Internet Italiano: “Anatra zoppa” dello sviluppo
Ieri è partita l’iniziativa Codice Internet – “Divulgare Internet in Italia!”
“Buona la prima” anche se va sottolineato con forza, come occorra velocemente fare molto di più, sul piano strutturale, culturale e soprattutto politico.
Internet in Italia, dovrebbe essere già da tempo un reale asset strategico per tutto il paese, il “netbrain” sul quale costruire la nuova fase di crescita del paese e soprattutto, dovrebbe esistere un’infrastruttura nazionale adeguata (Fibra), sulla quale possa realmente svilupparsi una nuova società digitale ed industriale.
Ora invece disponiamo di una bella “anatra zoppa”, folkloristica perché anatra, ma non strategica perché zoppa!.
Occorrerebbe invece uno sforzo collettivo, simile a quello del periodo postbellico, quando si dichiarò guerra all’analfabetismo, in questo caso Digitale.
Fa però riflettere come Codice Internet parta “nel silenzio tombale” delle istituzioni italiane nazionali, quasi fosse una “sagra comunale”, dimostrazione di come in Italia, la questione Internet soffra di una sorta di ormai patologica “Schizofrenia”.
A parte infatti i discorsi di circostanza, la Politica italiana sta di fatto sottovalutando e minimizzando l’analfabetismo digitale del paese, oltre che continuare a “fiancheggiare” le ultime campagne mediatiche “contro”.
Il comportamento sociale che si sta infatti pericolosamente diffondendo, attraverso gli opinion makers e molti quotidiani nazionali, assomiglia troppo a quello utilizzato nella campagna contro il fumo e dove sul pacchetto di sigarette, si è finito per scrivere “nuoce gravemente alla salute”.
Al contrario, invece di terrorizzare, occorrerebbe lanciare un messaggio che sottolinei come Internet sia per tutte le età, per tutte le tasche e per tutte le culture, cercando al contrario di favorirne un uso comune in oltre il 95% della popolazione, esattamente come il telefono e la TV attuali (infrastruttura permettendo!)
Per realizzare ciò occorre quindi che Internet faccia parte integrante dei programmi di governo e non venga semplicemente relegato alla voce” iniziative di marketing”, attivandosi con lo stesso dinamismo dimostrato per risolvere l’emergenza rifiuti nel napoletano.
Lasciare che “l’alfabetizzazione digitale” si autoalimenti su base volontaria o peggio casuale, senza alcuna pianificazione a livello nazionale, mette il paese in una pericolosa posizione che rischia di farlo affondare, sotto i colpi delle tempeste dei cambiamenti sociali in corso.
Andate a farvi raccontare come la “piccola” Finlandia ha programmato a livello statale il suo passaggio ad una società digitale, base stessa dell’innovazione dell’intero sistema industriale del paese, ora di livello mondiale.
Fatevi raccontare di Corea del Sud, Giappone o Cina e di come Internet sia parte integrante dello sviluppo sociale ed economico che sta rivoluzionando l’Asia e il mondo intero.
La parola d’ordine che accomuna tutti loro è: “pianificazione”.
Da noi la parola è ritenuta inutile, superflua, oltre che continuare a pensare Internet come una nicchia, una moda, secondaria, atteggiamento che evidenzia il vero problema: è questione oscura per i nostri Decision Makers.
Occorre invece chiamare con il proprio nome quella che è una vera e propria patologia nazionale, ponendo così fine ai “deprimenti outing” di intere schiere d’intellettuali che si sono precipitati a dire che internet deve essere una scelta, esattamente come il ragazzo per preferisce lavorare piuttosto che andare a scuola, rimanendo così analfabeta.
Leggere, scrivere, far di conto e sapere usare internet sono le basi necessarie per il futuro di tutti, non solo di qualcuno come ora.
Non solo, Internet non va considerata miopicamente solo come la semplice evoluzione della stampa o della TV, ma una vera e propria infrastruttura industriale che consente al sistema paese di crescere, grazie ad una virtuosa integrazione tra tecnologia e produzione
Lo stato dell’arte è invece che l’Italia sembra non temere l’Analfabetismo Digitale e conseguentemente la classe politica non lo considera una patologia sociale da dover curare, alla stregua della sicurezza, immigrazione, spazzatura, Alitalia …, finendo per perpetuare il diffondersi di una cultura retrograda e perdente.
Detto questo BLOGGANDO e EMAILANDO, ELEGGENDO, occorre far si che qualcosa cambi, non accontentandosi delle parvenze e delle “parole”.
Occorre inserite nelle finanziarie del Governo Italiano, seri investimenti alle voci “FIBRA PUBBLICA”, “SERVIZI INTERATTIVI”, “ALFABETIZZAZIONE DIGITALE”, “INDUSTRIALIZZAZIONE DIGITALE”, affidati ad un ministero CON Portafoglio, in grado di essere parte attiva del futuro del paese.
Oggi infatti il Ministro per l’Innovazione o facente funzione, fa sempre la parte “dell’ultimo della classe” nel Consiglio dei Ministri e non integrato nel processo produttivo del paese.
Agli “architetti” dell’Italia un messaggio: presi come siete da spazzatura, sicurezza, costo della vita, non dimenticatevi di inserire, nello sviluppo industriale del paese, anche “il cervello”, altrimenti a forza di, correggi qua, cambia là, rischieremo di assomigliare sempre più ad un nuovo terribile, ma elegante, Frankenstein.
