi scientifici, totalmente incapace di competere.
La Cina sta diventando leader mondiale per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche. Questo dimostra che la Cina dalla “copia facile”, a breve sarà solo nei libri di storia, esattamente come quando noi Italiani “eravamo i primi in fatto di creatività ed innovazione”.
Come la Ricerca americana e l’America è diventa grande grazie proprio ai contributi dei sui immigrati, Indiani, Cinesi ed anche Italiani, ora è giunto il momento anche per noi di aprire le nostre porte ad una sempre maggiore “conoscenza condivisa”, l’unica che può aiutarci a cercare di “reagire” alla profonda crisi culturale in cui l’Italia è sprofondata.
I Fabio Zhou possono contribuire molto anche a costruire il nostro futuro, una immigrazione ben diversa da quella al centro dei recenti fatti di via Sarpi o quelli denuniciati da Report sul Made in Italy.
L’alternativa è la “chiusura” per: Collasso Culturale!
Guida una Fiat e ha scelto di adottare nei documenti cinese, a differenza di molti suoi amici cinesi, non un nome inglese ma un nome Italiano: Fabio.
Nato Liaoning, nel nord della Cina, trasferitosi con la famiglia a Shanghai, ama la piazza, pasta e l’opera lirica ( è appassionato di Pavarotti e ha quasi tutti i suoi cd).
E’ fidanzato con una studentessa di Shanghai che sta finendo i propri studi a Hangzhou e suo padre lavora a Suzhou.
Bene, questo ragazzo cinese di 24 anni aveva un sogno: andare in Italia.
Ora questo sogno si è realizzato.
Fabio Zhou, attraverso il China Media Lab di Palazzo Lombardia, è arrivato settimana scorsa a Milano ed è uno dei partecipanti al 3° Master IDTV organizzato dalla Università di Milano.
E’ come un astronauta ed un esploratore, visto che è il primo cinese che studia di televisione digitale interattiva in Italia.
Un fatto dal grande significato pratico ma anche simbolico. Una sorta di “apripista” per un sempre crescente scambio culturali tra i due paesi, su tematiche diverse da quelle economiche o di design quali quelle attuali.
Il sogno di Fabio si è realizzato anche grazie all’intervento di un secondo protagonista di questa storia: la multinazionale cinese Huawei, che ha pagato la quota di iscrizione e il volo aereo.
Ma non solo: attraverso questo Master, Fabio e Huawei, collaboreranno strettamente nella definizione di un progetto di laboratorio nel quale approfondire la conoscenza reciproca e come già successo per i partecipanti le precedenti edizioni del Master, Huawei potrebbe anche assumerlo.
L’importante è che ora Fabio sia il primo di molti altri arrivi di studenti Cinesi di sempre crescente livello negli scambi culturali e scientifici tra Italia e Cina per andare ben oltre i 900 studenti stimati per il 2008, nulla rispetto i 54.000 studenti cinesi arrivati negli UK nel 2005 o i 60.000 degli Usa.
Oltre ad una “semplificazione” delle procedure dei visti per questo tipo di ingressi, auspicato di recente dallo stesso console cinese a Milano, occorre che le Università Italiane forniscano informazioni migliori sulle proprie offerte formative, che a parte rare eccezioni, appiono oggetti “oscuri” ed impenetrabili.
A dimostrazione sui problemi per quanto riguarda gli scambi scientifici tra Italia e Cina, è di questi giorni che un professore Cinese avrebbe inventato una macchina che il Prof. Veronesi dell’Istituto dei Tumori di Milano, ha definito dagli effetti miracolosi nella cura del cancro.
Bene, queste ricerche sono arrivate in Italia solo attraverso un canale di imprenditori italiani che ha comprato il brevetto in cina per la sua distribuzione sul mercato europeo.
Quanto accaduto non fa bene alla ricerca italiana, ed è la prova della debolezza strutturale del sistema formativo italiano e degli scambi scientifici, totalmente incapace di competere.
La Cina sta diventando leader mondiale per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche. Questo dimostra che la Cina dalla “copia facile”, a breve sarà solo nei libri di storia, esattamente come quando noi Italiani “eravamo i primi in fatto di creatività ed innovazione”.
Come la Ricerca americana e l’America è diventa grande grazie proprio ai contributi dei sui immigrati, Indiani, Cinesi ed anche Italiani, ora è giunto il momento anche per noi di aprire le nostre porte ad una sempre maggiore “conoscenza condivisa”, l’unica che può aiutarci a cercare di “reagire” alla profonda crisi culturale in cui l’Italia è sprofondata.
I Fabio Zhou possono contribuire molto anche a costruire il nostro futuro, una immigrazione ben diversa da quella al centro dei recenti fatti di via Sarpi o quelli denuniciati da Report sul Made in Italy.
L’alternativa è la “chiusura” per: Collasso Culturale!