domenica 3 febbraio 2008

Microsoft – Yahoo: segni dello “slowdown” della economia Americana

L’economia americana, prossima alla peggiore recessione delle propria storia e comunque in una fase di deciso Slow-Down, come ammesso dallo stesso Bush nel proprio discorso all’Unione, sta offrendo molti interessanti spunti.

Microsoft, leader incontrastato della Digital Economy mondiale, “fiutato” il cambio di aria in corso, ha deciso di buttare “il cuore” oltre la staccionata, lanciandosi alla conquista di Yahoo.

Molti commentatori si sono subito affrettati a vedere questa come una mossa contro Google. In realtà è una mossa che sta cercando di salvare la stessa Microsoft, oltre che Yahoo, “prima” dell’inizio della recessione, la ricerca di un riposizionamento del colosso di Redmond nella competizione mondiale.

I veri “avversari”di Microsoft infatti si chiamano Open – Source e Web 2.0: proprio il contrario di come è nata e si è sviluppata la storia vincente della società di Bill Gates.

L’uscita di scena del suo fondatore, dedicatosi alla propria “Fondazione no Profit”, obbligava inevitabilmente i vertici di Microsoft nel doversi riposizionare il prima possibile e prepararsi allo Tsunami che l’economia mondiale si appresta a ricevere.

Per cui la “virata” fatta in questi giorni da parte di Microsoft, oltretutto realizzata con sospetta e curiosa frenesia, sta cercando di sfruttare (aiutare) la profonda debolezza di Yahoo, tale da obbligarla ad annunciare tagli considerevoli di personale a livello mondiale.

In Cina ad esempio, in poco meno di un anno, si è assistito al “triste” riassorbimento da parte di Alibaba, socio di Yahoo in tale mercato, di buona parte delle eccedenze di personale che Yahoo dichiarava su tale mercato: una Caporetto in piena regola.

Questa notizia e la crisi di Yahoo, vanno quindi lette con maggiore attenzione. Segnano infatti la fine del predominio e della fase di espansione dei colossi Americani della Società dell’Informazione.

Google stesso, nonostante la incredibile crescita attuale, fatica infatti a conquistare realmente nuovi mercati al di fuori del “perimetro occidentale”.
Diciamo che sta cannibalizzando le aziende occidentali del settore, ma ha parecchie difficoltà con le altre “nuove nate” dell’area asiatica.

Non convincono nemmeno le prospettive relative alla Pubblicità Digitale, visto che in termini assoluti, gli investimenti delle imprese stanno precipitando.

Quello che sta succedendo è solo la crescente cannibalizzazione della parte digitale a svantaggio della pubblicità tradizionale, ma in termini assoluti non si è creato un nuovo mercato che si è SOLO spostato a livelli assoluti inferiori a quelli precedenti.

Quindi i dati sulla pubblicità digitale, letti recentemente con grande enfasi da IAB come la prova della crescita futura, sono invece da leggere come i dati che dimostrano la crisi di sistema in corso che sta colpendo anche il mercato della pubblicità, strettamente legato alla implosione delle imprese.

La nuova economia digitale occidentale NON sta creando valore aggiunto, ma semplicemente facendo da “paracadute” per quella tradizionale allo sbando.

Le ragioni di tutto ciò sono le diverse “basi economiche” che i due blocchi, quello occidentale ed asiatico, esprimono in senso assoluto.

Gli operatori occidentali, bisognosi di nuovi mercati per non crollare, sommersi spesso da montagne di debiti, nell’espandersi sui mercati asiatici, a parità d’investimento in valuta occidentale, finiscono per ottenere rendimenti bassissimi, perché realizzati in valuta locale.

Questo aspetto economico ha quindi rappresentato un falso vantaggio a favore delle “ricche” (in valuta) imprese occidentali, che hanno così iniziato ad investire massicciamente nelle economie Asiatiche, credendo di poter investire proporzionalmente alle economie in cui stavano entrando.

Invece si stanno accorgendo che tutto ciò sta paradossalmente facendo la fortuna dei “soggetti locali”, che nascendo in tali economie e partendo dal basso, possono permettersi il lusso di scalzare i “giganti di argilla” stranieri, anche con tutta una serie di “colpi bassi”, molto ben assestati, spesso mortali, vedi il caso di Yahoo in Cina.

L’insuccesso in Cina del nuovo Vista di Microsoft, venduto in poche “centinaia” di esemplari, ha quindi sicuramente fatto da spia di allarme per i vertici di Redmond, che hanno capito come fosse “finita la propria epoca” e che dovevano trovare un business nuovo su cui investire il proprio futuro.

Se a questo aggiungiamo la richiesta dei “codici sorgente” da parte dei Governi Europei e la multa inflitta, sempre a livello Europeo, per la posizione dominante sul mercato assunta da Microsoft negli anni, appare chiaro che l’attuale azione non sia altro che una razionale azione di uscita dal mercato del software di sistema e l’ingresso in quello futuro dell’Open Source Informations o meglio conosciuta Web 2.0.

Molte le incognite che ciò riesca. Sicuramente una azione di grande respiro per gli anni a venire.

Comunque vada, questa operazione è la prova che il prossimo futuro possa essere un momento particolarmente interessante, nonostante la crisi.

Si aprono infatti gli spazi per poter sviluppare nuove idee, trasversali e globali, cercando però nella loro definizione, di non continuare a investire nella ormai “antica” supremazia occidentale nella Società dell’Informazione futura.

sabato 2 febbraio 2008

In Cina sarà l’anno di “Topolino”


Le contraddizioni della Cina contemporanea e la continua contaminazione tra passato e futuro, appaiono evidenti anche nel semplice fatto che il loro capodanno i cinesi non lo chiamano così.

Infatti dal 1912, anno della caduta dell’impero, ufficialmente la Cina decise di abbandonare il tradizionale calendario lunare per adottare quello gregoriano (solare), con una particolarità: nel conteggiare gli anni ripartirono da capo, chiamandoli così il 1°, 2° etc. anno della Repubblica.

Solo dal 1949, venne adottato nel conteggio degli anni il sistema internazionale, cosa che invece non fece Taiwan.

Per questa ragione, il Capodanno tradizionale cinese viene ufficialmente chiamato “Festa della Primavera” (Spring Festival).

Ma nonostante le decisioni ufficiali, nelle vita di tutti i giorni il calendario tradizionale, in particolare quello usato ai tempi della dinastia Xia, è rimasto d’uso comune fino ad oggi.

Nelle campagne rimane infatti il sistema preferito, visto che contiene le “informazioni” utili alla regolazione della vita contadina e i suoi cicli vitali, come le indicazioni di quando è giusto seminare o raccogliere.

Il calendario Xia definisce inoltre che: “il capodanno è il giorno della “prima luna nuova” dopo l’entrata del sole nell’11° segno dello zodiaco solare”, che tradotto, connettendo tra loro calendario solare e lunare, definisce che il capodanno cinese non può iniziare prima del 21 gennaio e dopo il 20 febbraio del calendario gregoriano.

Ma il calendario tradizionale cinese ha un'altra particolarità: lo scorrere degli anni viene identificato con i nomi di animali, ma solo i 12 che tradizionalmente sarebbero apparsi alla chiamata di Buddha quando, nel presentimento della propria morte, chiamò a se gli animali della terra.

In particolare, il topo (shu), furbo e veloce, arrivò per primo anticipando il bue (niu), con il “trucco” di saltargli sulla groppa, evitando così di percorrere il percorso, per poi saltargli davanti alla vista del maestro.

A seguire arrivarono la tigre (hu), il coniglio (tu), il drago (long) che anticipò il suo fratello minore, il serpente (she), il cavallo (ma), la pecora (yang), l’astuta scimmia (hou), il colorato gallo (ji) e il fedele cane (quan).

L’ultimo, da allora ritenuto animale fortunato, perché fortunatamente arrivò in tempo utile, fu il maiale (zhu).

Ma esiste un'altra leggenda sull’uso dei nomi di animali nel calendario cinese, che oltre tutto spiegherebbe la “inimicizia” tra cane e gatto.

L’imperatore di Giada, già sovrano del cielo, nel visitare la terra, rimase talmente colpito dagli animali incontrati che decise di portarsene con sè 12, da mostrare agli altri esseri divini.

Gli animali da lui selezionati furono un topo, un gatto, un toro, una tigre, un coniglio, un drago, un serpente, un cavallo, una capra, una scimmia, una gallina, e un cane.

Ma il gatto, considerato il più bello di tutti gli animali, chiese ingenuamente al topo di essere avvisato quando l’imperatore sarebbe passato a prenderli.

Solo che il topo, geloso della bellezza del gatto, non lo informò. All’assenza del gatto si rimediò sostituendolo con il Maiale (sempre fortunato!).

L’Imperatore di Giada, decise in seguito di assegnare a ciascuno di loro un anno del calendario. Fu così che il gatto, venutolo a sapere, si arrabbiò furiosamente con il topo; l’inizio della leggendaria competizione “gatto – topo”.

Quest’anno il capodanno cinese sarà il 7 febbraio 2008 e sembra essere l’emblema della globalizzazione della Cina, presente e futura: sarà infatti l’anno di “Topolino” (del topo).

Girando per le strade della città si comprende infatti come la Walt Disney beneficerà di questo eccezionale evento in maniera incredibile, avendo dato la “faccia” al prossimo anno cinese che potrà avere le sembianze di Topolino.

