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lunedì 10 dicembre 2012
Matrimonio d'interesse tra Apple e la società cinese AutoNavi per consentire ad Apple di poter fornire un adeguato servizio di mappe anche in Cina, visto che allo stato attuale non dispone di alcuna licenza governativa per utilizzare il proprio sistema di mappe sui propri smartphones.
Una strana intesa, considerando le strategie che hanno caratterizzato da sempre Apple e il fatto che AutoNavi può essere considerata a tutti gli effetti un concorrente della stessa Apple sul segmento della geolocalizzazione assistita.
Tra l'altro AutoNavi lavora attivamente anche con Samsung, "avversaria commerciale" della stessa Apple, oltre ad aver sviluppato i propri servizi per IOS, Android, Linux e Windows.
Le ragioni di tale anomalia sono da ricercarsi in un numero: 300 Milioni.
Sono gli smartphones previsti in Cina nei prossimi anni.
Un mercato che sta correndo alla velocità della luce ma che rischia di "sfuggire" ad Apple, considerando che già oggi oltre il 90% degli apparati in uso utilizza Android (Google).
Per cui per non correre anche il rischio di dover far utilizzare ai propri utenti le mappe di Google e dopo le ormai leggendarie problematiche che hanno reso tristemente noto il proprio sistema di mappe, ecco a sorpresa l'accordo con AutoNavi.
Un accordo "riparatore" o una pezza per cercare di correre ai ripari, visto che a parte le suddette licenze cinesi, Apple sta confermando di avere seri problemi nello sviluppo di una propria tecnologia di mappe ed di una credibile offerta in uno dei core del Mobile Internet presente e futuro.
martedì 4 settembre 2012
Ai cinesi piacciono le Free Apps
Il mondo delle Apps iOS appare è in continua crescita, ma analizzando la tendenza sul mercato cinese, le prospettiva di redditività sembrano essere molto diverse da quelle auspicate da molti analisti.
Le free apps rappresentano infatti un must in continua crescita.
Ad aiutare questa tendenza, è il crescente successo del jailbreaking che divenuto legale negli USA nel 2010, in Cina rappresenta un strumento formidabile che sta contribuendo alla creazione di un corposo mercato di free apps.
Evidenti gli effetti: in Cina il download di una iOS app genera solo 3 centesimi di dollaro, un decimo di quanto accade negli USA (0,28 USD).
La sensazione è che questa guerra tra Apple e gli hackers sulla libertà di download, a partire da quanto sta accadendo in Cina ed Asia, sicuramente contribuirà ad una profonda riflessione in merito agli investimenti sui progetti futuri in App iOS, così come a rendere meno cool le aziende apps-centriche.
lunedì 3 settembre 2012
Apple paga 60 Mln di dollari per marchio iPad in Cina ma ora cosa farà per il marchio iTV?
Apple ha accettato di pagare 60 milioni di dollari alla società cinese Proview, per porre fine alla disputa sul marchio iPad sul mercato cinese iniziata due anni fa.
Con questo accordo che rappresenta solo il 0,45 per cento delle entrate di Apple in Cina per l'anno fiscale 2011, ora per Apple potrà tornare il sereno sulla distribuzione in uno dei mercati più competitivi.
Come tutte le dispute, se da un lato Apple può ora gioire, il suo contendente Proview sembra invece che dovrà portare i libri in tribunale, visti gli oltre 400 Mln. di debiti esistenti che si auspicava di coprire proprio attraverso la richiesta di danni fatta ad Apple che oscillava guarda caso tra 400 Mln e i 3 miliardi di dollari.
Un caso da manuale che dimostra come il mercato cinese necessiti di particolare attenzione da parte delle aziende, anche e soprattutto per quanto riguarda la registrazione del proprio marchio e così evitare costose e problematiche azioni a tutela.
Ma tornando ad Apple, ora sembra profilarsi all'orizzonte una seconda "grana" forse peggiore : infatti il marchio iTV è di proprietà della ben più tonica Haier, gigante cinese degli elettrodomestici.
Cosa succederà se alla fine Apple dovesse decidere di utilizzare questo marchio per commercializzare sui mercati internazionali il suo nuovo gioiello per la televisione del futuro?
Questo potrebbe essere già definito uno scontro tra titani, anche considerando la crescente presenza internazionale su cui sta lavorando la Haier e che potrebbe portare la disfida addirittura negli USA.
lunedì 18 giugno 2012
Baidu condivide i ricavi mobile con Apple
Baidu ha dichiarato oggi che condividerà i ricavi delle vendite pubblicitarie con Apple dopo l'accordo tra le due aziende che prevede di precaricare il motore di ricerca cinese sugli iPhone in vendita in Cina.
Per Baidu questo non è il primo accordo di revenue-sharing con i produttori di cellulari, come quello esistente con Google e i telefonini con il sistema operativo Android ma la conferma del crescente interesse del motore di ricerca cinese per il mercato mobile.
