sabato 7 marzo 2009

Il “Lato umano” della diplomazia Cinese

Si è appena conclusa la conferenza stampa del Ministro degli Esteri Cinese, Yang Jeichi a margine dei lavori della sessione annuale del parlamento cinese in corso a Beijing.

La prima impressione è stata quella di un autentico profondo rinnovamento del fare Diplomatico cinese, due ore di conferenza stampa dove a tutte le domande, Yang Jeichi ha risposto con grande chiarezza ed in maniera incredibilmente approfondita.

Dalle risposte del Ministro degli Esteri cinese è emerso anche un lato umano che ha sicuramente molto impressionato, così come l’evidente volontà di disvelare le ragioni cinesi, senza alcuna reticenza o ambiguità.

In questo contesto, Yang Jeichi non ha avuto quindi problemi ad affermare “di aver perso recentemente a ping pong da uno giocatore più capace di lui” e a rivelare che lui “non è tipo che ama perdere facilmente”.

Questo è stato però il pretesto per sottolineare come quando si occupa della diplomazia del suo paese, vanno anteposte alle questioni personali, le ragioni di mutuo interesse e di cooperazione, di fatto “il cavallo di battaglia” e l’approccio di tutta la diplomazia cinese, su qualsiasi questione.

Un modo diretto ed originale, per poi spiegare come nelle relazioni tra Usa e Cina, la Cina sia pronta a sedersi al tavolo per stringere accordi ancora più stretti e per coordinare le proprie azioni con gli USA, elemento fondamentale in momenti così difficili come quelli attuali.

Yang Jeichi ha anche confermato l’incontro tra Obama e Hu Jintao, durante il vertice dei G20 del 2 Aprile a Londra, così come ha annunciato che, su invito del Segretario di Stato Hillary Clinton, lui stesso sarà a breve negli USA.

Entrando nel merito delle questioni ed in particolare sulla Crisi Finanziaria, ha evidenziato come la Cina conti molto sul prossimo vertice dei G20 di Londra, confermando l’attuale impegno della Cina offerto ai paesi in via di sviluppo e gli appalti in via definizione con l’Europa nell’ordine dei 15 miliardi di dollari.

Ora la Cina si aspetta un ruolo attivo anche degli altri paesi.

Rispondendo poi ad una domanda che evidenziava come la crisi stesse aiutando un cambio di equilibrio dei poteri, avvantaggiando la Cina, Yang Jeichi ha sottolineato come “la crisi finanziaria attuale ha contribuito a razionalizzare la situazione globale e legittimato le richieste provenienti da tutti i paesi del mondo”.

Quale sia poi la ricetta cinese per il prossimo G20, Yang Jeichi non ha dubbi: “anteporre gli interessi della gente e un approccio pragmatico che aiuti lo sviluppo economico e progresso sociale generalizzato”.

Un approccio molto diverso da quello che si sente in occidente, che sembra più interessato a salvare se stesso, prima che aiutare altri paesi a crescere, in questa situazione contingente.

Ma Yang Jeichi ha sottolineato come il crescente ruolo dei paesi BRIC ( Brasile, Russia, India e Cina) e la loro crescente influenza nelle principali questioni attuali, può profondamente incidere sulla definizione delle linee d’azione future.

Per esempio, spiegando l’accordo energetico di febbraio con la Russia, dove a fronte di 25 Miliardi di dollari, la Cina riceverà per 20 anni un totale di 300 milioni di tonnellate di petrolio, Yang Jichi ha anche evidenziato come Russia e Cina, quali membri permanenti alle Nazioni Unite, hanno la possibilità di agire per una sempre migliore multi-polarità a livello mondiale.

Dobbiamo dare maggiore contributo alla promozione della pace nel mondo, alla stabilità e allo sviluppo” ha affermato Yang Jeichi, quale chiaro messaggio di quale vuole essere il ruolo della Cina sulle principali questioni Internazionali presenti e future.

Per quanto riguarda poi la questione del cambiamento climatico, Yang Jeichi si augura nel
successo della prossima conferenza di Copenaghen, sottolineando che “tutti i paesi facciano la propria parte così come la Cina sta cercando di contribuirvi, onorando i propri impegni presi”.

In particolare ha esortato tutti i paesi a seguire urgentemente la roadmap stabilite nella conferenza di Bali del 2007, in quella da lui definita essere una “responsabilità comune ma differenziata”, dove un ruolo fondamentale e di guida è comunque a carico delle nazioni già sviluppate.

