martedì 14 aprile 2009

Firmata Charta dei Diritti Umani Cinese

La Cina ha pubblicato la propria “Charta sui diritti umani”, intitolata “Piano d’Azione per i diritti umani (2009 – 2010)”.

Questo documento, che potremmo definire “operativo”, definisce sia le linee guida che quelle d’azione per l’applicazione e la salvaguardia dei diritti umani, in tutta la nazione e a tutti i livelli.

E’ un atto importante e concreto, che dimostra come in Cina, il tema dei diritti umani, sia realmente entrato, con forza, nell’architettura delle fondamenta dello sviluppo prossimo futuro del paese.

54 intense pagine che vanno lette tutte d’un fiato, suddivise in 5 capitoli:
  • Diritti Sociali, Culturali ed Economici 
  • Diritti Civili e Politici
  • Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili,
  • Educazione sui diritti umani
  • Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani
Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto, in quanto definisce de facto, una sorta di manifesto nazionale, diremmo “costituzionale”, su come la Cina dovrà essere nel prossimo futuro, con annesso il “manuale pratico” per realizzare tutto ciò.

Ai nostri occhi ciò potrebbe apparire risibile, ma data la situazione storica e sociale in cui si trova la Cina contemporanea, la vastità del paese, la moltitudine delle culture esistenti e le diverse “velocità” di sviluppo di intere regioni, non sorprende il fatto che alle “enunciazioni di principio”, vengano anche aggiunte le modalità pratiche per la loro applicazione.

La Charta nasce dalla cooperazione diretta di ben 80 tra dipartimenti governativi ed organizzazioni non governative ed è una risposta diretta alle richieste fatte nel 1993, in sede ONU, in materia di diritti civili.

Il nocciolo del documento è comunque nella definizione della relazione tra governo cinese e suoi cittadini, dove al governo viene attribuito il compito di garantire a tutti i cittadini uguali diritti, favorendo la sempre crescente partecipazione dei propri cittadini, al miglioramento delle istituzioni in termini democratici e la loro possibilità di essere coinvolti, ascoltati e poter supervisionare gli apparati governativi.

Un impianto democratico non ideologizzato, dove “socialismo” appare una volta nell’introduzione quale aggettivo associato alla modernizzazione del paese, un documento semplicemente funzionale al raggiungimento degli obbiettivi che la Cina contemporanea si prefigge: la crescita economica e l’equilibrio sociale anche e soprattutto in questi momenti di crisi internazionale.

Con il pragmatismo che contraddistingue la Charta cinese, l’apertura non poteva essere più attuale: il diritto del lavoro anche e soprattutto in momenti difficili come questi, maggiori tutele e garanzie al singolo lavoratore, dove, al riguardo, emerge il suggerimento di incentivare la pratica affinché il datore di lavoro, quale garanzia dello stipendio dovuto, lasci un deposito bancario a copertura.

Al lavoro segue la priorità per una sempre maggiore qualità della vita e il garantire una vita decorosa a tutti, anche e soprattutto nelle aree più povere e rurali. 

In linea con questo obbiettivo, è l’annuncio dei giorni scorsi relativo alla gratuità della sanità Cina, entro il 2020, questione che fino ad ora, tende a radicalizzare le profonde differenze sociali presenti nel paese.

Nella Charta, l’educazione rappresenta un aspetto fondamentale, sia quale diritto inalienabile e priorità per il paese, ma quale mezzo con il quale diffondere, “disseminare”, la conoscenza dei diritti umani all’intera popolazione, anche attraverso i diversi media, internet compreso.

Per quanto riguarda invece la persona, la Charta cinese, ribadisce il fatto che l’individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi tipo di abuso, con due “forti” innovative sottolineature: no all’uso della tortura e “prudente” applicazione della pena di morte.

Al riguarda, nella Charta si parla di una novità importante: il miglioramento della pratica “dei due anni sospensivi la condanna stessa”, al termine dei quali, se non ci sono stati fatti rilevanti, la condanna potrà essere commutata in altra pena.

Questo rappresenta un segnale importate, che conferma la volontà cinese di mettere un “freno” alla pratica della condanna a morte, quale scelta per un nuovo ordinamento giuridico, in grado di offrire maggiori diritti al singolo cittadino e la ricerca di pene alternative a quella capitale.

La Charta Cinese stabilisce poi la libertà di religione per i propri cittadini ed anzi, a sorpresa, incentiva il ruolo positivo dei gruppi religiosi, che “possono contribuire alla armonia sociale e socio economica del paese”.

Quasi rivoluzionario invece il capitolo sul diritto di partecipazione, in quanto si parla espressamente di “miglioramento del sistema parlamentare e di miglioramenti del sistema elettivo”, qualcosa che sembra presagire nuove leggi al riguardo.

Per quanto riguarda invece i Media, la Charta cinese parla espressamente del diritto di essere informati ed ascoltati, così come per le agenzie stampa e i giornalisti, viene recepito il diritto di raccolta di materiale e della critica pubblica,

Sulla questione delle Minoranze Etniche, ben 55 in Cina, la Charta cinese parla chiaro: sono tutte uguali e lo stato ha il dovere di proteggerle.

Andando poi oltre gli intenti, per quanto riguarda le minoranze tibetane ed uiguri, si sottolinea la necessità di un bilinguismo scolastico e l’incremento degli istituti scolastici, così che entro il 2010, il 95% delle popolazioni delle aree autonome etniche, possa avere un regolare percorso scolastico, come il resto del paese.

Le pari opportunità a tutti i livelli, è un altro degli aspetti di rilievo presente nella Charta cinese, dove tra l’altro, si sottolinea come le quote rosa “dovrebbero rappresentare il 50% sia a livello governativo centrale che locale” e come non debba esistere alcuna discriminazione a livello lavorativo e di accesso all’educazione per le donne.

Disabili, anziani e bambini hanno capitoli dedicati, nei quali emerge la crescente attenzione per il lato umano delle persone, un’umanizzazione della società cinese che non potrà che renderla sicuramente migliore.

Per finire il capitolo delle relazioni internazionali che modifica radicalmente gli scenari attuali: da oggi infatti, la Cina intende far parte della comunità internazionale e offre la propria collaborazione con le diverse organizzazioni internazionali sul tema dei diritti umani, divenuti ora anche una sua priorità.

La Charta cinese pubblicata oggi è quindi un messaggio importante, innovativo, strutturato e soprattutto meditato. Una fotografia della Cina che sarà da qui a breve, l’inizio di una nuova era per il popolo cinese ma che potrà sicuramente contribuire anche a rendere migliore il resto del mondo.