Putin Vincitore. Occidente alle corde
Quanto accaduto in questi giorni, visto in un laboratorio di Politica Internazionale, sembra essere un preciso monito per il futuro.
Andiamo con ordine. Dopo lo sfaldamento dell’URSS, ci fu il lento ma inesorabile ritiro dell’impero Russo all’interno dei confini dell’attuale Federazione.
Questa fase, con l’avvento di Putin, sembra essere terminata.
Ormai la Russia sta lavorando ed investendo, per ricominciare a marciare e riprendersi il ruolo perduto di superpotenza.
Due le leve a favore della Russia di Putin che le possono consentire di tornare al centro dello scenario Geopolitico mondiale: la prima sono gli armamenti e l’essere il primo produttore mondiale in un mercato dai grandi guadagni economici e relazionali.
La seconda sono le immense riserve di gas e petrolio che di fatto sono la principale fonte energetica dello “zoccolo duro” dei paesi costituenti la Nato e così fondamentali per chiunque in futuro (Cina compresa).
Ma decisivo è un altro elemento di cui occorre tenere conto.
La strapotenza militare Americana, consente di gestire solo due scenari di guerra in contemporanea e Afghanistan ed Iraq quindi saturano già le attuali potenzialità belliche Americane.
Questo aspetto è ben noto a tutte le altre potenze mondiali, che sanno come l’apertura di un terzo scenario di guerra per gli americani risulti impossibile, senza l’attivo supporto di un folto gruppo di alleati.
Ecco perché fondamentale è il ruolo d’Israele nel caso dell’Iran e quello della EU, nella recente crisi Georgiana.
Quindi le “pretese” di Putin, le sfide dell’Iran o chiunque altro, qua o là nel mondo, sanno di poter beneficiare del periodo di grande criticità dello “sceriffo del mondo”, impantanato come è attualmente, alla caccia del terrorismo mondiale.
Sun Zu, nel suo “Arte della Guerra”, quale regola aurea per vincere un conflitto, suggerisce che: “prima di muoversi, bisogna essere sicuro di aver già vinto”.
Da ciò appare evidente che Saakashvili non sia stato semplicemente uno sprovveduto, ma credendo di applicare alla lettera gli insegnamenti di Sun Zu, si è ritrovato, suo malgrado, a scoprire il Bluff dei suoi “nuovi alleati” occidentali.
Infatti, una volta attaccata la Ossezia del sud, ha dovuto fare i conti con la regole del “terzo scenario”, che ha autorizzato i Russi a muoversi con una determinazione mai vista, in virtù della impossibilità di una qualsiasi reazione da parte della Nato.
Il presidente Georgiano sta vedendo, con orrore, che i Russi sono entrati nel paese ma soprattutto ha compreso che ora spetta solo a loro decidere quanto affondare il proprio coltello, o meglio continuare a testare quanto sia vera la suddetta teoria del “terzo scenario”, tallone d’Achille Americano e del mondo occidentale.
A questo si è evidenziata l’ormai cronica debolezza dimostrata dagli occidentali, fatta di tante parole e qualche telefonata a Putin, sfociata nella farsesca proposta di escludere la Russia dal G8, ritenuta da qualche analista, un buon deterrente a fermare i Russi.
Questo è però quanto di più assurdo si possa immaginare, in un momento dove Russia, Cina, India e Brasile, sarebbero solo contenti di smantellare l’attuale G8, ritenuto, a ragione, obsoleto e specchio di un passato, totalmente scollato dallo stato attuale e futuro degli equilibri mondiali.
Bene, la lezione Caucasica dovrebbe essere presa sul serio, quale segno del futuro che avanza e dove le alleanze militari attuali poco possono per sostenere le necessità primarie dei paesi occidentali.
Cosa penseremo infatti di fare quando Putin, smessa la presunta amicizia con Berlusconi, staccasse il collegamento di Gas dal quale dipendono le nostre caldaie e fornelli?
Difficilmente potranno “arrivare i nostri”, come accaduto nel caso della Georgia, occorrerà quindi fare in modo che le ragioni alla base delle diverse rivendicazioni, vengano sminate, prima che sia troppo tardi.
Quindi evitando di fare gesti avventati, occorre che anche noi ci si ricordi dei suggerimenti millenari di Sun Zu e si valuti nella partita a scacchi in corso, le reali consistenze in gioco.
Allo stato attuale appare infatti evidente che troppi sono gli elementi a favore dei nostri potenziali “nemici”, troppi per non pensare che in futuro anche noi si possa fare la fine del povero Saakashvili Georgiano.
