martedì 24 marzo 2009

Imprese Verdi Cinesi: avanti tutta!!

La Cina è al centro delle “attenzioni” del mondo per quanto riguarda sia l’economia che l’impatto ambientale causato dalla sua vorticosa industrializzazione di questi decenni.

Come spesso però accade da queste parti, ora i Cinesi stanno trasformando un problema in una incredibile opportunità d’affari e di rilancio strategico per il paese.

In questa direzione sta infatti andando anche “l’industria verde” cinese, come del resto è apparso chiaro nella recente conferenza Solarcon di Shanghai, in contemporanea alla fiera Semicon China 2009.

In questa occasione si è potuto toccare con mano quanto l’intero paese e il proprio sistema industriale, siano direttamente coinvolti alla costruzione in quello che i Cinesi hanno chiamato “Economia Verde”.

Sotto la regia degli apparati governative, si sta infatti assistendo ad un vero e proprio “cambio di pelle” delle diverse aree di sviluppo industriale che fino ad ora avevano “solo” una spiccata impronta produttiva e consistenti vantaggi fiscali, ora trasformate in aree “verdi”.


Ricerca sui nuovi materiali, semiconduttori, microprocessori e produzione d’energia, la più verde possibile, sono diventati terreni di una sfida a tutto campo, lanciata senza esclusioni di colpi.

Per cui ora interi dipartimenti universitari, incubatori statali ed imprese pubbliche e private, hanno concentrato le proprie attenzioni su questa nuova industria e sulle ricadute scientifiche e tecnologiche connesse, in grado di aiutare una nuova generazione d’imprese cinesi: le aziende “verdi” appunto!

Così la disfida Celle Solari al Silicone o Thin Film o altri materiali per produrre sempre più energia a costi sempre inferiori e con materiali sempre meno inquinanti, sta appassionando le discussioni di un paese che ha portato l’energia in ogni luogo, proprio attraverso questa nuove “fonti” naturali, energia catturata ed addomesticata rigorosamente “Made in China”.

Per cui dalla moderna Shanghai fino allo sperduto Tibet, è un proliferare d’impianti verdi e così dove prima non arrivava energia, come nel caso dell’altopiano tibetano, ora sono arrivate la luce, la televisione, i fornelli elettrici e l’acqua calda, proprio grazie agli impianti fotovoltaici forniti dai governi locali.

La Cina, paese che sul Carbone ha fatto la propria fortuna recente, viste le immense riserve di cui dispone, ha ora deciso che la propria energia debba arrivare da altre fonti: sole, acqua, vento o dal nucleare.

l Nucleare è infatti considerabile anch’esso “verde”, nel senso che la ricerca cinese sta inseguendo la fusione termonucleare, dopo i primi test positivi del proprio reattore testato nel 2007, chiamato non a caso “Sole artificiale”.

Ma in questi giorni è il Solare ad appassionare di più, perché è anche già diventata un’industria d’esportazione.

Infatti, dopo un periodo d’apprendistato, ora i laboratori e le imprese cinesi sono diventate esportatori di tecnologia che come caso delle Solar Fun Power, sono già arrivate anche alla quotazione Nasdaq, con uffici in Germania, Spagna, Australia e USA.

Dietro a tutto questo, esiste un preciso piano del governo cinese che intende ridurre entro il 2030 le importazioni di petrolio fino al 30/40 %, la sua esigenza di carbone del 40% e tagliare l’emissione di gas serra del 50%.

Risultati che la Cina intende realizzare attraverso gli ingenti investimenti in tecnologie disponibili o in fase di studio nei suoi centri di ricerca.

L’investimento stimato per arrivare a realizzare la propria “economia verde” cinese sono nell’ordine di circa 2 miliardi di yuan, con un investimento annuo nell’ordine del 1,5 – 2,5% del proprio PIL

Ma quali sono le altre azioni concrete che la Cina sta seguendo per ridurre i propri consumi?

Il primo è supportare la crescita di un’industria di veicoli elettrici, quella che consentirebbe di tagliare le necessità di petrolio del 30/40%.

Quindi già da tempo le biciclette sono state sostituite da motocicli, rigorosamente elettrici, riscrivendo così dalle fondamenta il famoso detto “il popolo di biciclette (Elettriche)”!

Con ulteriori ingenti investimenti nello sviluppo di nuove tecnologie per la produzione d’energia pulita, imprimendo anche un’accelerata ad impianti per la produzione eolica, idroelettrica e solare, la Cina conta di ridurre la propria dipendenza dalle centrali di carbone, dall’attuale 81% al 34% del 2030.

Rivedendo poi le regole con le quali sarà possibile costruire case ed uffici, conta di ridurre il fabbisogno elettrico di un ulteriore 10%.

Che dalle intenzioni si sia da tempo passati ai fatti, è dimostrato anche dall’inizio della costruzione della prima centrale a concentrazione cinese, capace di produrre 1,5 MW e che sarà terminata entro il 2010.

Ma questa centrale non è in un posto sperduto del paese, bensì è costruita a Beijing, la capitale, centrale che con un’estensione di 13 ettari ed un investimento di 11, 6 milioni di euro, con il suo centinaio di specchi riflettenti, produrrà circa 2,7 Milioni di kWh annui, tagliando così qualcosa come 2.300 tonnellate di emissione di anidride carbonica.

Quella di Beijing è inserita in un piano ben più vasto di centrali termodinamiche che entro il 2015 dovrebbero produrre 150 MW,

Altri segnali sulle reali intenzioni cinesi? Negli ultimi 15 anni hanno già ridotto in media del 4,9%, la quantità di biossido di carbonio e di altri gas effetto serra emessi per unità di PIL.

Gli Stati Uniti solo del 1,7% e la Germania del 2,7%.

La scelta “verde” cinese va anche oltre essendo in grado da una parte, di migliorare la qualità dell’ambiente, ma dall’altra consente di creare un formidabile sistema industriale che potrà assorbire consistente forza lavoro, offrendo così una nuova opportunità d’innovazione e d’occupazione nel paese.

Per questo i Cinesi hanno lanciato la propria corsa nella ricerca a tutto campo sulle Energie pulite, tanto che alla fiera di Shanghai si è potuto constatare come molte zone industriali della Cina siano ormai a tutti gli effetti tante “Sun Valley” e parti attive nella costruzione del sogno comune dell’ “Economia Verde” cinese.