sabato 25 aprile 2009

25 Aprile: Che tristezza!!!

Oggi è il 25 aprile, una giornata di unità e della memoria che dovrebbe sancire la liberazione, la fine di un periodo bellico e l’inizio del folgorante periodo che ha trasformato l’Italia da potenza militare, a potenza industriale.

Bene, nemmeno oggi si riesce a vedere alcuna unità d’intenti, che per colpa dei retaggi, delle convinzioni e delle contrapposizioni di oltre 60 anni fa, non riescono a dare ancora “pace” nei ai vivi, ne ai morti, di quel terribile periodo: la guerra civile italiana.

Si, perché dai battibecchi di queste ore, appare evidente che ancora oggi esiste una parte del paese che pensa che l’altra non sia degna di esserlo.

Una contrapposizione fatta di parole e valori di un'altra epoca, del tutto fuori luogo nel mondo che avanza e verso il quale ci dovremmo invece trovare uniti e fraterni, in quanto tutti Italiani.

Oggi non è il momento di rilanciare preconcetti, classicismi politici o presunte superiorità di “casta”, sicuramente è il momento per guardare a quel periodo come l’insegnamento di quanti dolori e tormenti si possono scatenare, se un popolo non trova il modo di vivere in una civile convivenza.

Le nuove generazioni e i milioni di italiani all’estero, non sono più con gli occhi al passato, ma sono concentrati sul come costruire il proprio futuro e quello del paese a cui sono comunque profondamente legati, quindi sentono molto lontano da loro questo rimpallarsi in madre patria, dei “velati insulti” che le parti, come se ancora si fosse a quelle giornate, continuano a lanciarsi in queste ore.

Se vogliamo che l’Italia sia un giorno ancora migliore e che l’unità, il vivere in pace che è stato conquistato allora, continui ad essere un valore comune e duraturo, occorre sicuramente ricordare quelle giornate ma smetterla di “attualizzarle” o peggio strumentalizzarle, per questioni e beghe odierne.

Occorre da parte di tutti maggiore senso di responsabilità e rispetto per i tanti, comunque Italiani, che persero la vita in quelle tristi giornate, che ci auguriamo non debbano più far parte del futuro del nostro paese.

Grazie per l’attenzione.
 
Un Italiano a Shanghai