Internet la “dorsale” dello sviluppo della nuova Cina borghese
I cinesi sono alle prese con tanti problemi, grandi e piccoli ma uno si sta rivelando pericolosamente comunue a molte famiglie: i bambini stanno ingrassando!!
Che qualcosa di profondo sia cambiato nella società cinese, lo si vede andando in giro e osservando le famiglie cinesi “vivere”il loro nuovo benessere.
Il figlio, unico per legge, accudito, coccolato, viziato da i due genitori e da tutti i membri della famiglia, ha finito per manifestare una sorta di effetto collaterale: è ingrassato.
Si, perchè il benessere sempre più diffuso in Cina, consente ora ai ragazzi cinesi della borghesia del 3° millennio, di accedere a tutti i “vizi di gola” dei coetanei occidentali, potendo nel contempo, essere tendenzialmente più pigro delle generazioni precedenti.
Ma a causare questo “lassismo” in ambito domestico delle giovani generazioni cinesi, sembra non essere più il vituperato televisore, come nell’occidente degli anni 80 e 90, ma niente di meno che il Re-Internet.
Per capire la questione, occorre ricordarci che tutte le nuove famiglie cinesi sono composte SOLO da figli unici, le eccezzioni alla regola sono “costose” rarità .
Questo fatto amplifica la capacità “attrattiva” della rete in quanto, quando il ragazzo deve stare a casa, trova proprio in Internet un ottimo “compagno di giochi”, una porta verso nuove amicizie, il tutto senza dover uscire da casa.
Queste nuove abitudini stanno quindi riducendo la disponibilità e lo spazio per svolgere attività tradizionali e fisiche, ormai sempre più spesso in subordine all’uso della rete per socializzare, giocare e imparare.
Così mentre i ragazzi “corrono sulla rete”, nello stesso momento, sta crescendo l’incidenza di quella che viene indicata proprio come una nuova e vera patologia emergente in Cina: l’overdose da Internet.
La crescente apatia delle nuove generazione a vivere una vita reale, fatta di relazioni fisiche, a favore di quella virtule, ha portato il governo cinese a rendere obbligatorie molte attività scolastiche di tipo ricreativo, prima facolative, proprio per facilitare le socializzazioni tradizionali.
Addirittura, in una recente ricerca pubblicata dai media cinesi, si è addirittura evidenziato come il 96% dei ragazzi tra i 4 e i 14 anni, durante le recenti vacanze estive, avessero preferito giocare a casa (e con internet), piuttosto che all’aperto (con compagni di gioco reali).
Va però evidenziato che nei periodi suddetti, quest’anno in Cina le temperature sono state a dir poco soffocanti e onestamente giocare all’aperto sarebbe stato oggettivamente difficile per non dire pericoloso, visto il livello anche di inquinamento toccato da molte città Cinesi.
Comunque sia, è però vero che la rete è entrata prepotentemente nelle abitudini dei cinesi, a tutti i livelli, non solo giovanili.
Dove questo aspetto appare chiaro e tangibile, sono le migliaia di internet point, sparsi in ogni dove in Cina.
Da noi spesso questi luoghi sono di tipo elitario e a supporto di strutture esistenti, quali bar o ristoranti.
In Cina gli Internet point, sono invece grandi spazi, presenti sia nelle grandi città che nei villaggi, aperti 24 ore su 24, che diventano per molti una sorta di seconda casa, dove non solo si può giocare on line o chattare con altri o navigare in internet, ma anche dormire e mangiare, potendo usufruire dell’aria condizionata, che spesso in molte case, è ancora una pià illusione.
Questa esplosione nell’uso e alcune volte nell’abuso della rete, in tutte le sue forme, appare interessante se comparato con le recenti discussioni in occidente, per quanto riguarda Second Life,
Qua in Cina Second Life è già una realtà quotidiana.
Con la rete, il singolo cerca già di crearsi la sua “Seconda vita”, sia attraverso i giochi di ruolo che con le nuove amicizie, per cercare e sperare di andare oltre il proprio quotidiano attuale.
Molti dei propri sogni e speranze, i cinesi li stanno quindi investendo, riversando proprio sulla e nella rete.
Per capire di quale portata sia il fenomeno, basti dire che il governo cinese, ormai seriamente preoccupato, addirittura classifichi il 13% dei 20 Milioni di utenti internet sotto i 18 anni, come già “internet-dipendenti”.
