lunedì 18 agosto 2008

Una Olimpiade “quasi” perfetta


Doveva essere l’Olimpiadi del sorpasso degli Stati Uniti, per quanto riguarda il numero di medaglie vinte, già doppiati per quanto riguarda le medaglia d’oro e “testa a testa” per il numero complessivo

Ma la medaglia da “cappotto” che chiudeva i discorsi, la vera disfida tra Cina e Usa era però una sola: Liu Xiang.

Più dello stesso Yao Ming, che poco potrà fare per consentire alla squadra cinese di basket di battere il Dream Team americano, le speranze di tutta la Cina, nel loro “duello” con il gigante statunitense, erano riposte in questo magrolino, veloce, scattante, pulito campione.

Eroe delle Olimpiadi di Atene, Liu che in cinese significa “colui che plana”, era diventato l’icona della Cina di questi anni di successi economici, forse più dello stesso Yao, vista l’apparente normalità di questo ragazzo, che solo con il duro lavoro è riuscito a superare i propri limiti, entrando nell’olimpo di uno sport che biologicamente lo sfavoriva, essendo regno esclusivo dei campioni di pelle nera.

Una storia che ha accomunato centinaia di milioni di cinesi, sia nel momento dei trionfi e che nei momenti dei dolori di questi anni, fino al dramma di oggi.

Esemplari per capire cosa stia succedendo, sono le parole o meglio le lacrime del suo allenatore, una storia nella storia e sintesi della Cina che ha seguito quotidianamente tutti i suoi atleti, correndo, soffrendo con loro, in questa lunga preparazione.

Sun Hai Pin, il tecnico alla base del successo di Liu Xiang, che scelse anni fa di scommettere la propria vita su questo mingherlino che tutti pensavano tutt’altro che un potenziale campione, trasformandolo in una sorta di proprio figlio adottivo sul quale riversò tutta la sua passione e dedizione, energie in grado di trasformare l’anatroccolo in un cigno.

Ad Atene il successo arrivò in un momento molto difficile, tanto che nel periodo Olimpico, Sun Hai Pin avrebbe dovuto restare in Cina per farsi operare di polipi nel naso che lo facevano spesso sanguinare durante gli allenamenti.

Nonostante le pressioni dello stesso Liu a pensare alla sua salute, nulla al mondo avrebbe però potuto tenerlo lontano dal suo atleta, in un momento così importante che ripagò tanta fiducia e abnegazione, vincendo inaspettatamente il titolo olimpico eguagliando il record mondiale, consentendo così finalmente al suo allenatore di potersi operare.

Una storia da altri tempi, in un mondo di atleti bionici, preparati a tavolino è anche il libro scritto a mano da Sun Hai Pin, dove ha annotato scrupolosamente tutti i tempi che in allenamento quotidianamente Liu Xiang realizzava, una sorta di “album fotografico”, dai suoi esordi fino al record mondiale, la memoria dei successi sportivi arrivati dopo tanti fallimenti e sacrifici.

Bene, questa mattina c’è da essere certi che Sun Hai Pin avrebbe preferito dover fare un'altra operazione chirurgica, piuttosto che vedere il suo “figlio” zoppicare alla partenza della prima batteria.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di consentire al suo campione di correre le loro Olimpiadi, così che finalmente anche la vecchia mamma avrebbe potuto essere orgogliosa del troppo assente figlio, che non riusciva più a trovare il tempo per andarla a trovare come prima.

Sentimento condiviso da tutte le migliaia di cinesi presenti allo stadio, pronti a sacrificarsi pur di vedere ancora una volta correre il loro “figlio del vento”.

Ecco perché, quando Liu Xiang ha dovuto fare i conti con i propri limiti fisici, a partire dal suo allenatore, molti cinesi si sono ritrovati piangere lacrime sincere, perché si sono resi conto che tutti gli sforzi fatti si sono vanificati in pochi istanti, ma soprattutto aver compreso di non essere riusciti a portare sul tetto del mondo Liu, come sognato da anni.

C’è da star certi, che i 9 milioni di euro che l’assicurazione dell’atleta pagherà a causa dell’infortunio patito, poco potranno per ripagare la delusione di un atleta, un allenatore e di un paese, che perdono così l’occasione di una vita, che non tornerà più.

Le Olimpiadi continueranno per tutto il mondo, ma per la Cina si fermano oggi, un paese che aveva sognato da anni la propria “Olimpiadi perfetta”, che ora non potrà più essere, ferita nel “corpo” e nella mente come il suo “figlio” preferito.