La “rivoluzione” in un sorriso.
Si dice ridere allunghi la vita.
Sorridere forse meno, ma aiuta forse a migliorare la qualità della vita.
Quando arrivi in Cina ti accorgi, dopo un pò di tempo, che sorridi molto più di prima.
Le ragioni di questa autentica rivoluzione nella tua vita sono semplici: da quando apri la porta di casa, tutti i cinesi che incroci, li saluti con un sorriso “grosso così”, accompagnato dal mitico “Ni hao”, che ti fa sentire un pò più cinese, siano le donne delle pulizie, i guardiani, gli autisti, i colleghi di lavoro.
Ma la cosa che colpisce, è che tutti i tuoi saluti sono ricambiati, con un sorriso ancora più largo del tuo che mostra la dentatura, spesso è arduo definirla tale, un gesto che ti dà una sorta di ulteriore “carica” quotidiana.
Ho calcolato che, dal risveglio al solo posto di lavoro, in 15 minuti, nei giorni di rari incontri, non meno di 15 NiHao se prendo il pulmino, più del doppio se prendo l’autobus.
Non male per iniziare la giornata!.
Il problema è che se ti aggiri per gli uffici, gli incontri continuano e conseguentemente i sorrisi di saluto, che anche con il passare del tempo, non si negano a nessuno.
Capita quindi che quando incontri in un ufficio più volte la stessa persona in corridoio o ascensore etc., il rituale del sorriso si ripete regolarmente, come se fosse la prima volta che ci si incontra nella giornata.
Se poi cammini per la città, capita spesso di incrociare situazioni, non propriamente di benessere e felicità terrena.
Eppure il sorriso “largo così” non te le fanno mancare. Sai che la loro situazione non è certo felice e spesso fatta di grandi difficoltà. Forse proprio per questo, ricambi allora il loro saluto, con ancora più sincero entusiasmo.
Il saluto è un modo chiaro di rispetto formale, molto importante nella cultura cinese, ma non solo.
Tra cinesi il saluto è decisamente più significativo del Ni Hao suddetto, ad uso e consumo per gli stranieri. I cinesi quando si incontrano, letteralmente si dicono: “hai mangiato?” seguito dal famoso sorriso!
Quindi il salutarsi da queste parti, figlio del periodo dove mangiare era veramente un lusso, sembra anche un modo per “esorcizzare” la paura che nei cinesi è ancora viva: rischiare di rimanere senza cibo.
Quando incrociano noi, beh tutto è diverso. Salutarci ad un cinese dà un doppio senso di benessere. Da una parte, intende avere la conferma che “abbiamo mangiato” e quindi che stiamo bene. Ciò lo rende felice, ma non solo, è il primo passo di quello che assomiglia al nostro “posso fare qualcosa per te?”.
Quel sorriso che tu ricambi con loro li tranquillizza. Nessun problema!.
Se infatti, anche per distrazione, il tuo saluto non è proprio bello e carico di trasporto, ti sentirai chiedere, breve giro, se è tutto ok e se possono fare qualcosa per te.
Ma tornando al sorriso c’è da sottolinerare che i cinesi, tra loro non sorridono con tutti.
Esistono, sempre per un retaggio storico, elementi di disparità, per cui normalmente sorridono tra pari o da un subalterno al proprio capo.
Tipicamente una persona importante NON sorride ai propri subalterni, mentre con tè, ovviamente, considerandoti suo pari, ti mostrerà il suo sorriso migliore, quella della domenica.
Quindi che tu per strada o negli uffici, saluti tutti, che siano le donne delle pulizie o l’usciere, per loro è una vera novità, una rivoluzione che dopo un primo attimo di smarrimento, finisce per contagiarli.
Sentono che li rispetti, che cerchi di trattarli da pari. Questo, considerando che noi stranieri siamo spesso equiparati agli extraterrestri, amplifica la loro gioia nel ricambiartelo.
Ben diverso è l’uso del sorriso quando è utilizzato nelle trattative, dove serve per sottolineare i punti difficili, quelli che presentanto qualche anomalia o resistenza.
Lo sguardo sorridente di un cinese durante una trattativa, non significa che tutto va bene, ma il tentantivo di tenere viva la discussione o anche momento anticipante qualche sorpresa.
Quando la sorpresa ti è rivelata, sempre con il sorriso sulle labbra, mai aggressivi, scopri che anche tu finisci per sorridere a tua volta, conscio che una diversa reazione, non sarebbe utile al proseguire della trattativa in corso.
Quando poi un cinese è in difficoltà o non ha una risposta alle tue domande, sorride, nel tantativo di non preoccuparti e in particolare cerca di prendere tempo per trovare una soluzione.
Quindi, il sorriso è una sorta di azione che in una giornata normale finisci per ripetere così tante volte, che dopo un bel pò di tempo, i benefici si fanno sentire.
Recentemente, ho mandtato ai miei genitori una fotografia, dopo più di un anno non mi vedevano.
La prima reazione è stata di stupore, come se fossi ringiovanito.
Bene, ora so che cosa mi ha fatto stare ogni giorno sempre meglio.
L’aver recuperato, dall’altra parte del mondo, il vecchio uso di un semplice saluto, normale molti anni fa anche da noi, ma ora completamente perduto nelle nostre quotidiane frenetiche esperienze di vita.
E io abito a Shanghai, una città di 20 milioni di abitanti, una delle più grandi metropoli al mondo. Il problema non è quindi del luogo ma la predisposizione ad un gesto di civiltà ed educazione che alla lunga ti fa bene, anche alla salute.