Essendo l’anno del topo(lino), che molti cinesi in inglese traducono nel meno rasserenante Rat (ratto), Topolino quale inaspettato testimonial, contribuirà al “maquillage” di questo simbolo annuale cinese.

L’anno precedente, l’anno del maiale, non ha avuto la stessa “fortuna”, anche per una ulteriore coincidenza che lo rendeva “quasi sacro”, essendo l’anno del maiale d’oro, quello che ogni 60 anni è tradizionalmente portatore di denaro e fortune.

Per cui l’iconografia si è limitata ad esaltarne la colorazione dorata, evitando ulteriori associazioni ad altri personaggi dei cartoons.

Ma da quest’anno sembra proprio che l’intuizione di Walt Disney, di dare vita ad un mondo popolato da animali, in Cina potrà trovare una “seconda giovinezza” e Topolino potrà diventare una icona cinese, collegandola così alla tradizione cinese.

Scorrendo poi la lista dei 12 animali, appare presumibile che la cosa possa ripetersi anche negli anni a venire.

Questo contribuirà nel proseguire nell’incontro e nella continua reciproca contaminazione delle diverse tradizioni occidentali e cinesi, specchio della attuale trasformazione della Cina.
Buon Capodanno a TUTTI e fortunato Mickey Mouse Year!!!

giovedì 31 gennaio 2008

Incredibili “pizzini” democratici

Incredibilmente ieri Marini ha ricevuto l’incarico esplorativo per un governo finalizzato a “trovare un consenso per una riforma della legge elettorale”.

Incredibile che in Italia si continui a parlare di formule “segrete”, per quanto riguarda gli equilibri politici, nell’evidente tentativo di salvare questo o quell’interesse.

In totale sfregio a qualsiasi buon senso, si ha l’impressione che la si stia facendo troppo complicata, quando tutti (a parole) sono d’accordo sul punto base: “consentire ai cittadini di votare i propri candidati, direttamente!”.
Ma a creare qualche “sospetto” è il fatto che le stesse persone che hanno deciso tempo addietro di adottare una legge elettorale incredibilmente fuori da qualsiasi raziocinio democratico, ora, solo perché si sono accorti che rischiano non più solo “i pomodori in piazza”, hanno deciso che devono cercare un accordo per modificarla.

Incredibile è quindi anche il tentativo di dare alla discussione un contenuto “filosofico, aureo”.
Quello che non si capisce è perché per questi “apprendisti stregoni”, sembra che la “democrazia” italiana, per sopravvivere, debba importare il proprio futuro modello da qualche “cugino” estero.

Nella situazione in cui ci troviamo non occorre copiare proprio nessuno, rischiando oltretuttodi passare dalla “Padella alla brace”, visti i modelli di riferimento presi in esame.

In particolare, per quanto riguarda il modello tedesco, viste le ultime elezioni in Germania, si rischia di non risolvere affatto il problema “della parità” che ha messo in stallo la politica italiana attuale. Solo che la Germania ha trovato nella Merkel il jolly salva situazione. E da noi cosa faranno “cani e gatti?”.

Quelle di questi giorni sono quindi discussioni da “falsi statisti” ed “intellettuali di bassa lega”.
In realtà appaiono più essere “parole d’ordine”, messaggi trasversali, “pizzini democratici”, per cercare di trovare una quadratura agli equilibri futuri di potere di una nazione allo sbando, proprio perché sono sbandati (invecchiati) i luoghi di potere da “guerra fredda!”.

Il buon senso e l’opinione pubblica hanno già espresso una chiara direzione che si continua a non rispettare: ridare agli italiani il “potere” di decidere del proprio futuro, non “truccando” le elezioni in alcun modo.

Poi, dopo aver votato SENZA “trucchi o prestigiatori”, lasciare che i nuovi equilibri, faticosamente, possano cercare di trovare i propri spazi di aggregazione, senza pregiudiziali.

Incredibile quindi il gioco dei ruoli di questi giorni, “nell’opera buffa” del teatrino della politica italiana.

Ma la domanda è d’obbligo: perché i cambiamenti fondamentali devono essere proposti dai soliti anziani (pensionabili) della politica italiana?

Possibile, vista l’impronta TECNICA del governo che il presidente Napoletano intende realizzare per cercare di risolvere la crisi, non esista un 50 enne in grado si svolgere tale azione e funzione transitoria?

Speriamo poi che questo “interim” non si trasformi in altro, anche perché ci sono alcuni aspetti che risultano quantomeno sospetti, viste le stesse parole del presidente Napoletano che afferma: “sono passati meno di due anni dalle ultime elezioni!”.

Non è che il non sciogliere le camere, quantomeno non prima della metà della legislatura, non sia un mezzo per consentire anche ai nuovi parlamentari di acquisire il diritto alla pensione parlamentare?

Visto che a pensare male spesso, sui fatti italiani, si finisce per azzeccarla (spesso anche per difetto!), perché tenere in vita un parlamento ormai trapassato dell’opera buffa, continuando così ad alimentare i sospetti del cittadino comune, esausto dei giochetti di palazzo e degli “inciucci” di questa classe del “regime democratico” in carica?

Marini si era chiaramente ed ufficialmente dichiarato “fuori” per qualsiasi eventuale incarico di governo.

Incredibile, ma non inaspettabilmente, Marini ieri non ha confermato il suo chiamarsi “fuori” e alla fine ha accettato l’incarico.

Le parole per certa gente quindi non hanno alcun valore.

Come possiamo continuare a fidarci di persone così superficiali che non hanno il coraggio neppure delle proprie parole??

Governo cinese: al servizio dei cittadini!


In questi giorni la Cina è colpita dalla peggiore ondata di gelo mai registrata a memoria d’uomo.

Impressionante è vedere nei bollettini meteorologici, la mappa della Cina ricoperta dal bianco delle precipitazioni, che ancora non accennano a terminare e che in alcune regioni ha già provocato blackouts e conseguentemente anche interruzioni nella fornitura d'acqua potabile.

Ma forse l’atto che ha maggiormente impressionato i cinesi si è svolto ieri a Changsha, città dello Hunan, una delle più colpite dal gelo di questi giorni.

Infatti durante il sopralluogo effettuato dal Premier Cinese Wen Jabao, una volta arrivato alla stazione ferroviaria della città, dove decine di migliaia di viaggiatori aspettavano all’addiaccio il ripristino della viabilità per poter tornare a casa, è accaduto l’imprevedibile.

Il premier Wen Jiabao ha preso il megafono e si è rivolto alla folla sia per sincerarli che sarebbe stato fatto tutto il possibile per permettere a tutti loro di passare un felice capodanno a casa, ma in particolare ha esordito con un incredibile: “ Scusate per quanto sta accadendo!”.

Questo approccio “stride” maledettamente con quanto accaduto in situazioni analoghe in Italia, dove in situazioni di emergenza come queste, subito inizia lo scarica barile delle responsabilità.

Bene, in una lezione pratica di “governo al servizio del cittadino”, il premier cinese non ci ha pensato due volte e questo chiedere scusa equivale a “prendersi tutta la responsabilità” della situazione, compresa quella affinché tutto venga risolto, senza discutere su chi doveva fare cosa o altro.


In una situazione drammatica come questa, veramente al limite della emergenza sociale, la Cina di questi giorni non è impegnata in nessuna critica o rimpallo di responsabilità, ma tutti sono solo concentrati a cercare di risolvere i problemi, i danni e i disagi che le condizioni meteorologiche stanno causando.

I propri leaders politici sono in prima linea, con tanto di “direttiva ufficiale dal governo centrale” che cita testuale: “in momenti come questi i leader devono essere d’esempio per i propri concittadini”.

Per cui il gesto del Premier Wen Jiabao non è rimasto isolato. Nelle diverse province e città i leaders locali sono scesi in piazza, chi a spalare la neve, chi a fare le fila, chi semplicemente a verificare sul campo che si facesse tutto il possibile per aiutare le migliaia di cinesi bloccati.

Per un momento, lascerei da parte i facili commenti che in Italia si fanno quando si parla di Cina e di politica cinese. Vi invito a indicarmi quando è accaduto in Italia un simile atto di “solidarietà” nazionale, così profonda ed intensa e soprattutto PRATICA.

I nostri leader sono molto bravi a “parlare”. Ma di fronte alle questioni pratiche, sembrano sempre pesci fuori dall’acqua e nel tentativo di dare una risposta, finiscono sempre per scaricare su altri responsabilità che invece dovrebbero capire dalla lezione cinese, per il ruolo da loro assunto, sono da attribuirsi SOLO al governo in carica.

In particolare vi invito a riflettere sul gesto di responsabilità fatto da Wen Jiabao, di stampo asiatico, molto diffuso anche tra i giapponesi. Dalle nostre parti, in situazioni del tutto simili, alle scuse e al rimboccarsi le mani si sostituisce il patetico balletto intitolato: “ma tutto ciò è accaduto per colpa del governo precedente!”.

I cinesi non sono così stupidi nell’attribuire al Governo la responsabilità delle incredibili nevicate di questi giorni. Ma si aspetta che i propri rappresentanti facciano il proprio dovere, anche a costo della propria vita, se necessario: è così che 3 addetti della compagnia elettrica nello Hunan hanno trovato la morte, nel cercare di non privare i propri concittadini della corrente elettrica, senza la quale tutti sarebbero stati al freddo!.

Insomma, in Italia è urgente smettere nel continuare a cercare la “soluzione nelle formule politiche”, per cercare di tenere appiccicata le “mosche al potere” che come neve al sole, si sta “sciogliendo”.

