Fiera del Turismo dei record a Shanghai: assente l’Italia!
In Italia, in questi mesi si fa un gran parlare su quanto sia o meno strategico il turismo per l’economia ed il futuro del “Bel Paese” ma soprattutto, si è più volte sottolineato quanti punti di PIL rappresenti per la barcollante economia del paese.
Di tutte queste parole ed italici buoni propositi, però a Shanghai, alla fiera del Turismo, chiusasi con successo domenica scorsa, nemmeno l’ombra.
Più di 106 i paesi rappresentati, un record, sul quale però spicca l’assenza totale dell’Italia, senza alcuna presenza istituzionale, in quella che rappresenta la fiera di punta del turismo cinese.
Peccato, visto che quella appena terminata è stata una fiera dei records, con oltre 4 mila espositori e oltre 1300 Buyers, per quanto riguarda la parte professionale dell’evento.
Ma soprattutto, si è persa l’occasione di mettere direttamente in contatto il cinese medio con la nostra offerta turistica. Una scelta che lascia un poco l’amaro in bocca, un’inspiegabile assenza di quello che viene considerato da tutti i cinese, la propria meta preferita per l’Europa.
Alla delusione è poi subentrata la rabbia, quando l’Italianità rappresentata dai cantanti vestiti da gondolieri che cantano canzoni napoletane o maschere della nostra commedia dell’arte, erano invece i piacevoli protagonisti dello stand dell’Hotel – Casinò di Macao che si chiama appunto Venezia!.
Ma la sorpresa è stata ancora maggiore quando, girando attraverso i grandiosi stands americani, tedeschi e di tutte le altre nazioni europee presenti, fortemente motivate a dare un senso alla propria vocazione turistica dalla Cina, ci si è imbattuti nello stand di San Marino.
Miseri e da terza fila, quasi nascosti invece gli unici due stands che cercavano di rappresentare l’offerta Italia. Tristi e ben lontani dallo stile che ci contraddistingue, con appese, alle bene meglio e con scarso rispetto, le immagini che una volta facevano illuminare gli occhi del mondo, ma che a Shanghai sono sembrate la sintesi del declino del sistema paese.
A questo punto, non rimane che chiedersi quale sia la “segreta strategia” che a Roma, i vertici dei nostri uffici preposti, hanno in serbo per convincere i cinesi a scegliere l’Italia come prossima meta turistica.
Ci auguriamo, che l’assenza alla fiera di Shanghai, non faccia parte di questa sconosciuta strategia che invece ha sicuramente regalato agli altri paesi, ampi spazi e visibilità, altrimenti destinata all’Italia.
Oppure semplicemente, si è preferito “tagliare” i costi, pensando di fare economia, aspettando nel frattempo, di avere qualche strategia credibile da offrire sul mercato cinese.
Di tutte queste parole ed italici buoni propositi, però a Shanghai, alla fiera del Turismo, chiusasi con successo domenica scorsa, nemmeno l’ombra.
Più di 106 i paesi rappresentati, un record, sul quale però spicca l’assenza totale dell’Italia, senza alcuna presenza istituzionale, in quella che rappresenta la fiera di punta del turismo cinese.
Peccato, visto che quella appena terminata è stata una fiera dei records, con oltre 4 mila espositori e oltre 1300 Buyers, per quanto riguarda la parte professionale dell’evento.
Ma soprattutto, si è persa l’occasione di mettere direttamente in contatto il cinese medio con la nostra offerta turistica. Una scelta che lascia un poco l’amaro in bocca, un’inspiegabile assenza di quello che viene considerato da tutti i cinese, la propria meta preferita per l’Europa.
Alla delusione è poi subentrata la rabbia, quando l’Italianità rappresentata dai cantanti vestiti da gondolieri che cantano canzoni napoletane o maschere della nostra commedia dell’arte, erano invece i piacevoli protagonisti dello stand dell’Hotel – Casinò di Macao che si chiama appunto Venezia!.
Ma la sorpresa è stata ancora maggiore quando, girando attraverso i grandiosi stands americani, tedeschi e di tutte le altre nazioni europee presenti, fortemente motivate a dare un senso alla propria vocazione turistica dalla Cina, ci si è imbattuti nello stand di San Marino.
Miseri e da terza fila, quasi nascosti invece gli unici due stands che cercavano di rappresentare l’offerta Italia. Tristi e ben lontani dallo stile che ci contraddistingue, con appese, alle bene meglio e con scarso rispetto, le immagini che una volta facevano illuminare gli occhi del mondo, ma che a Shanghai sono sembrate la sintesi del declino del sistema paese.
A questo punto, non rimane che chiedersi quale sia la “segreta strategia” che a Roma, i vertici dei nostri uffici preposti, hanno in serbo per convincere i cinesi a scegliere l’Italia come prossima meta turistica.
Ci auguriamo, che l’assenza alla fiera di Shanghai, non faccia parte di questa sconosciuta strategia che invece ha sicuramente regalato agli altri paesi, ampi spazi e visibilità, altrimenti destinata all’Italia.
Oppure semplicemente, si è preferito “tagliare” i costi, pensando di fare economia, aspettando nel frattempo, di avere qualche strategia credibile da offrire sul mercato cinese.
In attesa che qualcosa cambi veramente, almeno l’accortezza nel prossimo futuro, di non fare proclami “grandiosi” come quelli recenti alle Olimpiadi di Beijing che alla prima verifica nei fatti, poi vengono in questa maniera, totalmente disattesi.