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giovedì 3 giugno 2010

Festa della Repubblica: L'ottimismo Italiano parte da Shanghai.

Shanghai ha celebrato la festa della Repubblica con due intense giornate, ricche di significativi eventi, il tutto a partire dal maestoso evento all'hotel Hilton, divenuto per una sera il centro dell'economia Italiana, vista la presenza in contemporanea sia della comunità d'affari Italiana in Cina, dei vertici di Confindustria impegnati nella missione imprenditoriale iniziata a Chongqing e dei rappresentanti dell'EXPO appena partito a Shanghai.

Una serata realmente particolare, per certi versi unica e toccante, un "ritrovarsi" tra le due anime economiche del paese: di chi ha scelto di vivere lontano dal paese la propria vita e di costruirsi il proprio futuro altrove e di chi invece, lo sta cercando attraverso questa missione e questo lungo viaggio, nella speranza che questo paese lontano, possa aiutare a rilanciare il proprio futuro professionale ed aziendale.

La vera sintesi di quanto è accaduto forse la si ritrova nelle parole del Commissario dell'EXPO Beniamino Quintieri: "tutto sta andando per il meglio!".

Parole che fanno trasparire il coinvolgente ottimismo che nel far east si respira in queste frenetiche giornate, così come la netta sensazione che se e quando gli italiani ci credono veramente e fanno gruppo, come per esempio sta accadendo all'EXPO di Shanghai, nulla diventa impossibile,

Stesso spirito che si ritrova nelle parole di Edoardo Colombo del Ministero del Turismo, che dalla Cina e per la Cina, sta creando le basi di un rilancio del turismo italiano, sperimentando percorsi e soluzioni che possano cambiare il pericoloso trend attuale che ci sta lentamente facendo allontanare dal podio in questo mercato.

Un'innovazione che non si ferma alla declinazione del verbo, ma che cerca di "osare", di coinvolgere e di condividere una nuova via, affinché si arrivi ad un risultato tangibile che crei le premesse per un vero rilancio per il futuro del paese.

Così come "guardando" dentro al discorso ufficiale del Console Generale di Shanghai Roscigno, appare evidente l'indicazione e la sensazione che forse proprio da Shanghai si possa assistere ad un "cambio di passo" di cui l'Italia tutta potrebbe beneficiare e che una sempre più stretta collaborazione tra Italia e Cina, possa portare ad un nuovo rinascimento italiano.

Come citato con trasporto dal Console Generale Roscigno, è dalla riscoperta dei propositi e i valori di un campione del nostro passato, Matteo Ricci, divenuto ormai guida sicura della presenza italiana in Cina, che si potrà assistere ad un "cambio di pelle" del nostro agire, in una riscoperta dei valori fondanti che ci accomunano e che il mondo riconosce essere "Italian"!

Qualcosa che sicuramente non potrà aver lasciato indifferenti i molti illustri ospiti e che ci si augura potrà in futuro ispirare in particolare le "nuove leve" del capitalismo italiano presenti, come il Presidente di Confindustria Marcegaglia e della Fiat John Elkann, che comunque avranno sicuramente colto la volontà di rivincita che in sala si respirava, quella di una prima linea che quotidianamente, lontano dall'Italia, agisce guardando al futuro senza troppi tentennamenti, forte solo del proprio convinto "think Italian".

Questo sembra essere quindi il vero "regalo" di Shanghai ai quasi 600 imprenditori giunti in missione in Cina, qualcosa che potranno riportare in Italia con loro, affinché possa diventare la base fondante di un contagioso ritrovato ottimismo che possa contribuire a "costruire", rilanciare, innovare il modo di porsi e proporsi a livello internazionale del paese. 

Sarebbe un ottima medicina, per riuscire ad affrontare, da vincenti, le sfide di un presente non facile e a non subire l'incerto futuro, per poter delineare con maggiore convinzione le linee concrete di sviluppo del paese.

La due giorni di festeggiamenti dopo le cerimonie ufficiali della mattinata, ha poi trovato il suo apice nel memorabile concerto di Ennio Morricone alla Red Hall all'interno dell'EXPO.

Un concerto toccante, con ben 3 standing ovations e relativi Bis, per uno dei nostri campioni che hanno saputo esportare il nostro genio nel mondo, utilizzando solo la forza delle emozioni musicali, spesso diventate ben più importanti delle stesse immagini Hollywoodiane a cui facevano da commento e sottofondo.

