giovedì 3 luglio 2008

Riaperte le indagini sulla morte della Giovane cinese nello Guizhou.

Hanno fatto il giro del mondo le immagini delle proteste di piazza nella provincia cinese dello Guizhou, connesse alle indagini sulla morte di una 17 enne che, secondo la polizia sarebbe morta suicida, mentre la famiglia ritiene essere stata uccisa a seguito di uno stupro.

Di oggi la notizia della riapertura delle indagini da parte della polizia.

Tre persone sospette sono state già fermate, tra cui anche il fidanzato della vittima, che conferma la propria versione dei fatti, secondo la quale, la giovane si sarebbe suicidata gettandosi nel fiume, dove poi è annegata, nonostante i tentativi di salvarla degli amici presenti.

La difficile relazione della ragazza con i propri genitori, sembrerebbe essere la motivazione scatenante questo gesto estremo della ragazza.

La cosa appare verosimile, anche se le indagini devono fare il proprio corso, nel senso che è noto come in Cina il 26% delle morti dei giovani, tra i 15 e i 34 anni, siano suicidi.

Questa situazione è connessa ad un preoccupante malessere sociale che colpisce le fasce più giovani della popolazione, fatto riscontrato anche in Italia, generazioni che in tempi difficili come quelli attuali, non riescono a trovare un proprio equilibrio in risposta allo stress, alla competizione e alle pressioni quotidiane, vivendo spesso in solitudine i propri problemi di inserimento nella società.

Ad aggravare in Cina questo problema, contribuisce anche spesso la questione del figlio unico, fatto che porta i genitori ad essere iperprotettivi o iperpresenti nelle scelte di vita del proprio figlio/a, interferendo spesso con le decisioni di questi ultimi, creando un “muro contro muro” che può essere vissuto da parte dell’adolescente come asfissiante, invivibile, inaccettabile.

Ma tornando ai fatti nello Guizhou, al momento nessuna delle persone coinvolte avrebbe alcuna relazione con esponenti del governo locale, come invece dichiarato su un sito web nei giorni scorsi e la convinzione della famiglia, elementi che avrebbero scatenato le successive proteste di piazza.

Per cercare di capire quanto accaduto, occorre innanzitutto ricordarsi che in Cina è vigente un sistema politico duale, chiamato “Partito – Governo”, dove la massima espressione del potere governativo centrale è il Governatore della Provincia che però, nelle diverse città e contee, è meno potente del Segretario del CPC locale (partito comunista locale).

Questa premessa è importante, per capire come mai le proteste della folla, sono state tutte indirizzate contro i vertici del locale partito e polizia.

La rabbia espressa, oltretutto nella provincia con il reddito pro capite più basso del paese, sicuramente evidenzia un problema esistente in Cina: lo strapotere e la corruzione di molti funzionari locali.

Ben diversamente da come comunemente creduto in occidente, il governo centrale spesso non riesce a penetrare i sistemi d’interesse locali, basati su connivenze politico-imprenditoriali, spesso tramandate da generazione in generazione.

Per fare un parallelismo, quanto accade in molte province cinesi, spesso non è per nulla diverso da quello che da noi chiamiamo Mafia, sistemi di potere locali, che per decenni hanno impunemente fatto il bello e cattivo tempo, decidendo il futuro dei propri cittadini, al sicuro dietro la sostanziale impunità di cui godevano.

Da tempo il governo centrale ha dichiarato guerra a questo malcostume, retaggio del passato storico ma ancora molto presente, soprattutto nelle aree rurali e in quelle più povere.

Va poi sottolineato come la stragrande maggioranza delle condanne a morte, tanto criticate in occidente, siano connesse proprio a questo stato delle cose, costringendo l’anno scorso il Governo Centrale ad introdurre la norma che ora obbliga la revisione di tutte le sentenze capitali da parte della corte di giustizia centrale.

Questa decisione, una novità nel sistema giuridico cinese, ha drasticamente ridotto il numero delle pene capitali realmente comminate negli ultimi 12 mesi.

Per questa ragione tanta gente è scesa in piazza nello Guizhou, un modo per denunciare i fatti ad un livello più alto, per essere finalmente ascoltati anche dal governo centrale, superando la barriera di reticenza ed omertà che spesso protegge gli interessi e gli affari dei poteri locali.

Ora, dopo quanto accaduto, sicuramente il Governo Centrale è stato chiamanti in causa per ristabilire l’ordine, prima di tutto morale. Il primo passo della riapertura delle indagini va in questa direzione.

In questo caso la scintilla è stata la morte di questa giovane ragazza e l’idea della famiglia che il reale colpevole fosse il figlio di uno dei potenti del partito locale, ma probabilmente già altre volte qualcosa di anomalo deve essere accaduto da queste parti, se così ciecamente, migliaia di cittadini hanno dato corpo ad una violenza così rabbiosa e distruttiva.

Ora la famiglia della vittima, con i soldi raccolti dai manifestanti, potrà perorare la propria causa nelle sedi opportune e dimostrare che la morte della propria figlia sia un omicidio ed assicurare alla giustizia i colpevoli.

Un fatto importante, significativo, di apertura, in una Cina che cambia velocemente ed insegue una propria normalizzazione sociale futura ma anche l’altra faccia della industrializzazione in corso e che accomuna anche molte delle nostre periferie, a causa di un fenomeno uguale ed opposto a quello cinese: la crescente povertà delle famiglie italiane!

lunedì 30 giugno 2008

Berlusconi è un Supereroe!

Gli ultimi fatti, intercettazioni, interviste e articoli di giornale, dimostrano senza ombra di dubbio una cosa inequivocabile dello scenario politico Italiano: Berlusconi è un supereroe!

Infatti, come nelle migliori tradizioni dei comics americani, stile Uomo Ragno, Supermen, Batman o Fantastici 4, il nostro eroe “sente” di avere dei “poteri speciali” con i quali può fare cose “incredibili”.

Dopo un iniziale attimo di disorientamento, tipico di tutti i supereroi nelle loro fasi iniziali, è riuscito ad organizzare queste sue incredibili capacità e trasformarle nei “super poteri” con i quali sente di poter salvare l’Italia e il mondo dai terribili nemici che li minacciano.

In tutti questi anni, il popolo italiano sembra quindi stia leggendo appassionatamente ed avidamente le strisce settimanali e quotidiane del proprio eroe preferito, eroe che lo appassiona, delude, esalta e con il quale spesso si è anche immedesimato ma al quale non farà mai venire meno il proprio supporto.

Il bello di tutto questo è che anche chi dice di non sopportarlo, fino ad arrivare ad “odiarlo”, sotto sotto non riesce a non essere “affascinato” da questo vero “campione nazionale”.

Tutto ciò spiega quello che molti commentatori internazionali considerano essere “l’anomalo caso italiano”, dove ad ogni nuova azione del nostro eroe, giusta o sbagliata che sia, il consenso cresce, annichilendo chiunque altro, tanto che ora, l’opposizione in Italia può essere considerata soggetto da WWF, quale animale in via d’estinzione.

Ma come accade a tutti i supereroi, anche il nostro sente ora di non essere compreso, come dimostrato dalle ultime uscite pubbliche, oltre essere convinto che le sue parole e le sue azioni vengano travisate da coloro che lui pensa di salvare, dai rischi che ne mettono a repentaglio il futuro.

Non solo, tutti i supereroi hanno sempre rifiutato di essere giudicati dagli altri per le proprie azioni, non accettando alcuna intromissione di terzi nel proprio agire, oltre a “pretendere” una sorta di impunità che sentono gli sia dovuta, vista la “missione” nella quale sono immersi totalmente e di cui tutti dovrebbero essergli solo grati.

Un'altra cosa che lo accomuna agli altri supereroi, è il senso di frustrazione e di crisi interiore di questi giorni, riassumibile dal popolare “ma chi me l’ha fatto fare!”.

