Questa democrazia in Cina? No grazie!!
Leggo con attenzione i rapporti rilasciati in questi giorni relativi all’Iraq dove, testuale,“la condizione di vita dei bambini, durante il periodo di Saddam, erano migliori”.
Analizzo ancora meglio e vedo che le promesse di “democrazia e di libertà”, fatte dai paesi occidentali agli iracheni all’inizio del conflitto, non trovano alcun reale riscontro quotidiano. Un esempio?
Si diceva che con l’arrivo della nuova democrazia, tutte le donne avrebbero potuto andare a scuola.
Bene, prima molte donne potevano andare a scuola, sicuramente non tutte, ma ora NESSUNA ci può più andare, per paura dei rapimenti, nuova prolifica industria in Iraq, oramai teatro di una guerra civile senza fine, non avendo più nessun stabile ordine sociale.
Leggo i resoconti della situazione politica italiana. La confusione regna sovrana, nessuno può più prendere nessuna decisione, tutto è bloccato, ingessato. Intanto la povertà si sta pericolosamente diffondendo nel paese, dove i pochi ricchi sono sempre più ricchi e i poveri stanno crescendo di numero quotidianamente.
Ma cosa ancora peggiore è che si sta diffondendo un senso di impotenza, visto che al governo li abbiamo provati proprio tutti, i nostri “presunti leaders”, con risultati che sembrano indicare non esserci reali credibili alternative per il futuro.
Leggo della più grande democrazia al mondo, l’India e del sistema delle “caste”, un sistema “chiuso” che dà a pochi il diritto di esercitare il potere reale ed accedere alla ricchezza, lasciando ai tanti altri, il proprio diritto di voto, quello si, ma nel contempo di vivere le proprie vite spesso in condizioni miserabili, al limite della semplice sussistenza.
Leggo della Russia, con la caduta del muro, grazie alla svolta democratica, adesso ognuno è abbandonato a sè stesso e dove i poteri forti e l’economia sono in mano ad un numero limitato di persone e cartelli ad essi associati.
Leggo sul paese che intende esportare la democrazia in tutto il mondo, il paladino dei diritti civili, ma anche di come la pena di morte in quel paese sia diffusa e praticata in molti stati e dove le oramai famose “sezioni della morte”, sono diventate film cult a livello mondiale (es. Miglio verde).
Leggo tutto questo e mi chiedo: ma è proprio necessario che la Cina del futuro sia tutto questo, solo perchè piace a noi occidentali che lo sia?
Siamo proprio sicuri che la nostra “ricetta” non stia dimostrando tutti i suoi limiti e contraddizioni e forse il rinnovamento che stiamo cercando passa invece proprio dalla Cina?
Per esempio in Italia, Usa, Francia, Germania, Usa sono frequenti casi di ingerenza tra politica ed affari.
Bene, forse proprio dalla Cina dovremmo imparare come il potere politico e quello economico siano due realtà parallele ma realmente indipendenti. Il potere politico detta le regole generali, crea le condizioni ambientali e poi lascia l’economia libera di svilupparsi all’interno di questo eco-sistema.
Se qualcosa non funziona, annualmente a marzo, il mese politico cinese, vengono cambiate le regole ritenute sbagliate e si riparte senza esitazioni. Con questo approccio, la Cina sta viaggiano anche quest’anno, ad una crescita del PIL attorno a 11%!!
Ma c’è di più. Se un funzionario pubblico viene implicato in qualche vicenda economica o riceve il benchè minimo regalo o si possa procurare qualunque tipo di vantaggio per sè o persone a sè vicine, in questo caso non ci sono dubbi, oltre alle IMMEDIATE dimissioni dalla vita pubblica, successivamente rischia una condanna severissima che può arrivare fino alla pena di morte.
Da queste parti il “conflitto di interessi” non è una questione di opinione, ma una regola che va imposta senza dubbi ed esitazioni..
E su questo tema non ci sono sconti, sia che tu sia primo ministro o un piccolo funzionario di una dei sperduti villaggi cinesi. Agli occhi dei cinesi i “servitori” dello stato sono tutti uguali!
Per quanto riguarda la leadership politica, i cinesi hanno poi definito semplici regole di staffetta ai vertici, su base decennale, diciamo con uno schema del tutto simile a quello che ha portato alla recente staffetta nella democraticissima Inghilterra, guarda caso proprio allo scoccare del decennale!!