Morricone, ormai di casa in Cina dopo i concerti dello scorso anno, sta diventando da queste parti un punto di riferimento importante per la nascente industria cinematografica, perchè maestro incofondibile nell'uso sapiente dei singoli strumenti, delle voci e nella creazione di atmosfere ed immagini sonore senza tempo, che anche come emerso nelle interviste fatte dalle televisioni cinesi, sono risultate comprensibili anche al folto pubblico cinese presente, che magari non aveva mai visto il film di cui erano colonna sonora, ma che nonostante tutto è riuscito comunque a percepirne le emozioni connesse,

In un paese musicalmente caratterizzato da un'opera fatta di allusioni, parole, gesti ma soprattutto di suoni ancestrali, sempre più contaminato dalla nostra opera, fatta invece di emozioni sonore, ieri l'immagine del coro cinese di ben 80 componenti che ha affiancato l'orchestra italiana diretta da Morricone, è sembrata quasi una metafora della possibile collaborazione che si può instaurare tra i due popoli anche nella costruzione del proprio futuro e degli incredibili risultati che si possono realizzare assieme.

Un Morricone che all'uscita dal camerino è stato letteralmente assalito da molti degli spettatori cinesi presenti nella loro corsa all'autografo, ai quali il maestro si è prestato, firmando di tutto, dalle copertine dei suoi dischi, ai biglietti d'ingresso, al programma della serata, il tutto condito da una battuta tutta romana e un largo sorriso "...che ora vogliamo fare?"

Una festa della Repubblica a Shanghai quindi sicuramente speciale, che come tipico da queste parti, ha guardato al futuro, andando oltre le mere celebrazioni ufficiali, divenendo un momento di reciproca comprensione, anche tra connazionali tra loro lontani ma in questa giornata vicini e che da Shanghai hanno voluto lanciare un messaggio costruttivo, frutto di una prospettiva diversa, carico di ottimismo e positività, che ora si spera arrivi in Italia al ritorno della delegazione e possa contagiare il paese, per aiutare l'Italia a continuare ad essere quello che è nell'immaginario della maggioranza dei cinesi: un esempio da seguire, un esempio da imitare, un esempio da rispettare.

Prova ne sia che il Padiglione italiano all'EXPO sia uno dei più visitati, sicuramente il più "toccato", il più emozionalmente vicino al desiderio di cambiamento che i cinesi stanno realizzando e che dopo aver toccato il "cielo" con i loro incredibili grattacieli, stanno adesso cercando nuove vie per il proprio sviluppo che possa valorizzare il proprio passato, le proprie radici, in un percorso che spesso vede proprio nell'Italia il proprio alter ego e compagno di viaggio secolare, il tutto ora proiettato al futuro.


L'autografo di Ennio Morricone!!

mercoledì 2 giugno 2010

Festa della Repubblica a Shanghai...

Da ieri a Shanghai sono iniziate le celebrazioni della Festa della Repubblica con l'evento ufficiale alla presenza dell'Ambasciatore Sessa, il Console Generale Roscigno, il Ministro Sacconi a capo della delegazione di Confindustria guidata dalla Marcegaglia. Un'occasione di'ncontro con gli amici di passaggio proprio con questa delegazione e il ritrovarsi con altri di passaggio a Shanghai...

Oggi la parte spettacolare al Padiglione dell'EXPO con l'apice del concerto di Ennio Morricone, l'orchestra di Roma e 80 coristi cinesi.... da non perdere ( e non lo perderemo ;)...
Buon 2 giugno a tutti!!!

martedì 16 dicembre 2008

Partita nei migliori dei modi l’avventura italiana all’EXPO di Shanghai

Nei giorni scorsi, ha avuto grande enfasi in Italia, la notizia dell’entusiastica adesione della Cina a Milano EXPO 2015.

Sicuramente un grande successo per il prossimo EXPO italiano, ma soprattutto la prova e la conferma, della stima che lega i cinesi agli italiani e Milano in particolare con la Cina

Legate da un gemellaggio oramai trentennale (1979), Milano e Shanghai sembrano ora legate dal destino nel divenire crocevia fondamentali del futuro economico mondiale.

Infatti, mentre Shanghai EXPO 2010 si terrà nella fase che tutti gli economisti ritengono essere di fine crisi e inizio del rimbalzo dell’economia del pianeta, Milano 2015 dovrebbe avere l’onore di essere il momento del consolidamento della crescita iniziata a partire proprio dal 2010.

Un legame tra le due città che quindi va ben oltre i formalismi, un ponte tra passato e futuro, ben rappresentato anche dalle comuni priorità dei rispettivi EXPO: “qualità della vita, innovazione e sviluppo, ambiente”.

Ma veniamo ai numeri” della futura presenza Italiana all’EXPO di Shanghai.

