Limiti di LEGGE-NET: "IO" Clandestino ...
Un paese è tanto più evoluto tanto più lo è il suo sistema legislativo.
La comparazione tra paesi, avviene proprio attraverso il confronto dei rispettivi sistemi legislativi.
L’Italia sembra da tempo però aver perso la bussola e dimenticato la “regola aurea” che caratterizza un valido sistema legislativo: essere capace di rispondere alle esigenze e problematiche della società contemporanea.
Su molte tematiche attuali ed in particolare per quanto riguarda le nuove tecnologie, il legislatore deve ancora di fatto rifarsi a leggi del 1948 (Legge 47/48), quella che disciplina la stampa cartacea, utilizzata per valutare la “legalità” dei Blog e i siti Web.
Che un paese moderno, alle prese con il 2008 (tecnologico ed internettiano) possa competere adeguatamente utilizzando regole del 1948, appare alquanto difficile immaginarlo.
Spontaneo allora sarebbe un moto quale: “aggiorniamo le regole”.
Malauguratamente, gli aggiornamenti successivi (legge 62/2001) non hanno tracciato ed accolto nessuna delle nuove dinamiche e relazioni sociali “contenute” nei nuovi prodotti telematici, ma al contrario hanno di fatto provato a ricondurli ad una naturale evoluzione dei precedenti cartacei e quindi normativamente riconducibili alla vecchia legge del ’48.
Insomma sia tornati daccapo, come se fossimo ancora al 1948!.
La “rattoppata” del 2001 (Legge 7/2001), invece di chiarire la situazione, ha finito per complicarla enormemente, senza che i legislatori italiani si potessero rendere conto delle profonde implicazioni che di fatto avrebbero potuto avere tali atti.
E i segni evidenti dello stato confusionale del nostro sistema legislativo in materia, non hanno tardato a manifestarsi.
Infatti sono arrivati a creare il paradosso del caso dell’oscuramente del sito Accaddeinsicilia.net, dello storico siciliano Carlo Ruta, che è stato accusato di Stampa Clandestina.
A parte la “brutalità” di un’accusa assurda nel 2008, è evidente che questa sentenza, figlia della confusione della legislazione vigente e discrezionalità lasciata al giudice nell’applicarla, di fatto crea un precedente estendibile, in qualsiasi momento, a tutti i Blog e siti Web, che di fatto rende tutta la società italiana dei Blogs attuali, una società di Clandestini e Carbonari.
Il cavillo che ha condannato il sito di Carlo Ruta è legato all’interpretazione restrittiva che il giudice ha dato alla legge 62 / 2001 e D.Lgs 70/2003 e che obbliga le testate alla registrazione al tribunale, cosa che ovviamente Ruta non aveva fatto, in quanto detto obbligo si riferirebbe solo a coloro che intendono avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 62/2001.
In pratica, l’interpretazione data dal giudice del Tribunale di Mantica, obbligherebbe ora tutti i Blog ad una registrazione, negando l’interpretazione spergiurata a suo tempo, confermando comunque tutti i dubbi sulla sostanziale “ambiguità” della normativa vigente, altrimenti i politici che hanno legiferato, ci spieghino perché il sito di Carlo Ruta è stato oscurato..
Occorre fare qualcosa, vista la crescente importanza e centralità del digitale interattivo nella società contemporanea, pensando a riscrivere dalle basi, le regole che lo dovranno regolamentare.
Nessun “rattoppo” però o evoluzione di un passato che deve rimanere tale, visto che l’invenzione di Gutenberg, per quanto abbia cambiato la storia di tutti noi, non possiede molte delle caratteristiche e dinamiche che sono il motore di una socialità interattiva e globalizzata come quella in cui viviamo già oggi.
Questa nuova legislazione, necessita però di un lavoro di squadra e cooperazione generazionale.
Non rappresenta infatti solo una questione di contenuti e distribuzione degli stessi, ma deve regolamentare come l’identità di ciascuno di noi e i nostri pensieri, possano trovare spazio legale nella Società dell’Informazione futura, oggi totalmente disconosciuta dalla nostra attuale legislazione, come se internet non fosse mai stato inventato.