La “malattia di internet” e la dipendenza dai giochi interattivi, è tanto grave, che in televisione sono già stati mostrati i primi casi di disintossicati, da questa nuova pericolosa patologia moderna.
Attenzione però. Non è internet che fa male ma il suo abuso, come quello che in America ha portato una coppia di coniugi a “dimentircarsi” del proprio figlio, che ha rischiato di morire di fame, tanto erano impegnati a giocare in un gioco di ruolo, per il quale spendevano letteralmente fortune in denaro.
Negli ospedali cinesi comunque non fa più scalpore vedere dei giovani ricoverati, apparentemente fisicamente a posto che però soffrono di questa nuova “sindrome” del 3° millennio.
Ma la Cina su questo tema è a un bivio. La sua crescita sarà strettamente legata proprio alla capacità della popolazione di usare sempre meglio le nuove tecnologie, tanto che l’esercito nei suoi investimenti futuri, punterà sempre di più sulla guerra tecnologica e sui war-game, riducendo drasticamente il numero degli effettivi in armi.
Quindi la società cinese sta giocando sul filo del rasoio il proprio futuro, spingendo da una parte l’acceleratore della alfabetizzazione digitale a tutti i livelli, zone rurali comprese, ma dall’altro dovendo fare i conti con gli effetti, spesso indesiderati, connessi con questa scelta tecnologica.
Da qua i messaggi di questi giorni sui media cinesi, ripresi poi in occidente: un invito alla popolazione affinchè eviti di farsi venire totalmente fagogitata nella “vita parallela” che il mondo tecnologico può creare, usando le tecnologie come una sorta di potente medicina, che però va presa con moderazione perchè crea pericolose assuefazioni.
Quanto sta accadendo qua in Cina dovrebbe farci riflettere su molte delle teorie che ruotano attorno a quello che viene definito Second Life, sui suoi vantaggi, suoi suoi limiti e rischi sociali.
L’invito cinese sulla questione e del quale dovremmo farne tesoro anche noi, estrapolabile dalla loro saggezza millenaria, è il seguente:
“ricordiamoci che siamo fatti di cellule non di bit. Il ritmo della nostra vita dovrà pertanto essere scandito sempre e soltanto dalla nostra parte biologica. Altrementi si rischia il Game-Over!”
Che qualcosa di profondo sia cambiato nella società cinese, lo si vede andando in giro e osservando le famiglie cinesi “vivere”il loro nuovo benessere.
Il figlio, unico per legge, accudito, coccolato, viziato da i due genitori e da tutti i membri della famiglia, ha finito per manifestare una sorta di effetto collaterale: è ingrassato.
Si, perchè il benessere sempre più diffuso in Cina, consente ora ai ragazzi cinesi della borghesia del 3° millennio, di accedere a tutti i “vizi di gola” dei coetanei occidentali, potendo nel contempo, essere tendenzialmente più pigro delle generazioni precedenti.
Ma a causare questo “lassismo” in ambito domestico delle giovani generazioni cinesi, sembra non essere più il vituperato televisore, come nell’occidente degli anni 80 e 90, ma niente di meno che il Re-Internet.
Per capire la questione, occorre ricordarci che tutte le nuove famiglie cinesi sono composte SOLO da figli unici, le eccezzioni alla regola sono “costose” rarità .
Questo fatto amplifica la capacità “attrattiva” della rete in quanto, quando il ragazzo deve stare a casa, trova proprio in Internet un ottimo “compagno di giochi”, una porta verso nuove amicizie, il tutto senza dover uscire da casa.
Queste nuove abitudini stanno quindi riducendo la disponibilità e lo spazio per svolgere attività tradizionali e fisiche, ormai sempre più spesso in subordine all’uso della rete per socializzare, giocare e imparare.
Così mentre i ragazzi “corrono sulla rete”, nello stesso momento, sta crescendo l’incidenza di quella che viene indicata proprio come una nuova e vera patologia emergente in Cina: l’overdose da Internet.
La crescente apatia delle nuove generazione a vivere una vita reale, fatta di relazioni fisiche, a favore di quella virtule, ha portato il governo cinese a rendere obbligatorie molte attività scolastiche di tipo ricreativo, prima facolative, proprio per facilitare le socializzazioni tradizionali.