Come illustrato la settimana scorsa alla comunità d’affari Italiana di Shanghai dal Commissario Italiano per l’EXPO, Beniamino Quintieri, alla presenza del Sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso, il presidente dell’ICE Vattani e l’Ambasciatore Sessa, la presenza italiana all’EXPO di Shanghai sarà da paese protagonista.

Per prima cosa per la dimensione e la qualità degli impianti espositivi: 7000 Mq, con un investimento di circa 8,2 milioni di Euro, a cui vanno aggiunti i materiali che saranno offerti dalle aziende italiane.

Un progetto selezionato dopo una gara europea, che ha visto impegnati 65 studi d’architettura e che ha il pregio di trasmettere il messaggio tutto Italiano, del “Design quale cultura del vivere”.

E’ talmente piaciuto ai cinesi, che ora stanno seriamente pensando di non distruggere il padiglione dopo la chiusura dell’evento, come prassi vigente per ogni EXPO.

A questo aspetto quantitativo si aggiungerà la qualità del programma che verrà sviluppato, totalmente concentrato sulla promozione dei valori “dentro” il Made in Italy, cercando contemporaneamente di sfatare i luoghi comuni che lo circondano.

Un programma direttamente gestito dal Commissariato Italiano per l’EXPO 2010, con l’obbiettivo da un lato, di coordinare al meglio gli interventi delle diverse regioni e dall’altro, dando precise indicazioni e gli obbiettivi che la presenza italiana deve necessariamente raggiungere, selezionare solo i migliori progetti.

La missione della presenza Italiana all’EXPO di Shanghai sarà quindi quella di “portare l’eccellenza italiana e l’essere italiano a 360°, puntando su un futuro fatto di alta tecnologia, cura ambientale e qualità della vita quotidiana”.

Un’importante ruolo in tal senso, lo avrà proprio la Triennale di Milano, che coinvolta nel concept del progetto, contribuirà anche nella fase dell’allestimento del padiglione italiano che vedrà in gara il meglio del Made in Italy.

Questo approccio della presenza Italiana all’EXPO di Shanghai, è in linea con il pensiero esposto nel suo intervento dal Sottosegretario Urso che, nel cercare di inquadrare l’attuale situazione economica, ha spiegato come l’economia italiana, al di là delle sensazioni, nei numeri appare tutt’altro che in declino, semmai in profonda trasformazione.

Infatti, mentre nel passato si è potuta sfruttare la leva del prezzo migliore rispetto ai concorrenti europei ed americani, ora e da tempo, il prodotto Made in Italy, si vende perché, riconosciutane la qualità, è il più caro.

A riprova della trasformazione in corso, il sottosegretario Urso, ha sottolineato poi come a trainare il “recupero” italiano siano proprio i settori che venivano dati per “decotti”, come il tessile-abbigliamento, il cuoio-calzature e arredamento, settori che dopo essersi dovuti pesantemente ristrutturare, ora sono tornati più che mai l’eccellenza italiana nel mondo.

Ad avvalorare tale tesi, il recente dato WTO che definisce come l’economia italiana, in fatto di competitività, sia la 2° a livello mondiale, sorpassata solo dalla Germania.

Ma tornando all’EXPO di Shanghai, che ci si auspica possa rappresentare un momento di svolta importante, lo si può comprendere proprio nelle parole del Commissario Quintieri: “abbiamo recuperato il ritardo!”.

Qualcosa di ben augurante, anche per la non proprio brillante prima fase della preparazione dell’EXPO di Milano.

Infatti, come sottolineato dal Commissario Quintieri, “quando noi italiani abbiamo una data, siamo in grado di tirare fuori il meglio che c’è in noi e riuscire così a superare qualsiasi difficoltà”.

Un’affermazione che sembra quasi il manifesto della partecipazione Italiana all’EXPO di Shanghai e forse, in maniera estensiva, anche per l’intero sistema Italia in questi momenti di crisi.

Infatti al di là delle parole, i fatti sembrano confermare le affermazioni del Commissario per l’EXPO, tanto che ben 3 città italiane Venezia, Bologna ed appunto Milano, sono state scelte tra le 35 “best practises” che i cinesi mostreranno al mondo intero in termini di esempi urbanistici.

Un bel risultato che come ha spiegato il Presidente dell’ICE Vattani, è arrivato anche grazie all’importante azione di contatto e mediazione svolta dall’ICE, che ha permesso alle proposte italiane di essere migliori delle altre, perché rispondevano meglio alle esigenze e alle sensibilità delle diverse giurie OCSE.