Batman, Superman, l’Uomo Ragno e anche i Fantastici 4 hanno infatti sempre dovuto fare i conti con la normalità degli altri, l’ingratitudine ricevuta e soprattutto l’isolamento che circonda qualsiasi supereroe, da tutti osannato e cercato, ma sempre terribilmente solo!.

Berlusconi sembra essere entrato in una fase di “introversione”, quasi di “depressione”, proprio ora che tutti i suoi avversari sono stati annichiliti, distrutti, questo perché, come quando le guerre finiscono, i problemi non sono mai durante i momenti di azione, istanti nei quali il supereroe riesce a dare il proprio meglio, ma derivano dalla sua incapacità di gestire la normalità, la quotidianità che i supereroi, solo nei sogni possono immaginare ma verso la quale sono terribilmente fragili ed insicuri
.
Ma nonostante tutto, quasi parafrasando le parole centrali dell’inno “e l’Italia Chiamò” è anche profonda la convinzione che nessun’altro possa sostituirlo in questa missione, alla quale come gli altri supereroi, non può più sottrarsi: si sentirebbe un codardo!

Detto questo, non sorprende che, al presentarsi di una crisi del paese come quella attuale, gli italiani abbiano scelto il proprio supereroe, in forma plebiscitaria, chiedendone l’intervento, come la donna che “appesa all’orologio della torre”, aspetta il suo intervento, sicura del suo arrivo.

Ciò sta però creando un incredibile paradosso: la presenza di un supereroe di tale portata, sta “anestetizzando” lo spirito di azione di una intera nazione che, come stesse assistendo ad un film hollywoodiano, freme dalla voglia di sapere come finisce la storia, senza rendersi conto che stanno tutti partecipando ad un Reality.

Cosa si può fare per il futuro?

Continuare a seguire le avventure o disavventure del proprio supereroe preferito oppure, smettere di partecipare al Reality, per diventare finalmente protagonisti del nostro futuro, rimboccandoci le maniche per cooperare a risolvere tutti i problemi, senza invocare alcun supereroe, visto che tutti lo sappiamo: i supereroi NON esistono, sono solo frutto della fantasia dei bambini nei momenti difficili!

venerdì 27 giugno 2008

Sacchetto di Plastica? No grazie!

La Cina, avendo fino ad ora seguito un modello industriale simile a quello adottato dall’occidente agli inizi del ‘900, ma in maniera incredibilmente più rapida, sta ora condividendo con gli USA il primato delle emissioni inquinanti.

Da tempo il Governo Cinese sta dicendo a chiare lettere che farà tutto il possibile per ridurle ma lo scetticismo nei paesi occidentali rimane alto, spesso preconcetto, quasi i cinesi siano perversamente interessati ad inquinare tutto quello che possono, terreni, acqua ed aria.

Andare quindi a fare la spesa è un buon indice del livello della qualità della vita di un paese, non solo sul piano economico, ma anche su quello ambientale e la sua salvaguardia.

Come confronto in real time, basta fare semplicemente la spesa in un Carrefour di Shanghai e in una Esselunga di Milano.

Diciamo che i prodotti sono più o meno gli stessi, tranne ovviamente qualche eccezione per quanto riguarda i prodotti locali. La vera sorpresa l’avrete al momento di pagare alla cassa.

A Milano, la cassiera vi chiederà quanti sacchetti vorrete prima di iniziare a contabilizzare la vostra spesa, lasciando però a voi l’onere di inserirla nei sacchetti testè acquistati, al quale potrebbe seguire un grugnito e uno sguardo in cagnesco se vi azzardate a chiedere in qualche modo un suo aiuto nel farlo.

A Shanghai non vi chiederanno nulla, inizieranno semplicemente a contabilizzare quanto da voi acquistato ma con una sorpresa: dal 1° giugno la cassiera non inserirà il tutto direttamente nei sacchetti, come fatto fino ad ora, ma al contrario lascerà il tutto a vostra discrezione per il trasporto.

Come mai questa differenza? Cosa è accaduto?

Semplice. Dal 1 di giugno in Cina sono banditi i sacchetti di plastica e quando diciamo banditi l’esempio dimostra non si sta scherzando: devono sparire!

Quindi in Cina ora o vai in giro con una borsa per la spesa o rischi di non poter portare via più nulla.

Quello che sorprende, è che nessuno pensi di lamentarsi di quello che potremmo definire un inconveniente, soprattutto la prima volta che ti capita ( a me è capitato!).

Il Governo Cinese ha lanciato la crociata contro i sacchetti di plastica e adesso tutti, anche i piccoli negozietti, non ti danno più alcun “surrogato” al trasporto della tua spesa.

A Milano invece, i sacchetti di plastica non sono banditi, anche se vengono incentivati quelli fatti con materiali biodegradabili. Comunque sulla materia, la posizione EU è ancora ben lungi dall’essere chiara, non avendo ancora definito tappe certe (il 2010?) affinché anche l’Europa la smetta di produrre i miliardi di pericolosi sacchetti banditi, non solo in Cina, ma anche in Australia.

Che la guerra all’inquinamento sia veramente iniziata in Cina, lo si nota anche in un altro settore strategico come quello dell’acciaio, che fino ad oggi aveva beneficiato della contingenza economica per crescere moltissimo.

Bene, visto che molti di questi impianti risultano troppo inquinanti, a causa dell’uso del carbone come combustibile, il Governo non ci ha pensato due volte e di punto in bianco ha ordinato la chiusura di quelli che non fossero riusciti a mettersi a norma sulle emissioni inquinanti.

In particolare, la chiusura forzosa ha visto interessate molte piccole acciaierie, decisione che ha provocato anche una riduzione della capacità produttiva globale del paese ed una conseguente impennata del prezzo dell’acciaio che nel solo primo trimestre 2008 è stata del +23%.

Altro esempio interessante è nel mercato dell’auto, dove i cinesi sono invitati, favoriti a comprare piccole utilitarie perché meno inquinanti e anche perchè non “inquinano lo spazio” dovendole posteggiare per strada, finendo per creare il fenomeno già noto a Milano del posteggio selvaggio, sconosciuto invece fino ad ora in Cina.

A questo va aggiunto come il bombardamento mediatico sul tema dell’inquinamento e del risparmio energetico in Cina sia costante, filmati ed annunci pubblicitari su tutto, dalla riduzione del consumo elettrico, con il consiglio di andare in ufficio senza cravatta, all’uso con moderazione dell’acqua nel lavarsi i denti, pulire i piatti o fare la doccia.

La strada per una Cina ad “emissioni zero” è ancora lunga, ma sicuramente i cinesi non stanno prendendo sottogamba il problema, qualcosa che li preoccupa tantissimo visto che, come dimostrato dagli studi scientifici, di inquinamento si muore.

Cosa mangi, cosa bevi e cosa respiri, gli elementi cardine della crociata ambientale, sono le basi stesse della medicina tradizionale cinese, medicina che da sempre ha allenato i cinesi a selezionare tutto con attenzione per preservare la salute del proprio corpo, salute che può fare a meno di qualche sacchetto di plastica e che li aiuterà a ridurre le proprie emissioni nel futuro.

E noi, siamo pronti ad un futuro ad impatto ambientale zero?

lunedì 23 giugno 2008

FIAT-CINA: Siete su Candid Camera!

Nei giorni scorsi in maniera sconcertante, la Fiat ha chiesto scusa ai cinesi che, secondo informazioni ricevute dai vertici di Torino, si sarebbero risentiti sul contenuto dell’ultimo spot dell’ultima nata Lancia.

Molti si sono chiesti il come mai di questo gesto e soprattutto hanno imputato al contenuto dello Spot, la causa di questa “prevedibile” protesta da parte cinese.

Nella vicenda, è apparentemente sconcertante l’atteggiamento avuto dalla Fiat che, nonostante le schiere di consulenti ed esperti nelle proprie divisioni di comunicazione, non sia riuscita per tempo a comprendere come il vero problema non fosse il contenuto, bensì l’attore che finisce per politicizzare lo spot, per quanto Merchionne si affanni ad affermare il contrario.

