Latte, recente “invenzione” in Cina
La storia del latte in Cina, è cosa recente e per certi versi d’altri tempi.
Tradizionalmente la cucina cinese non utilizza latte.
Scordatevi ad esempio la colazione a latte e biscotti, stile “mulino bianco”. Per i cinesi la colazione è a tutti gli effetti un pasto come gli altri, dove tipicamente si può mangiare qualsiasi cosa, normalmente salata.
L’uso del latte nella dieta cinese è una “invenzione recente”, una conseguenza dell’apertura e “contaminazione” con le abitudini occidentali e quale spirito emulativo degli stili di vita americani ed europei.
Il cinese medio preferisce infatti bere il latte di soia.
Sono i bambini che devono ricorrere al latte in polvere, nella prima fase della loro vita.
Il governo, da tempo sta comunque incentivando l’uso di latte, quale parte integrante della dieta dei cinesi, tanto che il premier Wen Jiabao ha affermato di avere un sogno “dare a tutti i cinesi, in particolare ai bambini, sufficiente latte tutti i giorni”.
I dati UN confermano una crescita nel consumo di latte in Cina, passato da 26 Kilocalorie del 2002 alle 43 del 2005.
Bene prezioso e razionato fino al 1980, di norma quel poco che si riusciva a procurarsi, era utilizzato solo per i bambini, dopo aver ricevuto l’apposito ticket per ottenerne una razione e le lunghe code per ritirarlo.
Anche ora, nonostante il cresciuto benessere economico, questa esperienza è rimasta però profondamente radicata nelle famiglie cinesi, tanto che il latte è ancora regalato dai parenti in visita, proprio come prezioso dono per i figli della casa.
Quale effetto connesso alla dieta senza latte dei decenni passati, la maggioranza della popolazione adulta cinese soffre di carenza di lattasi, l’enzima necessario per assimilare il lattosio. Molto diffusa è quindi l’intolleranza al lattosio in gran parte della popolazione.
Anche una pizza e la sua “tradizionale” mozzarella o un po’ di grana sulla pasta, possono risultare decisamente indigesti!.
Non parliamo poi dei formaggi. I cinesi non hanno nella loro tradizione alcun formaggio o derivato del latte. Importati dai paesi occidentali, i cinesi della classe media, hanno scoperto solo di recente il formaggio, ma nonostante la curiosità, continuano a non gradirne l’odore!.
Detto questo, si può quindi comprendere lo “sdegno” di questi giorni in Cina alla scoperta dell’esistenza di latte adulterato sul mercato, fatto che ha colpito dalle fondamenta e nel profondo, tutte le famiglie visto che colpisce la loro cosa più preziosa: il figlio unico!.
Una cosa che proprio non sopporta il cinese medio, è poter danneggiare in qualche modo, il futuro dei propri figli.
Quindi i genitori ora stanno cercando di andare a fondo di una questione, ancora più inaccettabile, vista l’intenzionale adulterazione, che ora ha scatenato una vera e propria caccia al “colpevole”, tipica della cultura cinese, che non accetta le scuse e deve trovare e punire rapidamente i colpevoli.
Il caso di questi giorni ha oltretutto un precedente su cui riflettere, quello che portò il 10 luglio 2007, ad eseguire la condanna a morte di Zheng Xiaoyu, l’ex capo dell’agenzia governativa per i controlli igienico-sanitari, proprio per la morte di 13 neonati che avevano usato latte in polvere tossico.
La corruzione, vero spettro sempre aleggiante sulla crescita cinese, torna protagonista anche in questa vicenda, visto che troppe volte queste sofisticazioni sono possibili perché a livello locale, si riescono ad eludere i controlli, attraverso la corruzione dei funzionari addetti alla vigilanza, come nel caso di Zheng Xiaoyu
Il problema è grave, anche perché ora getta un’ombra sull’intera rete dei controlli alimentari in Cina e sulla reale qualità di molte delle forniture internazionali a molti paesi amici, asiatici ed africani.
Che poi nella lista delle aziende coinvolte ci siano anche alcuni degli sponsor Olimpici, non può che doppiamente preoccupare.
E così nascono associazioni quali la “Sanlu Victims Union” che intende supportare le famiglie colpite dagli effetti causati dall’uso del latte adulterato, per chiedere, attraverso una causa in comune, la compensazione economica da parte del governo centrale.
Ancora una volta, il popolo chiede l’intervento del governo centrale, non come affermato da alcuni giornalisti occidentali, per attaccarlo, ma per avere “protezione”.
Come reazione, il governo centrale ha annullato subito, attraverso una circolare ministeriale, tutte le precedenti disposizioni in materia di ispezioni e controlli, in particolare per quanto riguarda l’esenzione al controllo per alcuni prodotti alimentari.
Attraverso controlli sistematici si cerca ora di circoscrivere il perimetro del pericolo, dopo che oltre al latte in polvere della Sunlu anche il 10% delle produzioni delle Mengniu e Yili e 6 partite su 93 della Bright di Shanghai sono risultate contaminate e oltre 13.000 bambini sono ricoverati in ospedale.
In gioco c’è la salute dei suoi “piccoli” cittadini, la fiducia delle famiglie e soprattutto ancora una volta, l’immagine di credibilità dell’intero paese.