L’ICE intende ora proseguire la propria azione di supporto per l’EXPO ed aiutare le aziende italiane nel cercare di utilizzare gli oltre 150.000 spazi comuni, dove le aziende del Made in Italy, potrebbero aspirare ad una vetrina di primissimo piano, fatta di oltre 70 milioni di presenze previste.

In chiusura, il Sottosegretario Urso, ha “presentato” la squadra, i ruoli e gli obbiettivi delle diverse componenti italiane a supporto della internazionalizzazione delle imprese in questi tempi di crisi.

All’ICE è stato assegnato il compito prioritario di concentrarsi sui paesi emergenti, divenendo “testa di ponte” per il sistema italiano nella sua successiva espansione.

La SIMEST, che ha già provveduto ad allargare i tempi di rientro per i propri finanziamenti, ha contemporaneamente agito su una riduzione dei propri tassi, rendendo così ancora più conveniente l’uso di tali strumenti finanziari per l’impresa italiana che intende internazionalizzarsi.

Per finire la SACE, che gioca un ruolo attivo nel garantire, assicurare il credito e quindi partecipare ai rischi paese che le imprese italiane devono correre nella conquista ed espansione dei nuovi mercati.

Milano – Shanghai, due città e due simboli planetariamente riconosciuti.

Ora sempre più l’asse sul quale passerà il futuro del mondo, qualcosa che deve essere “sprone” per continuare a fare sempre meglio e non perdere di vista l’obbiettivo condiviso: “la definizione di un nuovo sviluppo sostenibile”.

martedì 9 ottobre 2007

Ferrari vince in Cina: Auto simbolo di libertà in movimento...

Domenica scorsa, la Ferrari a Shanghai ha raggiunto la sua duecentesima vittoria in F1,

A Shanghai, per un Week –End è sembrato di essere nei dintorni di Monza, solo che stavolta, bardati del rosso Ferrari, manco fosse l’ancora più famoso rosso Valentino, erano migliaia di Cinesi, che senza lesinare sui costi. non proprio popolari del Merchandising, hanno indossato per strada e sui metro, con evidente orgoglio, uno dei simboli italiani più famosi al mondo.

Ma per i cinesi, la Ferrari è qualcosa di più che per noi italiani: un simbolo, non solo di tecnologia motoristica, ma una vera e propria icona della “libertà in movimento”, legata ai motori.

Infatti, mentre con il calcio italiano, la passione oramai sconfinata dei cinesi, è connessa ad una emozione prettamente sportiva, al gesto atletico o nella mitizzazione di questo o quel campione, nel caso della Ferrari, oltre a rappresentare il simbolo del sogno della ricchezza impossibile, inseguito da molti, concretizza anche un altro desiderio di tutti i cinesi: la libertà di poter scoprire il mondo, utilizzando l’auto.

Questa situazione è analoga a quella italiana degli anni 50 -60, quando con le mitiche 500 e 600, l’Italiano medio scopriva la vacanza al mare e, ahimè, anche le code.

Ancora oggi, molto spesso il cinese medio non è mai uscito dal proprio villaggio o città, visto che fino a poco tempo fa, moversi sulle grandi distanze, rappresentava una doppia sfida: da un lato per la inefficenza dei mezzi di trasporto ma dall’altro, dalla impossibilità di farlo liberamente senza le adeguate autorizzazioni governative.

In un contesto come questo, appare quindi del tutto azzeccata la definizione di “Cavalli vapore” quando si parla di motori.

Infatti nei villaggi della Cina, la bicicletta e quindi i “cavalli umani”, ancora oggi, rappresentano l’unico mezzo che consente a tutti i cinesi, di potersi muovere liberamente sulle brevi distanze o il motore delle Bici-Taxi dei mezzi pubblici urbani.

Quando quindi parli con i Cinesi di automobili, hai sempre l’impressione che le stiano guardando, non come un mezzo meccanico ma come “destrieri”, ai quale occorre guardare il pelo, la dentature e gli zoccoli, per capirne lo stato di salute.

E non hanno tutti i torti. Infatti andare in giro in auto per la Cina, può essere una autentica avventura, visto che nel paese le strade spesso lasciano a desiderare, le aree di servizio non sono frequenti come da noi, ma soprattutto, per qualsiasi, anche il più piccolo problema, trovare i pezzi di ricambio rischia di essere una vera e propria impresa.

Ma nonostante l’eplosione del mercato automobilistico in Cina, per i più, comprare un auto rappresenterà ancora a lungo, un sogno irragiungibile. Ci sarebbe da dire, per fortuna, perchè nonostante sia comunque in una fase embrionale e già siano scattati meccanismi di autoriduzione da parte del governo cinese, comprese le aste delle targhe, le principali città cinesi sono già tra le più inquinate al mondo.