Infatti, se le stesse scene le avesse girate chiunque altro, i cinesi non avrebbero più di tanto avuto da lamentarsi, visto che il contenuto è in linea con l’idea stessa di fratellanza tra i popoli e spesso soggetto di molti advertising già visti in Cina.

Il fatto che a girarlo sia stato invece Richard Gere, il principale sostenitore della causa per un Tibet libero, se da una parte strizza l’occhio alla parte che la pensa come lui sul tema, soprattutto Americana, dall’altra ovviamente è una vera e propria provocazione, finendo oltretutto per creare quasi più uno spot all’attore stesso e alla sua causa che essere un supporto alla marca pubblicizzata.

Forse a fare paura a qualche “genio” di Torino, è stata l’idea di un veto per una trasmissione sui canali cinesi o peggio l’idea che la Fiat potesse venire sfavorita nella gara di conquista dell’eldorado automobilistico cinese, non dimenticandoci ad esempio come l’ IVECO, marchio FIAT, oggi continui a perdere quote di mercato, pur essendo stato il primo marchio occidentale ad arrivare in Cina, una ventina di anni fa.

Ma allora perché è potuto accadere tutto ciò?

Nessuna paura, siete su Candid Camera!

Qualcuno a Torino ha infatti pensato che, creando ad arte l’imbarazzo diplomatico strumentalizzando così la questione tibetana, il marchio avrebbe goduto di maggiore visibilità sui media occidentali, potendo ottenere un grande vantaggio in termini di ritorno dell’investimento con lo spot incriminato.

Diciamo che è un “ambiguo” esempio di Viral Marketing, nel quale tutto è stato “creato ad arte” affinché ci fosse un “passa parola” mondiale.

Le scuse di Marchionne e della FIAT? La continuazione dello spot: prevedibili, teatrali, come da copione.

La Cina quindi è solo una scusa, anche perché onestamente in Cina di questa “performance” della Fiat non hanno dato proprio alcun peso, comprendendo ben prima, di qualsiasi comunicato ufficiale, del resto MAI inviato da Beijing, della “bufala” e dello scarso peso specifico della cosa.

Una riflessione: e questo sarebbe il Made in Italy che compete sui mercati internazionali? Siamo arrivati a questo punto per cercare di vendere un auto in giro per il mondo?

Cosa non si fa per apparire. Che tristezza!

venerdì 20 giugno 2008

Presidente Hu Jintao “chatta” con il popolo della rete cinese.


Stamattina, in occasione della sua visita al giornale nel 60° anniversario della sua nascita, il presidente cinese Hu Jintao è entrato in contatto con il “popolo della rete” cinese, attraverso una BBS del People’s Daily,

Una esperienza nuova ed inaspettata che ha rivelato un aspetto poco conosciuto del Presidente cinese che ha confessato di essere anche lui un navigatore in rete, raccontando di preferire la lettura delle news on line sia interne che internazionali.

Il Presidente cinese ha inoltre sottolineato come il suo governo sia molto attento al mondo virtuale quale spazio chiave dove le idee delle persone possono essere raccolte e confrontarsi.

Riguardo alla funzione della rete, interessante è notare abbia enfatizzato come essa sia lo spazio dove è possibile entrare in contatto con le “necessità” del popolo della rete, informazioni molto importanti anche per il suo governo per poter prendere le migliori decisioni.

Detto questo il Presidente cinese ha anche rivelato che la Chat da lui utilizzata oggi, specializzata sulle tematiche politiche, sia tra quelle da lui abitualmente frequentate nella sue navigazioni sulla rete.

lunedì 16 giugno 2008

Accordo Cina-Giappone Campi: Gas nel Mar Cinese

L'attuale situazione di crisi energetica a livello mondiale, sta creando scenari macro politici nuovi ed alleanze fino ad ora inaspettate.

Quella che verrà annunciata nei prossimi giorni tra Giappone e Cina, relativa all'utilizzo dei campi di Gas nel Mar Cinese, in una contrapposizione e rivendicazione territoriale che si trascina da anni, spiega come i problemi attuali di approvvigionamento energetico siano arrivati a livelli di guardia e "portino consiglio".

La forma dell'accordo è "figlio dei tempi": infatti prevede che i Cinesi consentono ai Giapponesi di investire nell'area, consentendo loro, nel contempo di partecipare ai profitti.

L'area interessata all'accordo è quella dei settori di "confine" del Mar della Cina, tema delicato e che non ha trovato ancora una soluzione su base diplomatica.

Le aree interessate dall'accordo sono chiamatate dai Cinesi Chunxiao, Duanqiao e Longjing mentre i giapponesi le chiamano invece Shirakaba, Kusunoki e Asunaro.

Ma dove la diplomazia aveva ancora fallito. la crisi energetica mondiale ha favorito un accordo commerciale e di business, uno dei tanti che verranno stipulati in futuro tra le diverse nazioni, nel disperato tentativo di trovare nuovi giacimenti ancora non utilizzati sul pianeta.

martedì 10 giugno 2008

Dragon Boat Festival: Il Passato al presente.



La Cina oscilla tra nuovo e antico di continuo, come un pendolo in perenne oscillazione.

Si passa quindi da nuovi eventi proiettati al futuro, a festività che affondano le proprie radici nei millenni della storia umana.

Il Dragon Boat Festival, che si festeggia questa domenica, sta un pò a metà.

E’ infatti si una antichissima festività tradizionale cinese, ma solo da quest’anno e per la prima volta, è diventata anche una festa nazionale.

Questo fatto esprime, più di tante dietrologie, la mutazione profonda in atto in Cina, dove il passato è stato per lunghi decenni come cancellato.

Ora però anche la Cina che cresce alla “velocità della luce”, sta guardandosi indietro per scoprire, recuperare le proprie radici e i propri riti antichi. L’elevare a rango di festività nazionali anche alcune delle principali festività tradizionali, rappresenta il senso di un nuovo equilibrio che si sta creando nel paese.

Perché tutto ciò?

La ragione è semplice, tutte le festività tradizionali cinesi sono legate a credenze, a superstizioni o metafore popolari che il nuovo corso cinese, dal 1949 non ha mai riconosciuto ufficialmente.

Spesso poi sono legate a periodi di regno di questo o quell’imperatore, poteri contro cui la Repubblica Popolare aveva aspramente combattuto.

Ora che i tempi sono cambiati, anche le festività tradizionali ritornano ad avere un proprio spazio, come nel passato e possono così essere “sdoganate”, rispettate anche a livello governativo.

Il risultato è che il sistema delle festività cinesi, dal 2008 è radicalmente cambiato e si è passati da 3 festività nazionali, ognuna della durata di 7 giorni ( 1° Maggio Festa dei lavoratori, 1° Ottobre Festa della Repubblica, Nuovo anno Cinese), ad un sistema di festività di 2 o 3 giorni al massimo, a parte il capodanno cinese, spalmate durante l’anno.

La ragione di questo cambiamento sta anche nel fatto che la “migrazione di massa”, tipica di queste festività lunghe, rischiava di mettere sempre più in crisi il sistema dei trasporti cinese, sotto la pressione delle centinaia di milioni di cinesi, tutti in movimento negli stessi giorni.

Si è così optato per una diversa collocazione delle diverse festività e ciò ha consentito il “recupero” di alcune di quelle tradizionalmente mai dimenticate a livello popolare, nazionalizzandole.

Come tutte le festività tradizionali cinesi, anche quella del Dragon Boat è legata ad una fase lunare ( il quinto giorno della quinto mese lunare), ad una leggenda popolare, ad un eroe, ed ad un cibo caratteristico.

La leggenda narra di Qu Yuan, grande poeta / scrittore, comparabile al nostro occidentale Omero, ministro e grande combattente della corruzione che serpeggiava alla corte dell’Imperatore Zhou,.durante il periodo degli stati in guerra (475 – 221 AC), quando la Cina era un paese diviso.

