E’ il momento d’Innovare! Il sogno Cinese in action...
Innovare non è una parola, ma un metodo.
Oggi parlando con amici cinesi, mi facevano notare che la resistenza all’innovazione è direttamente proporzionale al tempo che uno ha speso in un ruolo di prestigio (tradotto: sulla poltrona).
Oggi parlando con amici cinesi, mi facevano notare che la resistenza all’innovazione è direttamente proporzionale al tempo che uno ha speso in un ruolo di prestigio (tradotto: sulla poltrona).
Quindi la loro ricetta per innovare è riassumibile in: rinnovare i ruoli!
Banale ma allo stesso tempo pratica. La resistenza a voler cambiare e fare diversamente le cose sta proprio nel fatto che se uno è arrivato ad un certo livello, teme di abbandonare la strada vecchia per imboccare una nuova.
Il cambiamento è visto con timore quanto più il successo è stato raggiunto.
Il ragionamento dei miei amici cinesi quindi non fa una grinza.
Vediamo di farne un’applicazione pratica in Italia, dove appare evidente a chiunque che prima del fare c’è il posto occupato.
Quindi l’età ha sicuramente un peso, ma a sorpresa non quella anagrafica, bensì dell’incarico occupato.
Analizzando con questa chiave di lettura le aziende italiane si nota come siano vecchie, vecchissime, perché le proprietà sono tra le più stabili al mondo, mentre negli altri paesi il cambiamento fa molta meno paura e senza tanti grilli, tanto che mediamente le aziende hanno turnover molto superiori a quelli italiani.
Un esempio per capirci? Beh Shao Xiaofeng, il vice presidente di Alibaba è stato per 20 anni un poliziotto in prima linea, alla Serpico per capirci, un duro, uno che ha inseguito i criminali su per le montagne.
Bene, ora è alla testa di uno dei maggiori gruppi al mondo che d’innovazione ne sanno qualcosa.
Non è un personaggio accademico, ne tanto meno esperto di settore. Eppure il suo posto se lo è guadagnato sia per la fiducia in lui riposta dal suo amico, il fondatore di Alibaba, ma anche perché ha saputo occuparsi con successo di Alipay, il braccio economico di Alibaba.
Una storia che ha dell’incredibile da noi. Meno da queste parti, dove spesso casi di successo incredibili nascono attorno personaggi che hanno solo creduto nella propria idea.
Ora molti di loro sono proprietari di autentici colossi come Feng Jun, il presidente della AIGO, ora sponsor della McLaren, multinazionale cinese dell’elettronica presente in tutti i continenti, ma partito nel ‘93 con la sola idea e 250 Yuan (poco meno di 25 Euro).
La lista potrebbe essere lunghissima, ma come dicevo è il metodo non la parola che conta.
E da questa parti quando dicono innovazione la praticano davvero.
Ora tocca noi, “vecchio continente”, dare segni di risveglio o meglio “ritorno al futuro”.
A meno che siamo troppo “vecchi” o troppo arroganti per pensare di competere con il nuovo che avanza.
Update: Per chi crede che ancora una idea possa cambiare il mondo, una lieta novella: l’Italian Center di Shanghai, la più grande struttura italiana in Cina, apre le sue porte all’innovazione ( e agli innovatori!). mailto:innovationdesk@chinamedialab.biz