Ma tornando al Gran Prix di F1, il momento forse più importante di questa edizione è stato il giro d’onore della pista dell’autodromo di Shanghai, fatto dalla mitica Itala, arrivata 100 anni dopo, a ripercorrere la tratta Parigi – Pechino, in soli 2 mesi.

Un momento nel quale i cinesi hanno potuto concretamente toccare sia il sogno di “esploratori con le 4 ruote”, realizzato utilizzando i comunque limitati cavalli vapori di questa auto di 100 anni fa e contemporaneamente, il senso di “solidità” connesso quando si produce con qualità.

La parola solidità, se si parla di automobili, è un elemento sensibile da queste parti, visto che i “crash test” delle ultime produzioni cinesi non hanno brillato, fallendo miseramente, proprio su questo punto.

“L’Itala Style” ha quindi lanciato un messaggio, tutto italiano, fatto di “concreta, solida bellezza” che attraverso il suo esempio ha potuto spiegare, meglio di tante parole, come l’auto non possa essere solo uno status symbol da mostrare, lo strumento per essere invidiati da tutti o essere la prova evidente di avere raggiunto la nuova ricchezza inseguita dai più, ma prima di tutto, deve essere un “fiero destriero”, o meglio un “mulo fedele”, ben costruito ed affidabile, in grado di continuare a cavalcare, attraversando indenne i decenni, per portarci lontano.

I cinesi che già hanno un rapporto simbiotico con la propria bicicletta, quasi fosse parte del proprio corpo, ora stanno estendendo questo pensiero all’auto, quando decidono di investire, nella propria nuova libertà a quattro ruote.

Quindi viva il “purosangue” Ferrari, ma soprattutto lunga vita al “vecchio destriero” Itala

giovedì 14 giugno 2007

De Bortoli - Ambasciatore Sessa: un cambiamento alla luce del SOLE

(Pubblicato su Affari Italiani il 14 Giugno 2007)

Che la comunità d'affari Italiana in Cina stia attraversando una fase di sviluppo e cambiamento molto interessante, è stato confermato dall'incontro di ieri in occasione della presentazione del nuovo ufficio di corrispondenza a Shanghai del Sole 24 Ore, che va ad aggiungersi a quello di Beijing.

Per l'occasione, il Direttore del Sole 24 Ferruccio De Bortoli, ha voluto incontrare la comunità d'affari Italiana in Cina, per spiegare le linee guida di sviluppo del giornale, anche alla luce della prossima quotazione del Gruppo, prevista per il prossimo Ottobre, dove il 32,5% sarà messo sul mercato.

Due le priorità principali di sviluppo del Sole24ore:
- supportare la internazionalizzazione delle imprese italiane con prodotti d’informazione ad hoc, in particolare on-line e l’intenzione di aprire anche nuove sedi di corrispondenza in altre aree in forte sviluppo, quale ad esempio la Turchia;
- offrire un sempre più concreto supporto alla crescente immigrazione in Italia..

Il Direttore ha sottolineato infatti come il problema dell’immigrazione in Italia non si esaurisca, come prospettato dalla “Bossi – Fini”, nell’aver un lavoro, ma nell’accompagnare il singolo immigrato nel suo percorso alla successiva cittadinanza, in modo da favorirne una sempre più concreta integrazione, nel rispetto delle leggi italiane. I riferimenti ai recenti fatti di Via Sarpi sono stati evidenti.

Ma la vera sorpresa di ieri è stata la presenza all'incontro, oltre del Console Generale Roscigno, dell'Ambasciatore Sessa, giunto apposta da Beijing.

Grazie alla sua presenza, l'incontro è stato un momento di profonda riflessione sui risultati ottenuti e gli obbiettivi futuri della presenza Italiana in Cina, ma anche un momento per parlare delle questioni italiane, da un punto di vista Cinese.

L'Ambasciatore Sessa ha quindi riassunto al Direttore De Bortoli i contorni del “fenomeno CINA” e gli elementi cardine della presenza Italiana, rivelando nel contempo gli obbiettivi economici che il Governo Cinese e quello Italiano si sono prefissati per i prossimi 5 anni: raddoppiare l'attuale interscambio economico.

Ma il Governo Italiano, all'Ambasciatore Sessa ha dato un mandato ancora più chiaro: arrivare a questo risultato, molto prima del tempo prefissato.

Da qui il motto a lui tanto caro: "Più Italia in Cina. Più Cina in Italia".

