Ristoranti Cinesi: non esageriamo!
A seguito dello scalpore che il caso del latte alla melamina, giustamente si sono attivati rigidi controlli anche in Italia per scongiurare qualsiasi problema connesso.
Ma attenzione a fare “di tutta un’erba un fascio” attivando, per l’ennesima volta, uno strumentale approccio anti cinese.
Appaiono infatti del tutto fuori luogo, annunci quali quello sul Corriere della Sera, che riprendendo una intervista al presidente di Slow Food, titola “Non andare a mangiare nei ristoranti cinesi!”.
Dato che tutti i ristoranti sul territorio italiano, anche quelli cinesi, sottostanno ai controlli dei NAS, se esistono dubbi è giusto vigilare e controllare, ma poi cerchiamo di non strumentalizzare le situazioni, dando inutili giudizi “sommari”.
La ragione è semplice: il solo prezzo, elemento che il presidente di Slow Food indica come decisivo in termini negativi, non può essere invece in nessun caso termine di giudizio, in quanto ho avuto modo di mangiare in maniera eccelsa in ristoranti a “basso costo” cinesi, stile le nostre trattorie di una volta.
Dare il senso che il prezzo sia sinonimo sempre e solo di qualità è quanto di più fuori luogo, visto che in questi giorni si parla di “prezzi gonfiati”, tradotto “ingiustificati”, di quasi tutti i cibi che arrivano sulle nostre tavole.
Non solo: la cucina cinese tradizionale, quella vera della gente comune, è fatta di piatti molto semplici e non come credono tanti “turisti”, da stravaganti (e costose) leccornie che come per il tartufo da noi, sono solo per una minoranza o in occasioni particolari.
Il basso costo che quindi si può riscontrare nei molti ristoranti cinesi in Italia, non è sinonimo assolutamente di scarsa qualità ma dato che questi ristoranti sono “dimensionati” per gli altri cinesi presenti in Italia, rispecchiano il livello di prezzo che gli stessi hanno in madre patria.
State pur certi che i ristoranti cinesi, con prezzi per così dire “occidentali”, non saranno frequentati dai cinesi stessi, nemmeno quando di passaggio come turisti in Italia, essendo ritenuti decisamente fuori target e solo “attrazioni turistiche” per gli italiani, alla ricerca di qualcosa di esotico e fuori dalla routine della dieta mediterranea.
E’ come per noi che una volta arrivati a Shanghai confrontando il prezzo di una pizza o un piatto di pasta finiamo per ritenerla “esagerata”, visto che arriva a costare 10 volte di più della materia prima stessa, oltretutto importata!!
Va poi sottolineato come i ristoranti cinesi siano duramente in competizione con la nostra economia della ristorazione, dato che sempre più italiani in difficoltà ad arrivare a fine mese, vanno proprio nei ristoranti cinesi, esattamente come una volta, si andava nelle trattorie di una volta, a costi popolari.
Quindi ho potuto constatare come questi ristoranti siano diventati un luogo dove molte famiglie Italiane possono ancora mangiare fuori casa, dopo che i ristoranti Italiani sono diventati “off limits” per i costi esorbitanti di quasi tutti i piatti, pizza compresa.
Non dimentichiamoci poi come di recente, a ruoli capovolti, il mondo intero dichiarò la nostra mozzarella prodotta a Napoli, “pericolosissima” per la salute.
In quei giorni che provenisse da una zona realmente inquinata o meno poco importava. La mozzarella Italiana era considerata pericolosa.
I media cinesi hanno quindi iniziato una campagna di comunicazione e rassicurazione, nella quale hanno precisato come la Cina non importasse tale prodotto, sottolineando come la mozzarella sulle pizze delle principali catene di pizzerie americane in Cina arrivasse dalla Nuova Zelanda!
Fatto un bel sospiro di sollievo, ora il cinese medio si guarda bene di comprare mozzarella italiana, visto che il nome stesso, “mozzarella” è diventato sinonimo di “pericoloso”!
Quindi ben venga vigilare e reprimere i comportamenti potenzialmente lesivi alla salute pubblica e fare controlli approfonditi in tutti i ristoranti, ma cerchiamo di non incutere stupide o peggio strumentali idee che poi rischiano di trasformarsi in barriere culturali o peggio pregiudizi e boomerang difficili poi da superare.