La comparazione tra paesi, avviene proprio attraverso il confronto dei rispettivi sistemi legislativi.
L’Italia sembra da tempo però aver perso la bussola e dimenticato la “regola aurea” che caratterizza un valido sistema legislativo: essere capace di rispondere alle esigenze e problematiche della società contemporanea.
Su molte tematiche attuali ed in particolare per quanto riguarda le nuove tecnologie, il legislatore deve ancora di fatto rifarsi a leggi del 1948 (Legge 47/48), quella che disciplina la stampa cartacea, utilizzata per valutare la “legalità” dei Blog e i siti Web.
Che un paese moderno, alle prese con il 2008 (tecnologico ed internettiano) possa competere adeguatamente utilizzando regole del 1948, appare alquanto difficile immaginarlo.
Spontaneo allora sarebbe un moto quale: “aggiorniamo le regole”.
Malauguratamente, gli aggiornamenti successivi (legge 62/2001) non hanno tracciato ed accolto nessuna delle nuove dinamiche e relazioni sociali “contenute” nei nuovi prodotti telematici, ma al contrario hanno di fatto provato a ricondurli ad una naturale evoluzione dei precedenti cartacei e quindi normativamente riconducibili alla vecchia legge del ’48.
Insomma sia tornati daccapo, come se fossimo ancora al 1948!.
La “rattoppata” del 2001 (Legge 7/2001), invece di chiarire la situazione, ha finito per complicarla enormemente, senza che i legislatori italiani si potessero rendere conto delle profonde implicazioni che di fatto avrebbero potuto avere tali atti.
E i segni evidenti dello stato confusionale del nostro sistema legislativo in materia, non hanno tardato a manifestarsi.
Infatti sono arrivati a creare il paradosso del caso dell’oscuramente del sito Accaddeinsicilia.net, dello storico siciliano Carlo Ruta, che è stato accusato di Stampa Clandestina.
A parte la “brutalità” di un’accusa assurda nel 2008, è evidente che questa sentenza, figlia della confusione della legislazione vigente e discrezionalità lasciata al giudice nell’applicarla, di fatto crea un precedente estendibile, in qualsiasi momento, a tutti i Blog e siti Web, che di fatto rende tutta la società italiana dei Blogs attuali, una società di Clandestini e Carbonari.
Il cavillo che ha condannato il sito di Carlo Ruta è legato all’interpretazione restrittiva che il giudice ha dato alla legge 62 / 2001 e D.Lgs 70/2003 e che obbliga le testate alla registrazione al tribunale, cosa che ovviamente Ruta non aveva fatto, in quanto detto obbligo si riferirebbe solo a coloro che intendono avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 62/2001.
In pratica, l’interpretazione data dal giudice del Tribunale di Mantica, obbligherebbe ora tutti i Blog ad una registrazione, negando l’interpretazione spergiurata a suo tempo, confermando comunque tutti i dubbi sulla sostanziale “ambiguità” della normativa vigente, altrimenti i politici che hanno legiferato, ci spieghino perché il sito di Carlo Ruta è stato oscurato..
Occorre fare qualcosa, vista la crescente importanza e centralità del digitale interattivo nella società contemporanea, pensando a riscrivere dalle basi, le regole che lo dovranno regolamentare.
Nessun “rattoppo” però o evoluzione di un passato che deve rimanere tale, visto che l’invenzione di Gutenberg, per quanto abbia cambiato la storia di tutti noi, non possiede molte delle caratteristiche e dinamiche che sono il motore di una socialità interattiva e globalizzata come quella in cui viviamo già oggi.
Questa nuova legislazione, necessita però di un lavoro di squadra e cooperazione generazionale.
Non rappresenta infatti solo una questione di contenuti e distribuzione degli stessi, ma deve regolamentare come l’identità di ciascuno di noi e i nostri pensieri, possano trovare spazio legale nella Società dell’Informazione futura, oggi totalmente disconosciuta dalla nostra attuale legislazione, come se internet non fosse mai stato inventato.