Occorre selezionare le persone che abbiano il vero “Senso dello Stato” e delle funzioni di Stato ad esse collegate, la cosa che manca a tutti i potenziali leaders attualmente in corsa, nello stupido gioco italiano dello “scambio delle poltrone” che da noi abbiamo ancora il coraggio di chiamare “politica”.

Nei decenni scorsi, in periodo di guerra fredda, questo “gioco” ci fu permesso, anzi consigliato, dal “cappello” protettivo degli USA che ci aiutò a crescere anche economicamente.

Ma ora che dobbiamo correre con le nostre gambe e competere con il resto del mondo quotidianamente non comprendere che le regole del gioco e soprattutto i giocatori devono cambiare l’approccio, equivale a suicidare il paese per gli anni futuri.

lunedì 28 gennaio 2008

La Cina dichiara guerra al “Generale Inverno”


In queste ore tutta la Cina si è mobilitata.

È iniziata una “guerra” contro il “Generale Inverno”.

Infatti l’intera nazione sta concentrando i propri sforzi e risorse per rispondere alla peggiore gelata degli ultimi 15 anni.

“Generale Inverno” sta colpendo duro: linee elettriche e trasporti sono i target su cui si sta accanendo.

In particolare è stato lanciato allarme rosso per le prossime tormente di neve nel centro e l’est: Guizhou, Hunan, Jiangxi, Guangxi, Anhui e Zhejiang.

Quello che in particolare sta maggiormente preoccupando il governo cinese sono le linee di distribuzione elettrica.

In un paese dove il riscaldamento delle case arriva solo attraverso i condizionatori, il ghiaccio e la neve di questi giorni, sotto il loro peso stanno facendo crollare chilometri di linee elettriche ad alto voltaggio, rischiando così di lasciare al freddo molti cinesi.

Da qui l’emergenza di queste ore e la necessità di ripristinare quanto prima, in condizioni climatiche impossibili, le linee interrotte e nel contempo “arrampicandosi” sui tralicci ancora integri e sui cavi a rischio, andare a togliere con il bastone il pericoloso ghiaccio che si è formato.


Alle televisioni cinesi si vedono già le immagini di questi “interventi” che spesso appaiono più prove di coraggio e di equilibrio che interventi tecnici sulla rete. E infatti si cominciano già a registrare anche alcune morti a causa di queste pericolosissime operazioni.

In queste ore l’incredibile freddo, ha provocato una impennata dei consumi di energia a livello nazionale, per fronteggiare i quali il paese sta cercando di rispondere, aumentando la capacità produttiva di energia ed impedire i black-out e soprattutto preservare i servizi fondamentali: scuole, ospedali e uffici governativi.

Ma sul fronte dei trasporti la situazione non è migliore.
Questa emergenza meteorologica capita proprio nel periodo peggiore dell’anno: in prossimità con il capodanno cinese.

In questo periodo infatti, milioni di cinesi tornano a casa con ogni mezzo, mettendo già a dura prova il sistema dei trasporti cinese.

Il problema è che in queste ore molti treni, autobus e aerei sono impossibilitati a muoversi, obbligando i passeggeri ad incredibili “attese campali”, all’agghiaccio, nelle stazioni o dentro gli autobus conquistati a fatica.

Per capire cosa sta succedendo, basti sapere che a Guangzhou (Canton) 100.000 persone hanno pernottato nel piazzale antistante la stazione e altre 50.000 nei suoi pressi, nell’attesa che qualcosa partisse. E oggi quelli coinvolti potrebbero diventare 600.000!!


Il problema è che trovare un biglietto per tornare a casa per queste persone, di cui molti immigrati nelle grandi città, è in questo periodo, quasi una questione di “vita o di morte”.

Perdere il diritto acquisito nella fila fatta di migliaia di persone, renderebbe loro impossibile poi sperare di trovare un qualsiasi biglietto per casa. Tutto ciò, normale ogni anno in questo periodo, è ora reso, dalle condizioni climatiche estreme, una rischiosa emergenza sociale.

Ecco perché il governo cinese si è mosso con grande enfasi e grande dispiego di mezzi ,a partire dal suo Premier Wen Jiabao, che ha lanciato il messaggio di emergenza alla nazione.

Infatti se il maltempo, come nelle previsioni dovesse continuare, la Cina rischia la paralisi in un momento importante come questo del capodanno, mettendo in serio rischio anche un altro aspetto, quello degli approvvigionamenti di cibo delle grandi metropoli cinesi, che effettuati via treno e camion, rischiano di essere un problema per il futuro.

Le strade infatti si stanno trasformando in incredibili trappole per migliaia di cinesi, tanto che 40.000 persone nell’area dello Guizhou, sono rimaste intrappolate in 5.000 veicoli in panne sulla autostrada.

Quanto sta accadendo è oltre ogni precedente storico, visto che in molte aree erano 50 anni che non si vedeva la neve.

Sembra quindi un altro evidente segnale del cambiamento climatico in corso e che ha portato una città di mare come Shanghai, dove un centimetro di neve era considerata una “nevicata”, a dichiarare allarme arancio ( secondo solo all’allarme rosso) e cancellare tutti i treni a lunga distanza previsti per oggi, essendo in queste ore,nel bel mezzo di una tormenta di neve, di montana memoria.

venerdì 25 gennaio 2008

Visto dalla Cina: “Umiliante” uscita di scena di Prodi

La Cina ci guarda. Con occhi straniti, ma ci guarda.

Anche perché, tra tutti i paese europei, siamo quello con il quale ha più uno stretto legame affettivo che economico.

Siamo simpatici: Fashion ,Calcio e Made in Italy, ci fanno percepire dal cinese medio come un paese abituato ad essere vincente e per certi versi, qualcosa da imitare e da invidiare.

Non stupisce quindi, che nell’analisi delle caduta del governo Prodi, alcuni media cinesi usino quasi una metafora sportiva: Umiliante sconfitta.

Leggendo tra le righe, interessante è annotare il loro punto di vista sui nostri leaders e le nostre coalizioni politiche:

- Prodi è capo di una coalizione composta dai centristi pro-vaticano, ex comunisti e verdi.
- Berlusconi è a capo della opposizione conservatrice,
- Veltroni, è capo del maggiore partito di governo, anch’esso esplicitamente indicato essere formato da ex comunisti e da centristi pro-vaticano. (una interessante definizione sul “nuovo” PD)

Coerentemente a questa visione, quando poi i media cinesi vanno oltre le notizie di circostanza, fanno intendere come questa sia stata anche la sconfitta del supporto pro-Vaticano, dato in extremis al governo in carica, per cercare di salvarlo.

Esplicativa quindi la foto utilizzata, che “parla” più di tante parole nell’evidenziare così il ruolo di Prodi nel contesto del sistema Italiano.

E ora?

Anche i cinesi si interrogano sul come e se potrà tornare a stabilizzarsi la situazione italiana.

Nel frattempo sorridono increduli, sul nuovo incredibile “record mondiale” che abbiamo stabilito: dalla fine della seconda guerra mondiale, 61 governi!.

La sensazione che hanno è che però il paese sia troppo diviso e concentrato sugli “equilibrismi di palazzo”, mancando di alcuna concretezza e realismo, una caratteristica tutta italiana nel gestire la cosa pubblica che nei fatti di Napoli ha trovato la propria incredibile sintesi e il monito per quello che potrebbe accadere nel futuro.

Appare quindi evidente che per prima cosa si arrivi ad una duratura e concreta stabilità politica, oltre a quelle fino ad ora, di semplice facciata.

Questa è ritenuta essere la condizione fondamentale affinché si possano realizzare le riforme necessarie e rispondere con “prontezza” alla crisi mondiale, che deve ancora arrivare.

Crisi che come una “nuova peste”, rischia altrimenti di essere il “colpo mortale” alle future ambizioni italiane, lo “scivolo” verso una sempre “più umiliante decadenza” del paese, allo stato attuale, totalmente incapace di relazionarsi con i mutati scenari mondiali presenti e futuri.

Una battuta crudamente può riassumere la posizione che riguarda l’Italia:”è il momento storico peggiore per non andare d’accordo, “il precipizio” annunciato da tanto tempo è arrivato ma nessuna soluzione per non cascarci dentro è stata trovata!”.

In bocca al lupo di cuore.

lunedì 21 gennaio 2008

Il “mito” del posto a sedere

In Cina esiste un mito che travalica qualunque ceto sociale: il posto a sedere.

Te ne rendi conto quando, davanti ad una porta di un metro, autobus o treno, come stessero per partire i 100 metri piani, alla sua apertura inizia quella che assomiglia più ad una “guerra” senza esclusione di colpi.

L’oggetto del contendere? SOLO i posti a sedere.

E se credete siano semplice spintoni, provate a farvi trovare negli orari di punta in una stazione del metrò qualsiasi.

Gli spintoni sono solo l’inizio, di quello che poi assomiglia di più ad una lotta “greco romana”, dove ogni scorrettezza, compresa la “presa dei vestiti”, è ammessa, visto il “valore” del contendere.

La cosa incredibile è che prima e dopo questa bolgia infernale, tutto è quasi immobile, fermo e in una maniera quasi irreale i contendenti, siano vincitori o vinti, mostreranno tutti un bel sorriso “pacificatore”, senza quindi alcun rancore.

E’ un po’ come nei film di Fantozzi che al suonare della sirena, tutti scattano come impazziti e ogni mezzo è lecito, pur di arrivare per primi alla macchina ed uscire dal posteggio ( anche il volare dalla finestra!)

