mercoledì 5 novembre 2008

Obama piace ai cinesi perché li stupisce

Ai cinesi Obama piace molto sul piano umano, soprattutto perché ha saputo stupirli in questi lunghi mesi di campagna elettorale.

La Cina ha seguito in un continuo crescendo di attenzione le vicende dell’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, culminate oggi con le dirette televisive che hanno seguito, passo dopo passo, l’evoluzione dei risultati elettorali.

I cinesi hanno quindi potuto farsi un’idea sui personaggi coinvolti, anche se probabilmente, molte delle tematiche poste al centro della campagna elettorale, sia di Obama che del suo sfidante, sicuramente non sono state seguite puntualmente da tutto il popolo cinese.

Comunque sia, nei commenti della gente comune, c’è sincera ammirazione per un personaggio, Obama, che nel prossimo futuro avrà il difficile compito di portare fuori dalle “secche” gli Usa (e il mondo).

Detto ciò, in due parole è riassumibile “l’affinità elettiva” che ha unito Obama al cinese medio: “basta volerlo”.

Umanamente la sfida che ha saputo vincere, ha decisamente colpito molto il cinese medio che in qualche maniera si è potuto anche immedesimare, visto la quotidiana concentrazione nel dover superare ostacoli e difficoltà di ogni tipo, nella propria corsa verso il benessere nazionale.

Avendo poi come punto di riferimento nel proprio sviluppo proprio il modello americano, appare evidente che qualsiasi cosa faccia l’inquilino della Casa Bianca, risulti essere di grande interesse e fonte di profonda curiosità da queste parti.

Il fatto che poi sia nero e non bianco, ha contribuito a creare anche in Cina un ulteriore alone di fascino non al personaggio politico in sé, ma al fatto che ha dimostrato, partendo da manifeste condizioni di inferiorità, di saper raggiungere un eccezionale risultato, partendo da buone e chiare idee e senza farsi spaventare da nessuno degli ostacoli che ha dovuto superare in questi mesi.

Sul piano strettamente politico, sicuramente Obama presenta invece parecchie incognite nel futuro dei rapporti con gli Usa, anche perché a chi ha letto con attenzione i suoi discorsi dei mesi scorsi, in piena campagna elettorale, non possono essere sfuggiti alcuni accenni, forse un po’ troppo duri, rivolti all’indirizzo della Cina sulla questione dei diritti civili.

Ora che Presidente lo diverrà davvero e non dovrà più convincere nessun Americano, sicuramente dovrà cercare di utilizzare metodi e modi adeguati, affinché l’ottima relazione esistente tra i due paesi continui, favorendo così l’auspicato recupero finanziario degli USA e conseguentemente la tutela anche degli ingenti investimenti cinesi nelle imprese e nei Bond di Stato Americani.

Quello che si augurano ora in Cina, è che Obama sia l’uomo del dialogo e del reciproco rispetto, elemento che forse si faceva qualche fatica a trovare nel suo sfidante alla corsa alla Presidenza.

Un punto però mette d’accordo tutti i cinesi: la (troppo) giovane età di questo nuovo Presidente.

In una cultura dove viene ancora data grande importanza all’età, in quanto portatrice di saggezza ed equilibrio, nel caso di Obama, i suoi 47 anni finiscono per rappresentare il “biglietto da visita” sia di un nuovo modo di vedere le cose ed affrontare le questioni mondiali, ma dall’altro, alimenta forti dubbi che sia in grado di governare e saper prendere sagge decisioni, in una situazione così difficile e complessa come quella attuale.

Obama da oggi ha quindi gli occhi puntati anche del miliardo e trecento milioni di cinesi, che sono molto curiosi di vederlo presto all’opera e si augurano che, quale segno concreto d’amicizia reciproca, uno dei suoi primi viaggi ufficiali possa essere proprio in Cina.