ICE è piu' viCINA
(Pubblicato su Affari Italiani il 2 Luglio 2007)
Nei giorni scorsi a Roma si è svolto il 1° forum dedicato alle PMI Italiane e Cinesi.Un passo importante e concreto, come sottolineato dalla Ministro Bonino, per cercare di dare un forte impulso nel cercare di riequilibrare il nostro deficit delle esportazione verso la Cina (5,7 Mld di euro contro i 18 Mld di Euro cinesi), attraverso lo sviluppo delle attività in Cina delle PMI.
Con l'apertura formale di un canale diretto tra ICE e l'omologa CCBCC (China Center for Business Cooperation and Coordination) in grado di incrementare lo scambio di informazioni e delle co-attività, finalmente molte più imprese italiane potranno esportare verso la Cina le proprie produzioni e sfruttare la forte crescita del mercato interno cinese.Il contemporaneo potenziamento degli uffici ICE in Cina, con l'apertura di quello di Tianjin, consentiranno inoltre alle imprese italiane, notoriamente piccole se non piccolissime, di avere, ove necessario, sempre più vicina la presenza delle istituzioni italiane, a supporto dell'intraprendenza imprenditoriale.
In particolare va sottolineato che la funzione dell'ICE è fondamentale per un paio di aspetti sostanziali.
Il primo è quello di predisporre una sempre migliore piattaforma di relazioni tra Cina ed Italia, in grado di semplificare, facilitare le imprese Italiane nella propria azione in Cina.
Ma forse la seconda è ancora più importante: cercare di incentivare le interazioni e le cooperazioni tra le imprese, in modo da favorire la creazioni di nuove economie di scala tra le diverse imprese, attraverso co-azioni e iniziative che non le lascino isolate nel proprio agire.
Per capirci: il futuro delle imprese italiane, soprattutto sui nuovi mercati, dovrà essere quello di unire gli sforzi, magari anche creando ex novo imprese e consorzi tra le diverse aziende, in modo da presentarsi in Cina ben più solidamente di come fino ad ora hanno fatto.
L'ICE può aiutare le imprese nel conoscersi e permettere così agli imprenditori di valutare nuove strade in comune, per progetti di crescita sul mercato cinese, così come può introdurle ai potenziali partner stranieri.
E' una funzione importante, decisiva affinché l'Italia torni a competere costruendo nuove e più concrete offerte di mercato che basandosi sul nostro “Made in Italy”, consentano di conquistare sempre maggiori spazi sul mercato cinese.
Ma gli imprenditori devono dimostrare di crederci, andando oltre gli “interessi di bottega”, in modo che nelle liste ICE, non obbligatorie, siano presenti tutte le realtà agenti sul mercato cinese.
Se oggi non tutte le imprese sono in queste liste, non è colpa dell'ICE o dei suoi funzionari, ma delle singole imprese e degli imprenditori che nel solito ma oramai datato approccio individualistico, non segnalano spesso la propria presenza all'ICE, non consentendole così di fornire un sempre maggiore e attivo supporto per le azioni future.
Occorre quindi che gli stessi imprenditori italiani cooperino, affinché le informazioni in possesso dell'ICE siano le più complete possibili, in modo che nelle relazioni con la Cina, la struttura che ci rappresenta tutti, possa avere ancora maggiore capacità di "persuasione" nelle azioni bilaterali con i Cinesi.
E chi sa come agiscono i Cinesi, sa perfettamente che senza questa concreta “massa critica” a supporto, è difficile che il singolo imprenditore o consulente dell'imprenditore, possa arrivare ad avere reali e concreti risultati nel tempo.
Insomma il "fai da tè" in Cina è meglio lasciarlo da parte. E' l'approccio di fine '900 non più adatto alle sfide della globalizzazione e del confronto tra nazioni nello sviluppo dei nuovi mercati.
Ora l'Ice è più vicina. Occorre preservarla, aiutarla. E' un patrimonio comune a noi tutti che merita attenzione e che può essere migliorata, giorno dopo giorno, con il contributo di tutti.