Ma in Cina il mito del “posto a sedere”, crea ritualità sociali incredibili dalle nostre parti.

Ad esempio è capitato di vedere una fila lunghissima alla fermata di un autobus.

Immediatamente si pensa: ohibò, l’autobus in quel momento alla fermata è già pieno. Occorrerà aspettare il prossimo.

Nulla di tutto questo!

Le persone in coda stanno sì aspettando il prossimo autobus, ma non perché quello giunto sia pieno, ma solo perché i posti a sedere sono già esauriti!

Incredibile ma vero, arrivati all’autobus, causa di tutta quella lunga fila, lo abbiamo infatti trovato semivuoto.

Questa, che possiamo definire quindi una vera “paranoia” dei cinesi, si evidenzia anche quando acquisti i biglietti del treno.

In questo caso, visto che in Cina, grazie alla rivoluzione degli anni passati, non esistono più la divisione per classi, non ti chiederanno se vuoi viaggiare in prima o seconda classe.

No. Ti sentirai chiedere se vuoi un posto duro o morbido! Lo stesso anche nel caso stai acquistando una cuccetta sul treno. Dura o morbida?.

Questo fatto dimostra che il posto a sedere non è semplicemente un posto dove stare seduti, ma il luogo dove evidenziare la propria importanza, una sorta di status, che è umano che esista, a prescindere dalla esistenza delle classi sociali o meno.


Ma si può andare oltre!.

Visto che tutto, in materia di luoghi a sedere qua in Cina appare relativo e che molti cinesi sanno cosa vuole dire NON avere un posto a sedere, per strada si vedono persone “sedute sui propri talloni”, posizione per noi occidentali sostanzialmente impossibile da imitare.

Il bello che in questo modo i cinesi hanno una valida soluzione per un sacco di situazioni, potendo infatti sedersi in ogni dove senza avere la necessità di alcun posto a sedere!!

Vuoi sederti nel metrò e le panchine sono esaurite? Bene, fai da te e puoi aspettare in santa pazienza il prossimo treno.

Ovviamente questa posizione si presta anche a vari usi accessori, consentendo infatti l’agevole utilizzo dei bagni pubblici oppure salutari letture nelle biblioteche e nei book-stores, ovviamente senza poi dover comprare il libro.

Sugli aerei?

In questo caso, nonostante i posti siano tutti assegnati, quando stanno per imbarcare inizia lo stesso rituale e corsa al posto visto sui metro e treni, senza per fortuna toccare gli “estremi” visti in quei casi.

Ma qua questo uso molto personale dello spazio che caratterizza i cinesi può arrivare a livelli incredibili come quello visto su un volo di linea tra Cina ed Italia, dove un anziano cinese, trovandosi decisamente scomodo sulle “Morbide” poltrone della classe turistica, dopo qualche ora di terribili “sofferenze”, ha trovato la soluzione, a suo modo originale: stendersi nel corridoio dell’aereo.

Le hostess cinesi hanno avuto il loro d’affare a spiegare che quella “comoda posizione” non fosse confacente alle “regole di sicurezza” della aviazione mondiale, oltre a spiegare come quella comoda poltrona fosse suo pieno diritto utilizzarla, senza dover competere con nessun altro presente su quel volo.

Buon posto a tutti.

lunedì 24 dicembre 2007

Lettera a “Babbo Natale & Co.” dalla Cina.

Caro Babbo Natale, è antica tradizione occidentale inviarti una lettera contenente la lista dei regali che si spera di ricevere, così che tu, ricevuta “la dritta”, possa consegnare il tutto entro il 25 dicembre mattina, meglio di qualsiasi DHL o TNT, visti i decenni senza mai un giorno di ritardo!.

Ma ahimè, sei anche la causa di uno dei più pericolosi “traumi” infantili che l’occidente ricordi: la scoperta che tanta puntualità non è dovuta al tuo “efficente servizio”, ma alla colpevole complicità dei genitori, quando scoperti nell’atto “della consegna” in tuo nome o dopo la mitica “rivelazione” fatta all’oramai cresciuto figlio.

Bene, in Cina questo “rischio” non esiste. Qua la tradizione è esattamente opposta: nessun regalo.

Anzi “nessun vecchio con il cappello rosso che porta doni”, nessun regalo arrivato dal cielo.

Qua la tradizionale concretezza dell’agire cinese, insegna che qualcosa arriva perchè qualcuno te la porge. Quindi i bambini cinesi rimangono un “pelo” perplessi nell’apprendere che i “tanto civilizzati” occidentali credono ancora alle “favole” e al servizio di logistica e delivery della “Babbo Natale & Co.”

Anche il giorno del compleanno, che viene da noi pesato per quanti regali si sono ricevuti, il cinese non si aspetta di ricevere nulla.

A noi questo approccio appare inconcepibile, ma attenzione a sottovalutarlo.

Infatti se invitati da un cinese a casa sua, meglio presentarsi con un omaggio, meglio se di tipo culinario. Il presentarsi a mani vuote è considerato “irrispettoso” e vale l’inserimento nel “libro nero” del suo Guanxi.

Lo stesso accade se, una volta consegnato il regalo si chiedesse, secondo un’altra abitudine occidentale, di aprirlo in presenza di chi lo ha consegnato.

I regali in Cina infatti non vengono aperti immediatamente, ma a discrezione di chi li riceve.e non è quindi detto che lo aprirà in vostra presenza, comporatamento incompatibile con quello che in occidente è il clou della cerimonia di Natale: l’apertura dei doni.

Immaginatevi un Natale dove ciascuno, ricevuto il proprio dono, lo aprisse nella propria stanza: da noi sarebbe considerato un Natale “tristissimo”.

In realtà i cinesi fanno così per “evitare” anche di mettervi in imbarazzo davanti agli altri.

Vi sarà infatti capitato che qualcuno di famiglia “esageri” e offra una mole incredibile di regali che hanno il solo scopo di far “apparire” chi li consegna, fregandosene altamente di chi li ricevere. Bene in Cina gli “sboroni” non sono graditi!.

“Paese che vai, tradizione che trovi”.

Per esempio ricordatevi di non regalare mai ad un cinese un orologio a muro perchè è associato allo scorrere del tempo ( e alla morte!)

Dalla tradizione contadina inoltre si tende a mettere al primo posto ciò che si può mangiare, ben prima di ciò che si può usare. I doni più sentiti solitamente sono quindi quelli di tipo culinario.

Volete vedere spalancarsi il sorriso di un vostro amico / parente cinese? Lasciate perdere gioielli o pietre preziose, sicuramente graditi. Donate un raffinatissimo tè o uno dei cibi della sua infanzia. Lasceranno un segno ben più tangibile e vi legheranno in maniera più autentica al vostro interlocutore.

Ma allora che ci fa Babbo Natale in Cina?

Per prima cosa è qua per compiacere gli ospiti stranieri, nell’essenza dello spirito di accoglienza, tutta orientale. Secondo, è diventato la scusa per i cinesi delle middle-class per praticare quello che è il loro sport preferito: lo shopping!

Diciamo che forse le tradizioni non attecchiranno mai, ma le nuove abitudini consumistiche, quelle hanno subito conquistato milioni di cinesi, che attraverso questo “nuovo rituale”, intendono anche scacciare i fantasmi del passato, di quando si faceva fatica a sbarcare il lunario e le patate e il riso erano gli unici compagni di vita di intere generazioni.

Quindi, caro Babbo Natale, da queste parti sei diventato una sorta di “spevanta passeri” e una semplice scusa, alla pari della scritta “discount” che quasi tutto l’anno campeggia nei negozi cinesi, scritta che scatena, è il termine giusto, la stessa reazione nei cinesi.

Tutto ciò anche per un altra ragione: il cinese non si affiderebbe mai al tuo “servizio di consegna a domicilio”, visto che al cinese piace scegliere da sè le cose che deve comprare, vista la certosina capacità di valutare un oggetto sotto tutti i punti di vista, il più importante dei quali è il prezzo.

Questo è il futuro che avanza caro Babbo Natale, una metafora di quanto sta accadendo nel nuovo mondo globalizzato, dove Babbo Natale diventa semplicemente un Logo e la “Babbo Natale & Co.” dovrà inventarsi qualcosa di nuovo per sopravvivere!

Buon Natale a tutti

sabato 15 dicembre 2007

Making Pirelli Calendar 2008 (Press Conference)

Video Part1:


Video Part 2:

mercoledì 12 dicembre 2007

Fabio Zhou, il 1° cinese a studiare televisione digitale interattiva in Italia al Master IDTV della Università di Milano.

Ingegnere laureatosi alla Shanghai Jiao Tong University, una delle più prestigiose università Cinesi di Shanghai, ha fatto il proprio periodo di Stage presso una azienda Italiana: la COMAU.

Guida una Fiat e ha scelto di adottare nei documenti cinese, a differenza di molti suoi amici cinesi, non un nome inglese ma un nome Italiano: Fabio.

Nato Liaoning, nel nord della Cina, trasferitosi con la famiglia a Shanghai, ama la piazza, pasta e l’opera lirica ( è appassionato di Pavarotti e ha quasi tutti i suoi cd).

E’ fidanzato con una studentessa di Shanghai che sta finendo i propri studi a Hangzhou e suo padre lavora a Suzhou.

Bene, questo ragazzo cinese di 24 anni aveva un sogno: andare in Italia.

Ora questo sogno si è realizzato.