Ai cinesi è stato promesso, dal partito-stato, un concreto benessere economico e prosperità negli anni futuri. Tutto l’agire politico è quindi concentrato SOLO attorno a questa dichiarazione di intenti che di fatto vede tutti i cinesi d’accordo.
In Cina non esistono inoltre “caste” o altre barriere sociali, elimante nel periodo della rivoluzione maoista. Questo consente il proliferare reale di sempre più frequenti casi di successo dell’imprenditoria cinese, casi ampiamenti illustrati dagli “stupefatti” media occidentali, che con un banalismo che ha dell’incredibile, ancora si stupiscono che “un poveraccio”, possa essere diventato milionario, solo perchè ha avuto una buona idea e tanta abnegazione nel suo futuro.
Da queste parti contano i risultati economici reali e quanta gente viene sfamata, non quanti voti possano portare al candidato del momento. Se ti muovi con questo spirito potrai avere il tuo successo, da qualunque “villaggio” o condizione economica tu possa arrivare. Questa è la Cina di tutti i giorni!
Insomma forse prima di fare i “maestrini” delle democrazia in ogni dove e chiedere alla Cina che introduca al più presto un sistema rappresentativo come il nostro, dovremmo cercare di uscire dalla nostra “Sindrome di Stoccolma” che ci impedisce oggi di vedere e capire come stia (non) funzionando realmente il nostro sistema.
Solo dopo una SERIA autoanalisi e l’essere riusciti veramente a trovare, ma a casa nostra, credibili soluzioni per una civile convivenza democratica, potremo pensare di esportare qualcosa, ritenendolo auspicabile anche per il futuro del miliardo e 300 milioni di cinesi che ricordatevi bene, come ben espresso recentemente dal primo ministro Wen Jiabao, non possono perdere tempo dietro alcuna ricetta generica o bilancino politico, dovendo fare i conti con la soppravivenza economica quotidiana, quella vera.
Una prova? Andate sul sito del Governo http://english.gov.cn/ e poi confrontatelo con quello del nostro governo http://www.governo.it/ .
Commenti, suggerimenti o proposte? http://yibuyibu.blogspot.com/
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Analizzo ancora meglio e vedo che le promesse di “democrazia e di libertà”, fatte dai paesi occidentali agli iracheni all’inizio del conflitto, non trovano alcun reale riscontro quotidiano. Un esempio?
Si diceva che con l’arrivo della nuova democrazia, tutte le donne avrebbero potuto andare a scuola.
Bene, prima molte donne potevano andare a scuola, sicuramente non tutte, ma ora NESSUNA ci può più andare, per paura dei rapimenti, nuova prolifica industria in Iraq, oramai teatro di una guerra civile senza fine, non avendo più nessun stabile ordine sociale.
Leggo i resoconti della situazione politica italiana. La confusione regna sovrana, nessuno può più prendere nessuna decisione, tutto è bloccato, ingessato. Intanto la povertà si sta pericolosamente diffondendo nel paese, dove i pochi ricchi sono sempre più ricchi e i poveri stanno crescendo di numero quotidianamente.
Ma cosa ancora peggiore è che si sta diffondendo un senso di impotenza, visto che al governo li abbiamo provati proprio tutti, i nostri “presunti leaders”, con risultati che sembrano indicare non esserci reali credibili alternative per il futuro.
Leggo della più grande democrazia al mondo, l’India e del sistema delle “caste”, un sistema “chiuso” che dà a pochi il diritto di esercitare il potere reale ed accedere alla ricchezza, lasciando ai tanti altri, il proprio diritto di voto, quello si, ma nel contempo di vivere le proprie vite spesso in condizioni miserabili, al limite della semplice sussistenza.
Leggo della Russia, con la caduta del muro, grazie alla svolta democratica, adesso ognuno è abbandonato a sè stesso e dove i poteri forti e l’economia sono in mano ad un numero limitato di persone e cartelli ad essi associati.
Leggo sul paese che intende esportare la democrazia in tutto il mondo, il paladino dei diritti civili, ma anche di come la pena di morte in quel paese sia diffusa e praticata in molti stati e dove le oramai famose “sezioni della morte”, sono diventate film cult a livello mondiale (es. Miglio verde).
