martedì 27 maggio 2008

Parole (Molto) pericolose!

Tra le cose indispensabili da mettere in valigia prima di intraprendere un viaggio, ovunque si vada, sicuramente un buon frasario di base risulta fondamentale.

Oltre alla versione cartacea, ora ne esistono molte elettroniche che addirittura permettono, attraverso le voci digitali, di far “sentire” quanto si intende dire, oppure far scrivere al vostro interlocutore la sua frase, così che possa essere tradotta in una lingua a voi comprensibile.

In Cina strumenti del genere sono indispensabili, sia perché non è ancora diffuso l’inglese ma soprattutto perchè il cinese difficilmente permette la comprensione per così dire trasversale od onomatopeica, possibile invece tra lingue di radice comune, come quelle occidentali.

Per cui con i cinesi “o è bianco o è nero”: o ci si fa capire o nisba!!

Quindi non appena giunti a destinazione, non si potrà fare a meno di cercare di usare, con entusiasmo, questi nuovi indispensabili compagni di viaggio, anche nelle più semplici situazioni, nel tentativo di farsi comprendere dall’interlocutore del momento e attivare lo scambio culturale desiderato da tempo.

Ma cosa risponderete se un cinese vi dovesse dirvi “Wangba dan!”?

Letteralmente significa “Uova di tartaruga!”.

Ovviamente rimarrete un pelo sbigottiti, ma proprio a causa di questo scambio culturale in atto, penserete subito che il vostro interlocutore stia parlandovi di qualche strana ricetta cinese, fatta appunto di “Uova di tartaruga!”.

Se poi continuasse con un sonoro “Ben dan!”, sareste ancora più convinti che la cucina sia il luogo dello scambio culturale appena iniziato, solo che il traduttore comincerebbe a dare per così dire, risposte “ambigue”.

Così quando, avvicinandovi ad un cinese per chiedere una informazione, vi doveste sentire rispondere “Qu ni de!” non credete al vostro traduttore automatico che vi dirà diplomaticamente “Vai in quel posto!”.

Il vostro interlocutore non vi sta infatti “amorevolmente” dandovi alcuna indicazione di carattere turistico.

Se poi insistendo nell’avere una direzione, vi dovesse scandire un bel “Cao ni!”, il suggerimento non è di provare neppure a tradurlo, ne di ripeterlo nel tentativo di tradurlo, per non sentirsi arrivare anche il seguito della frase “Cao ni ma!”.

La conferma che tutte queste frasi non sono da “dizionario” classico o da scuola di lingua tradizionale, l’avrete dal vostro amico / accompagnatore cinese, che si sforzerà in tutti i modi di non tradurle e passare oltre, atteggiamento tipico cinese quando qualcosa sanno possa offendervi o mancarvi di rispetto.

E mentre in altre situazioni, questa attenzione apparirà ai vostri occhi eccessiva, in questi casi sarà quanto mai adeguata.

La ragione?

Beh, senza rendervene conto, avrete partecipato alla prima lezione pratica del “frasario da strada base”, tipico di qualsiasi cultura, mai presente in nessun dizionario o lezione di lingua ufficiale, insegnabile solo “by experiences!!”

Ebbene si, anche i cinesi, dietro i loro sorrisi possono colpire duro a parole e quindi le famose “uova di tartaruga”, non sono affatto un piatto prelibato che vi stanno suggerendo, ma al contrario vi è stato appena dato del “bastardo!”.

Stesso discorso per le uova successive , dove vi sarete presi dell’imbecille.

Ma al “Cao ni”, forse fareste bene a fare come suggeriva Dante nelle Divina Commedia, “ non ti curar di loro, ma guarda e passa”, dato che la provocazione, molto all’americana, letteralmente “Fuck you”, potrebbe avere un seguito con riferimenti espliciti che coinvolgono anche la vostra mamma.
E allora, come in molti film è stato immortalato il famoso “non toccar mi mamma!, la vostra vacanza potrebbe prendere una piega ben diversa, per quanto riguarda gli scambi culturali tra Italia e Cina, come non avreste auspicato al momento della vostra partenza.

Doveroso è però avvisare i nostri “amici” cinesi che forse campioni del “settore” siamo proprio noi italiani, complice la nostra lingua e i nostri coloriti dialetti, ritenuti da molti stranieri, molto musicali e melodiosi, fatto che finisce per far ascoltare con affascinato trasporto il classico “grido di battaglia” della nostra capitale “va’ mmorì ammazzato!” o peggio “vàttel’ a pijà ‘n der culo”( e tante altre!), frasi che sul frasario o traduttore digitale in dotazione del malcapitato turista farebbero solo BIP, BIP!!

Buona Cina cari “Lao wai”… (ops… letteralmente “straniero”, ma è usato in maniera “negativa / dispregiativa” quando viene rivolto allo straniero di turno. Quindi se potete rispondete, in Cinese, qualsiasi cosa, per far capire che avete capito. Li lascerete di sasso!).