Fabio Zhou, attraverso il China Media Lab di Palazzo Lombardia, è arrivato settimana scorsa a Milano ed è uno dei partecipanti al 3° Master IDTV organizzato dalla Università di Milano.

E’ come un astronauta ed un esploratore, visto che è il primo cinese che studia di televisione digitale interattiva in Italia.

Un fatto dal grande significato pratico ma anche simbolico. Una sorta di “apripista” per un sempre crescente scambio culturali tra i due paesi, su tematiche diverse da quelle economiche o di design quali quelle attuali.

Il sogno di Fabio si è realizzato anche grazie all’intervento di un secondo protagonista di questa storia: la multinazionale cinese Huawei, che ha pagato la quota di iscrizione e il volo aereo.

Ma non solo: attraverso questo Master, Fabio e Huawei, collaboreranno strettamente nella definizione di un progetto di laboratorio nel quale approfondire la conoscenza reciproca e come già successo per i partecipanti le precedenti edizioni del Master, Huawei potrebbe anche assumerlo.

L’importante è che ora Fabio sia il primo di molti altri arrivi di studenti Cinesi di sempre crescente livello negli scambi culturali e scientifici tra Italia e Cina per andare ben oltre i 900 studenti stimati per il 2008, nulla rispetto i 54.000 studenti cinesi arrivati negli UK nel 2005 o i 60.000 degli Usa.

Oltre ad una “semplificazione” delle procedure dei visti per questo tipo di ingressi, auspicato di recente dallo stesso console cinese a Milano, occorre che le Università Italiane forniscano informazioni migliori sulle proprie offerte formative, che a parte rare eccezioni, appiono oggetti “oscuri” ed impenetrabili.

A dimostrazione sui problemi per quanto riguarda gli scambi scientifici tra Italia e Cina, è di questi giorni che un professore Cinese avrebbe inventato una macchina che il Prof. Veronesi dell’Istituto dei Tumori di Milano, ha definito dagli effetti miracolosi nella cura del cancro.

Bene, queste ricerche sono arrivate in Italia solo attraverso un canale di imprenditori italiani che ha comprato il brevetto in cina per la sua distribuzione sul mercato europeo.

Quanto accaduto non fa bene alla ricerca italiana, ed è la prova della debolezza strutturale del sistema formativo italiano e degli scambi scientifici, totalmente incapace di competere.

La Cina sta diventando leader mondiale per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche. Questo dimostra che la Cina dalla “copia facile”, a breve sarà solo nei libri di storia, esattamente come quando noi Italiani “eravamo i primi in fatto di creatività ed innovazione”.

Come la Ricerca americana e l’America è diventa grande grazie proprio ai contributi dei sui immigrati, Indiani, Cinesi ed anche Italiani, ora è giunto il momento anche per noi di aprire le nostre porte ad una sempre maggiore “conoscenza condivisa”, l’unica che può aiutarci a cercare di “reagire” alla profonda crisi culturale in cui l’Italia è sprofondata.

I Fabio Zhou possono contribuire molto anche a costruire il nostro futuro, una immigrazione ben diversa da quella al centro dei recenti fatti di via Sarpi o quelli denuniciati da Report sul Made in Italy.

L’alternativa è la “chiusura” per: Collasso Culturale!

mercoledì 5 dicembre 2007

Il Guanxi “dentro” l’amicizia

In Cina “Amicizia” si dice Guanxi.

Entrare nel Guanxi di un cinese, è cosa difficile e si ottiene solo dopo essere stati sottoposti ad una serie infinita di test e verifiche, sotto tutti i punti di vista.

E’ come entrare a far parte di una “famiglia allargata”, dentro la quale l’abnegazione alla “causa comune” è totale, così come la condivisione dei beni immateriali e materiali. Ecco perchè tanta reticenza da parte dei cinesi a considerare qualcuno “un Amico”.

Va sottolineato che essere amici di un cinese, è impegnativo. Un solo sbaglio e si rischia di uscire dal Guanxi. Poi rientraci è quasi impossibile, perchè l’errore è il buon consiglio, la prova, della tua “inadeguatezza” a ricevere questo autentico “onore”.

Il Guanxi vale sia nelle relazioni personali che in quelle di affari e significa il non correre il rischio di essere trattati come quelli che NON sono nel Guanxi: essere fregati!.

Un cinese nel Guanxi è probabilmente la persona più onesta e fedele sulla faccia della terra. Da queste parti la parola “onore”, ha un significato profondo, reale, tangibile. E’ un valore o una vergogna che si porta dentro per sempre.

Anche nelle nuove generazioni “pulsa” questo principio. I giovani cercano il Guanxi, per sopperire sul piano affettivo, al problema di aver vissuto da figli unici. Per cui chi è dentro il Guanxi è come e più di un fratello, di una sorella, o addirittura può essere un secondo padre, una seconda madre, se persi nel frattempo.

Riconoscere il Guanxi è cosa molto difficile. Oggettivamente i cinesi, apparentemente sono molto aperti e disponibili a rapide “amicizie”, fatte di bevute, strette di mano, sorrisi ed inviti a ulteriori incontri.

Soprattutto quando si parla di affari, il cinese è abilissimo a mettere al centro delle proprie attenzioni quella che lui considera però, solo una “preda”, che affascinata dai modi, dalle regalie e dalle continue lusinghe, crederà di aver trovato un nuovo “amico” su cui contare.

Niente di più sbagliato. Il cinese che vuole qualcosa da voi, ha una capacità e una perseveranza incredibili, in quella che in tutto e per tutto, è un corteggiamento da “innamorato”. Sarete al centro delle sue attenzioni, non vi mancherà nulla, vi faranno sentire importanti, ma tutto questo fa parte solo del “rituale”.

Quando poi la “trappola” scatta, per molti occidentali è sempre troppo tardi, perchè, sicuri che stavano trattando in “amicizia”, avranno già fatto molte concessioni che poi rendono gli accordi con i cinesi, spesso totalmente sbilanciati, sempre a favore di questi ultimi.

Ci sono poi i casi estremi, nei quali la “trappola” viene creata anche attraverso la complicità di terzi, facenti parte del Guanxi del vostro interlocutore, dove per “piegare” il volere del “malcapitato” occidentale, improvvisamente e dal nulla, si materializzano vari “problemi” che possono mettere a rischio anche la stessa incolumità della “vittima” occidentale.

Tipicamente questi “problemi” provocano l’isolamento, per ragioni “formali” o “logistiche”, momenti dove, senza alcun supporto, diventa oggettivamente difficile non sperare nell’intervento del proprio “cavaliere” e nuovo amico.

In una sorta di “scherzi a parte” ecco infatti che arriverà il “nuovo amico”, il salvatore, che vi spiegherà come uscire dalla incredibile situazione: fare qualche “piccola” concessione a questi “comuni nemici”, ed è fatta.

Un esempio pratico? Molti occidentali quando arrivano in Cina possono ricevere vari regali. Uno in particolare: l’invio di una “massaggiatrice” in camera, ovviamente pagata dal vostro amico cinese, come di tutta la cena del resto!.

Quando l’“amico” Cinese capisce che il regalo offerto verrà accettato, se la trattativa non sta dando i risultati auspicati, ecco che può scattare la trappola: l’arrivo della polizia.

Il controllo, metterà in evidenza la “reale” professione della massaggiatrice, attività vietatissima in Cina, pena l’espulsione del malcapitato Occidentale, con tanto di timbro rosso sul passaporto con la dicitura “prostituzione!!!” e l’addio di qualsiasi futuro affare in Cina.

Ma allora, come si riconsce il Guanxi?

Non è semplice. Ma un segnale preciso può essere quello di venire coinvolti nella sua “normalità”, la sua tavola di casa, magari meno virtusa di un ristorante e la condivisione del “poco”, spesso per nulla eccezionale quotidiano.

Ma non solo, dentro un Guanzi state pur certi che il cinese non vi chiederà mai nulla, nemmeno se vive ad un livello per noi considerabile di Povertà.

Anzi vi tratterà da Re perchè ciò lo farà sentire Re a sua volta, senza chiedervi altro che il solo accettare e nulla in cambio!

Buon Guanxi a tutti voi.


giovedì 29 novembre 2007

Pirelli “The Cal” 2008 presentato a Shanghai

Oggi, in una Shanghai sempre più con temperature invernali a scaldarla, per un giorno, ci ha pensato “The Cal”.


Il mitico, ormai leggendario calendario Pirelli, arrivato alla sua 35° edizione, è infatti “atterrato” a Shanghai, per il suo lancio mondiale della edizione 2008


Non poteva essere diversamente, visto che le modelle sono state ritratte a Shanghai, dal maestro Patrick Demarchelier, nelle pittoresche strade della concessione francese, nei giardini della ex delegazione britannica, nella frenetica Nanjing Road, fino alle più rasserenanti Case da Tè.

Ventitre immagini, due per ogni mese, tranne agosto che ne ha una.


Protagoniste del Calendario sono le modelle di cui si sentirà parlare in futuro, quali le inglesi Agyness Deane e Lily Donaldson, l’olandese Doutzen Kroes, le australiane Catherine Mc Neil e Gemma Ward, la russa Sasha Pivovarova, l’irlandese Coco Rocha e la brasiliana Caroline Trentini.

In questa edizione non potevano essere assenti le cinesi, ed ecco infatti la famosa attrice cinese Maggie Cheung e le modelle Mo Wan Dan e Du Juan.


