mercoledì 30 aprile 2008

Attenti alle “mucche gialle”

Chi vuole acquistare un biglietto per un evento sportivo, teatrale o un ticket / pass di ingresso, in ogni paese del mondo è preda di quelli che noi chiamiamo “bagarini”.

L’origine della parola bagarini è controversa e infatti potrebbe risalire sia dall’inglese bargain “mercanteggiare”, o alla spagnola che suona come “marinaio salariato” o all’arabo baqqālīn nel senso di “venditori al minuto”.

Comunque sia, una sentenza del 2006 della Corte Costituzionale Italiana ha però sancito che non è più reato acquistare biglietti dai bagarini, perché come recita la sentenza “non è comportamento illegittimo da parte dei bagarini acquistare i biglietti e pertanto chi acquista da loro NON commette un reato”.

Bene, anche in Cina esistono quelli che noi chiamiamo “bagarini”, ma in un paese di commercianti e mercanti, questi “professionisti” della rivendita gonfiata dei biglietti degli eventi vengono chiamati in maniera singolare: “mucche gialle”.

Nulla nel nome fa pensare a qualche “anomalo” comportamento se non fosse questo Giallo che non mette in evidenza l’azione commerciale in quanto tale ma il fatto che rivendono qualcosa che non è “prodotto” da loro, utilizzando qualcosa di più simile all’inganno.
Per cui, alla faccia di qualsiasi sentenza civile che ne attesta ora il non-reato in Italia, il nome usato in Cina nasconde una inequivocabile sentenza di tipo morale.

Questo modo di dire spiega quale sia infatti l’idea profonda relativamente alle “reti commerciali”, nelle quali nei diversi passaggi i prezzi vengono “gonfiati”.
Ovviamente ad ogni passaggio il venditore si deve “inventare” qualcosa affinché venga giustificato l’aumento di prezzo che lui è costretto a chiedere. Questa astuzia (l’arte del commerciante) da queste parti viene comparata all’inganno di voler far credere al compratore di turno che esistono sia le mucche normali che hanno un prezzo, ma anche e soprattutto quelle gialle, uniche nel loro genere e rare, con un prezzo quindi ben diverso e più elevato.

Insomma, una occasione unica, irripetibile da non perdere assolutamente!

La definizione data ai “bagarini” si adatta perfettamente a molte delle professioni emergenti in Cina, di quello che comincia essere il nascente terziario, ancora in una fase embrionale.

Per cui da queste parti essere agente assicurativo o consulente finanziario, risulta essere più spesso associato agli “apprendisti stregoni”, visto che nel nascente mercato azionario cinese, i cinesi stanno investendo pesantemente, sicuri di “moltiplicare” le proprie piccole fortune, sulla scia della propria crescita economica.

Ed ecco spuntare come funghi altri “tipi” di pericolose “mucche gialle” come ad esempio i “professionisti” degli investimenti mobiliari, che a fronte della promessa di cospicui ed elevati interessi, superiori ai bassi interessi bancari cinesi, riescono a convincere il malcapitato di turno ad investire tutti i proprio sudatissimi risparmi, per poi vederlo letteralmente sparire con tutto il promesso guadagno e i sogni di una futura vita agiata.

Questo tipo di azione commerciale è chiamato in un secondo modo altrettanto originale: “borsa vuota, prendi il riso” ( Empty bag, take the rice).

Con questo modo di dire i cinesi riconoscono il valore della necessità di investire in ogni operazione commerciale (nulla si crea dal nulla).

Ma molte delle nuove professioni emergenti, soprattutto in campo finanziario, si basano però sulla “speranza” di ricevere di più di quello che si ha, finendo però spesso più per assomigliare alla favola di Pinocchio quando incontrò il Gatto e la Volpe che lo convinsero ad investire i propri soldi piantandoli nella terra.

Ma che nelle trattative commerciali la strategia della “mucca gialla” sia radicata nella società cinese, lo si riscontra in qualsiasi acquisto dove il primo prezzo è spesso più del doppio del prezzo finale con il quale chiudere la negoziazione..

Addirittura il primo prezzo “sparato”, viene definito dal venditore stesso il “fake” price, quello che però , nel gioco di prestigio in corso, deve illudervi che state ottenendo un incredibile sconto sul prezzo reale.

Ovviamente non è mai vero e infatti i cinesi adottano questa tecnica, solo con gli stranieri, che poco sanno distinguere tra i diversi valori, spesso “abbagliati” anche dal cambio così favorevole da rendere appetibili anche sovrapprezzi di parecchie volte quelli realmente accettabili.

Molte delle metafore di carattere commerciale usate in Cina sono ancore oggi tutte di origine contadine, il richiamo ad un antico mai dimenticato buonsenso, nonostante la società cinese sia tutta proiettata verso il futuro di una economia globale che però forse, sulla propria pelle, in questi mesi sta scoprendo la validità di tali moniti del passato e che forse tutti noi bisognava stare veramente attenti alle “mucche gialle”.