Democrazia 2.0 nella pratica. (e trasparenza)
Recentemente in un precedente articolo, ho fatto cenno alla Democrazia 2.0 come il futuro della democrazia, utilizzando la rete come strumento di coordinamento e i rappresentanti eletti, come semplici “portavoce” dei propri elettori.
Una utopia oggi, ho sottolineato, ma SOLO per le regole vigenti, non per la possibilità di realizzarla nella pratica.
Proviamo ora a fare uno “sforzo intellettuale” e di civiltà sociale, per immaginare, assieme, come potrebbe essere realizzata, nella pratica, questa Democrazia 2.0.
La prima considerazione da fare è negli strumenti da usare in Democrazia 2.0, per verificarne la reale fattibilità. Lo strumento fondamentale per la sua implementazione è comune in Italia come in nessun altro paese al mondo: il telefono cellulare.
Va considerato che qua in ASIA, il cellulare già oggi, a tutti gli effetti, è diventato strumento di idenficazione personale e strumento di pagamento corrente.
Il secondo strumento fondamentale è Internet, al momento però, solo come supporto informativo, di discussione ed aggiornamento, vista la ancora non così vasta diffusione e il non semplice accesso.
A questo punto, per dare vita alla Democrazia 2.0, basterà che ogni cittadino abiliti il proprio cellulare a diventare una “postazione di voto”, utilizzando una semplice procedura:
A) Per prima cosa, il cittadino deve andare FISICAMENTE in una sede della associazione di cittadini a cui vuole aderire (Liste civiche, Partiti) per farsi riconoscere, presentando i propri documenti personali. Viene registrato SOLO con il proprio codice fiscale.
B) Il cittadino fisicamente riconsciuto, a questo punto notifica il NUMERO DI CELLULARE per il proprio televoto che viene associato al Codice Fiscale che lo identifica.
C) Al Cittadino viene a questo punto dato un codice segreto di 20 Cifre, con il quale possa AUTENTICARE il proprio voto. Questo serve per evitare usi non autorizzati ( furto, clone del numero etc..)
D) Dopo questa procedura, il singolo cittadino è ABILITATO a ricevere, dalla associazione di cittadini a cui si è “iscritto”, gli sms con i quali potrà, con il proprio voto, partecipare ed esprimere un parere su una mozione o legge in discussione in quel momento.
E) INFORMAZIONE: Ovviamente il cittadino deve sapere di cosa si parla, per cui con l’invito al voto, deve SEMPRE seguire un indirizzo internet dove possa trovare tutte le informazioni e un forum, per consentire al cittadino di informarsi, confrontarsi e decidere autonomamente cosa votare.
F) VIDEO MESSAGGIO del RAPPRESENTANTE in Assemblea, con il quale possa SPIEGARE, in prima persona, il merito della questione, in maniera ben più chiara di tante parole, messaggio visibile anche direttamente sul cellulare del cittadino.
G) A questo punto, dal suo cellulare, il cittadino può votare, esprimendo semplicemente un SI o NO alla richiesta consultiva della propria Associazione di Cittadini.
H) Automaticamente, l’associazione di cittadini (Partito, Lista civica) attraverso il televoto, può conoscere ESATTAMENTE il punto di vista della propria base elettorale, ed agire di conseguenza.
Una nota è d’obbligo: Ogni cittadino NON potrà iscriversi a più di una associazione di cittadini alla volta. Il controllo di questa semplice regola, facile da gestire attraverso l’univoco Codice Fiscale, è delegato agli organi competenti di Polizia Postale, cui vengono inviate le liste degli iscritti al televoto. Ovviamente il cittadino può CAMBIARE lista a cui essere iscritto, basterà inviare alla stessa Associazione di cittadini, comunicazione in merito, per essere immediatamente rimosso.
Dato che sarà fatto obbligo alle Associazioni di cittadini di pubblicare, opportunamente criptate, le liste degli iscritti al televoto, ogni cittadino potrà verificare direttamente se effettivamente è stato aggiunto o rimosso come da lui richiesto, segnalando le eventuali anomalie agli organi di Polizia Postale.
L’applicazione della Democrazia 2.0 così come suggerita, è facilmente implementabile nel caso della gestione ordinaria dei comuni, provincie e regioni, i cui consigli diverrebbero necessariamente pubblici. Stesso discorso, per quanto riguarda le grandi questioni Nazionali, relativamente ai lavori parlamentari, partecipazione svolta attraverso le Associazioni di cittadini (Partiti) che hanno propri rappresentanti eletti.
Bene, dopo che qualcuno di voi, arrivato a questo punto si sarà fatto una “sonora” risata o avrà dato nella migliore delle ipotesi, del visionario o utopico allo scrivente, provate a fare un giro su questo sito svizzero per capire che, se lo vogliamo, il futuro è già qui!
Buona Democrazia 1.0 (per il momento!)