sabato 4 agosto 2007

Lo dice il Saggio!!!

Iniziamo con una storia cinese: “è la storia di 4 persone chiamate OGNUNO, QUALCUNO, CIASCUNO E NESSUNO.

C’era un lavoro importante da fare e OGNUNO era sicuro che QUALCUNO l’avrebbe fatto.
CIASCUNO avrebbe potuto farlo ma NESSUNO lo fece. QUALCUNO si arrabbiò perché era un lavoro di OGNUNO. OGNUNO pensò che CIASCUNO poteva farlo, ma NESSUNO capì che OGNUNO non l’avrebbe fatto.

Finì che OGNUNO incolpò QUALCUNO perché NESSUNO fece ciò che CIASCUNO avrebbe potuto fare.”

Bene, questo, con buona approssimazione è un approccio molto comune in Cina: esprimersi per aneddoti.

Questo approccio è retaggio sia della propria millenaria cultura Taoista che per un recente passato politico, ancora radicato, che suggerisce di non esprimere mai direttamente il proprio pensiero sulle questioni.

E’ quindi esperienza quotidiana in Cina, in qualsiasi situazione o problema, osservare come i cinesi sembrano non prendere mai una posizione o avere una propria opinione, avendo sempre oltretutto la strana sensazione che non rispondano quasi mai a tono, alle sollcitazioni di un concreto chiarimento su qualsiasi questione.

Col tempo si capisce invece che nell’affrontare i fatti concreti, cercano sempre una risposta che non “distrugga” ma che “crei”, risposta spesso offerta sotto forma di aneddoti o parallelismi con la “natura”, la cui osservazione è alla base stessa del pensiero cinese.

Questo approccio comunicativo ha nella stessa letteratura cinese due campioni quali Zhuangzi (letteralmente Maestro Zhuang) e Sun Tzu o Sun Zi (letteralmente Maestro Sun), due esempi di come, esprimendosi per aneddoti, si possa discutere su tutte le più importanti questioni: sulla vita e sulla morte, sull’amore, sulla politica e fintanto sulla guerra.

Detto questo, sarebbe quindi logico pensare che i cinesi contemporanei conoscano a memoria una marea di aneddoti e pertanto conoscano anche il detto, da noi così famoso: “Non meditar vendetta. Ma siedi sulla riva del fiume e aspetta passare il cadavere del nemico”.

Sorpresa! Non lo conoscono! E tanto più gli si spiega che è un detto cinese, tanto più confermano la non conoscenza di un detto come questo.

La ragione è semplice, la conoscenza di questa cultura ad aneddoti è sostanzialmente diffusa in Cina per via orale, da padre in figlio. Ma per un cinese non sono aneddoti, sono le risposte alle proprie domande sui problemi quotidiani, le idee da trasmettere, le Faq in epoca pre-internet.

Per cui non ne conoscono spesso l’origine ma sanno interpretare il “significato” profondo di frasi che dalle nostre parti vengono considerate solo criptiche affermazioni, non in grado di dare risposta alla benchè minima problematica quotidiana.

Invece lette con la sensibilità che i cinesi hanno allenata da sempre, in queste affermazioni, si possono trovare le risposte alle domande di ciascuno, talmente concrete, da rasentare l’incredibile.

Gli aforismi cinesi infatti non vanno letti ma vanno “visti”. Sono come delle immagini in parole.
Non va dimenticato infatti che sono scritti,originariamente sotto forma di ideogrammi, simboli non lettere, che trasmettono immagini concrete e concetti completi.

Per questo, ancora oggi, l’arte della guerra di Sun Tzu è in grado di ispirare le attuali scelte economiche attuali e future, in quanto contiene la risposta sul “metodo” di come risolvere le questioni e non la risposta ad un singolo problema.

Ed ecco spiegata l’essenza dell’esprimersi per aneddoti. I cinesi sanno sempre come comportarsi, in qualsiasi situazione.
Magari non hanno una risposta al problema, ma hanno sempre chiaro quale sia il metodo giusto e quello sbagliato per affrontare un problema.
Tutto ciò lo hanno appreso dai propri genitori sotto forma di aneddoti, spesso, in periodi duri come quelli attraversati dal popolo cinese, anche l’unico modo per cercare di rispondere ai problemi concreti, non avendo nel contempo, alcuna risposta reale.

Pertanto la cultura cinese degli aforismi ed aneddoti, è una miniera incredibile di conoscenza e di suggerimenti anche per noi. Vanno però letti con una diversa attenzione e sensibilità, “calandoli” sulla questione da risolvere o da comprendere.

Ad esempio, l’aneddoto in apertura, può rappresentare in maniera semplice e coicisa l’attuale situazione politica italiana, senza tanti giri di parole.

Ma la cosa interessante è che se da una parte la spiega, dall’altra fornisce anche una possibile soluzione.

Questo è l’altro grande valore degli aneddoti cinesi, questa doppia componente, sempre presente, la concretezza di quella saggezza da noi nota come: “LO DICE IL SAGGIO”.

Volete qualche esempio o ne volete proporne altri? (Lo dice il saggio!!)