Tradizionalmente la cucina cinese non utilizza latte.
Scordatevi ad esempio la colazione a latte e biscotti, stile “mulino bianco”. Per i cinesi la colazione è a tutti gli effetti un pasto come gli altri, dove tipicamente si può mangiare qualsiasi cosa, normalmente salata.
L’uso del latte nella dieta cinese è una “invenzione recente”, una conseguenza dell’apertura e “contaminazione” con le abitudini occidentali e quale spirito emulativo degli stili di vita americani ed europei.
Il cinese medio preferisce infatti bere il latte di soia.
Sono i bambini che devono ricorrere al latte in polvere, nella prima fase della loro vita.
Il governo, da tempo sta comunque incentivando l’uso di latte, quale parte integrante della dieta dei cinesi, tanto che il premier Wen Jiabao ha affermato di avere un sogno “dare a tutti i cinesi, in particolare ai bambini, sufficiente latte tutti i giorni”.
I dati UN confermano una crescita nel consumo di latte in Cina, passato da 26 Kilocalorie del 2002 alle 43 del 2005.
Bene prezioso e razionato fino al 1980, di norma quel poco che si riusciva a procurarsi, era utilizzato solo per i bambini, dopo aver ricevuto l’apposito ticket per ottenerne una razione e le lunghe code per ritirarlo.
Anche ora, nonostante il cresciuto benessere economico, questa esperienza è rimasta però profondamente radicata nelle famiglie cinesi, tanto che il latte è ancora regalato dai parenti in visita, proprio come prezioso dono per i figli della casa.
Quale effetto connesso alla dieta senza latte dei decenni passati, la maggioranza della popolazione adulta cinese soffre di carenza di lattasi, l’enzima necessario per assimilare il lattosio. Molto diffusa è quindi l’intolleranza al lattosio in gran parte della popolazione.
Anche una pizza e la sua “tradizionale” mozzarella o un po’ di grana sulla pasta, possono risultare decisamente indigesti!.
Non parliamo poi dei formaggi. I cinesi non hanno nella loro tradizione alcun formaggio o derivato del latte. Importati dai paesi occidentali, i cinesi della classe media, hanno scoperto solo di recente il formaggio, ma nonostante la curiosità, continuano a non gradirne l’odore!.
Detto questo, si può quindi comprendere lo “sdegno” di questi giorni in Cina alla scoperta dell’esistenza di latte adulterato sul mercato, fatto che ha colpito dalle fondamenta e nel profondo, tutte le famiglie visto che colpisce la loro cosa più preziosa: il figlio unico!.
Una cosa che proprio non sopporta il cinese medio, è poter danneggiare in qualche modo, il futuro dei propri figli.
Quindi i genitori ora stanno cercando di andare a fondo di una questione, ancora più inaccettabile, vista l’intenzionale adulterazione, che ora ha scatenato una vera e propria caccia al “colpevole”, tipica della cultura cinese, che non accetta le scuse e deve trovare e punire rapidamente i colpevoli.
Il caso di questi giorni ha oltretutto un precedente su cui riflettere, quello che portò il 10 luglio 2007, ad eseguire la condanna a morte di Zheng Xiaoyu, l’ex capo dell’agenzia governativa per i controlli igienico-sanitari, proprio per la morte di 13 neonati che avevano usato latte in polvere tossico.
La corruzione, vero spettro sempre aleggiante sulla crescita cinese, torna protagonista anche in questa vicenda, visto che troppe volte queste sofisticazioni sono possibili perché a livello locale, si riescono ad eludere i controlli, attraverso la corruzione dei funzionari addetti alla vigilanza, come nel caso di Zheng Xiaoyu
Il problema è grave, anche perché ora getta un’ombra sull’intera rete dei controlli alimentari in Cina e sulla reale qualità di molte delle forniture internazionali a molti paesi amici, asiatici ed africani.
Che poi nella lista delle aziende coinvolte ci siano anche alcuni degli sponsor Olimpici, non può che doppiamente preoccupare.
E così nascono associazioni quali la “Sanlu Victims Union” che intende supportare le famiglie colpite dagli effetti causati dall’uso del latte adulterato, per chiedere, attraverso una causa in comune, la compensazione economica da parte del governo centrale.
Ancora una volta, il popolo chiede l’intervento del governo centrale, non come affermato da alcuni giornalisti occidentali, per attaccarlo, ma per avere “protezione”.
Come reazione, il governo centrale ha annullato subito, attraverso una circolare ministeriale, tutte le precedenti disposizioni in materia di ispezioni e controlli, in particolare per quanto riguarda l’esenzione al controllo per alcuni prodotti alimentari.
Attraverso controlli sistematici si cerca ora di circoscrivere il perimetro del pericolo, dopo che oltre al latte in polvere della Sunlu anche il 10% delle produzioni delle Mengniu e Yili e 6 partite su 93 della Bright di Shanghai sono risultate contaminate e oltre 13.000 bambini sono ricoverati in ospedale.
In gioco c’è la salute dei suoi “piccoli” cittadini, la fiducia delle famiglie e soprattutto ancora una volta, l’immagine di credibilità dell’intero paese.