“Buona la prima” anche se va sottolineato con forza, come occorra velocemente fare molto di più, sul piano strutturale, culturale e soprattutto politico.
Internet in Italia, dovrebbe essere già da tempo un reale asset strategico per tutto il paese, il “netbrain” sul quale costruire la nuova fase di crescita del paese e soprattutto, dovrebbe esistere un’infrastruttura nazionale adeguata (Fibra), sulla quale possa realmente svilupparsi una nuova società digitale ed industriale.
Ora invece disponiamo di una bella “anatra zoppa”, folkloristica perché anatra, ma non strategica perché zoppa!.
Occorrerebbe invece uno sforzo collettivo, simile a quello del periodo postbellico, quando si dichiarò guerra all’analfabetismo, in questo caso Digitale.
Fa però riflettere come Codice Internet parta “nel silenzio tombale” delle istituzioni italiane nazionali, quasi fosse una “sagra comunale”, dimostrazione di come in Italia, la questione Internet soffra di una sorta di ormai patologica “Schizofrenia”.
A parte infatti i discorsi di circostanza, la Politica italiana sta di fatto sottovalutando e minimizzando l’analfabetismo digitale del paese, oltre che continuare a “fiancheggiare” le ultime campagne mediatiche “contro”.
Il comportamento sociale che si sta infatti pericolosamente diffondendo, attraverso gli opinion makers e molti quotidiani nazionali, assomiglia troppo a quello utilizzato nella campagna contro il fumo e dove sul pacchetto di sigarette, si è finito per scrivere “nuoce gravemente alla salute”.
Al contrario, invece di terrorizzare, occorrerebbe lanciare un messaggio che sottolinei come Internet sia per tutte le età, per tutte le tasche e per tutte le culture, cercando al contrario di favorirne un uso comune in oltre il 95% della popolazione, esattamente come il telefono e la TV attuali (infrastruttura permettendo!)
Per realizzare ciò occorre quindi che Internet faccia parte integrante dei programmi di governo e non venga semplicemente relegato alla voce” iniziative di marketing”, attivandosi con lo stesso dinamismo dimostrato per risolvere l’emergenza rifiuti nel napoletano.
Lasciare che “l’alfabetizzazione digitale” si autoalimenti su base volontaria o peggio casuale, senza alcuna pianificazione a livello nazionale, mette il paese in una pericolosa posizione che rischia di farlo affondare, sotto i colpi delle tempeste dei cambiamenti sociali in corso.
Andate a farvi raccontare come la “piccola” Finlandia ha programmato a livello statale il suo passaggio ad una società digitale, base stessa dell’innovazione dell’intero sistema industriale del paese, ora di livello mondiale.
Fatevi raccontare di Corea del Sud, Giappone o Cina e di come Internet sia parte integrante dello sviluppo sociale ed economico che sta rivoluzionando l’Asia e il mondo intero.
La parola d’ordine che accomuna tutti loro è: “pianificazione”.
Da noi la parola è ritenuta inutile, superflua, oltre che continuare a pensare Internet come una nicchia, una moda, secondaria, atteggiamento che evidenzia il vero problema: è questione oscura per i nostri Decision Makers.
Occorre invece chiamare con il proprio nome quella che è una vera e propria patologia nazionale, ponendo così fine ai “deprimenti outing” di intere schiere d’intellettuali che si sono precipitati a dire che internet deve essere una scelta, esattamente come il ragazzo per preferisce lavorare piuttosto che andare a scuola, rimanendo così analfabeta.
Leggere, scrivere, far di conto e sapere usare internet sono le basi necessarie per il futuro di tutti, non solo di qualcuno come ora.
Non solo, Internet non va considerata miopicamente solo come la semplice evoluzione della stampa o della TV, ma una vera e propria infrastruttura industriale che consente al sistema paese di crescere, grazie ad una virtuosa integrazione tra tecnologia e produzione
Lo stato dell’arte è invece che l’Italia sembra non temere l’Analfabetismo Digitale e conseguentemente la classe politica non lo considera una patologia sociale da dover curare, alla stregua della sicurezza, immigrazione, spazzatura, Alitalia …, finendo per perpetuare il diffondersi di una cultura retrograda e perdente.
Detto questo BLOGGANDO e EMAILANDO, ELEGGENDO, occorre far si che qualcosa cambi, non accontentandosi delle parvenze e delle “parole”.
Occorre inserite nelle finanziarie del Governo Italiano, seri investimenti alle voci “FIBRA PUBBLICA”, “SERVIZI INTERATTIVI”, “ALFABETIZZAZIONE DIGITALE”, “INDUSTRIALIZZAZIONE DIGITALE”, affidati ad un ministero CON Portafoglio, in grado di essere parte attiva del futuro del paese.
Oggi infatti il Ministro per l’Innovazione o facente funzione, fa sempre la parte “dell’ultimo della classe” nel Consiglio dei Ministri e non integrato nel processo produttivo del paese.
Agli “architetti” dell’Italia un messaggio: presi come siete da spazzatura, sicurezza, costo della vita, non dimenticatevi di inserire, nello sviluppo industriale del paese, anche “il cervello”, altrimenti a forza di, correggi qua, cambia là, rischieremo di assomigliare sempre più ad un nuovo terribile, ma elegante, Frankenstein.