Ma attenzione a fare “di tutta un’erba un fascio” attivando, per l’ennesima volta, uno strumentale approccio anti cinese.
Appaiono infatti del tutto fuori luogo, annunci quali quello sul Corriere della Sera, che riprendendo una intervista al presidente di Slow Food, titola “Non andare a mangiare nei ristoranti cinesi!”.
Dato che tutti i ristoranti sul territorio italiano, anche quelli cinesi, sottostanno ai controlli dei NAS, se esistono dubbi è giusto vigilare e controllare, ma poi cerchiamo di non strumentalizzare le situazioni, dando inutili giudizi “sommari”.
La ragione è semplice: il solo prezzo, elemento che il presidente di Slow Food indica come decisivo in termini negativi, non può essere invece in nessun caso termine di giudizio, in quanto ho avuto modo di mangiare in maniera eccelsa in ristoranti a “basso costo” cinesi, stile le nostre trattorie di una volta.
Dare il senso che il prezzo sia sinonimo sempre e solo di qualità è quanto di più fuori luogo, visto che in questi giorni si parla di “prezzi gonfiati”, tradotto “ingiustificati”, di quasi tutti i cibi che arrivano sulle nostre tavole.
Non solo: la cucina cinese tradizionale, quella vera della gente comune, è fatta di piatti molto semplici e non come credono tanti “turisti”, da stravaganti (e costose) leccornie che come per il tartufo da noi, sono solo per una minoranza o in occasioni particolari.
Il basso costo che quindi si può riscontrare nei molti ristoranti cinesi in Italia, non è sinonimo assolutamente di scarsa qualità ma dato che questi ristoranti sono “dimensionati” per gli altri cinesi presenti in Italia, rispecchiano il livello di prezzo che gli stessi hanno in madre patria.
State pur certi che i ristoranti cinesi, con prezzi per così dire “occidentali”, non saranno frequentati dai cinesi stessi, nemmeno quando di passaggio come turisti in Italia, essendo ritenuti decisamente fuori target e solo “attrazioni turistiche” per gli italiani, alla ricerca di qualcosa di esotico e fuori dalla routine della dieta mediterranea.
E’ come per noi che una volta arrivati a Shanghai confrontando il prezzo di una pizza o un piatto di pasta finiamo per ritenerla “esagerata”, visto che arriva a costare 10 volte di più della materia prima stessa, oltretutto importata!!
Va poi sottolineato come i ristoranti cinesi siano duramente in competizione con la nostra economia della ristorazione, dato che sempre più italiani in difficoltà ad arrivare a fine mese, vanno proprio nei ristoranti cinesi, esattamente come una volta, si andava nelle trattorie di una volta, a costi popolari.
Quindi ho potuto constatare come questi ristoranti siano diventati un luogo dove molte famiglie Italiane possono ancora mangiare fuori casa, dopo che i ristoranti Italiani sono diventati “off limits” per i costi esorbitanti di quasi tutti i piatti, pizza compresa.
Non dimentichiamoci poi come di recente, a ruoli capovolti, il mondo intero dichiarò la nostra mozzarella prodotta a Napoli, “pericolosissima” per la salute.
In quei giorni che provenisse da una zona realmente inquinata o meno poco importava. La mozzarella Italiana era considerata pericolosa.
I media cinesi hanno quindi iniziato una campagna di comunicazione e rassicurazione, nella quale hanno precisato come la Cina non importasse tale prodotto, sottolineando come la mozzarella sulle pizze delle principali catene di pizzerie americane in Cina arrivasse dalla Nuova Zelanda!
Fatto un bel sospiro di sollievo, ora il cinese medio si guarda bene di comprare mozzarella italiana, visto che il nome stesso, “mozzarella” è diventato sinonimo di “pericoloso”!
Quindi ben venga vigilare e reprimere i comportamenti potenzialmente lesivi alla salute pubblica e fare controlli approfonditi in tutti i ristoranti, ma cerchiamo di non incutere stupide o peggio strumentali idee che poi rischiano di trasformarsi in barriere culturali o peggio pregiudizi e boomerang difficili poi da superare.