Questo suo agire, retto ed onesto, gli provocò la grande avversione degli ufficiali di corte che quando suggerirono all’Imperatore Zhou di dare iniziò alla guerra con l’impero Qin, riuscirono anche a convincerlo ad esiliare Qu Yuan, perché ritenuto pericoloso, data la sua avversione alla guerra appena iniziata.

Quando poi i fatti precipitarono e Qu Yuan venne a sapere che l’imperatore Zhou era stato sconfitto dai Qin, vedendo in ciò un segno di declino del paese, dalla disperazione, si buttò nel fiume Milou e si suicidò.

Ma accadde un fatto sorprendente, Qu Yuan era tanto amato dalla gente comune, che i pescatori presero immediatamente lunghe barche con le quali, al ritmo dei tamburi e gettando palle di riso glutinoso, cercarono di spaventare e cacciare i pesci dal corpo del letterato ed impedire che lo divorassero

Bene, nel Dragon Boat Festival moderno si ritrovano tutti questi elementi leggendari, infatti è il momento tradizionale per le sfide su lunghe barche, scandendo le vogate a ritmo dei tamburi.

Inoltre in questi giorni si mangiani gli Zongzi, guarda caso palle di riso glutinato con ripieno di grano, maiale o altri ingredienti, quali funghi, fagioli, uova, preparati al vapore dentro foglie di mais, esattamente come nella leggenda tramandata da padre in figlio.

Nella Cina del terzo millennio, sembra risvegliarsi il proprio passato, quale segno della sua ritrovata unità, quel “dragone” che da queste parti vive da millenni e che accomuna profondamente tutti i diversi popoli che compongono questo incredibile multi-etnico paese.

martedì 3 giugno 2008

La Cina che ci festeggia.!!

Aria nuova ieri a Shanghai!

Come consuetudine, anche la comunità italiana di Shanghai, alla presenza delle massime autorità italiane e cinesi, ha potuto festeggiare la propria festa della Repubblica, il nostro compleanno Nazionale.

Ma ieri è accaduto qualcosa di diverso, originale ed inaspettato.

Quest’anno il Console Generale Roscigno, gran cerimoniere della serata, ha stupito tutti i presenti con un evento fuori dal consueto e dall’alto valore simbolico: la Festa della Repubblica Italiana, questa volta, sono stati i cinesi a festeggiarla con e per noi!.

Lasciando infatti da parte la “solita” autocelebrativa e ormai datata tipica manifestazione all’Italiana, fatta di “gondole e mandolini” direttamente dall’Italia, questa volta in maniera fresca ed originale sono stati i cinesi, che con il loro “occhi”, con la propria sensibilità, con i propri contributi, per una sera, si sono potuti “sentire” italiani.

L’evento centrale della manifestazione celebrativa la 62° Festa della Repubblica Italiana, è stato quindi aperto dal coro della scuola di canto cinese che ha interpretato un programma classico di musiche italiane, esordendo con la mitica “Torna a Surriento”, seguita dalla altrettanto famosa “Santa Lucia”, per finire con un inaspettato “Figaro” cinese, dal “Barbiere di Siviglia” di Rossini.

Nel paese dove ci sono 30 milioni di pianisti e 10 milioni di violinisti, non poteva quindi passare in secondo piano il nostro “calore” trasmesso dalla nostra musica, linguaggio universale in grado di “travalicare” i nostri confini nazionali.

Alla musica ha poi fatto seguito la recitazione, con i simpaticissimi Arlecchini, interpretati dalla Scuola di recitazione di Shanghai.

Entrambe le performances hanno contribuito a dare alla serata un “colore” ben diverso, in un autentico gemellaggio tra le due culture e uno scambio dei ruoli molto interessante, che ha tenuto “letteralmente” inchiodati i cinesi presenti, anche loro sorpresi per quanto stessero assistendo.

Così come, quando cantando i due inni nazionali, il coro cinese, si è mangiato qualche parola del nostro, per loro non facile, “Fratelli d’Italia”, ciò ha contribuito non poco nel dare un “caloroso benvenuto” a tutta la comunità italiana presente.

Quasi un sentito ringraziamento per la spontanea catena di solidarietà italiana e gli aiuti inviati nelle zone terremotate dello Sichuan, un ulteriore segno della concreta vicinanza ed affinità che lega profondamente i due popoli, come sottolineato nel discorso ufficiale dal Console Generale Roscigno.

La serata è poi proseguita a “tavola”, attraverso i banchetti di cibo italiano offerto dalle diverse aziende e ristoranti italiani, molto apprezzati dai presenti cinesi ed ospiti internazionali, come dimostrato dalle lunghe file per poter raggiungere gli “agognati” nostri prodotti tipici.

In questo ambiente rilassato e sereno, ben lontano dalla fredda ufficialità di eventi simili, ampio spazio lo hanno avuto anche i bambini italiani e cinesi presenti, che non hanno resistito a salire anche loro sul palco per giocare, tutti assieme, con gli Arlecchini cinesi.

Il modo migliore per finire una serata così speciale ed accogliere tutti assieme con entusiasmo il vero protagonista condiviso dell’evento: il colore, il calore italiano. Da ieri sera anche un po’ cinese!

Tanti auguri Italia!

mercoledì 28 maggio 2008

Giornata storica! Cina e Taiwan: incontro ufficiale

Oggi è una giornata storica nel processo di normalizzazione e di definizione di possibili azioni future tra Cina e Taiwan.

L'incontro è ufficiale tra i vertici dei due partiti politici al governo, rappresenta una decisa apertura dopo le ultime elezioni presidenziali che, nel codice cinese ( e Taiwanese) intende offrire pubblicamente un segnale di reciproca apertura sul quale lavorare in futuro.

Ne seguiremo gli sviluppi, ma c'è da star sicuri di una cosa: i cinesi, anche e soprattutto dopo le ultime disgrazie, si sentono, giorno dopo giorno, più uniti, anche a Taiwan.

martedì 27 maggio 2008

Lago naturale (Post terremoto)



Il terremoto fa paura perchè distrugge ciò che l'uomo costruisce.
Ma i suoi effetti naturali, post scossa, possono esserlo di più.

Ora si corre contro il tempo per "aprire" una via al lago naturale, creatosi proprio sopra una delle città dell'epicentro e che rischia di essere spazzata via se il lago tracimasse.

Parole (Molto) pericolose!

Tra le cose indispensabili da mettere in valigia prima di intraprendere un viaggio, ovunque si vada, sicuramente un buon frasario di base risulta fondamentale.

Oltre alla versione cartacea, ora ne esistono molte elettroniche che addirittura permettono, attraverso le voci digitali, di far “sentire” quanto si intende dire, oppure far scrivere al vostro interlocutore la sua frase, così che possa essere tradotta in una lingua a voi comprensibile.

In Cina strumenti del genere sono indispensabili, sia perché non è ancora diffuso l’inglese ma soprattutto perchè il cinese difficilmente permette la comprensione per così dire trasversale od onomatopeica, possibile invece tra lingue di radice comune, come quelle occidentali.

Per cui con i cinesi “o è bianco o è nero”: o ci si fa capire o nisba!!

Quindi non appena giunti a destinazione, non si potrà fare a meno di cercare di usare, con entusiasmo, questi nuovi indispensabili compagni di viaggio, anche nelle più semplici situazioni, nel tentativo di farsi comprendere dall’interlocutore del momento e attivare lo scambio culturale desiderato da tempo.

Ma cosa risponderete se un cinese vi dovesse dirvi “Wangba dan!”?

Letteralmente significa “Uova di tartaruga!”.

Ovviamente rimarrete un pelo sbigottiti, ma proprio a causa di questo scambio culturale in atto, penserete subito che il vostro interlocutore stia parlandovi di qualche strana ricetta cinese, fatta appunto di “Uova di tartaruga!”.

Se poi continuasse con un sonoro “Ben dan!”, sareste ancora più convinti che la cucina sia il luogo dello scambio culturale appena iniziato, solo che il traduttore comincerebbe a dare per così dire, risposte “ambigue”.