Per quanto riguarda invece il ruolo cinese in Asia, Yang Jichi ha evidenziato come gli scambi commerciali tra Cina, Giappone e Korea del Sud siano superiori a quelli tra Germania, Francia ed UK.

Ciò evidenzia il livello di “vicinanza”, anche culturale ed un asse sul quale una sempre più stretta cooperazione, può essere fondamentale per rispondere all’attuale crisi finanziaria che sta mettendo in seria difficoltà sia Giappone che Korea del Sud.

Per quanto riguarda poi la questione del lancio del satellite Nord Coreano, il Ministro degli Esteri cinese ha sottolineato come la Cina stia seguendo con “grande attenzione” quanto sta accadendo.

Rimane comunque prioritario per la Cina che la penisola coreana rimanga stabilmente in pace e “ si augura che anche le altre parti si adoperino più intensamente in questa direzione”.

La strada per una soluzione, rimane comunque quella dell’applicazione degli accordi sottoscritti il 19 settembre del 2005, dove in cambio dello smantellamento degli insediamenti nucleari nord coreani siano forniti aiuti economici e di energia, equivalenti  ad un milione di tonnellate di petrolio.

Yang Jichi, ha ammesso che di recente si sono riscontrare delle difficoltà, ma le ritiene “normali” nella gestione di una questione così complessa come quella Nord Coreana e quindi superabili in futuro.

Tornando ai fatti di cronaca, non poteva mancare la domanda sul recente caso dell’asta di Christie delle due sculture in bronzo trafugate dal Palazzo d’Estate dalle forze anglo – francesi  durante la seconda guerra dell’oppio del 1860.

Il Ministro degli Esteri cinese ha ribadito l’opposizione cinese affinché tale vendita abbia luogo e si è detto rattristato che, nonostante tutti gli sforzi fatti per spiegare a Christie ed al governo Francese il valore di tale oggetti archeologici, al momento non si sia arrivati ad alcun accordo.

Connesse a questo ma anche e soprattutto alla questione del Tibet, sono state incentrate le domande relative al livello delle relazioni attuali con Francia ed Europa, dopo anche l’annullamento del summit Cina – Europa in programma lo scorso anno.

Yang Jichi ha confermato che da parte cinese non ci sono problemi affinché i rapporti tornino come prima, dicendosi sicuro che a breve si fisserà una data di un Summit Cina – Europa in sostituzione di quello annullato.

Ma sul tema Tibet e Dalai Lama, Yang Jichi è stato chiaro: “Il Dalai Lama non è una figura religiosa ma un soggetto politico che vuole l’indipendenza di quello il Dalai Lama chiama “il grande Tibet” che di fatto rappresenta un quarto dell’intero territorio cinese”.

A questo punto ha chiesto ai giornalisti presenti: “La Francia, la Germania o altri paesi accetterebbero la separazione di un quarto del proprio territorio?

Quale messaggio “storico” Yang Jichi ha anche sottolineato come la Cina si adoperò a suo tempo alla riunificazione della Germania, alla fine della guerra fredda.

Per cui le differenze tra Cina e Dalai Lama, “non hanno nulla a che fare con la religione, i diritti umani e le relazioni etniche. Da parte cinese si tratta solo di difendere l’unità del paese contro il tentativo di separare il Tibet dalla Cina”.

Per quanto poi riguarda la posizione della Cina nello scacchiere Africano, in particolare sulla questione Sahariana ad occidente e del Darfur in Oriente, Yang Jichi ha voluto ribadire che la Cina si adopera da tempo affinché il dialogo sia l’unica “arma” per arrivare ad una pacificazione in entrambe le aree.

Ha poi evidenziato come sia il Governo Cinese che le Imprese cinesi nell’area, abbiano già offerto ingenti aiuti concreti per aiutare lo sviluppo dell’area, un modo concreto per cercare di aiutare ad uscire dalla situazione di sottosviluppo in cui versano da decenni.

Per finire un’ulteriore annotazione di colore. Alla fine, fatto assolutamente inusuale per una conferenza stampa cinese, Yang Jichi ha fatto gli auguri a tutte le giornaliste in sala e a tutte le donne in generale, in vista della festa internazionale della donna di domani.

Un altro segno del lato umano che sempre più caratterizza la diplomazia cinese, ben rappresentata da Yang Jichi, che anche con le sue partite a Ping Pong dell’anno scorso con le diplomazie internazionali presenti a Beijing, continua ad aprire spazi di dialogo alternativi ed innovativi, in linea con lo sviluppo del paese e del profondo cambiamento in atto a tutti i livelli.