lunedì 16 luglio 2007

Occhio al Cartello!!

(Pubblicato su Affari Italiani il 16 Luglio 2007)



Andando in giro per le strade cinesi capita spesso, vedendo un cartello, di non poterne comprendere il messaggio, rischiando di essere esposti ad un livello di pericolosità difficilmente immaginabile.

Ma se passeggiando vi trovaste di fronte a questo cartello, come reagireste?


In Cina è emergenza nazionale: Controllare tutti i cartelli!!

Con l’approssimarsi delle Olimpiadi del 2008 a Beijing e dell’Expo del 2010 a Shanghai, tutti i cartelli devono essere tradotti, per aiutare i visitatori o comunque controllati,.

Ma questo “Porting” di massa delle indicazioni dal cinese all’inglese, sta creando non pochi problemi al Governo Cinese se per le Olimpiadi, ha deciso di invitare ben 35 esperti stranieri, per controllare che in Beijing non ci siano situazioni, che possano risultare spesso imbarazzanti.

Ma la Cina non è nuova a emergenze linguistiche come questa.

Paese composto da 50 etnie diverse e relative lingue orali, tra loro del tutto incomprensibili, per un fatto che ha dell’incredibile, condividono invece una unica lingua scritta.

E’ un po’ come se in Europa potessimo avere una comune lingua scritta, a fronte delle diverse lingue orali dei diversi paesi!.

Il Cinese è già oggi la lingua più parlata al mondo e con la crescente importanza economica –politica della Cina negli scacchieri internazionali, lo sarà sempre di più.

Ma questo è stato anche possibile perchè, nel 1954, fu deciso di definire finalmente una lingua orale comune, il cinese che noi conosciamo, basato sulla lingua parlata a Beijing, il Putonghua.

Invece la storia della lingua scritta è lunga ben 4000 anni, con una data importante nel 1950, quando il governo cinese decise di creare una versione semplificata della lingua scritta.

Di fatto il cinese scritto è composto da circa 56.000 ideogrammi. Una cinese mediamente istruito, ne conosce a malapena 6.000 / 8.000. Per leggere un giornale, è necessario conoscere all’incirca 2.000 / 3.000 ideogrammi.

Ma nonostante questo massiccio intervento a livello nazionale di unificazione linguistica, ancora oggi le diverse lingue locali sono comunque molto diffuse e fortemente radicate. Per uno straniero oggi, per quanto bene conosca il “cinese ufficiale” orale, sarà impossibile comprendere i cinesi quando decidono di parlare nel loro “dialetto” locale. E spesso questo è il “trucco” con il quale si accordano, all’insaputa del “malcapitato” di turno!

Ma attenzione a chiamarli “dialetti”. Sono vere e proprie lingue, con una vera e propria dignità e storia anche secolare, tanto che ad esempio, al tempo della dinastia Qing, l’ultima dinastia cinese, la lingua ufficiale era il manchu, il “dialetto” della etnia a cui apparteneva la famiglia imperiale.

Ma nello stesso periodo a corte, si cominciò a diffondere un altro dialetto chiamato “guanghua” (lingua dei mandarini”).

In Cina è stato un po’ come da noi, dove è diventata lingua ufficiale quella parlata in una regione, la Toscana.

Ma nel processo di unificazione linguistica i Cinesi, rispetto a noi, hanno potuto beneficiare del “vantaggio” di avere una comune lingua scritta, usabile dappertutto: sottotitoli di tutti i programmi televisivi, karaoke, Internet, Mobile….

Ad una prima normalizzazione interna, è seguita poi una seconda tappa di “avvicinamento” alle lingue occidentali nel 1958, anno in cui fu adottato il Pinyin, in pratica scrivere il cinese utilizzando l’alfabeto romano.

Ad esempio Shang Hai è il PinYin di上海, il vero nome in cinese della città. Va sottolineato che Shang Hai significa letteralmente “Verso (Shang) il Mare (Hai)”. Quindi è errato scrivere Shangai, come spesso ho visto sui giornali italiani, anche quelli più importanti. Per un cinese letteralmente sarebbe come dire “verso l’amore”, in quanto “ai” può significare amore.

Ma l’introduzione del pinyin si è dimostrata una tappa molto ardua, tanto che ancora oggi è diffuso sostanzialmente solo nelle nuove generazioni e nelle classi abbienti. Quindi è del tutto normale che un cinese non riesca a leggere il pinyin ma solo il Cinese con gli ideogrammi.

La prova sono i tassisti di Shanghai, che nonostante i cartelli stradali siano tutti rigorosamente anche in PinYin, solo leggendo gli ideogrammi, sono in grado di comprendere la destinazione finale!

Ma nell’affrontare la questione dell’inglese, non basterà il Pinyin. Infatti i cinesi sono spesso in difficoltà per un altro ordine di motivi: il cinese non si può tradurre ma va “interpretato”.

Infatti non essendo una lingua alfabetica come la nostra ma ideografica, ogni ideogramma può raccogliere in sé un intero concetto.

Questo aspetto trova quindi difficile traduzione diretta nell’inglese e da qui le difficoltà per i cinesi nelle traduzioni, anche le più semplici, che alcune volte possono trasformarsi in involontarie ma esilaranti barzellette.
Qualche altro esempio? http://yibuyibu.blogspot.com/