L’Ambasciatore ha sottolineato come, nello sviluppo del mercato cinese, gli italiani debbano uscire dagli scontati stereotipi che ci legano solo ad alcune eccellenze in alcuni settori. Nel futuro non dovremo limitarci a questi, come un attore che non riesce ad “uscire dal personaggio” che lo ha portato al successo.

L’Italia è il paese del Fashion, delle auto di lusso e della pasta. Ma per il futuro non può e non deve essere solo questo.

Fondamentale è quindi ruolo dei media Italiani e il Sole24ore con essi, nell’informare e favorire la crescita della presenza Italiana in Cina e nel contempo di quella Cinese in Italia.

L'Ambasciatore Sessa ha poi espresso al Direttore De Bortoli un desiderio molto sentito nella comunità italiana: l’impegno affinché la copia cartacea del giornale non arrivi dopo 4 giorni come ora. E' uno strumento importante e un elemento che unisce i concittadini all'estero con la madre patria.

Per essere chiari: le tecnologie possono trasmettere le informazioni in real time. Ma il "calore" della copia cartacea dei giornali italiani, qua in Cina, è una necessità insostituibile che merita di essere potenziata. E' un fatto di identità e di cultura nazionale importante, quanto e forse più di un libro.

E De Bortoli su questo tema ha raccontato un aneddoto: quando lavorava per un editore francese, alla Fiera del Libro di Francoforte fu decretata la morte del Libro tradizionale a favore dell’e-book. Allora provocatoriamente, l'editore francese lanciò un quesito alquanto bizzarro ma concreto: quanti vorranno leggere "guerra e pace” in formato elettronico?.

Ma l'Ambasciatore è andato oltre. Interpretando il pensiero degli imprenditori presenti in sala, ha chiesto a De Bortoli che il Sole 24ore pensi di produrre un "foglio" cartaceo in lingua cinese.

Questo strumento sarebbe molto importante, strategico per veicolare la cultura e i prodotti italiani in maniera più profonda di quanto fatto fino ad ora, visto che la stragrande maggioranza dei cinesi conosce SOLO il cinese.

Ma ieri una seconda questione è emersa in maniera molto sentita: la questione generazionale.

L’Italia, secondo De Bortoli, tratta male i propri giovani, non creando loro spazi ed opportunità concrete o alcuna prospettiva. Parlando di Università, ha ricordato come quelle italiane, a differenza di molti altri paesi, ricevono soldi per quanti iscritti riescono ad avere, non per quanto valore e preparazione riescono a produrre.

A questo va aggiunto il giudizio lapidario espresso dal Direttore sulla attuale situazione italiana. Paradossalmente, nell’epoca della globalizzazione, siamo più provinciali di un tempo. Le cause? Sono principalmente riconducibili alla attuale classe politica che a differenza di quelle dei decenni scorsi, non riesce a trovare un credibile posizionamento a livello internazionale del “Sistema Paese”, essendo tutta concentrata a difendere le posizioni nazionali e le sempre più invecchiate classi dirigenti.

Ma un'altra stoccata il Direttore l’ha anche data proprio all’imprenditoria italiana che, tutta chiusa nel paradigma “del controllo a tutti i costi”, non riesce a seguire l’esempio dato ultimamente dal sistema Bancario italiano che con lungimiranza ed efficacia, superando proprio questa barriera psicologica, è riuscito a creare casi di successo, in grado di competere a livello mondiale.

Tornado al tema dei talenti, al Direttore del Sole è stato evidenziato come le aziende italiane in Cina, spesso trattano i giovani Italiani in maniera a dir poco disonorevole: Quindi gli Italiani, prima di criticare la Cina sui diritti civili, dovrebbero seriamente preoccuparsi di trattare meglio i propri concittadini all’estero, spesso pagati sottocosto, in nero e senza alcun previdenza sociale o assicurativa.

L’Ambasciatore Sessa, visibilmente toccato dai racconti sentiti in sala, ha preso l’impegno affinché la comunità d’affari italiana abbia tra i primi punti proprio il rispetto dei diritti dei lavoratori italiani in Cina e anzi favorisca una crescita dei talenti che qua in Cina si giocano il proprio futuro, molto importante anche per la stessa madre patria.

E il caso di successo italiano che dimostra una possibile strada, esiste: si chiama Tecnogym. La società italiana, unica società a livello mondiale ad essere sponsor ufficiale in esclusiva per le prossime olimpiadi 2008, come ha tenuto a sottolineare l’Ambasciatore Sessa, per creare il mercato cinese, ha mandato il suo uomo migliore, non uno stagista o un manager senza arte o parte o alle prime armi.