Addirittura, in una recente ricerca pubblicata dai media cinesi, si è addirittura evidenziato come il 96% dei ragazzi tra i 4 e i 14 anni, durante le recenti vacanze estive, avessero preferito giocare a casa (e con internet), piuttosto che all’aperto (con compagni di gioco reali).
Va però evidenziato che nei periodi suddetti, quest’anno in Cina le temperature sono state a dir poco soffocanti e onestamente giocare all’aperto sarebbe stato oggettivamente difficile per non dire pericoloso, visto il livello anche di inquinamento toccato da molte città Cinesi.
Comunque sia, è però vero che la rete è entrata prepotentemente nelle abitudini dei cinesi, a tutti i livelli, non solo giovanili.
Dove questo aspetto appare chiaro e tangibile, sono le migliaia di internet point, sparsi in ogni dove in Cina.
Da noi spesso questi luoghi sono di tipo elitario e a supporto di strutture esistenti, quali bar o ristoranti.
In Cina gli Internet point, sono invece grandi spazi, presenti sia nelle grandi città che nei villaggi, aperti 24 ore su 24, che diventano per molti una sorta di seconda casa, dove non solo si può giocare on line o chattare con altri o navigare in internet, ma anche dormire e mangiare, potendo usufruire dell’aria condizionata, che spesso in molte case, è ancora una pià illusione.
Questa esplosione nell’uso e alcune volte nell’abuso della rete, in tutte le sue forme, appare interessante se comparato con le recenti discussioni in occidente, per quanto riguarda Second Life,
Qua in Cina Second Life è già una realtà quotidiana.
Con la rete, il singolo cerca già di crearsi la sua “Seconda vita”, sia attraverso i giochi di ruolo che con le nuove amicizie, per cercare e sperare di andare oltre il proprio quotidiano attuale.
Molti dei propri sogni e speranze, i cinesi li stanno quindi investendo, riversando proprio sulla e nella rete.
Per capire di quale portata sia il fenomeno, basti dire che il governo cinese, ormai seriamente preoccupato, addirittura classifichi il 13% dei 20 Milioni di utenti internet sotto i 18 anni, come già “internet-dipendenti”.
La “malattia di internet” e la dipendenza dai giochi interattivi, è tanto grave, che in televisione sono già stati mostrati i primi casi di disintossicati, da questa nuova pericolosa patologia moderna.
Attenzione però. Non è internet che fa male ma il suo abuso, come quello che in America ha portato una coppia di coniugi a “dimentircarsi” del proprio figlio, che ha rischiato di morire di fame, tanto erano impegnati a giocare in un gioco di ruolo, per il quale spendevano letteralmente fortune in denaro.
Negli ospedali cinesi comunque non fa più scalpore vedere dei giovani ricoverati, apparentemente fisicamente a posto che però soffrono di questa nuova “sindrome” del 3° millennio.
Ma la Cina su questo tema è a un bivio. La sua crescita sarà strettamente legata proprio alla capacità della popolazione di usare sempre meglio le nuove tecnologie, tanto che l’esercito nei suoi investimenti futuri, punterà sempre di più sulla guerra tecnologica e sui war-game, riducendo drasticamente il numero degli effettivi in armi.
Quindi la società cinese sta giocando sul filo del rasoio il proprio futuro, spingendo da una parte l’acceleratore della alfabetizzazione digitale a tutti i livelli, zone rurali comprese, ma dall’altro dovendo fare i conti con gli effetti, spesso indesiderati, connessi con questa scelta tecnologica.
Da qua i messaggi di questi giorni sui media cinesi, ripresi poi in occidente: un invito alla popolazione affinchè eviti di farsi venire totalmente fagogitata nella “vita parallela” che il mondo tecnologico può creare, usando le tecnologie come una sorta di potente medicina, che però va presa con moderazione perchè crea pericolose assuefazioni.
Quanto sta accadendo qua in Cina dovrebbe farci riflettere su molte delle teorie che ruotano attorno a quello che viene definito Second Life, sui suoi vantaggi, suoi suoi limiti e rischi sociali.
L’invito cinese sulla questione e del quale dovremmo farne tesoro anche noi, estrapolabile dalla loro saggezza millenaria, è il seguente:
“ricordiamoci che siamo fatti di cellule non di bit. Il ritmo della nostra vita dovrà pertanto essere scandito sempre e soltanto dalla nostra parte biologica. Altrementi si rischia il Game-Over!”