Così quando, avvicinandovi ad un cinese per chiedere una informazione, vi doveste sentire rispondere “Qu ni de!” non credete al vostro traduttore automatico che vi dirà diplomaticamente “Vai in quel posto!”.

Il vostro interlocutore non vi sta infatti “amorevolmente” dandovi alcuna indicazione di carattere turistico.

Se poi insistendo nell’avere una direzione, vi dovesse scandire un bel “Cao ni!”, il suggerimento non è di provare neppure a tradurlo, ne di ripeterlo nel tentativo di tradurlo, per non sentirsi arrivare anche il seguito della frase “Cao ni ma!”.

La conferma che tutte queste frasi non sono da “dizionario” classico o da scuola di lingua tradizionale, l’avrete dal vostro amico / accompagnatore cinese, che si sforzerà in tutti i modi di non tradurle e passare oltre, atteggiamento tipico cinese quando qualcosa sanno possa offendervi o mancarvi di rispetto.

E mentre in altre situazioni, questa attenzione apparirà ai vostri occhi eccessiva, in questi casi sarà quanto mai adeguata.

La ragione?

Beh, senza rendervene conto, avrete partecipato alla prima lezione pratica del “frasario da strada base”, tipico di qualsiasi cultura, mai presente in nessun dizionario o lezione di lingua ufficiale, insegnabile solo “by experiences!!”

Ebbene si, anche i cinesi, dietro i loro sorrisi possono colpire duro a parole e quindi le famose “uova di tartaruga”, non sono affatto un piatto prelibato che vi stanno suggerendo, ma al contrario vi è stato appena dato del “bastardo!”.

Stesso discorso per le uova successive , dove vi sarete presi dell’imbecille.

Ma al “Cao ni”, forse fareste bene a fare come suggeriva Dante nelle Divina Commedia, “ non ti curar di loro, ma guarda e passa”, dato che la provocazione, molto all’americana, letteralmente “Fuck you”, potrebbe avere un seguito con riferimenti espliciti che coinvolgono anche la vostra mamma.
E allora, come in molti film è stato immortalato il famoso “non toccar mi mamma!, la vostra vacanza potrebbe prendere una piega ben diversa, per quanto riguarda gli scambi culturali tra Italia e Cina, come non avreste auspicato al momento della vostra partenza.

Doveroso è però avvisare i nostri “amici” cinesi che forse campioni del “settore” siamo proprio noi italiani, complice la nostra lingua e i nostri coloriti dialetti, ritenuti da molti stranieri, molto musicali e melodiosi, fatto che finisce per far ascoltare con affascinato trasporto il classico “grido di battaglia” della nostra capitale “va’ mmorì ammazzato!” o peggio “vàttel’ a pijà ‘n der culo”( e tante altre!), frasi che sul frasario o traduttore digitale in dotazione del malcapitato turista farebbero solo BIP, BIP!!

Buona Cina cari “Lao wai”… (ops… letteralmente “straniero”, ma è usato in maniera “negativa / dispregiativa” quando viene rivolto allo straniero di turno. Quindi se potete rispondete, in Cinese, qualsiasi cosa, per far capire che avete capito. Li lascerete di sasso!).

mercoledì 21 maggio 2008

Internet Cinese in Lutto,


Da quando lunedì scorso il paese ha iniziato la sua 3 giorni di veglia e commemorazione per i morti del terremoto, i siti cinesi sono tutti in lutto.

Come segno tangibile di partecipazione, sono tutti in bianco e nero e tutte le immagini, loghi e contenuti, sono stati rigorosamente privati di qualsiasi colore.

Ad esempio Baidu, il logo è totalmente in bianco e nero ma non solo, se lo si clicca, apre una pagina interamente dedicata ai fatti nello Sichuan.

Stesso discorso per China Telecom; Alibaba, Yahoo China, Google China, Lenovo, Sina, Sohu, Anjia e tutti i siti delle maggiori aziende cinesi, hanno i propri siti internet in bianco e dedicati alle vittime dello Sichuan!.

Internet in Cina è quindi in lutto e partecipa, a modo suo, al dolore che sta unendo tutti i cinesi in queste ore difficili.

Ma non solo, anche sulle televisioni cinesi sono stati banditi i film e gli spettacoli di intrattenimento e in questi giorni è un susseguirsi di informazione sui fatti legati al terremoto o di notiziari totalmente dedicati ad informare su quanto accaduto o sulle attività di soccorso di queste ore.

Nelle città tutti gli spettacoli di intrattenimento e gli eventi pubblici sono stati annullati, come si sapeva ma la partecipazione è totale, incondizionata, senza riserve: il divertimento è bandito in questi giorni di dolore.

Un fatto veramente senza precedenti al mondo, un fatto che ancora conferma il grado di reazione unitaria e di unità del popolo cinese, che di fronte alle avversità reagisce di slancio per superarle, tutti assieme e in maniera convinta, sorretti da una grande condivisa motivazione

Qualcosa dalle nostre parti difficilmente immaginabile che stupisce e tocca nel profondo.

Una partecipazione autentica e genuina. Un modo molto speciale per “elaborare”, tutti assieme, un dolore che ha toccato nel profondo ogni singolo cinese, come mai nella sua storia moderna di questo paese.

Detto questo un commento: ancora ad oggi, a parte gli ammirevoli sforzi del nostro Ambasciatore Sessa in Cina a Chengdu e l’invio di 270 tende nell’area, il nostro governo non ha presentato le proprie condoglianze ufficiali presso una delle rappresentanze diplomatiche cinesi, cosa del resto fatta nei giorni scorsi dal presidente degli Stati Uniti Bush, da quello Francese Sarkozy e anche lo stesso Consiglio dell’ONU e il suo segretario Ban Ki-Moon.

Un assenza di “tatto” diplomatico, rispetto ad una incredibile tragedia umana che anche se apparentemente lontana, non può lasciarci indifferenti, anche e soprattutto a livello istituzionale, un modo concreto per unirci al dolore dei cinesi e manifestare il nostro rispetto alle migliaia di vittime in queste ore difficili.

lunedì 19 maggio 2008

Il terremoto orgogliosamente “interattivo”.

Tutta la Cina alle 14.28 di oggi, si è fermata per tre minuti per commemorare le proprie decine di migliaia di morti, provocati dal più terribile terremoto della propria storia.

Tre minuti impressionanti, per intensità ed unità in tutta la Cina, dove alle sirene ufficiali, si sono associati i clacson di auto, bus, camion e treni su tutte le strade cinesi.
Un fatto unico, che dimostra quanto profondamente questo terribile evento entrerà nella storia delle Cina moderna e nelle memorie di tutti i cinesi.

Tre minuti seguiti da un altrettanto intenso “China Jia You”, l’urlo che si lancia allo stadio per sostenere la propria squadra del cuore nei momenti difficili.

Quanto accaduto oggi, è un evento unico nella storia cinese, mai il popolo cinese si è ritrovato nelle strade per manifestare tutto assieme, nello stesso momento, il proprio cordoglio ed “urlare” il proprio amore per il proprio paese.

E’ stato come se in questi lunghi 3 minuti, i cinesi potessero finalmente “scaricare” tutta la tensione emotiva accumulata in questa settimana e questo suono “urlato” rappresentasse il dolore profondo che accomuna tutti loro.

Dalla lettura dei giornali italiani non appare evidente la “portata” del terremoto che ha colpito la Cina lunedì scorso, oltre alle quotidiane cifre dei morti.

Bene, per essere chiari l’area colpita è di oltre 100.000 Km quadrati. E’ come se un terzo della penisola italiana fosse stata colpita da un terremoto di magnitudo 8 o se preferite tutto il Portogallo o tutta la Sud Corea. Gli effetti distruttivi del terremoto hanno colpito qualcosa come 23 milioni di abitanti, un terzo della popolazione italiana!!

Una vera catastrofe naturale!!.

Insomma il (Super) terremoto, al 2° posto nella speciale classifica” dei peggiori terremoti del 21 secolo, in Cina è stato di una dimensione Continentale.