Quindi investire sul capitale umano e sui talenti risulterà la vera chiave per il successo del Made in Italy in Cina e nel mondo. Alla stampa il ruolo fondamentale di spiegare tutto questo ed informare costantemente dalla frontiera sugli accadimenti, magari lasciando da parte certi coloriti contributi, cercando di trasmettere invece una quotidianità fatta di affari, cultura moderna ed integrazione.

Se l’Italia sarà percepita così, potrà andare lontano e il “Laboratorio Cina”, sarà un ottima palestra per le ricette del rilancio del Made in Italy nel mondo.

venerdì 6 aprile 2007

Pasqua della resurrezione Italiana: Nasce il “Sistema Italia” in Cina??

(Pubblicato su Affari Italiani il 7 Aprile 2007)

Pasqua per la nostra tradizione è un momento molto particolare.

Coincidenza vuole che proprio alla vigilia di un momento come questo, il nuovo Ambasciatore di Italia in Cina, Riccardo Sessa, in visita a Palazzo Lombardia, abbia lanciato un semplice ma chiaro messaggio di programma: “Fare sistema”.

Pasqua può essere quindi il momento giusto per lanciare il seme di un rinnovato "patto" all'interno della comunità italiana: rinascere cooperando assieme.
Nei giorni scorsi, con questo rinnovato spirito e memore anche delle recenti parole dell'Ambasciatore, ho avuto modo di confrontarmi con alcuni membri della comunità italiana su questa "visione" in comune.Sono rimasto colpito di come, su questo tema, esistano due nette e contrapposte reazioni:

la prima è quella che accomuna chi da molti anni vive a Shanghai e in Cina, riassumibile sinteticamente in "Conoscendo come funzionano, si muovono e come decidono le nostre istituzioni, la vedo molto difficile".

La seconda è di chi è arrivato da poco. Rendendosi conto dello scarso peso specifico della presenza Italiana se comparata con i nostri partners europei, si auspica di vedere crescere quel gioco di squadra in grado di far sopperire alle molte, troppe mancanze e deficienze strutturali, tutte italiane.

Dopo questo primo giro di vedute, non posso quindi che rimanere perplesso; sarà reale la prima o la seconda o nessuna delle due?

Sarà veramente possibile girare pagina??
Comunque sia, di tutte le parole ed inviti espressi dall'Ambasciatore Sessa, nella recente visita a Palazzo Lombardia, ce ne sono alcuni pienamente condivisibili, quali "fare sistema", "cooperazione", "rischiare imprenditorialmente", ma su una osservazione mi permetto di avere qualche riserva, quella che testuale dice" ora tocca a voi venire a Puxi, per una maggiore integrazione e sinergia con le istituzioni".

Bene Ambasciatore Sessa, ribadendo che noi, come abbiamo avuto modo di dirle di persona, siamo dalla sua parte e sosterremo la sua azione per una comunità italiana più integrata, è però necessario sottolinearle come il grosso delle aziende italiane che producono fatturato a Shanghai sono nell'area di Pudong e non a Puxi.

Attorno e dentro a Palazzo Lombardia sono presenti molte aziende che nel silenzio e spesso nell'anonimato, lavorano e produco nuova ricchezza.

Quindi proprio in virtù del totale spirito di cooperazione con i suoi obbiettivi, la invito a non distinguere tra Puxi e Pudong, un gioco “goliardico” all'interno della comunità italiana per distinguere tra chi è "cool" da chi è "sfigato, ma di vedere Shanghai e la sua comunità italiana, come una unica realtà.

E' oltretutto il momento di portare l'attenzione (e strutture italiane), direttamente a Pudong, per sostenere sul campo la comunità italiana, visto il livello di sviluppo raggiunto dall’area e gli interessi industriali in gioco, quale luogo di vera produzione di nuova ricchezza italiana.

Il Palazzo l'ha visitato e per sua informazione a soli 3 Km ci sono i Tedeschi, con tutte le loro organizzazioni concentrate assieme, in una struttura analoga su 30.000 mq.

E noi cosa facciamo?

Perchè non ci diamo un lasso di tempo di 3-4 anni nel quale tutti gli italiani, concentrati in uno stesso luogo (es: Palazzo Italia a Pudong) sullo stile dei tedeschi, lasciando a Puxi le sole funzioni di rappresentanza, possano realmente cooperare assieme e creare nuova ricchezza tangibile, reale.

Poi, una volta creata una nuova vera ricchezza tangibile, ci potremo anche permettere di comprare, tutti assieme, un nuovo più "cool" building nel centro di Shanghai!!

