venerdì 27 marzo 2009

No al Dollaro:una nuova moneta per il futuro del mondo!!!


La Cina sta assumendo, giorno dopo giorno, un sempre crescente ruolo nella riscrittura delle regole cardine del futuro del mondo moderno,

Fino ad ora, con la forza delle proprie esportazioni, si era imposta solo come la “fabbrica del mondo”, contribuendo non poco alla crescita economica degli ultimi decenni di molti paesi occidentali, Stati Uniti in testa.

Ora però, sotto l’incalzare della crisi finanziaria, la Cina ritiene che sia giunto il momento per riscrivere le regole della Finanza mondiale, quella che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la base per sostenere la propria Economia reale e continuare a crescere.

Non è pertanto un mistero che la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio sviluppo e quello del mondo prossimo venturo, dall’influenza del dollaro, proprio per evitare che i destini del mondo continuino ad essere legati, in maniera indissolubile, ai destini di una sola nazione.

Da qui la proposta cinese: creare una “nuova moneta” chiamata “di riserva”.

Ma questa proposta cinese, non vuole essere il preludio per l’ingresso dello stesso Yuan in detto paniere o la sostituzione del dollaro con altra valuta, ma la creazione di una NUOVA MONETA, non coniata da alcun singolo paese e patrimonio dalla Comunità Internazionale tutta, quale bene comune in grado di fornire stabilità agli scambi tra le nazioni.

Un’idea utopica?

Tutt’altro. Dall’idea alla pratica, i dirigenti della Banca Centrale Cinese hanno pertanto proposto che questa “nuova moneta” sia gestita dal Fondo Monetario Internazionale, sfruttando i già esistenti “diritti speciali di prelievo” della Fmi che basati su un paniere allargato di Dollaro, Euro, Yen Giapponese e Sterlina Inglese,  permettono già ora, di essere usati come unità di conto dal Fmi e da alcune organizzazioni multilaterali.

Questo approccio cinese, espresso dal Governatore della Banca Centrale Zhou Xiaochuan, è fortemente connesso anche al fatto che per aiutare le economie più deboli, la “nuova moneta” potrebbe consentire di sostenere molti di questi paesi, spesso ricchi di materie prime, ora “vittime” inconsapevoli delle bizze delle economie già sviluppate, che rende impossibile qualsiasi pianificazione sui lunghi periodi di cui necessitano.

Le ragioni dei timori cinesi rispetto al dollaro alla base di questa proposta, sono stati espressi di recente dallo stesso Premier Wen Jiabao, quando nella conferenza stampa a conclusione della sessione annuale del Parlamento Cinese, si era detto “preoccupato” per gli investimenti cinesi in dollari in buoni del tesoro americano.

Ma mentre tutti i commentatori internazionali hanno pensato si riferisse solo alla paura cinese per un Default USA, in realtà il messaggio cinese agli Americani era ben diverso: che non creassero le premesse per il rilancio dell’inflazione e una svalutazione delle propria moneta, per così diluire nel tempo i propri debiti con l’estero, tra cui anche quelli con la Cina.

Ma come i Cinesi vorrebbero attivare questa nuova moneta??

Lo dice lo stesso governatore della Banca Cinese: attraverso un allargamento del paniere che già compongono i “diritti speciali” di prelievo e l’atto da parte degli Stati membri di affidare la gestione di una parte delle proprie riserve valutarie al Fmi.

Questa azione, ha aggiunto il governatore Zhou, “necessita di straordinaria visione politica e coraggio” richiamando la sua posizione a quella di una proposta simile fatta dall’economista Keynes nel 1940.

In vista dell’imminente G20 di Londra, appare quindi chiaro che la Cina non intenda essere semplice spettatrice, ma soprattutto non ritiene più sia il tempo per “effetti placebo” sull’economia e finanza mondiale, ma che invece occorra agire prendendo decisioni strutturali che “cambino gli scenari” futuri, dalle fondamenta.