Per contribuire ad incrementare il traffico di utenti sugli smartphone è stato anche annunciato da Baidu che offrirà un servizio di musica in streaming gratuito.
Uno sforzo importante da parte della società cinese per cercare di cambiare il trend attuale, visto che per quanto Baidu detenga al momento una quota di circa l'80% del mercato cinese del search-engine, sugli smartphone i ricavi generati da Baidu rappresentino poco meno del 10% del totale.
Per quanto riguarda invece Apple, nella sua continua politica di consolidamento sul mercato cinese, è stato annunciato che prevede di aggiungere il supporto in lingua cinese per la sua tecnologia vocale Siri.
venerdì 1 giugno 2012
E' marcio il mercato delle APPs Cinese?
Cosa sta succedendo ad oriente nel "fiorente" mercato delle APPs?
Apparentemente le cose non stanno andando come gli stessi operatori cinesi si auspicavano ai suoi inizi.
Il mercato cinese delle APPs appare infatti pesantemente condizionato da un approccio orientato alla copia, che non gli consente di crescere sul modello occidentale e di favorire la crescita di "campioni nazionali" in grado di attrarre investitori locali o internazionali.
"Ci scapperà il morto", così si è espresso Haopei Jiang fondatore di iApp4Me.
Il problema principale sembra essere la vocazione al plagio e alla violazione dei diritti a partire dalle interfacce.
"Ogni minuto" un plagio!. Crittografare è inutile!".
Un grido di impotenza di fronte alla spietatezza dei copiatori che finiscono per procurare al mercato un doppio danno: l'appropriazione dello stile insito nelle applicazioni ma anche degli studi (costosi) relativi alle interfacce che ogni applicazione contiene.
Un approccio che sembra però ritorcersi contro, visto che se da un lato nel breve da l'impressione alle aziende di aver ottenuto risultati concreti in grado di aiutarle a crescere, dall'altro sembra essere proprio la motivazione per cui non riescono a perseguire alcun serio consolidamento nel medio periodo.
Al plagio si aggiunge poi un secondo problema: "mi copia, l'ho copiato".
In questo autentico marasma che sembra caratterizzare il mercato delle APPs, alla fine le aziende cinesi stanno iniziando a fare i conti con una ciclicità che le sta avviluppando attorno a cause legali spesso prive di senso, tanto è difficile verificare chi ha copiato prima o chi è stato copiato.
Il caso emblematico è la causa tra i due colossi cinesi Netease e Tecent, che da tempo se le stanno dando di santa ragione nelle aule dei tribunali dopo essere state a lungo stretti partner, tanto che l'uno utilizzava la tecnologia del secondo, la stessa che ora dice che l'altro ha copiato.
In questa situazione non sorprendono quindi i dati che sottolineano come sul mercato del mobile games cinese solo l'1,4% è stimato essere originale mentre per le Apple iOS solo l'1,9% del totale.
L'azienda innovativa cinese che sviluppa APP risulta così "strangolata" e ad aggravare tutto un terzo problema questa volta strutturale del mercato ICT cinese.
A differenza che negli USA, il mercato cinese è infatti poco orientato alla acquisizione e più dedito a riprodurre i successi con mezzi propri.
Un percorso dove alla acquisizione in stile USA è preferita la copia, un approccio che non consente di creare valore nelle aziende come invece accede negli USA.
Questo spiega anche perchè i colossi cinesi, ben diversamente di come accade negli USA, non generano gli stessi effetti positivi di trascinamento attorno al proprio sviluppo, in un mercato caratterizzato da copie e acquisizioni a costo zero delle competenze.
E la situazione ha dell'incredibile. Le aziende cinesi non riescono a crescere nonostante spesso siano coinvolte in progetti di altissima importanza con milioni di download, aziende che nonostante tutto finiscono per avere fatturati giornalieri ridicoli che poi spesso sfociano nei suddetti problemi di plagio (subito o praticato), magari a causa di una fuoriuscita di propri dipendenti.
Ciliegina sulla torta un ulteriore aspetto sembra aggravare la situazione per il mercato delle APPs Cinese: l'unico "giudice" di questo nuovo mercato è l'APP STORE stesso, così le vie legali per difendersi sono ardue e un percorso costoso che scoraggia chiunque a cercare di difendere i propri diritti e cercare di non perdere valore.
Insomma l'assenza di regole e norme giuridiche in grado di stare al passo con la velocità con il quale si sta muovendo il mondo delle APP cinesi sta quindi favorendo il deterioramento del mercato interno, in una operazione di cannibalismo che non sta favorendo gli operatori locali nella loro crescita e consentire loro di poter arrivare a competere sugli scenari internazionali.
Una situazione che non sembra "vedere la luce" e che sta letteralmente bruciando generazioni di programmatori cinesi, in un mercato che al di là degli impressionanti numeri complessivi che sta generando, sembra marcio dalle fondamenta.
venerdì 17 settembre 2010
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