Cosa servono ad esempio 100 mq di uffici della Promozione Toscana, anche se a Xin Tian Di (il massimo del cool a Shanghai) se poi non sono parte integrante di un Sistema Italia in grado di disporre di strutture logistiche rilevanti, tangibili?.

Come può l'ICE pensare di crescere con gli spazi attuali nel supporto alle imprese od organizzare frequenti, quotidiani incontri Business to Business del Made in Italy, andando oltre le fiere istituzionali?.

Che senso ha che Lombardia e Toscana ( e le altre regioni) competano in questo stupido modo, moltiplicando gli investimenti in affitti e personale??

Magari Palazzo Lombardia non è nel centro "cool" di Shanghai e magari il nome Lombardia da fastidio a qualcuno ma ad oggi, volenti o nolenti, altri spazi di proprietà Italiana, di queste proporzioni (10.000 mq), già pronti all’uso, non sono disponibili, senza ulteriori consistenti (inutili) investimenti.

A tutto si può trovare oltretutto una facile soluzione; come quella di creare un efficiente sistema di navette, che costa molto meno di qualsiasi nuovo palazzo in centro, per risolvere i problemi logistici attuali e chiamarlo "Palazzo Italia" per affermare la missione nazionale.

Mi permetto di suggerirle anche, per dare una reale concreta svolta alla situazione attuale, di evidenziare con maggiore forza a tutte le istituzioni ed imprese italiane, soprattutto a quelle che operano nell’area di Pudong che nella cooperazione italiana futura non esisteranno “zone d’ombra” o cosa ancora peggiore “ghetti” o società considerate di secondo ordine.

Se siamo tutti Italiani, lo siamo sia che si sia a Puxi che nella "concreta" Pudong. Siamo a Shanghai!!

Sicuramente nel futuro, Lei può rappresentare quel punto di riferimento comune a tutti noi, attorno al quale far "risorgere" quella identità italiana, dispersa in infinite inutili provinciali discussioni, sulla presunta superiorità di Puxi a Pudong!!

Proporrei quindi di organizzare un incontro (Stati generali) che coinvolga tutte le organizzazioni italiane presenti e realmente operative, in modo da mettere a "fattor comune" ciò di cui già da oggi dispongono, in modo da rendere davvero tangibile quel patto di cooperazione tra gli italiani che ora non esiste.

Per fare questo occorre la Sua presenza ed azione diretta, non lasci alla sola Camera di Commercio un ruolo che solo l'Istituzione vera può e deve avere in momenti come questi, superando la latitanza governativa, spesso denunciata da chi è presente da molto tempo in terra Cinese.

Il suo coinvolgimento diretto nella definizione di questo rinnovato "patto" è fondamentale anche perchè di fronte alle organizzazioni regionali, oggettivamente la Camera di Commercio appare fragile e soprattutto non può, allo stato attuale, rappresentare il vero trust di tutti, visto che in Cina non operano SOLO 250 imprese italiane.

Qualche dubbio sulla sua reale funzione, sorge poi se si analizzano gli iscritti degli ultimi anni, dove si nota una certa (sostanziale) "rotazione" degli stessi.

Questa rotazione non aiuta certo a creare e stabilizzare il Sistema e forse è anche sintomo di qualcosa che non ha funzionato, fino ad ora, in questo tipo di organizzazione.

Le organizzazioni sono fatte di persone e se molte aziende italiane nè si iscrivono nè rinnovano l'iscrizione alla Camera di Commercio in Cina, forse vanno capite le ragioni profonde di questa comunque diffusa posizione nella comunità italiana.

Come inoltre avrà avuto modo di constatare e dalle domande che le sono state poste sempre a margine della sua presentazione alla Comunità Italiana, molti dei presenti, speravano di vedere annunciato in quella sede qualche profondo e radicale cambiamento in terra cinese relativamente alla presenza italiana.

Occorre probabilmente domandarsi: come mai nella comunità italiana e alla sua presenza, sostanzialmente tutte le domande a lei poste fossero riassumibili in due parole: maggiore trasparenza?.

Ma ora è Pasqua, speriamo di poter aprire l'uovo e vedere finalmente la nascita del "Sistema Italia" nei fatti, in un rinnovato "patto", per vedere gli italiani allearsi, unire gli sforzi per competere solo contro i veri concorrenti, quali francesi, tedeschi, americani etc..... contribuendo assieme a creare una crescente reale nuova ricchezza in Cina, ritrovando unità ed identità nazionale, oltre le semplici intenzioni.

Buona Pasqua Ambasciatore e buon Lavoro a lei e a tutti.