Leggo tutto questo e mi chiedo: ma è proprio necessario che la Cina del futuro sia tutto questo, solo perchè piace a noi occidentali che lo sia?
Siamo proprio sicuri che la nostra “ricetta” non stia dimostrando tutti i suoi limiti e contraddizioni e forse il rinnovamento che stiamo cercando passa invece proprio dalla Cina?
Per esempio in Italia, Usa, Francia, Germania, Usa sono frequenti casi di ingerenza tra politica ed affari.
Bene, forse proprio dalla Cina dovremmo imparare come il potere politico e quello economico siano due realtà parallele ma realmente indipendenti. Il potere politico detta le regole generali, crea le condizioni ambientali e poi lascia l’economia libera di svilupparsi all’interno di questo eco-sistema.
Se qualcosa non funziona, annualmente a marzo, il mese politico cinese, vengono cambiate le regole ritenute sbagliate e si riparte senza esitazioni. Con questo approccio, la Cina sta viaggiano anche quest’anno, ad una crescita del PIL attorno a 11%!!
Ma c’è di più. Se un funzionario pubblico viene implicato in qualche vicenda economica o riceve il benchè minimo regalo o si possa procurare qualunque tipo di vantaggio per sè o persone a sè vicine, in questo caso non ci sono dubbi, oltre alle IMMEDIATE dimissioni dalla vita pubblica, successivamente rischia una condanna severissima che può arrivare fino alla pena di morte.
Da queste parti il “conflitto di interessi” non è una questione di opinione, ma una regola che va imposta senza dubbi ed esitazioni..
E su questo tema non ci sono sconti, sia che tu sia primo ministro o un piccolo funzionario di una dei sperduti villaggi cinesi. Agli occhi dei cinesi i “servitori” dello stato sono tutti uguali!
Per quanto riguarda la leadership politica, i cinesi hanno poi definito semplici regole di staffetta ai vertici, su base decennale, diciamo con uno schema del tutto simile a quello che ha portato alla recente staffetta nella democraticissima Inghilterra, guarda caso proprio allo scoccare del decennale!!
Ai cinesi è stato promesso, dal partito-stato, un concreto benessere economico e prosperità negli anni futuri. Tutto l’agire politico è quindi concentrato SOLO attorno a questa dichiarazione di intenti che di fatto vede tutti i cinesi d’accordo.
In Cina non esistono inoltre “caste” o altre barriere sociali, elimante nel periodo della rivoluzione maoista. Questo consente il proliferare reale di sempre più frequenti casi di successo dell’imprenditoria cinese, casi ampiamenti illustrati dagli “stupefatti” media occidentali, che con un banalismo che ha dell’incredibile, ancora si stupiscono che “un poveraccio”, possa essere diventato milionario, solo perchè ha avuto una buona idea e tanta abnegazione nel suo futuro.
Da queste parti contano i risultati economici reali e quanta gente viene sfamata, non quanti voti possano portare al candidato del momento. Se ti muovi con questo spirito potrai avere il tuo successo, da qualunque “villaggio” o condizione economica tu possa arrivare. Questa è la Cina di tutti i giorni!
Insomma forse prima di fare i “maestrini” delle democrazia in ogni dove e chiedere alla Cina che introduca al più presto un sistema rappresentativo come il nostro, dovremmo cercare di uscire dalla nostra “Sindrome di Stoccolma” che ci impedisce oggi di vedere e capire come stia (non) funzionando realmente il nostro sistema.
Solo dopo una SERIA autoanalisi e l’essere riusciti veramente a trovare, ma a casa nostra, credibili soluzioni per una civile convivenza democratica, potremo pensare di esportare qualcosa, ritenendolo auspicabile anche per il futuro del miliardo e 300 milioni di cinesi che ricordatevi bene, come ben espresso recentemente dal primo ministro Wen Jiabao, non possono perdere tempo dietro alcuna ricetta generica o bilancino politico, dovendo fare i conti con la soppravivenza economica quotidiana, quella vera.
Una prova? Andate sul sito del Governo http://english.gov.cn/ e poi confrontatelo con quello del nostro governo http://www.governo.it/ .
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