Quello che colpisce a prima vista è la grande femminilità trasmessa in tutte le foto del calendario di quest’anno, che per ragioni di opportunità non mostrano i corpi, ma intensi sguardi e profonde emozioni, tipiche del modo di vivere la sensualità in Cina ed in Asia in genere.
E intanto la “leggenda” del calendario Pirelli, ambasciatore di classe e dello stile Italiano continua.


mercoledì 28 novembre 2007

Giochi diplomatici a Beijing

Ieri a Beijing, il Ministro per gli Affari Esteri, Yang Jiechi e l’Ambasciatore della Gran Bretagna William Ehrman, hanno giocato una “partita” diplomatica molto particolare: un incontro di ping pong contro la più grande giocatrice al mondo, ovviamente cinese, Deng Yaping.

L’insolito match, alla presenza di circa 120 spettatori, si è svolto in un altrettanto insolito luogo: le fino a ieri austere, stanze del Ministero degli Affari Esteri cinese.

Tra i giocatori previsti, era anche annunciato l’Ambasciatore Greco, Michael Cambanis, ma all’ultimo ha dovuto dare forfait, per sue le precarie condizioni fisiche che non gli hanno però precluso di partecipare come spettatore all’evento.

Le partire di Ping-Pong di ieri, sono state organizzate nel quadro della manifestazione intitolata “Diplomazia Cinese. Beijing Olimpica”, evento con il quale si è rimarcato la funzione abilitante che possono avere le Olimpiadi e lo sport in genere, sul piano dei rapporti diplomatici ed internazionali.

“Unire sportivamente” le tre nazioni che hanno ospitato l’ultima edizione delle Olimpiadi ed ospiteranno le prossime due edizioni, è stato anche un momento nel quale, smesso l’abito formale, sono stati possibili, in un diverso e più rilassato contesto, incontri e scambi di opinione tra i diversi ambasciatori coinvolti.

In particolare l’Ambasciatore greco ha rivelato che, prima dell’ultima fortunata edizione dei Giochi in Grecia, anche Atene fosse affetta dagli stessi problemi ambientali di cui soffre Beijing: l’inquinamento.

Pertanto, forte dell’esperienza di allora, ha rassicurato i cinesi sul fatto che, visti gli sforzi di questi ultimi anni, anche le loro Olimpiadi saranno perfette, sottolineando però un sostanziale differenza tra i due eventi: i cinesi, a differenza di Atene, stanno subendo pressioni incredibili e di tutti i tipi, a livello internazionale.

L’Ambasciatore inglese William Ehrma, ha invece sottolineato come nell’organizzare le Olimpiadi di Londra nel 2012, si farà tesoro di tutte le conoscenze ed esperienze dei giochi organizzati ad Atene e i prossimi di Beijing.

Ancora una volta quindi, la diplomazia cinese utilizza il Ping Pong come momento di incontro, scambio amichevole e di apertura nei propri rapporti internazionali, un marchio inconfondibile di quella filosofia tradizionale che cerca sempre di evitare lo scontro diretto, nella ricerca della risposta migliore al problema da risolvere.

La sempre crescente presenza delle truppe cinese nei diversi contingenti ONU in giro per il mondo, rappresenta un ulteriore forte segnale di un impegno profondo e convinto di tipo pacifico, nelle soluzione delle diverse emergenze internazionali, da parte della diplomazia cinese.

Nel contempo l’evento in corso a Beijing, intende anche contribuire ad umanizzare gli spazi, fino ad ora impenetrabili, dei palazzi ministeriali, luoghi dove si stanno decidendo molte delle priorità mondiali e dove è fondamentale che tutto sia fatto con grande equilibrio e raziocinio.

lunedì 26 novembre 2007

IL Dalai Lama a ROMA: “Un pericoloso separatista!”


Recentemente il Dalai Lama, nel suo peregrinare per i paesi occidentali continua ad essere sulle prime pagine dei giornali, sempre per la stessa ragione: l’invito alle autorità occidentali, da parte del Governo Cinese, a rifiutare l’incontro, qualsiasi altro tipo di accreditamento o riconoscimento.
Ma perchè i cinesi sono così “attenti” agli spostamenti del Dalai Lama nel mondo e a chi incontra?

Non certo per i motivi religiosi che lui rappresenta. Quello che preoccupa i cinesi, è l’intenzione dichiarata del Dalai Lama di ridare l’indipendenza al Tibet, elemento che finisce per toccare gli interessi strategici della Cina.

Alla luce poi di quanto sta accadendo nella vicina ex Birmania e la rivolta dei monaci buddisti, l’attenzione sul tema non poteva che crescere ulteriormente.

Infatti i Cinesi “bollano” il leader sprituale buddista, come un “pericoloso separatista”.

In sostanza sono convinti che il Dalai Lama, finanziato dai paesi occidentali, in particolare gli USA; sia impegnato più a cercare di liberare il Tibet che a promuovere la propria missione spirituale.

A supporto di questo, ci sarebbero tra gli altri, i riferimenti fatti dallo stesso Dalai Lama nella propria autobiografia, sui finanziamenti CIA al movimento Tibetano, in particolare nel periodo di guerra fredda, fase storica che vedeva impagnata l’America a sovvertire i diversi regimi comunisti nel mondo.

Che ci sia qualcosa di vero nelle paure cinesi, lo si ritrova in vari documenti pubblici che affermano come gli USA, a partire dal 1955, abbiano finanziato la guerriglia Tibetana, come descritto nell’articolo del Newsweek dell’agosto 1955 intitolato "Una guerra segreta sul tetto del mondo - Monaci e la CIA. Azioni coperte nel Tibet”.
In questo articolo, si descrivono le attività della agenzia americana nel Tibet tra il 1957 e il 1965.

Stesso discorso in un articolo del gennaio 1997 del Chicago Tribune, che descrive l’addestramento dei mercenari tibetani nel 1950 nel campo HALE, sulle montagne rocciose nel Colorado, elementi che poi furono poi paracadutati sul Tibet, con gli stessi C-130 Americani usati poi nella guerra del Vietnam.

Dai vari articoli, il Dalai Lama viene indicato come la fonte attraverso cui sono stati pagati finaziamenti per 1,7 Milioni l’anno, per finanziare la guerriglia, di cui 186.000 dollari, direttamente a sostengo del Dalai Lama stesso.

In sostanza le informazioni pubbliche, di fonte americana, tenderebbro quindi a dimostrare che il Dalai Lama sia stato un uomo al soldo della Cia, negli anni della guerra fredda.

Per comprendere che i cinesi queste fonti le prendano molto seriamente, basti sapere che oggi, sulla notizia della possibile indicazione da parte del Dalai Lama del proprio sucessore, hanno “scomodato” il proprio portavoce ufficiale per gli affari internazionali, che ha sottolinato come “questo atto violerebbe le regole della religione tibetana e i rituali millenari sulla reincarnazione del Lama”.

Ora è a Roma, ricevuto dal sindaco di Roma Veltroni, ormai in lizza per diventare potenzialmente futuro capo di un governo italiano.

Per i cinesi, molto sensibili a questi tipi di relazioni, questo incontro assume quindi valenza ancora maggiore così come il disagio, in quella che a tutti gli effetti, appare una lunga e snervante “guerra psicologica a distanza”.

mercoledì 21 novembre 2007

Telefono rosso tra USA e CINA.


In questi giorni è in visita in Cina il Ministro della Difesa Americano Robert Gates.

Gli incontri ai massimi livelli tra i due governi di questi giorni a Beijing, l’ultimo dei quali oggi con il Presidente cinese Hu Jintao, seguono una serie di esercitazioni aereo-navali avvenute nei mesi scorsi, esercitazioni che se ufficialmente organizzate per “allenarsi” in caso cooperazione nel caso di calamità internazionali, nella pratica sono servite ad un confronto diretto dei due eserciti, sui rispettivi livelli di preparazione.

Per non lasciare quindi nulla al caso, nella visita di Gates in Cina è stato deciso in comune accordo, di aprire una linea telefonica diretta tra i due ministri della difesa, esperienza non nuova per gli americani nel periodo della guerra fredda, una novità assoluta per quanto riguarda invece i cinesi nelle proprie relazioni internazionali.

Come sottolineato da Gates alla presentazione del “telefono rosso” tra Usa e Cina, l’iniziativa è stata presa per evitare qualunque tipo di possibile futuro “malinteso”.

E questioni che possono provocare malintesi tra Usa e Cina ve ne sono molte, ma in particolare una: Taiwan.

Sempre in questi giorni, i vertici militari Cinesi stanno facendo pressioni affinchè gli americani non continuino ad offrire supporto militare e nuovi armamenti a Taiwan.

Gli americani ovviamente confidano in una soluzione pacifica della controversia tra Cina e Taiwan, ormai all’ordine del giorno anche nelle ultime riunioni dell’ONU, da quando Taiwan ha formalmente fatto richiesta di riammissione alla organizzazione delle Nazioni unite, come stato sovrano indipendente e con la denominazione di Taiwan,

La miccia che però potrebbe dare “fuoco alle polveri”, al momento nervosamente sotto controllo è l’annunciato referendum del prossimo anno sul tema della Indipendenza dalla Cina, che il governo di Taiwan ha deciso di organizzare.

Ma altre sono le questioni che potrebbero necessitare di alzare la cornetta tra Beijing e Washington quale lo stato di avanzamento del disarmo nucleare della Nord Corea e denuclearizzazione dell’area ma soprattutto le problematiche legate all’Iran che difeso dalla Cina ma è invece al centro delle pressioni Americane ed internazionali, che intendono stoppare il piano nucleare in corso.