Ni Hao a tutti!!
Sorridere forse meno, ma aiuta forse a migliorare la qualità della vita.
Quando arrivi in Cina ti accorgi, dopo un pò di tempo, che sorridi molto più di prima.
Le ragioni di questa autentica rivoluzione nella tua vita sono semplici: da quando apri la porta di casa, tutti i cinesi che incroci, li saluti con un sorriso “grosso così”, accompagnato dal mitico “Ni hao”, che ti fa sentire un pò più cinese, siano le donne delle pulizie, i guardiani, gli autisti, i colleghi di lavoro.
Ma la cosa che colpisce, è che tutti i tuoi saluti sono ricambiati, con un sorriso ancora più largo del tuo che mostra la dentatura, spesso è arduo definirla tale, un gesto che ti dà una sorta di ulteriore “carica” quotidiana.
Ho calcolato che, dal risveglio al solo posto di lavoro, in 15 minuti, nei giorni di rari incontri, non meno di 15 NiHao se prendo il pulmino, più del doppio se prendo l’autobus.
Non male per iniziare la giornata!.
Il problema è che se ti aggiri per gli uffici, gli incontri continuano e conseguentemente i sorrisi di saluto, che anche con il passare del tempo, non si negano a nessuno.
Capita quindi che quando incontri in un ufficio più volte la stessa persona in corridoio o ascensore etc., il rituale del sorriso si ripete regolarmente, come se fosse la prima volta che ci si incontra nella giornata.
Se poi cammini per la città, capita spesso di incrociare situazioni, non propriamente di benessere e felicità terrena.
Eppure il sorriso “largo così” non te le fanno mancare. Sai che la loro situazione non è certo felice e spesso fatta di grandi difficoltà. Forse proprio per questo, ricambi allora il loro saluto, con ancora più sincero entusiasmo.
Il saluto è un modo chiaro di rispetto formale, molto importante nella cultura cinese, ma non solo.
Tra cinesi il saluto è decisamente più significativo del Ni Hao suddetto, ad uso e consumo per gli stranieri. I cinesi quando si incontrano, letteralmente si dicono: “hai mangiato?” seguito dal famoso sorriso!
Quindi il salutarsi da queste parti, figlio del periodo dove mangiare era veramente un lusso, sembra anche un modo per “esorcizzare” la paura che nei cinesi è ancora viva: rischiare di rimanere senza cibo.
Quando incrociano noi, beh tutto è diverso. Salutarci ad un cinese dà un doppio senso di benessere. Da una parte, intende avere la conferma che “abbiamo mangiato” e quindi che stiamo bene. Ciò lo rende felice, ma non solo, è il primo passo di quello che assomiglia al nostro “posso fare qualcosa per te?”.
Quel sorriso che tu ricambi con loro li tranquillizza. Nessun problema!.
Se infatti, anche per distrazione, il tuo saluto non è proprio bello e carico di trasporto, ti sentirai chiedere, breve giro, se è tutto ok e se possono fare qualcosa per te.
Ma tornando al sorriso c’è da sottolinerare che i cinesi, tra loro non sorridono con tutti.
Esistono, sempre per un retaggio storico, elementi di disparità, per cui normalmente sorridono tra pari o da un subalterno al proprio capo.
Tipicamente una persona importante NON sorride ai propri subalterni, mentre con tè, ovviamente, considerandoti suo pari, ti mostrerà il suo sorriso migliore, quella della domenica.
Quindi che tu per strada o negli uffici, saluti tutti, che siano le donne delle pulizie o l’usciere, per loro è una vera novità, una rivoluzione che dopo un primo attimo di smarrimento, finisce per contagiarli.
Sentono che li rispetti, che cerchi di trattarli da pari. Questo, considerando che noi stranieri siamo spesso equiparati agli extraterrestri, amplifica la loro gioia nel ricambiartelo.
Ben diverso è l’uso del sorriso quando è utilizzato nelle trattative, dove serve per sottolineare i punti difficili, quelli che presentanto qualche anomalia o resistenza.
Lo sguardo sorridente di un cinese durante una trattativa, non significa che tutto va bene, ma il tentantivo di tenere viva la discussione o anche momento anticipante qualche sorpresa.
Quando la sorpresa ti è rivelata, sempre con il sorriso sulle labbra, mai aggressivi, scopri che anche tu finisci per sorridere a tua volta, conscio che una diversa reazione, non sarebbe utile al proseguire della trattativa in corso.
Quando poi un cinese è in difficoltà o non ha una risposta alle tue domande, sorride, nel tantativo di non preoccuparti e in particolare cerca di prendere tempo per trovare una soluzione.
Quindi, il sorriso è una sorta di azione che in una giornata normale finisci per ripetere così tante volte, che dopo un bel pò di tempo, i benefici si fanno sentire.
Recentemente, ho mandtato ai miei genitori una fotografia, dopo più di un anno non mi vedevano.
La prima reazione è stata di stupore, come se fossi ringiovanito.
Bene, ora so che cosa mi ha fatto stare ogni giorno sempre meglio.
L’aver recuperato, dall’altra parte del mondo, il vecchio uso di un semplice saluto, normale molti anni fa anche da noi, ma ora completamente perduto nelle nostre quotidiane frenetiche esperienze di vita.
E io abito a Shanghai, una città di 20 milioni di abitanti, una delle più grandi metropoli al mondo. Il problema non è quindi del luogo ma la predisposizione ad un gesto di civiltà ed educazione che alla lunga ti fa bene, anche alla salute.
Ni Hao a tutti!!