Non stupisce quindi che da lunedì scorso, per i cinesi sia iniziata quella che chiamano “battaglia” verso la normalità, una tragedia attorno alla quale, la Cina si è ritrovata unita a tutti i livelli, in uno slancio di solidarietà umana ma anche e soprattutto di spirito di “corpo”, di un profondo rinvigorito orgoglio di essere cinesi, che ha contagiato tutti i livelli della società.

Dalle storie che i media cinesi trasmettono, in evidenza sono gli atti eroici dei propri militari, poliziotti, medici e volontari e i miracolosi salvataggi anche a 150 ore dal sisma, ma soprattutto gli atti di profonda solidarietà di queste ore, come quello della poliziotta che avendo partorito da poco, non ha esitato ad allattare alcuni neonati, sopravvissuti ai propri genitori rimasti sotto le macerie.

Condividere, partecipare tutti uniti, sembrano essere le parole d’ordine che animano tutti i cinesi.

La tragedia ha attivato una profonda reazione a livello nazionale ma anche internazionale, tanto che proprio in questa occasione e per la prima volta, un volo da Taiwan è giunto all’aeroporto di Chengdu, superando tutte le difficoltà politiche e le “distanze” di questi anni, che di fatto non consentono collegamenti diretti tra Taiwan e Cina se non in occasione di festività particolari.

Ma la cosa che colpisce di più, è l’incredibile mole di informazioni che quotidianamente vengono rese disponibili sui diversi media cinesi, tanto che sulle tv è possibile vedere mappe interattive e satellitari delle diverse località colpite in presa diretta, così come le spiegazioni sulle dinamiche che hanno provocato la distruzione di intere città montane.

Attraverso questi aggiornamenti aerei, è oggettivamente possibile valutare con precisione i danni che le terribili scosse hanno causato ma anche osservare come le montagne, sbriciolatesi per la violenza delle scosse, abbiano distrutto interi paesi, tutte le linee di comunicazione e molte infrastrutture fondamentali.

Ma in questi aggiornamenti si nota come la situazione sia ancora lontano dall’essere normalizzata. Infatti le scosse di assestamento continuano a susseguirsi come quella di stamattina di magnitudo 6 Richter, dove le montagne scaricano pericolosamente detriti, tanto da essere descritte come “fumanti” .

Questo evolversi della situazione preoccupa non poco, anche e soprattutto per molte infrastrutture fondamentali che apparentemente sembrano passate indenni dalla grande scossa di lunedì scorso. Occorre ora verificarne a fondo le reali condizioni di stabilità, in particolare per quanto riguarda i circa 400 dighe o bacini idrici, fondamentali anche per continuare ad approvvigionare sia i sopravvissuti che l’esercito di soccorritori giunti nella zona.

Così come gli impianti nucleari presenti nella zona che il governo ha informato essere integri e in condizioni di sicurezza.

Ora la nuova priorità è evitare il diffondersi di pericolose epidemie e pertanto sono partite le operazioni di disinfettazione nelle diverse aree colpite.

In parallelo sono però anche iniziate le indagini ufficiali, relativamente ai tragici fatti che hanno colpito l’opinione pubblica cinese ed internazionale, quali il crollo di qualcosa come 6.898 scuole.

Dai primi riscontri, si sono già riscontrate violazioni nelle disposizioni ministeriali in materia di norme antisismiche, come ad esempio la disposizione che gli edifici scolastici non dovessero superare i 5 piani o quella relativa ai materiali di costruzioni dei tetti e delle infrastrutture.

Quanto accaduto avrà ripercussioni a livello Nazionale soprattutto visto l’impegno diretto, personalmente espresso dai vertici governativi in queste ore.

In particolare l’incredibile tempismo nell’intervento del Premier Cinese Wen Jiabao, che in poche ore è giunto sull’epicentro del terremoto, spronando i soldati a superare tutte le difficoltà causate dai danni per arrivarci, seguito a breve da una forza di intervento militare di oltre 150.000 unità, ha sicuramente contribuito a mantenere alto il morale nel momento dell’impatto e a dare il via alla corsa contro il tempo, dove tutti i cinesi si sono sentiti “toccati” nel profondo del proprio animo ed uniti nel contribuire come potevano.

In queste ore sono arrivati i primi gruppi internazionali di professionisti da tutto il mondo come quelli dalla Sud Corea, Giappone, Russia e Singapore, ulteriori gocce nel mare degli interventi attivati in risposta all’immane tragedia, dalla quale la Cina farà tesoro per il proprio futuro, fatto anche di “prove” come quella terribile di queste ore.

Ora la Cina ha iniziato il proprio 3 giorni di lutto nazionale annullando tutte le attività ricreative, compreso il tour della torcia olimpica.
Un momento di riflessione profondo, per finalmente poter elaborare la tragedia che direttamente o indirettamente ha colpito tutti i cinesi.

martedì 13 maggio 2008

Terremoto in Cina: Updates

Apocalissi nello Sichuan (oltre 12.000 morti - 60.000 dispersi)

Le luci dell’alba stanno fornendo un quadro più dettagliato di quanto accaduto nello Sichuan ieri pomeriggio.

Dalle primissime immagini che finalmente stanno giungendo dalle zone dell’epicentro si comincia a comprendere quanto devastante è stato questo terremoto e il livello dei danni che ha provocato.

E’ come se una grossa bomba fosse caduta in questa area distruggendo tutto e tutti.

Quello che fa impressione, sono le montagne e le colline che si sono letteralmente sbriciolate a valle, distruggendo strade, case, linee elettriche ed idriche, uccidendo migliaia di cinesi.

Fino ad ora il conto del morti ha superato le 10.000 vittime, ma vista la portata delle devastazioni, l’ampiezza dell’area colpita e impossibilità di raggiungere ancora molte delle località colpite, fanno pensare che sia del tutto provvisorio.

Le tv cinesi (vedi immagini) stanno trasmettendo le immagini di alcuni luoghi colpiti e nonostante le devastazioni a cui si assiste sono ancora di zone “lontane” dall’epicentro, in quanto non sono ancora riuscite ad arrivarvi a causa delle devastazioni prodotte.

Da ieri è in corso una gigantesca mobilitazione e una corsa contro il tempo che vede protagonista l’esercito, che da queste parti ha anche funzioni di "protezione civile" e che ha avuto l’ordine dal Premier Cinese di arrivare, ad ogni costo, anche a piedi!!!, nelle aree più colpite e ancora non raggiunte.

Il primo obbiettivo che ai militari è stato assegnato è quello di liberare le strade dalle enormi pietre che le hanno interrotte.

Acqua, luce e gas sono interrotti. Questo crea forte preoccupazione, anche perché il terremoto ha letteralmente sradicato dalle fondamenta qualunque strutture umana in una area tra le più povere del paese.

A peggiorare la situazione dei soccorritori, nel disperato tentativo di liberare le migliaia di cinesi ancora sotto le macerie, ci si è messo il tempo e le continue piogge di queste ore.

Le previsioni meteo per i prossimi giorni non sono migliori, anzi, sono annunciate piogge torrenziali, che certo non aiuteranno a risolvere le già precarie condizioni in cui da ieri vivono migliaia di cinesi, che ancora non sanno se la propria casa sarà o meno abitabile a causa dei danni.








Altri video televisioni cinesi:


















lunedì 12 maggio 2008

Terremoto in Cina : in attesa di notizie

Quanto accaduto oggi in Cina è ancora da comprendere veramente nella sua reale gravità.
L’impressione è che le cifre che circolano siano tutt’altro che definitive, vista l’area nella quale tutto è accaduto, ancora difficile da raggiungere per i danni ricevuti.

Certo è che più o meno tutta la Cina è stata colpita dal più forte terremoto della storia, della stessa intensità che colpì il paese nel 1976: 7.8 gradi della scala Richter.

Le notizie che arrivano a Shanghai sono ancora frammentarie.e anche i dispacci televisivi sembrano essere in attesa di aggiornamenti di uno scenario complessivo tutt’altro che chiaro.