Anche i rapporti con l’alleato principale nell’area, il Giappone, potrebbero essere elementi di qualche tensione tra quelle che oggettivamente sono a tutti gli effetti, considerabili le due super potenze che sono in grado di influenzare gli avvenimenti mondiali, profondamente,

Non va dimenticato che negli ultimi tempi, gli americani sono stati impressionati dalla capacità bellica cinese, ormai ad un livello tecnologico sempre più sofisticato, tanto da consentirgli di abbattere un vecchio satellite con un proprio sistema missilistico appositamente progettato, ora molto temuto dagli americani in caso di conflitti anche regionali.

Ma anche l’Hackeraggio militare potrebbe essere tema di discussione tra le rispettive controparti militari, viste le ultime azioni sul fronte occidentale du non meglio identificati hackers, in grado di entrare nei più reconditi segreti di quella che dovrebbe essere anche la potenza meglio attrezzata sul piano tecnologico.

La “linea rossa” installata tra i due paesi, è un serio gesto di reciproco rispetto ma nello stesso tempo da parte degli USA il riconoscimento dello status di Super-Potenza alla Cina, un atto che sembra così segnare una svolta fondamentale nelle prossime questioni internazionali, dove, come la Birmania e il Pakistan stanno a dimostrare in questi giorni, il rischio di risposte “eccessive” è sempre da considerare una opzione, per quanto malaugurata, comunque possibile.

venerdì 9 novembre 2007

CINA e WIMAX: una grana inaspettata

La Cina, tutta concentrata nello sviluppo dei propri standard TD-SCDMA per la telefonia mobile di terza generazione (3G), ha recentemente incontrato un inaspettato, quanto imprevedibile concorrente.

Il 19 Ottobre u.s., la International Telecommunication Union, agenzia delle Nazioni Unite che alloca le radio frequenze per usi commerciali tra i paesi membri, ha infatti approvato che il WIMAX sia a tutti gli effetti uno standard 3G.

La cosa non è di poco conto, visto che le tecnologie 3G consentono la connessione broadband wireless sui telefonini, le video chiamante e la navigazione Web.

Al momento gli unici standard, precedenti il rilascio di quello cinese, erano l’europeo WCDMA e l’americano CDMA 2000, con il grosso handicap per quello cinese, di dover ancora avere uno sviluppo commerciale nel resto del mondo, a differenza dei suoi concorrenti occidentali.

Ma in cinesi su questo aspetto non erano particolarmente preoccupat,i avendo fatto il conto di recuperare proprio con le prossime Olimpiadi questo Gap e di poter così introdurre il proprio standard a livello planetario.

Ma la promozione dello WIMAX a standard 3G, sembra sbaragliare tutti i piani visto che oltre a mettere ovviamente sotto pressione anche i rivali occidentali, rischia però di colpire soprattutto quello cinese che oltretutto usa lo stesso spettro di frequenze usate dal WIMAX.

Non sorprende quindi il mal celato disappunto da parte cinese, per quello che ritengono essere un autentico “colpo basso” che rischia seriamente la diffusione fuori dai confini nazionali del proprio standard, dato che una volta assegnate, nei diversi paesi, le frequenze ad uno standard 3G, queste risulteranno formalmente inutilizzabili per uno standard diverso.

Secondo i Cinesi, l’approvazione del WIMAX a standard 3G è stato quindi un autentico “favore” fatto agli operatori occidentali, che così potranno difendersi meglio dallo TD-SCDMA.

A questo si aggiunge il ritardo nel rilascio effettivo dello TD-SCDMA, ancora in fase sperimentale e la cui fase di test, iniziata da China Telecom nelle principali città e che doveva terminare in ottobre, avrà invece tempi ben più lunghi di quelli previsti.

Ora i cinesi stanno seguendo con molta apprensione le azioni dei diversi operatori internazionali, come l’americana Sprint, che nel 2008 lancerà una rete WIMAX in USA, così come la giapponese NTT DoCoMo che ha richiesto due bande a 2.5GHz, per attivare la propria rete WIMAX in Giappone.

Stesso discorso per quanto riguarda la nostra asta delle frequenze WIMAX ma soprattutto fa paura l’accordo tra Taiwan e partners del calibro di Motorola, Alcatel-Lucent, Sprint, Nextel, Starent Networks e Nokia per attivare, sempre nel 2008, la locale rete WIMAX.

Ma non solo, la INTEL, società che in Cina ha appena aperto il proprio nuovo impianto di produzione, ha appena dichiarato di aver investito 1 Miliardo di dollari, per inserire la tecnologia WIMAX nei propri chipset futuri, così come la Cisco ha appena investito 330 Milioni di dollari per l’acquisito della Navini, specializzata proprio in tecnologie per il Mobile WIMAX.

Insomma le notizie sul WIMAX rischiano di far saltare il gioco delle alleanze attorno al nuovo standard cinese che oltre a raccogliere le aziende cinesi, stava cercando faticosamente di vedere l’adesione anche dei principali operatori del mercato come la Nokia, fortemente riluttante anche alla luce delle recenti dichiarazioni di nuovi cellulari basati su WIMAX per il prossimo anno.

Insomma i cinesi, alle prossime Olimpiadi, oltre a gareggiare nelle diverse specialità sportive rischiando molto spesso di primeggiare, correranno anche un’altra gara molto speciale, ma forse più importante, quella di dimostrare che il proprio standard 3G funziona e possa essere commercializzato in tempi brevi.

Il rischio, in caso di ulteriori defaillances, è di dover incassare una “onorevole sconfitta” su un fronte così importante come quello della telefonia mobile, settore nel quale sono state riposte molte speranze a parte della ricerca tecnologica cinese, anche per cercare di uscire dal gioco degli standard occidentali e il dover continuare a pagare le relative costose royalties.

lunedì 5 novembre 2007

Cina – Africa: Un patto finanziario

Da decenni, tra Cina ed Africa, esiste una mutua cooperazione, fatta di supporti e tecnologie cinesi, in cambio di materie prime ed energia dai diversi paesi Africani.

Ma non solo, la Cina è diventata il modello di sviluppo “copiabile”, al quale si stanno ispirando molti paesi africani, per uscire dalla attuale situazione di sottosviluppo in cui versano.

Questa cooperazione nei giorni scorsi ha fatto un decisivo salto di qualità: tra Cina ed Africa ora esiste un patto strategico - finanziario.

Venerdì è stata infatti annunciata l’acquisizione da parte della ICBC (Industrial and Commercial Bank of China), la più grande banca al mondo per capitalizzazione (319 Miliardi di dollari), del 20% della Standard Bank Group Limited, la più grande banca dell’Africa per valore di Assets (156 Miliardi di dollari).

Con un investimento di 5, 46 Miliardi di dollari, il più grande mai fatto fuori dai confini nazionali da una impresa cinese e che per il Sud Africa rappresenta il più grande investimento straniero nel paese, oltre all’ingresso nel capitale della banca sudafricana, è stato sottoscritto un accordo strategico tra le due parti, i cui dettagli non sono stati divulgati.

E’ stato soltanto reso noto che l’accordo prevede investimenti per oltre 1 miliardo di dollari in materie prime ed energia, principalmente nell’Africa Centrale, consolidando così l’azione svolta fino ad ora da parte Cinese.

Con questa operazione i cinese ottengono quindi un doppio risultato: per ICBC rappresenta un investimento che consente di aumetare il peso delle operazioni internazionali, dall’attuale 3% verso l’obbiettivo prefissato del 10%, contemporaneamente rappresenta un passo importantante a supporto della strategia di espansione economica delle imprese cinesi sul continente africano.

Infatti come definito dallo stesso Jiang Jianqing, presidente della ICBC, questa operazione rappresenta la “strategica stretta di mano” tra Cina ed Africa, visto che il più grande azionista della Standard Bank è la PublicInvestmentCorp (13,9%), l’azienda di Stato che gestisce gli investimenti pubblici Sud Africani.

L’operazione annunciata venerdi, era stata preceduta da un intenso scambio diplomatico tra i due paesi, sfociato lo scorso 6 Febbraio, con la visita in Sud Africa dello stesso presidente cinese Hu Jintao, viaggio nel quale i Cinesi avevano offerto ulteriori ingenti investimenti nel quadro del programma sud africano denominato ASGISA (Accelerated and Shared Growth Initiative of South Africa).

I cinesi, memori anche dell’esperienza negativa degli anni ’90 del Giappone, da un lato sono molto soddisfatti di questa acquisizione, in linea con gli obbiettivi di aumento delle operazioni overseas ed espansione del “sistema cinese”, dove le banche giocano un ruolo decisivo, ma dall’altro invitano alla prudenza, per quanto riguada gli investimenti all’estero.

In particolare per quanto rigurda l’Africa, viste le “questioni ambientali” che possono rendere estremamente periocolose azioni di tipo finanziario visti i rischi politici, cambi di regime locale, regolamentazioni o legislazioni “imperfette”, barriere locali, tutti elementi nuovi per i cinesi in espansione.

