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domenica 25 luglio 2010

Storico: In Cina il Web 2.0 batte Web 1.0: 50,7 a 49,3%!!

La Cina è ancora una volta l'esempio, l'anticipatore che dimostra come le cose possano cambiare velocemente.

Per quanto riguarda Internet è proprio dalla Cina che arriva un dato storico: per la prima volta si è infatti assistito al sorpasso del Web 2.0 a scapito del Web 1.0.

I dati presentati ieri a Beijing dal Data Center of China Internet (DCCI) parlano chiaro: nella prima metà dell'anno, i contenuti degli utenti non professionali hanno raggiunto il 50.7% del totale, sorpassando quelli prodotti dai siti professionali (49,3%).

Blog, Online forums, Social Networking e siti di Domande e Risposte, sono quindi diventati ufficialmente il "cuore" pulsante della rete cinese.

Non solo, le pagine viste (PV) dei Social Networks (SNS) hanno rappresentato il 50,1 % del totale delle pagine viste, contro un 49,9 delle web applications e servizi.

Contemporaneamente si è anche assistito ad una riduzione del 8,8% per quanto riguarda le pagine viste sui siti professionali d'informazione.

A questi dati, occorre aggiungere la considerazione che un'altra tendenza appare ormai consolidata: di fatto gli utenti internet cinesi preferiscano utilizzare molto più a lungo siti Video o Social networks, piuttosto che leggere news o cercare informazioni.

Appare quindi evidente che la "tendenza" 2.0 sembra essersi trasformata in un riferimento globale e abbia già contagiato gli oltre 450 Milioni di utenti internet cinesi, offrendo così uno spaccato dell'internet che sarà.

Una galoppata che non sembra arrestarsi, tanto che a fine 2010 gli utenti internet cinesi raggiungeranno il 35% dell'intera popolazione (469 milioni) e si stima che già dal 2013 saranno addirittura 713 milioni, rappresentando il 52,7% della popolazione!!.

Ad aiutare questa espansione, non va però dimenticato che contribuirà non poco anche l'annunciato prossimo completamento della convergenza tra Internet, Mobile e Televisione su unica rete integrata ad alta velocità, la 3TNet, la rete internet cinese, con la quale la

Cina ha lanciato le basi di una "società dell'informazione" avanzata, totalmente 2.0.

Come nelle infrastrutture ed urbanizzazione i cinesi hanno costruito come nessun altro al mondo, ora anche sulla rete e nel digitale, stanno percorrendo a tappe forzate la modernizzazione del paese, con un piano globale che è già il "sistema nervoso" della Cina del futuro.

Una scelta convinta che sta dando evidenti risultati e che i dati presentati dalla DCCI, dimostrano come sia già entrata profondamente nella società cinese, tanto da cambiare radicalmente lo stile di vita di centinaia di milioni di cinesi.

Inevitabile quindi non immaginare le conseguenza che una "massa" di netcitizen di queste dimensioni e soprattutto, dotata delle migliori tecnologie, finirà per avere sulla "rete" nel suo complesso e il suo contributo a trascinare il paese in uno sviluppo 2.0 senza frontiere.

Per cui a tutti voi: Welcome in China!! (2.0)

venerdì 27 febbraio 2009

Brand Artificiali!

Il “passa parola”, ha trovato su Internet terreno fertile, perché attraverso i Social Network è possibile agire all’ennesima potenza, potendo così decidere il successo o l’insuccesso di un brand, di una azienda e dei suoi prodotti.

Ma esistono dei seri ma, di cui occorre tenere conto.

Quale attività umana, con in aggiunta un bel po’ di novità tecnologiche, è chiaro che se mentre avere 100.000 persone in piazza o 1.000.000 di oggetti acquistati, rappresentano di per sé un dato oggettivo, ben diverso è il “peso” di un’analisi fatta usando gli strumenti del Social Network.

Infatti, oltre all’arcinoto “lato oscuro” della rete, dove le identità sono tutt’altro che sicure e certe, appare evidente che la strumentalizzazione dei risultati, sia decisamente più semplice ed assolutamente possibile.

Quindi il servizio BuzzMetrics, che sarà lanciato dalla Nielsen, così come altre rilevazioni simili, oltre ad un’interessante spaccato dei blog e dei social network, non potranno rappresentare altro.

La ragione sta proprio nell’oggetto analizzato: i blogs.

Se si osserva a fondo il fenomeno, si comprende infatti come spesso i blog, rappresentino un mondo a parte, gruppi che sarebbe meglio definire, “branchi” che si sincronizzano e lanciano in contemporanea messaggi in modo da condizionare molti dei propri lettori che sulla rete hanno traslato l’approccio televisivo: “lo ha detto la tv”, sostituito con il moderno, “ lo hanno detto alcuni blogs”.

E’ una sorta di potenziometro, che consente anche a gruppi molto piccoli di avere grandi, enormi ritorni d’immagine, anche in presenza di risibili numeri in termini di contatti ed oggettivo interesse reale. 