Dopo l’emergenza neve di pochi mesi fa, ora la Cina sta preparandosi ad affrontare un'altra catastrofe naturale.

La dicono lunga le priorità indicate dal primo ministro cinese, Wen Jiabao, in viaggio verso il luogo del disastro: ripristinare elettricità, acqua e comunicazioni.

Il problema adesso è comprendere fino in fondo come si sono comportate le costruzioni e i grattacieli dell’area colpita sperando che rimanga isolato, lo sfortunato caso della scuola che ha intrappolato i suoi 900 studenti. Ma è ancora troppo presto per dirlo con certezza, troppo vasta l’area colpita e troppi i problemi di comunicazione affinché le notizie arrivino tempestivamente.

Il paese ha vissuto con preoccupazione ma in maniera ordinata l’evento naturale che l’ha colpita.
In particolare a Shanghai, nonostante la distanza dall’epicentro, il terremoto è stato sentito distintamente anche se di un ordine di grandezza inferiore.

Surreale è stato il fuggi fuggi comunque ordinato da tutti i grattacieli della città e l’attesa per strada a cui si è assistito oggi. Nessuna scena di panico.
Personalmente, nel momento del terremoto, ero in prossimità del metrò. Le strutture di tutte la città non sembrano aver subito alcun danno evidente e tutto ha continuato a funzionare in maniera regolare.

Il problema adesso è capire veramente sia andata e a sentire le parole del primo ministro in viaggio verso il luogo del sisma, il paese si sta preparando al peggio e dai sui vertici sarà ancora una volta chiamato ad una “reazione” unitaria di tutte le sue strutture governative, nazionali e locali.

Speriamo però che stavolta, tali dichiarazioni, siano un comprensibile eccesso di zelo del Primo Ministro cinese e non invece un monito preparatorio ad una devastazione ancora tutta da scoprire.

giovedì 8 maggio 2008

Lo “Spirito Olimpico” è arrivato sul tetto del mondo.

Oggi la torcia Olimpica, messaggera dello “spirito olimpico”, nel suo viaggiare per il pianeta, è arrivata per la prima volta sul tetto del mondo in Tibet.

Sugli 8848 metri del monte Qomolangma, il nome originale Tibetano di quello che noi chiamiamo Everest e che letteralmente significa “la dea madre della terra”, si è svolta una tappa epica della storia sportiva umana, viste le difficoltà ambientali in cui si è svolta, un momento condiviso in diretta sui canali nazionali cinesi e sui circuiti televisivi internazionali olimpici.

Alla storia, quale ultimo tedoforo, passerà l’alpinista tibetana Cering Wangmo, la più giovane tedofora di questa impresa sul tetto del mondo, così come il gruppo interetnico cinese protagonista dell’impresa, dove ben 22 dei 31 componenti erano di etnia tibetana.

L’ascensione alla vetta della torcia è iniziata alle 3 di mattina (le 21 ora italiana) attraverso il versante tibetano dello Qomolangma ( Everest), per concludersi senza problemi in vetta alle 9,18 (le 3 Italiane).

La scienza, lo sport e l’alpinismo, quello vero, fatto di abnegazione e sacrificio, si sono fusi per realizzare quello che poteva apparire per molti quasi un sogno irrealizzabile.

Da un paio di giorni le televisioni cinesi preparavano l’evento odierno e nell’attesa delle condizioni meteorologiche adatte, erano già partite le dirette dal Tibet al campo base della spedizione olimpica, dirette nelle quali, non con qualche difficoltà per i giornalisti, vista l’altitudine alla quale operavano, venivano illustrati gli elementi e le insidie di questa autentica sfida, ai limiti delle capacità umane.

Si sono così succeduti alpinisti, scienziati e giornalisti per spiegare come ci si era preparati, quali difficoltà si erano incontrate e quali soluzioni erano state trovate per quella che, in certi momenti, è assomigliata quasi una missione spaziale su un altro pianeta.

Va sottolineato come nulla è stato lasciato al caso, tanto che sia la torcia che il carburante utilizzati, sono stati infatti sviluppati specificatamente per poter funzionare alle alte quote e alle condizioni climatiche estreme, quali quelle incontrate in questa sfida.

Ma l’evento di oggi è stato “affascinante” anche per un altro motivo: il muoversi lento e cadenzato che avevano questi uomini e donne nell’arrivare in vetta, protetti dalle speciali tute e sotto le maschere per l’ossigeno, ha dato al gesto realizzato oggi, un senso realmente unico, universale.

Agli oltre 8800 metri dove la torcia olimpica è stata portata, non esiste alcuna differenza, nessuna barriera razziale, etnica o di pensiero, lassù, di fronte alla natura e alla sua incredibile forza, si è tutti uguali, qualcosa di cui bisognerebbe ricordarsi più spesso, per poter vedere con occhi diversi le ragioni e le motivazioni alla base dei molti, troppi “conflitti umani” in corso.

mercoledì 30 aprile 2008

Attenti alle “mucche gialle”

Chi vuole acquistare un biglietto per un evento sportivo, teatrale o un ticket / pass di ingresso, in ogni paese del mondo è preda di quelli che noi chiamiamo “bagarini”.

L’origine della parola bagarini è controversa e infatti potrebbe risalire sia dall’inglese bargain “mercanteggiare”, o alla spagnola che suona come “marinaio salariato” o all’arabo baqqālīn nel senso di “venditori al minuto”.

Comunque sia, una sentenza del 2006 della Corte Costituzionale Italiana ha però sancito che non è più reato acquistare biglietti dai bagarini, perché come recita la sentenza “non è comportamento illegittimo da parte dei bagarini acquistare i biglietti e pertanto chi acquista da loro NON commette un reato”.

Bene, anche in Cina esistono quelli che noi chiamiamo “bagarini”, ma in un paese di commercianti e mercanti, questi “professionisti” della rivendita gonfiata dei biglietti degli eventi vengono chiamati in maniera singolare: “mucche gialle”.

Nulla nel nome fa pensare a qualche “anomalo” comportamento se non fosse questo Giallo che non mette in evidenza l’azione commerciale in quanto tale ma il fatto che rivendono qualcosa che non è “prodotto” da loro, utilizzando qualcosa di più simile all’inganno.
Per cui, alla faccia di qualsiasi sentenza civile che ne attesta ora il non-reato in Italia, il nome usato in Cina nasconde una inequivocabile sentenza di tipo morale.

Questo modo di dire spiega quale sia infatti l’idea profonda relativamente alle “reti commerciali”, nelle quali nei diversi passaggi i prezzi vengono “gonfiati”.
Ovviamente ad ogni passaggio il venditore si deve “inventare” qualcosa affinché venga giustificato l’aumento di prezzo che lui è costretto a chiedere. Questa astuzia (l’arte del commerciante) da queste parti viene comparata all’inganno di voler far credere al compratore di turno che esistono sia le mucche normali che hanno un prezzo, ma anche e soprattutto quelle gialle, uniche nel loro genere e rare, con un prezzo quindi ben diverso e più elevato.

Insomma, una occasione unica, irripetibile da non perdere assolutamente!

La definizione data ai “bagarini” si adatta perfettamente a molte delle professioni emergenti in Cina, di quello che comincia essere il nascente terziario, ancora in una fase embrionale.

Per cui da queste parti essere agente assicurativo o consulente finanziario, risulta essere più spesso associato agli “apprendisti stregoni”, visto che nel nascente mercato azionario cinese, i cinesi stanno investendo pesantemente, sicuri di “moltiplicare” le proprie piccole fortune, sulla scia della propria crescita economica.

Ed ecco spuntare come funghi altri “tipi” di pericolose “mucche gialle” come ad esempio i “professionisti” degli investimenti mobiliari, che a fronte della promessa di cospicui ed elevati interessi, superiori ai bassi interessi bancari cinesi, riescono a convincere il malcapitato di turno ad investire tutti i proprio sudatissimi risparmi, per poi vederlo letteralmente sparire con tutto il promesso guadagno e i sogni di una futura vita agiata.