Andiamo con ordine. Dopo lo sfaldamento dell’URSS, ci fu il lento ma inesorabile ritiro dell’impero Russo all’interno dei confini dell’attuale Federazione.
Questa fase, con l’avvento di Putin, sembra essere terminata.
Ormai la Russia sta lavorando ed investendo, per ricominciare a marciare e riprendersi il ruolo perduto di superpotenza.
Due le leve a favore della Russia di Putin che le possono consentire di tornare al centro dello scenario Geopolitico mondiale: la prima sono gli armamenti e l’essere il primo produttore mondiale in un mercato dai grandi guadagni economici e relazionali.
La seconda sono le immense riserve di gas e petrolio che di fatto sono la principale fonte energetica dello “zoccolo duro” dei paesi costituenti la Nato e così fondamentali per chiunque in futuro (Cina compresa).
Ma decisivo è un altro elemento di cui occorre tenere conto.
La strapotenza militare Americana, consente di gestire solo due scenari di guerra in contemporanea e Afghanistan ed Iraq quindi saturano già le attuali potenzialità belliche Americane.
Questo aspetto è ben noto a tutte le altre potenze mondiali, che sanno come l’apertura di un terzo scenario di guerra per gli americani risulti impossibile, senza l’attivo supporto di un folto gruppo di alleati.
Ecco perché fondamentale è il ruolo d’Israele nel caso dell’Iran e quello della EU, nella recente crisi Georgiana.
Quindi le “pretese” di Putin, le sfide dell’Iran o chiunque altro, qua o là nel mondo, sanno di poter beneficiare del periodo di grande criticità dello “sceriffo del mondo”, impantanato come è attualmente, alla caccia del terrorismo mondiale.
Sun Zu, nel suo “Arte della Guerra”, quale regola aurea per vincere un conflitto, suggerisce che: “prima di muoversi, bisogna essere sicuro di aver già vinto”.
Da ciò appare evidente che Saakashvili non sia stato semplicemente uno sprovveduto, ma credendo di applicare alla lettera gli insegnamenti di Sun Zu, si è ritrovato, suo malgrado, a scoprire il Bluff dei suoi “nuovi alleati” occidentali.
Infatti, una volta attaccata la Ossezia del sud, ha dovuto fare i conti con la regole del “terzo scenario”, che ha autorizzato i Russi a muoversi con una determinazione mai vista, in virtù della impossibilità di una qualsiasi reazione da parte della Nato.
Il presidente Georgiano sta vedendo, con orrore, che i Russi sono entrati nel paese ma soprattutto ha compreso che ora spetta solo a loro decidere quanto affondare il proprio coltello, o meglio continuare a testare quanto sia vera la suddetta teoria del “terzo scenario”, tallone d’Achille Americano e del mondo occidentale.
A questo si è evidenziata l’ormai cronica debolezza dimostrata dagli occidentali, fatta di tante parole e qualche telefonata a Putin, sfociata nella farsesca proposta di escludere la Russia dal G8, ritenuta da qualche analista, un buon deterrente a fermare i Russi.
Questo è però quanto di più assurdo si possa immaginare, in un momento dove Russia, Cina, India e Brasile, sarebbero solo contenti di smantellare l’attuale G8, ritenuto, a ragione, obsoleto e specchio di un passato, totalmente scollato dallo stato attuale e futuro degli equilibri mondiali.
Bene, la lezione Caucasica dovrebbe essere presa sul serio, quale segno del futuro che avanza e dove le alleanze militari attuali poco possono per sostenere le necessità primarie dei paesi occidentali.
Cosa penseremo infatti di fare quando Putin, smessa la presunta amicizia con Berlusconi, staccasse il collegamento di Gas dal quale dipendono le nostre caldaie e fornelli?
Difficilmente potranno “arrivare i nostri”, come accaduto nel caso della Georgia, occorrerà quindi fare in modo che le ragioni alla base delle diverse rivendicazioni, vengano sminate, prima che sia troppo tardi.
Quindi evitando di fare gesti avventati, occorre che anche noi ci si ricordi dei suggerimenti millenari di Sun Zu e si valuti nella partita a scacchi in corso, le reali consistenze in gioco.
Allo stato attuale appare infatti evidente che troppi sono gli elementi a favore dei nostri potenziali “nemici”, troppi per non pensare che in futuro anche noi si possa fare la fine del povero Saakashvili Georgiano.