Per quanto si creda che il mondo sarà sempre più interattivo, appare evidente che ora e ancora per molto tempo, la rete rappresenterà un mondo decisamene a parte, parallelo al mondo reale, ancora profondamente analogico.

Per esempio in Cina, più di un 1 miliardo di persone non usano la rete, eppure questa è già la più grande economia del mondo ed è totalmente analogica!

Ma questo non è colpa di nessuno, l’uomo è prima di tutto un “animale” analogico, fatto di sensazioni fisiche e corporee. Non stupisce quindi che sulle cose veramente importanti, la rete perda il suo “appeal”, per essere sostituita dai “tradizionali” sistemi di comunicazione: parola, vista, tatto.

Questo aspetto risulta importante, altrimenti si rischia di “credere” che il mondo sia tutto qua, quando la realtà è da tutt’altra parte o peggio si finisca per soffrire di un pericoloso “autismo da social network”, dove il proprio mondo è SOLO quello rappresentato dalla rete. Qualcosa che già molti studiosi cominciano a sottolineare essere un rischio reale.

Per quanto riguarda poi la politica, se prendiamo il caso Obama, in molti pensano che sia stata una vittoria della rete. Analizzando però a fondo quali strumenti ha realmente usato, si nota come la rete è stato solo uno strumento di controllo e coordinamento di una sterminato “passa parola” fatto di persone reali e comitati locali “analogici” di persone in carne e ossa e strette di mano.

La raccolta del denaro è stato infatti frutto del “porta a porta” di queste migliaia di formichine.

Per quanto riguarda la politica italiana la situazione non è molto diversa, tanto che le ultime elezioni o le crisi di alcuni dei partiti, come quella del PD, sono state imputate anche ad essere stati “troppo Digitali”, finendo per chiudere molte sedi sul territorio per gli incontri reali, facendo posto ad un “partito digitale” che alle ultime elezioni in Sardegna, con tanto di Soru, re del digitale italiano, ha portato a casa solo una sonora sconfitta, da un signore TV / Analogico come Berlusconi.

Il problema è che ora stanno nascendo servizi a pagamento, connessi direttamente o meno alla analisi dei contenuti dei blog e dei social network

Esiste un rischio: tanto più questa nuova economia del Social Network crescerà, tanto più i blog stessi e molto degli stessi account dei diversi Facebook, rischieranno di trasformarsi in Redazionali a Pagamento o articoli che intendono alimentare idee, prodotti, consumi, giudizi, pareri, con lo scopo di condizionare a fini commerciali chi cerca risposte ai propri problemi o necessità, usando questo o quel motore di ricerca.

Non a caso molte delle attività Social di Politici ed Aziende sono già di questo tipo, visto che usano Facebook come uno strumento di promozione, ben diversamente da quanto immaginato dal suo fondatore, quale momento d’incontro tra persone che si conoscono ( i famosi “amici”).

Questo spiega anche un fenomeno in contro tendenza, quello cinese, dove Facebook non sta conquistando il più grande mercato internet del pianeta, visto che usano ben altri strumenti di “passa parola” e di relazione diretta, soprattutto a colpi di Instant Messaging (MSN, ICQ , QQ .etc…) piuttosto che buttare la propria identità in pasto a non ben chiari spazi aperti, quali quelli di Facebook.

Quanto detto, rende evidente come sia quindi molto difficile credere alla validità di un sistema di giudizio che non è in grado di garantire l’autenticità del giudizio espresso e soprattutto la non strumentalizzazione dello stesso.

Tecnicamente poi non è difficile creare un sistema, anche importante per esempio di qualche migliaio di blog, che consenta la creazione di un sistema di “ripetitori” di contenuti ed idee, in grado di simulare e offrire uno spaccato del tutto inattendibile sui reali interessi.

Basta pagare!

Tra l’altro ci si espone ad un possibile aspetto paradossale: i ricatti da social network, dove si può scatenare la propria rete di contatti su un tema o contro qualcuno che non si è gradito.

Il sottoscritto ne sa qualcosa, quando ha avuto modo di scrivere su Grillo ed esporre contenuti non graditi alla sua comunità di migliaia di blogger.

Chi ci dice che, come oggi ci sono società che comprano domini internet per poi rivenderli ai brand che intendono utilizzarli, lucrando sul valore dell’identità digitale, domani potranno esistere blogger che “sparleranno” di questo o quel brand, confidando di ricevere un compenso (riscatto), affinché non si tocchi questo o quel marchio??

In fondo dietro ogni computer e in ogni account di social network si “nasconde” sempre un uomo in carne ed ossa, con i suoi pregi e difetti

Non è quindi da colpevolizzare la natura della rete, solamente un’artificiale estensione umana, ma solo la natura umana che può trovare sulla rete nuovi e più vasti spazi per esprimere il proprio lato buono o cattivo.

Social network compresi!