La scelta cinese di investire proprio in Sud Africa, è infatti legata al fatto che il paese è considerato tra quelli più sviluppati e con il migliore sistema legislativo, in grado quindi di offrire le adeguate garanzie per un investimento di questa portata ed essere la base d’appoggio per le futute espansioni cinesi, sul continente africano.

giovedì 1 novembre 2007

Nel ventre del dragone: Intervista a Yibu Yibu

Di seguito l'intervista pubblicata su Neolib

D: E’ in corso il Congresso del Partito Comunista Cinese molto particolare dove il tandem Hu Jintao-Wen Jiabao vuole dare la svolta definitiva al riformismo. Sarà vero riformismo o un semplice cambio di vestito esteriore in prospettiva dei futuri appuntamenti?

FATTORI: Il congresso in corso sta dimostrando che i tempi per l’applicazione di profonde riforme saranno lunghi. Troppi i nodi da risolvere come ad esempio la riduzione del gap tra aree rurali e grandi metropoli. La Cina non è pronta per applicare le regole democratiche di stampo occidentale che visto il divario economico esistente, favorirebbero solo la parte più ricca, rischiando di privare la parte più povera di una adeguata rappresentatività.
Facendo un parallelismo con l’Italia, è come il nostro problema del rapporto Nord- Sud e l’emergenza del mezzogiorno, mai realmente risolta.
Il rischio in Cina è 100 volte più vasto e rischia di rappresentare anche una pericolosa scintilla per eventuali “rigurgiti” rivoluzionari, non così rari nella storia cinese.
Non è infatti casuale che le migliaia proteste di piazza siano tutte in queste aree, spesso poverissime, quasi sempre per ragioni e motivazioni di giustizia economica, la più gettonata delle quali è il pagamento del giusto prezzo per l’esproprio della propria casa.
Oggettivamente quindi i cinesi non desiderano veramente una democrazia alla occidentale ma desiderano una gestione più efficiente della cosa pubblica che ridistribuisca meglio la ricchezza che adesso appare paurosamente sbilanciata a favore della nuova classe media, la vera novità nello scenario cinese.
Per cui il riformismo proposto è necessario per dare il senso di un qualche cambiamento in corso, ma potrà essere solo il primo passi sulla lunga marcia verso la democrazia che forse solo il successore del successore di Hu Jintao dal 2022, potrà iniziare realmente a realizzare.

D: Pechino 2008 e l’Expo di Shanghai 2010. Che impronta potranno dare questi due appuntamenti alla Cina, al di là del mero discorso economico, sui diversi piani (lavorativo, politico, sui diritti umani e religiosi)?

FATTORI: I due appuntamenti sono importantissimi per una parte della Cina, quella già nella modernità. Consentirà infatti di portare a termine infrastrutture che consentiranno alle due città di primeggiare e livello mondiale e diventare esempi da imitare.
Va sottolineato che questi due famosi eventi, stanno generando tutta una serie di momenti collaterali, tipo gli Special Olympic Game di Shanghai che di fatto, oltre ad essere le prove generali degli eventi principali, sono già dei risultati tangibili del vero obbiettivo cinese: consolidare il livello attuale di apertura internazionale della Cina.
Questa strategia internazionalizzante del Made in China, potrebbe sfociare nella richiesta di organizzare anche i prossimi campionati del mondo di Calcio, in un naturale collegamento con i due eventi suddetti.
La ricaduta fondamentale sul piano sociale, sarà invece quella di consentire ai cinesi di comprendere che ora sono cittadini del mondo, dopo i decennali periodi di isolamento.
Conseguentemente, molti cinesi hanno acquisito il senso di nuove ambizioni e il rinnovato desiderio di confrontarsi con nuove sfide, da qui è il boom dei cinesi nel volere imparare le lingue straniere e iniziare a viaggiare per il mondo.
Per quanto riguarda gli altri piani, non ci saranno grandi modifiche alla situazione attuale, nel senso che la Cina ha ben tracciato il proprio percorso e i governi occidentali quali gli USA e UE ad esempio, non vorranno certo rovinare la “festa” che comunque portarà ulteriori vantaggi economici futuri anche a loro.

D: La Cina sta diventando il paese conquistatore, eppure lo Yuan resta
ancorato al dollaro, l’inflazione c’è e si sente, le condizioni lavorative sono discutibili ed il volume di esportazioni preoccupa per quantità e qualità. Quali le prospettive nel rapporto Cina-mondo?

FATTORI: Lo Yuan è già ago della bilancia mondiale e condiziona il dollaro come uno sprinter pronto alla volata. La sua influenza è quindi formalmente superiore di quanto appaia, in quanto il suo basso potere di acquisto, ha obbligato molti paesi occidentali a modificare radicalmente il proprio tessuto produttivo e finanziario.
Stesso discorso per la crescente inflazione cinese, che si riverserà inevitabilmente sull’aumento dei prezzi dei prodotti sui mercati occidentali, rischiando di generare una perversa spirale, visto che poi l’inflazione cinese è proprio causata principalmente dalle proprie importazioni strategiche.
La qualità del Made in China è diventata una sfida che i cinesi sanno di dover vincere per non rischiare di essere stoppati nella loro costante crescita. Per far capire che hanno capito, adesso sono loro che creano i parametri, alcune volte più restrittivi di quelli occidentali, anche per cercare nel contempo, di mettere pressione sulle produzioni occidentali, nella competizione commerciale. Quindi ad esempio, ora paradossalmente Beijing ha stabilito che rischiano molti dei grandi brand del Made in Italy perché, secondo le nuove regole cinesi, non sembrano rispettare i nuovi parametri cinesi. Business is Businss! In una guerra commerciale come quella attuale, tutte le armi sono buone per cercare di mantenere importanti quote di mercato o cercare di creare spazi per nuovi operatori e creare ricchezza che, fondamentale per loro, però rimanga in Cina.
Per cui il rapporto Cina-mondo è si di mutuo interesse, fortemente condizionato però dalla diffusa povertà delle aree rurali cinesi che obbliga i cinesi a continuare ad avere tassi di sviluppo alti, sul piano del GDP, ma nel contempo preservare la propria economia dentro “la bolla dello Yuan” e l’attuale discreto equilibrio, nel passaggio dal medio evo all’epoca moderna.

D: C’è Cina e Cina. La Cina delle multinazionali, di Pechino, di Shanghai e quella più interna, più nascosta che ancora vive in uno stato di sottosviluppo. Cosa si prospetta sugli squilibri di questo “gigante”?

FATTORI: Esistono molte più Cine, visto che è formata da molte etnie, molto diverse tra loro, che alcune volte, fanno molta fatica ad integrarsi. Comunque gli squilibri sono legati a retaggi storici di lungo corso e necessiteranno tanti anni, decenni, prima di essere in qualche modo corretti.
Impossibile che un giorno siano sullo stesso piano le Shanghai e le attuali aree rurali, ma quello che stanno cercando di fare i cinesi, è quello di mettere l’una al servizio dell’altra, nel senso che le aree di sviluppo hanno come funzione, proprio quella di fare da “traino” per le aree sottosviluppate.
Il metodo seguito è quello di continuare a spostare la popolazione dalle aree rurali a quelle cittadine, fino a che il 60% della popolazione cinese sarà nelle città più sviluppate.

D: La Cina vicina e lontana. Il mondo della comunicazione, del web e culturale in generale inizia a rapportarsi con il mondo, ma viene frenato e filtrato ancora dal governo centrale. Quanto potrà resistere questa pressione culturale centralizzata in tale processo di globalizzazione

FATTORI: Il governo centrale non distingue tra media tradizionali ed internet, quindi applica lo stesso comportamento e gli stessi severi controlli, senza troppe remore.
Di questi giorni è il blocco di Youtube, che in concomitanza del Congresso poteva rappresentare un potenziale problema allo svolgersi sereno dell’attuale dibattito. Il governo centrale sente la responsabilità di preparare i propri cittadini e quindi si preoccupa di valutare ciò che è giusto vedere e quello che non lo è. Il problema non è quanto possa resistere, ma come mai i cinesi stessi non protestano in presenza di queste evidenti censure, l’ultima delle quale è stata quella di impedire i reality show e i programmi di personaggi in cerca di fama e successo in prima serata. La ragione di questa apparente abulia è semplicemente che non è tale, ma la convinzione che sia giusto limitare i contenuti, per non arrivare ai livelli di eccesso, che loro considerano tali, di molti costumi occidentali, in particolare americani.
Quindi sembra assurdo, ma nel rapporto padre – figlio che caratterizza la relazione tra i cinesi con la propria nazione, si stupirebbero del contrario.
Resisterà, perché il modello cinese, a breve, sarà applicato anche a livello di UE, ufficialmente per combattere il terrorismo, solo che noi non gradiremo con la stessa serenità, un modo di agire analogo.

D: Chiudo chiedendola della Cina nelle sue connotazioni unicamente positive, di costume, di cultura. Cosa rappresenta la Cina e cosa deve essere esportato del modello cinese?

FATTORI: La Cina è un mondo interiore, prima di tutte le grandiose cifre economiche di cui si parla di questi tempi. Un mondo molto diverso dal nostro che può offrirci una prospettiva molto diversa al nostro concepire gli obbiettivi e il come realizzarli.
L’umanità di molti di questi poveri “fuori”, è una lezione di vita, da mostrare agli “schizzati” della vita a 300 all’ora, che poi rischia di non portarli da nessuna parte o peggio “contro il muro” dello sfrenato individualismo.

Alberto Fattori è General Manager Consortium DITE (Digital Interactive Television Experiences), responsabile Innovation & Development Agenzia per la Cina - Palazzo Lombardia Shanghai (China) e coordinatore CHINA MEDIA LAB, gestisce il blog su Cina ed Estremo Oriente http://yibuyibu.wordpress.com/.