Questo tipo di azione commerciale è chiamato in un secondo modo altrettanto originale: “borsa vuota, prendi il riso” ( Empty bag, take the rice).

Con questo modo di dire i cinesi riconoscono il valore della necessità di investire in ogni operazione commerciale (nulla si crea dal nulla).

Ma molte delle nuove professioni emergenti, soprattutto in campo finanziario, si basano però sulla “speranza” di ricevere di più di quello che si ha, finendo però spesso più per assomigliare alla favola di Pinocchio quando incontrò il Gatto e la Volpe che lo convinsero ad investire i propri soldi piantandoli nella terra.

Ma che nelle trattative commerciali la strategia della “mucca gialla” sia radicata nella società cinese, lo si riscontra in qualsiasi acquisto dove il primo prezzo è spesso più del doppio del prezzo finale con il quale chiudere la negoziazione..

Addirittura il primo prezzo “sparato”, viene definito dal venditore stesso il “fake” price, quello che però , nel gioco di prestigio in corso, deve illudervi che state ottenendo un incredibile sconto sul prezzo reale.

Ovviamente non è mai vero e infatti i cinesi adottano questa tecnica, solo con gli stranieri, che poco sanno distinguere tra i diversi valori, spesso “abbagliati” anche dal cambio così favorevole da rendere appetibili anche sovrapprezzi di parecchie volte quelli realmente accettabili.

Molte delle metafore di carattere commerciale usate in Cina sono ancore oggi tutte di origine contadine, il richiamo ad un antico mai dimenticato buonsenso, nonostante la società cinese sia tutta proiettata verso il futuro di una economia globale che però forse, sulla propria pelle, in questi mesi sta scoprendo la validità di tali moniti del passato e che forse tutti noi bisognava stare veramente attenti alle “mucche gialle”.

sabato 26 aprile 2008

THE REAL VOICE OF CHINA

Sui grandi giornali italiani ed occidentali, troppo spesso vengono pubblicate informazioni e notizie a senso unico, nelle quali l’idea prevalente è quella di voler far passare una sostanziale “negatività” del Sistema Cina nel suo complesso.

Ciò che è peggio è che anche le principali Agenzie Stampa occidentali, invece di limitarsi nel riportare le informazioni ricevute, troppo spesso le commentano con lo stesso taglio editoriale degli altri media, selezionando ciò che va proposto, finendo per “esaltare il peggio” della Cina e “glorificando” chi in questo momento gli si contrappone.

La “fotografia” che se ne trae leggendo tutto questo flusso di informazioni è desolante, soprattutto perché in maniera “unilaterale”, da parte occidentale, la Voce della Cina viene del tutto ignorata e considerata non degna di esserlo.

A questo va aggiunto che vanno evitate “faziose” strumentalizzazioni delle questioni “umanitarie” dietro le quali sembrano celarsi ben altre ambizioni politiche di “fini registi” che puntano, attraverso tutto ciò, di cercare di ridimensionare l’attuale crescente influenza cinese sulle principali questioni economiche e politiche internazionali.

“Banale” e triste è pertanto la strumentalizzazione di queste ore da parte delle “intellighenzie” occidentali ( e di molti politici in cerca di “facili” consensi) delle Olimpiadi, quale strumento di pressione politica, in “violazione / sfregio” dello spirito Olimpico originale, quello dell’antica Grecia, indiscutibilmente la fondatrice e la “Madre spirituale” di questa manifestazione, spirito originale al quale gli stessi cinesi, correttamente, si stanno richiamando in questi mesi.

Le Olimpiadi in epoca antica, erano infatti il momento nel quale “tutte le guerre venivano sospese”, diventando un momento di “confronto leale” tra nazioni, su base metaforica, dove al vincitore veniva dato un premio “simbolico” ma dal valore universalmente riconosciuto.

Oggi dobbiamo ricordarci di tutto questo prima di qualunque presa di posizione “contro”, invitando tutte le parti a “sospendere” qualsiasi azione che ne danneggi lo “spirito originale”, per viverne la sua preparazione e le 3 settimane olimpiche quale momento di vera “pace” tra i popoli, lo spazio per aprire quei dialoghi tra le persone affinché, dopo le Olimpiadi, il “buon senso del dialogo continui e prevalga”.

Detto questo, da oggi pubblicherò i resoconti delle conferenze stampa del Ministero Affari Esteri Cinese, in modo che chi sente l’esigenza di sapere veramente come le cose stiano realmente andando, possa accedere anche a questa parte “fondamentale” di informazione, senza filtri o peggio, interpretazioni di terzi.

lunedì 21 aprile 2008

Picture of the day


giovedì 17 aprile 2008

MSN LOVE CHINA

Oggi, collegandosi al proprio Messanger, non può passare inosservato il fatto che lista dei contatti cinesi ( ma non solo) abbiano ora tutti con lo stesso Nickname: (L) LOVE CHINA.

Attraverso un passaparola partito lunedì dal sito 5Sai.com, nato come una delle proposte in votazione tra le iniziative suggerite per supportare le prossime Olimpiadi, come era inevitabile, si è poi diffuso attraverso tutta una serie di mailing list su tutta la rete cinese.
Il risultato è che in queste ore gli internauti cinesi si passano il seguente messaggio:

“Add "(L) China" in front of your MSN name. The (L) will appear on screen as a red heart”.

Questa “protesta” simbolica, un segnale di “pace” condiviso dal popolo della rete cinese è in reazione ai molti, troppi attacchi subiti dal proprio paese attraverso i media occidentali e ai “ventilati” boicottaggi di molte nazione in vista delle prossime Olimpiadi,.

Oggi, poco più di 4 milioni di cinesi ( e non solo), hanno ora questo messaggio come proprio Nick Name, un messaggio che travalica il comprensibile patriottismo del momento, cercando di essere un concreto invito affinché la si smetta nel continuare a rappresentare la Cina come fino ad ora fatto dai diversi media occidentali.

In particolare nel mirino della critica degli internauti vi è CNN, accusata con tanto di prove filmate, di “storpiare” la verità su quanto realmente accaduto.

Quello che sta succedendo nel inter-mondo cinese è interessante anche per un altro aspetto. I cinesi anche grazie a questo passa parola, si stanno informando e stanno prendendo coscienza di quanto accaduto in Tibet, anche perché la linea stessa del governo cinese sembra essere, in queste ore, quella di dare ampio spazio ai fatti tibetani, cercando di fornire tutte le informazioni in loro possesso, rispondendo punto su punto alle dichiarazioni / affermazioni che appaiono sui media occidentali.

Ma il fatto che in massa stiano ora rispondendo con un cuore chiamato “Love China” fa capire quale sia la propria posizione ANCHE DOPO aver appreso quello che molti media occidentali ancora vogliono fare credere sia tenuto segretamente nascosto dalle autorità cinesi.

Da tempo infatti non è più così. Da tempo i cinesi sanno quanto noi stessi sappiamo sulla questione tibetana.

Il problema sembra ora essere la continua ostinata convinzione occidentale, che tutto il torto stia dalla parte cinese, basata sul sensazionalismo e le manifestazioni mediatiche, oltretutto spesso realizzate con clamorosi “falsi”, dimostratisi ampiamente tali.

Forse questi “cuori cinesi” dovrebbero aiutarci a comprendere la “reale posizione” del cinese medio in questo particolare periodo storico, farci “aprire” gli occhi a noi occidentali, su un mondo globalizzato che spesso travalica le nostre “utopie”.

Aiutarci a comprendere come forse sarebbe più costruttivo evitare facili semplicistici approcci e sommari giudizi, cercando invece di guardare le cose con una prospettiva più realistica e concreta di quella troppo spesso utilizzata in questi mesi sui media e dai movimenti di opinione occidentali, affinché si contribuisca realmente a trovare una soluzione ad un problema complesso come quello Tibetano e non trasformarlo nella causa di problemi ancora peggiori.