lunedì 5 novembre 2007

Cina – Africa: Un patto finanziario

Da decenni, tra Cina ed Africa, esiste una mutua cooperazione, fatta di supporti e tecnologie cinesi, in cambio di materie prime ed energia dai diversi paesi Africani.

Ma non solo, la Cina è diventata il modello di sviluppo “copiabile”, al quale si stanno ispirando molti paesi africani, per uscire dalla attuale situazione di sottosviluppo in cui versano.

Questa cooperazione nei giorni scorsi ha fatto un decisivo salto di qualità: tra Cina ed Africa ora esiste un patto strategico - finanziario.

Venerdì è stata infatti annunciata l’acquisizione da parte della ICBC (Industrial and Commercial Bank of China), la più grande banca al mondo per capitalizzazione (319 Miliardi di dollari), del 20% della Standard Bank Group Limited, la più grande banca dell’Africa per valore di Assets (156 Miliardi di dollari).

Con un investimento di 5, 46 Miliardi di dollari, il più grande mai fatto fuori dai confini nazionali da una impresa cinese e che per il Sud Africa rappresenta il più grande investimento straniero nel paese, oltre all’ingresso nel capitale della banca sudafricana, è stato sottoscritto un accordo strategico tra le due parti, i cui dettagli non sono stati divulgati.

E’ stato soltanto reso noto che l’accordo prevede investimenti per oltre 1 miliardo di dollari in materie prime ed energia, principalmente nell’Africa Centrale, consolidando così l’azione svolta fino ad ora da parte Cinese.

Con questa operazione i cinese ottengono quindi un doppio risultato: per ICBC rappresenta un investimento che consente di aumetare il peso delle operazioni internazionali, dall’attuale 3% verso l’obbiettivo prefissato del 10%, contemporaneamente rappresenta un passo importantante a supporto della strategia di espansione economica delle imprese cinesi sul continente africano.

Infatti come definito dallo stesso Jiang Jianqing, presidente della ICBC, questa operazione rappresenta la “strategica stretta di mano” tra Cina ed Africa, visto che il più grande azionista della Standard Bank è la PublicInvestmentCorp (13,9%), l’azienda di Stato che gestisce gli investimenti pubblici Sud Africani.

L’operazione annunciata venerdi, era stata preceduta da un intenso scambio diplomatico tra i due paesi, sfociato lo scorso 6 Febbraio, con la visita in Sud Africa dello stesso presidente cinese Hu Jintao, viaggio nel quale i Cinesi avevano offerto ulteriori ingenti investimenti nel quadro del programma sud africano denominato ASGISA (Accelerated and Shared Growth Initiative of South Africa).

I cinesi, memori anche dell’esperienza negativa degli anni ’90 del Giappone, da un lato sono molto soddisfatti di questa acquisizione, in linea con gli obbiettivi di aumento delle operazioni overseas ed espansione del “sistema cinese”, dove le banche giocano un ruolo decisivo, ma dall’altro invitano alla prudenza, per quanto riguada gli investimenti all’estero.

In particolare per quanto rigurda l’Africa, viste le “questioni ambientali” che possono rendere estremamente periocolose azioni di tipo finanziario visti i rischi politici, cambi di regime locale, regolamentazioni o legislazioni “imperfette”, barriere locali, tutti elementi nuovi per i cinesi in espansione.

La scelta cinese di investire proprio in Sud Africa, è infatti legata al fatto che il paese è considerato tra quelli più sviluppati e con il migliore sistema legislativo, in grado quindi di offrire le adeguate garanzie per un investimento di questa portata ed essere la base d’appoggio per le futute espansioni cinesi, sul continente africano.