In occasione della chiusura della sessione annuale del parlamento cinese, è appena terminata la conferenza stampa del Premier Cinese Wen Jiabao.
Una parola chiave è sembrata emergere dalle sue affermazioni: Fiducia!
Per vincere la crisi, bisogna recuperare la fiducia complessiva, a prescindere da quanti finanziamenti i piani di sostegno dispongano, che devono avere proprio nella fiducia la propria “leva”, essendo “più importante dell’oro e dei soldi” ed in grado di dare “il coraggio giusto e la forza di superare le difficoltà”.
Alla fiducia, Wen Jiabao aggiunge però anche la parola “opportunità”.
Per la Cina, la situazione attuale è infatti un’ottima opportunità per consentire un complessivo salto di qualità del paese e nel contempo è l’occasione per lavorare a fondo sulla parte più povera della nazione, fatta ancora di 900 milioni di persone, consolidando nel contempo anche la crescita realizzata negli ultimi 30 anni.
In questa direzione vanno quindi le precisazioni fatte oggi dal Premier cinese per quanto riguarda il pacchetto di stimoli all’economia cinese, dopo le voci e i malintesi dei giorni scorsi, con effetti anche sui corsi azionari delle diverse piazze internazionali, che come ha precisato Wen Jiabao, “ non sono stati completamente compresi”.
La Cina ha infatti annunciato un pacchetto di 4 trilioni di Yuan ( 585 miliardi di dollari) quale stimolo del mercato interno. Di questi, 1,18 trilioni di Yuan, precisa Wen, sono investimenti governativi che saranno usati su quattro direttrici principali: “finanziamenti governativi su larga scala, ristrutturazioni industriali e ricambio generazionale, ricerca scientifica e sicurezza sociale”.
Quindi sono fondi che saranno usati in progetti per Welfare, Innovazione tecnologica, protezione ambientale e nuove infrastrutture.
A questi si aggiungono anche i 600 Miliardi di Yuan di riduzioni fiscali, aumento delle pensioni d’anzianità, aumento retributivo per 12 milioni di insegnanti ed aumento dei sussidi per gli agricoltori.
Tra le azioni previste con questi fondi, anche la costruzioni di 7,5 milioni di case popolari e una casa migliore ai 2.4 milioni di cinesi che vivono ancora in quelle cha Wen ha definito bidonvilles.
Nei prossimi tre anni, altri 850 Miliardi di Yuan saranno invece usati per migliorare il sistema sanitario, investimenti che precisa Wen, non sono inclusi nel precedente piano di 4 Trilioni di Yuan.
Questo piano di stimoli potrebbe comunque non essere l’ultimo. Il Premier cinese ha infatti confermato l’intenzione del governo di agire con ulteriori fondi se la situazione lo richiedesse.
Spiegando poi quali siano le differenze tra Cina, USA e Europa di fronte alla crisi,Wen ha sottolineato come USA ed Europa siano impegnati su due fronti, quello Internazionale e quello della crisi strutturale interna che sta pesantemente coinvolgendo anche il sistema finanziario e bancario, con i sostanziosi tagli ai finanziamenti alle imprese.
Al contrario in Cina, le banche stanno ampliando in maniera consistente i finanziamenti alle imprese per sostenerne la crescita, quasi triplicando i fondi messi a disposizione in questo periodo.
Detto questo, per riguarda i crediti cinesi pari a 681, 9 Miliardi di dollari di titoli di Stato USA, il Premier si è espresso dicendo che “onestamente sono un pelo preoccupato e si spera che gli USA facciano realmente tutto il possibile per preservare gli investimenti cinesi in essere”.
Per quanto poi riguarda il livello di cambio dello Yuan, il Premier Cinese rivendica come questo non possa essere in nessun modo condizionabile da influenze esterne alla Cina, anche se strettamente collegato con la stabilità dell’intero sistema finanziario internazionale, comunque a cuore del governo cinese.
Allo stato attuale, Wen ha quindi precisato come la richiesta di una svalutazione dello Yuan, non sia in linea con le attuali esigenze del paese.
La ragione che comunque consente alla Cina di affrontare la Crisi con questa “consapevolezza” dei propri mezzi, è legato al fatto che “i fondamentali finanziari ed economici, così come il debito del paese, risultano sostanzialmente stabili e sotto controllo”, come annunciato oggi da Wen.
Ciò consente al governo cinese di poter definire come e quando usare nuovi consistenti piani di sostegno e “iniettare” nuove fonti finanziarie per “aiutare” il paese a reggere alla tempesta creata dalla crisi finanziaria internazionale.
Ma il Primo Ministro, ha anche affermato come gli obbiettivi stabiliti in una crescita all’8% per il 2009 del PIL, risultano difficili da raggiungere e che occorrerà una grande e straordinaria concentrazione per cercare comunque di realizzare un tale livello di crescita del paese.
Alla domanda relativa alla crescente disoccupazione e la difficoltà d’impiego per milioni di neo laureati, Wen non ha avuto dubbi nell’affermare come la soluzione passi dal sostegno alla crescita delle PMI e il supporto attivo da parte delle banche che più di prima finanzino le loro attività.
Grande attenzione è stata posta anche per quanto riguarda i rapporti con Hong Kong.
A tal riguardo Wen ha annunciato oggi l’approvazione del progetto per la costruzione del ponte che collegherà Hong Kong, Macao e Zhuhai che con un investimento di 10 Miliardi di dollari, consentirà di contribuire allo sviluppo economico dell’area.
A questo ha aggiunto come sia in agenda del Governo la definizione degli accordi per il trading in Yuan, a cui ha aggiunto l’impegno ad integrare l’accordo CEPA esistente tra Hong Kong e Cina per continuare a favorire l’accesso in Cina alle aziende di servizi di Hong Kong.
Una battuta Wen se l’è poi concessa alla domanda che riguardava Taiwan, augurandosi entro il compimento dei suoi 67 anni (ora ne ha 66), di poter fare una lunga passeggiata sull’isola.
Ma la notizia del giorno nella parole di Wen è stata quella che la Cina “è disponibile a consultazioni per definire una possibile partecipazione di Taiwan nelle organizzazioni Internazionali”.
Secondo Wen Jiabao, la Cina intende essere “equa e ragionevole” nell’affrontare la questione della possibile partecipazione internazionale di quelli chiamati da Wen “compatrioti”.
Sulla questione Nord Coreana, il Premier cinese ha invece annunciato come a Beijing, dal 17 al 21Marzo, su suo invito, avrà un incontro bilaterale con Kim Yong II, Premier della Nord Corea, prima visita dalla sua salita al potere nell’aprile del 2007.
In tale sede ci sarà modo di valutare, con quello che è stato definito “un amichevole vicino, legato alla Cina da una tradizionale amicizia”, tutte le problematiche in essere e cercare una costruttiva soluzione alle spinose questioni ancora aperte.
Non poteva mancare la domanda, oltretutto posta da un giornalista francese, sul Dalai Lama e le relazioni tra Cina e Francia.
Su questa questione Wen ha ribadito la posizione cinese, secondo cui “il Tibet risulta essere parte inalienabile del paese e una questione interna, senza la possibilità di interferenze esterne”.
Ma Wen ha confermato come per il Dalai Lama rimanga aperto il canale per un dialogo con la Cina, ovviamente alle condizioni di quella che Wen ha definito “sincerità d’intenti”, che tradotto significa l’abbandono delle ambizioni separatistiche.
Il problema vero, sottolineato ancora una volta da Wen, è che secondo i cinesi, il Dalai Lama sia a tutti gli effetti un politico che strumentalizzi la religione nella propria azione e che punti solo ad una indipendenza del Tibet.
Tornando poi ai rapporti tra Cina e Francia, al di là degli incontri avuti dal Dalai Lama che hanno generato le recenti frizioni, Wen ritiene che i rapporti possono rapidamente tornare ai livelli di prima, così come anche quelli tra Cina ed Europa.
Per finire, su una domanda del giornalista del Sud Africa, per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, Wen ha sottolineato come la Cina intenda continuare a contribuire attraverso consistenti investimenti a sostenere lo sviluppo di questi paesi, compreso il continuo taglio del debito a loro carico.
Altra via è quella dell’annullamento dei dazi doganali, per aiutare lo sviluppo del loro commercio, un modo concreto per aiutare realmente una crescita economica di questi paesi, a cui va aggiunta la costruzione d’infrastrutture, ospedali, scuole e strade, quale “dote” per aiutare la crescita e l’autosostegno di questi paesi.
Per quanto riguarda poi la possibilità di un’azione più efficace e sistemica a livello internazionale, Wen Jiabao ha affermato come si auspichi un aumento dei contributi dei diversi paesi al Fondo Monetario Internazionale, una posizione che dovrebbe essere ampiamente condivisa da tutte le nazioni sviluppate.
Complessivamente una “visione” quella di Wen, che conferma come la Cina stia giocando un ruolo “nuovo” ed innovativo nello scacchiere internazionale e negli equilibri globali e si senta responsabilmente chiamata a contribuire a sua volta nel cercare una positiva soluzione ai “cupi” scenari di questi mesi.